Flussi lavoratori extracomunitari, Coldiretti soddisfatta per gli aumenti

L’associazione di categoria si preoccupa della burocrazia

Coldiretti Ravenna è soddisfatta del nuovo decreto della presidenza del Consiglio dei ministri per la programmazione dei flussi d’ingresso dei lavoratori non comunitari nel territorio dello Stato. La quota annuale viene fissata a 82.705 in aumento rispetto alle 69.700 dell’anno precedente.

«L’importante novità di questo provvedimento è rappresentata infatti – commenta il presidente di Coldiretti Ravenna Nicola Dalmonte – sono il consolidamento e la riconferma del rilascio di quote di ingresso riservate alle associazioni di categoria per i propri associati nella misura di 22mila unità contro 14mila, a dimostrazione del fatto che i tempi sono maturi per rendere strutturale la norma sperimentale introdotta dal decreto Semplificazione, sostenuta dalla Coldiretti».

Per quanto riguarda le quote per lavoro stagionale, attese principalmente nelle campagne, queste ammontano a 44mila unità (erano 42.000 lo scorso anno) delle quali 1.500 sono riservate alle nuove richieste di nullaosta stagionale pluriennale, quote che di fatto consentono all’impresa negli anni successivi di non essere vincolata ai termini di pubblicazione del Dpcm per avere accesso all’autorizzazione.

Alcune quote sono riservate ai lavoratori di Paesi con cui entreranno in vigore accordi di cooperazione in materia migratoria, a quelli che abbiano completato programmi di formazione nei Paesi di origine e alle richieste presentate dalle organizzazioni professionali dei datori di lavoro che assumono l’impegno a sovraintendere alla conclusione del procedimento di assunzione dei lavoratori.

«Dopo una vera e propria annata di passione sul fronte manodopera per le nostre aziende frutticole e vitivinicole – commenta Dalmonte – il nuovo decreto evidenzia che il Governo ha ascoltato la voce di Coldiretti, bene infatti l’aumento delle quote, le tempistiche e le semplificazioni, ora resta da lavorare tutti insieme al fine di snellire ulteriormente le procedure burocratiche».

Il nuovo decreto sarà anche l’occasione per sperimentare il superamento del nullaosta, sostituito da una comunicazione allo sportello unico per l’immigrazione da parte del datore di lavoro contenente la proposta di contratto di soggiorno per lavoro subordinato. Il provvedimento prevede però che il datore di lavoro interessato verifiche preventivamente al centro per l’impiego competente l’indisponibilità di un lavoratore presente sul territorio nazionale prima di assumere lavoratori non comunitari dall’estero. «Questa norma – sostiene la Coldiretti – rischia di trasformarsi in un appesantimento burocratico per le imprese costrette a fare i conti nei campi con le esigenze di tempestività imposte dai cambiamenti climatici e dalla stagionalità delle produzioni. Si auspica pertanto che tale richiesta non valga per i lavoratori stagionali agricoli».

Secondo le stime di Coldiretti, in Italia un prodotto agricolo su quattro viene raccolto da mani straniere con 358mila lavoratori provenienti da ben 164 Paesi diversi che sono impegnati nei campi e nelle stalle fornendo più del 29% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore (dossier Idos).

I lavoratori stranieri occupati in agricoltura in provincia sono per la maggior parte provenienti da Moldavia, Romania, Marocco e Albania, ma ci sono rappresentanti di un po’ tutte le nazionalità. Si tratta soprattutto di lavoratori dipendenti a tempo determinato che arrivano dall’estero e che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese.

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