Il ravennate Giancarlo Ceccolini eletto presidente nazionale dei Panificatori

Come prima iniziativa si è fatto promotore della manifestazione contro il caro bollette

FOTO ELEZIONE CECCOLINI CON ALCUNI PANIFICTAORI RAVENNATI

Ceccolini, al centro con la cravatta

Dopo oltre 30 anni di vita associativa all’interno degli organismi di tutela dei panificatori e pasticceri italiani, il ravennate Giancarlo Ceccolini (titolare dell’omonimo punto vendita “Bio” di via D’Azeglio) è stato eletto presidente nazionale della Federazione Italiana Panificatori, pasticceri ed affini, l’organizzazione maggiormente rappresentativa della panificazione italiana.

Per anni membro del comitato esecutivo e vicepresidente nazionale della Federazione Italiana, Ceccolini è attuale presidente del sindacato Panificatori Artigiani Confcommercio provincia di Ravenna.

Come prima iniziativa, Ceccolini si è fatto promotore della manifestazione nazionale contro il caro bollette perché «non vi è dubbio – ha sottolineato Ceccolini – che la panificazione italiana stia vivendo la sua crisi peggiore dal dopoguerra a oggi. Le nostre aziende sono strette tra aumenti di costo senza precedenti e impossibilità di adeguare i prezzi di vendita: una morsa micidiale che rischia di farle scomparire. Sono già decine, forse centinaia, le aziende che hanno deciso o stanno decidendo di chiudere».

Particolarmente preoccupante, secondo Ceccolini, «è oggi anche l’attuale e purtroppo crescente scarsità di grano (sia tenero che duro), le cui importazioni coprono oltre il 60% del fabbisogno nazionale poiché l’Italia non è in grado di produrne più del 40%. Il blocco delle importazioni da Russia, Ucraina e Kazakistan, le recenti decisioni di alcuni Governi produttori di grano quali Ungheria e Lituania di bloccare tutte le esportazioni di cereali per garantire il fabbisogno nazionale, hanno drasticamente ridotto le quote disponibili sia di mais che di grano, causando non solo aumenti fortissimi dei prezzi di acquisto ma, ciò che è ancor più grave, il rischio di indisponibilità di farina per la panificazione. A ciò si aggiunga l’ingente accumulo di scorte di mais e frumento da parte della Cina, che coprono oramai oltre il 50% delle disponibilità mondiali».

A tutto questo si somma un fattore importante: «il consumo di pane negli ultimi decenni è sempre stato in calo e le abitudini delle persone sono cambiate. Questo ha inciso fortemente sul nostro comparto che ha dovuto ‘ricalibrarsi’ sul mercato andando alla ricerca di nuovi spazi. C’è però anche un aspetto positivo anche se è presto per affermare che c’è un cambio di tendenza dei consumatori: secondo i dati forniti dal report Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) la spesa dei prodotti alimentari sta crescendo. Buone notizie arrivano anche per il comparto del pane che, insieme ai dolci da ricorrenza, segnano un recupero dei valori di spesa (+8%). In sostanza, lo scorso anno, i consumi domestici di pane (+8,5% in volume) mostrano una ripresa più che proporzionale della perdita 2020 dovuta agli allentamenti delle misure restrittive».

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