La discoteca Pineta a Milano Marittima riapre, gestita da chi ha lavorato al Just Me

Dal 2 giugno il locale in viale Romagna torna in pista dopo tre mesi di chiusura per vicende giudiziarie. Il club era stato sequestrato su richiesta del curatore fallimentare del precedente gestore

65872669 10157414287122938 5101016628917698560 NRiaprono le porte della discoteca Pineta a Milano Marittima. Il party di inaugurazione della nuova gestione è in programma domani, 2 giugno 2023. Dopo tre mesi di chiusura forzata per vicende giudiziarie, il locale cult degli anni Novanta ora ha una nuova gestione in mano alla società Manta che vanta una ventennale esperienza al Just Cavalli di Milano, ora ribattezzato Just Me, e che negli ultimi anni ha sviluppato il suo brand anche tra Porto Cervo e la Versilia. Accanto a Manta c’è il team che ha curato il Mambo Beach e l’Oceano.

I fatti che hanno portato al nuovo corso

Il 3 aprile scorso il tribunale di Ravenna aveva stabilito lo sfratto esecutivo della discoteca dai locali in viale Romagna occupati fin dall’apertura sessant’anni fa. La decisione del giudice era arrivata per 140mila euro di affitti non pagati nel 2022 su un canone annuo di 350mila euro. Venne quindi interrotto il contratto di locazione tra Romagna srl, società proprietaria dell’immobile, e Hdp22, società milanese che a marzo 2022 aveva rilevato la gestione del club dalla società Andromeda di Cervia.

Ma dal 3 marzo la gestione del Pineta di fatto già non era più sotto il controllo di Hdp22 per effetto di un provvedimento di sequestro chiesto e ottenuto dal commercialista Claudio Colatorti, curatore di Andromeda che da dicembre 2022 è in liquidazione giudiziale con 1,5 milioni di euro di debiti. Colatorti è convinto che il passaggio del Pineta alla Hdp22 sia avvenuto senza la tutela delle garanzie per i creditori di Andromeda: troppo pochi 47mila euro (peraltro nemmeno versati entro la scadenza del 31 dicembre scorso anche se Hdp22 controbatte sostenendo di aver assunto anche parte di debiti come forma di compensazione) e poco chiara la presenza della stessa persona (il 42enne Marco Amadori di Arezzo) al vertice sia della società venditrice e sia della società acquirente.

Contestuale al sequestro era arrivato anche l’affidamento in custodia allo stesso Colatorti che, nel tentativo di massimizzare le disponibilità economiche di Andromeda per soddisfare più creditori possibili, aveva cercato un nuovo gestore. La ricerca aveva portato al gruppo Cavalli, risultato vincitore di un’asta con altre sei aziende. La vicenda aveva acceso entusiasmi a Milano Marittima, ma la sentenza di sfratto aveva fatto saltare gli accordi figli della gara decisa da Colatorti.

La società ha aperto le chiavi grazie a un accordo con i proprietari dei muri e a un accordo parallelo con Colatorti che è ancora custode giudiziario del marchio dopo il sequestro da Andromeda.

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