lunedì
18 Agosto 2025

Vaccino Covid, prenotazioni 50-54enni: l’Ausl Romagna consiglia di usare il sito web

Alle 11 del primo giorno di apertura per la nuova fascia di età erano arrivate quasi seimila iscrizioni nelle tre province

L’Ausl Romagna invita i cittadini di età compresa fra 50 e 54 anni che vogliono prenotarsi per il vaccino anti Covid a usare la piattaforma regionale dedicata online a questo indirizzo, rispetto alle telefonate,  per non appesantire l’attività degli studi medici. «Considerato il numero elevato di persone candidate alla vaccinazione – scrive l’Ausl –, l’adesione mediante la registrazione online è infatti necessaria per facilitare l’accesso e allo stesso tempo per ottimizzare l’organizzazione del lavoro dei medici». La registrazione per i 50-54 anni è partita oggi, 13 maggio, e alle 11 aveva già raggiunto 5.726 iscrizioni nelle tre province.

La vaccinazione della fascia d’età 50-54 avrà inizio non oltre la prima settimana di giugno, considerando quelle in corso che sono già ad opera dei medici di medicina generale, a partire dalle prime e seconde dosi per il personale scolastico. Complessivamente in Emilia-Romagna i medici di medicina generale, che sono tenuti alla collaborazione alla campagna vaccinale sulla base dell’accordo nazionale, si sono impegnati con la Regione a garantire 70mila vaccinazioni alla settimana.

Ogni medico di medicina generale riceverà i nominativi dei propri assistiti che si sono candidati, potendo così programmare, in autonomia o in collaborazione con l’Azienda Usl, le vaccinazioni.

Petrolchimica, al Mise un tavolo sul futuro. Regione: «Transizione con tempi giusti»

Ravenna e Ferrara, con i siti di Porto Marghera e Mantova, costituiscono più della metà della chimica nazionale

Polochimico
Polo Chimico da fotoaeree.com

«Ora è necessario un percorso certo di discussione per andare nella direzione di una transizione giusta nei tempi giusti e con la garanzia del Governo su un’operazione strategica per il Paese». È la richiesta dell’assessore allo Sviluppo economico e Lavoro dell’Emilia-Romagna, Vincenzo Colla, al tavolo nazionale interministeriale sul settore petrolchimico con particolare riferimento al quadrilatero Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, con suoi poli di Ravenna e Ferrara che con i siti di Porto Marghera e Mantova costituiscono più della metà della chimica nazionale.

Il confronto si è tenuto ieri sera in via telematica al Mise, convocato dal viceministro allo Sviluppo economico, Gilberto Pichetto, insieme al sottosegretario alla Transizione ecologica, Vannia Gava. All’incontro anche rappresentanti di Eni Versalis, delle istituzioni, sindacati, Confindustria e delle Regioni coinvolte. Nell’occasione il viceministro Pichetto ha annunciato ai presenti la volontà del Governo di convocare in tempi brevi un tavolo nazionale della chimica.

«Ci aspettiamo dal governo che si faccia garante di un percorso di questa portata -ha affermato l’assessore Colla- poiché il tema del cracking rientra in una discussione generale sulla chimica. Oggi siamo a un passaggio delicato per il Paese: se vogliamo attuare il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza e renderlo davvero efficace, il progetto industriale nazionale della chimica è fondamentale. La chimica rappresenta il settore più strategico e trasversale e perderla o ridimensionarla significherebbe perdere sia gli investimenti delle multinazionali che gravitano intorno al settore, sia la nostra manifattura. Nel momento in cui il Paese sta facendo il più grande investimento keynesiano della sua storia contemporanea, è dunque fondamentale avere certezze non solo per il nostro quadrilatero produttivo, ma per tutti quei milioni di lavoratori che, oltre che nei petrolchimici, stanno nel sistema-Paese».

Rispetto al tema specifico dell’approvvigionamento delle materie prime attraverso la pipeline, che Versalis vorrebbe sostituire con le navi, l’assessore regionale ha evidenziato il problema della sostenibilità ambientale e i rischi per la sicurezza, richiamando «la necessità di una discussione sul modello che vogliamo affermare con il Pnrr».

«Noi siamo alleati del percorso di transizione verde che Eni intende compiere– ha concluso Colla-, però le transizioni reggono se procedono contestualmente su un binario parallelo che permetta di vedere da dove partiamo e in quale direzione stiamo andando, senza perdere il lavoro e con progetti di investimento condivisi. Il Governo deve essere garante di tale indispensabile processo strategico».

Basket, Ravenna festeggia la qualificazione ai play-off per la promozione in A1

L’OraSì vince a Piacenza e si guadagna la certezza di partecipare agli spareggi con una giornata di anticipo

Festa Ora Sì Ravenna
La festa a Piacenza dopo la vittoria che è valsa i play-off per l’OraSì Ravenna

Dopo E-Work Faenza (nel basket femminile) e Olimpia Teodora Ravenna (nel volley femminile), già impegnate (al momento con successo) nei play-off, si allunga la lista di compagini ravennati in corsa per una promozione nella massima serie nazionale dei rispettivi sport.

L’OraSì Ravenna, infatti, dopo la vittoria sul campo dell’Assigeco Piacenza ha raggiunto con una giornata di anticipo l’obiettivo play-off nel post-season del campionato di A2 di basket maschile.

L’ultima giornata contro Trapani (in programma il 16 maggio) – capolista del girone – servirà solo per definire la posizione con cui Ravenna verrà inserita nel cartellone dei quarti di finale (salirà in A1 solo la vincente del tabellone).

Stoccaggio CO2, le foto della protesta. Il progetto Eni divide il centrosinistra

Manifestazione in piazza Kennedy a Ravenna. A favore del no anche Ravenna Coraggiosa e il grillino Maiolini, il sindaco e il Pri sono invece favorevoli

Il progetto Ccs di Eni ­- cattura dell’anidride carbonica prodotta dagli impianti industriali e stoccaggio nel sottosuolo marino nei giacimenti esauriti di metano – agita il clima politico ravennate nella metacampo di centrosinistra. Il 12 maggio infatti si è tenuta in piazza Kennedy una manifestazione di contestazione al progetto, promossa principalmente dalle associazioni ambientaliste. Circa duecento partecipanti. Tra gli aderenti anche esponenti di Ravenna Coraggiosa, la neonata lista locale che farà parte della coalizione con Michele de Pascale alle prossime elezioni. Anche Marco Maiolini appoggia la piazza: il consigliere comunale del gruppo misto sta conducendo le trattative per conto del M5s per arrivare all’accordo con il centrosinistra. Il sindaco aveva già da tempo espresso la sua posizione a favore di questo progetto – candidato anche tra i possibili destinatari di fondi dal Recovery Plan per il suo ruolo a favore della decarbonizzazione – così come il Pri si è detto favorevole. Chi critica l’iniziativa lo fa perché lo ritiene un progetto a favore della transizione ecologica solo all’apparenza. Il ministro Cingolani in una recente intervista è sembrato piuttosto freddo.

Sequestrate al porto 10mila “Polo Italy”, ma realizzate in Bangladesh

Le etichette delle magliette sono state considerate ingannevoli

finanza magliaFinanzieri e funzionari dell’Agenzia delle Dogane hanno controllato nei giorni scorsi al porto di Ravenna un container proveniente dal Bangladesh con all’interno 410 cartoni e complessivamente 10.250 maglie modello “polo”.

Maglie che avevano su colletto e maniche bordi con il tricolore italiano e l’indicazione di origine “Made in Bangladesh” realizzata in dimensioni estremamente ridotte – scrivono i finanzieri – «su un’etichetta, peraltro, interamente coperta da un’altra sovrapposta riportante invece la dicitura “Polo Italy”, che era stata impressa anche, in caratteri ben evidenti, su ciascun imballaggio in plastica delle maglie».

Una scelta, quella dei produttori, considerata quindi «ingannevole per i consumatori finali», in quanto – si legge nella nota della finanza – «non rende immediatamente individuabile l’effettivo luogo di fabbricazione e di provenienza della merce e anzi è tale da poter ingenerare nei potenziali acquirenti la convinzione che il prodotto sia stato realizzato in Italia».

Le fiamme gialle e i funzionari doganali hanno quindi sequestrato l’intera partita di merce e denunciato il legale rappresentante dell’azienda di importazione, una società di Cesena, per l’ipotesi di frode in commercio.

Super Teodora: 3-0 su Mondovì, la favorita dei playoff. La capitana: «Pazzesche»

Vittoria netta nella gara di andata dei quarti per la promozione in A1. Su Instagram la gioia delle giocatrici. Il ritorno in Piemonte il 16 maggio

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L’Olimpia Teodora festeggia il 3-0 nell’andata dei quarti playoff

Parte col botto il cammino della Conad Olimpia Teodora nei playoff della A2 di volley femminile per la promozione nella massima serie. Vittoria 3-0 (25-22, 25-21, 25-19) per Ravenna nella serata di oggi 12 maggio al Pala Costa nella gara di andata dei quarti contro Lpm Bam Mondovì, la squadra che si presenta alla post season con l’etichetta di super favorita. Le piemontesi infatti hanno chiuso seconde la Pool Promozione e sono prima testa di serie del tabellone che mette in palio un posto in A1 per otto contendenti.

Comprensiabile la gioia della squadra, con le giocatrici che hanno festeggiato dai propri profili Instagram. “Pazzesche” è la parola usata dalla capitana Ludovica Guidi, dal libero Giulia Rocchi e dalla palleggiatrice Chiara Poggi. “Fotoniche” è invece l’aggettivo scelto da Greta Monaco. “3 e via” ha sintetizzato Alice Torcolacci.

Alla vigilia del match coach Simone Bendandi aveva caricato il gruppo così: «Giochiamo per vincere. Dobbiamo goderci il piacere di trovarci in campo in questi playoff, giocando senza pressione, e alle ragazze ho detto che desidero per loro che si godano ogni momento, perché sono cose che arricchiscono». L’inizio sembra avergli dato ragione.

Il ritorno è in programma domenica 16 maggio alle 17 (con eventuale golden set in caso di pari punteggio al termine delle due partite).

In provincia 1.100 casi attivi di Covid, il numero più basso del 2021

L’aggiornamento settimanale dell’Ausl: i ricoverati sono il 6,9 percento

L’aggiornamento settimanale fornito dall’Ausl Romagna con il totale dei casi attivi, cioè delle persone che stanno affrontando il Covid, dice che al 10 maggio in provincia di Ravenna c’erano 1.100 persone con una diagnosi di positività al Sars-Cov-2, il dato più basso di tutto il 2021 (il picco era arrivato il 22 marzo con 4.762). La percentuale dei ricoverati e il 6,9 percento e si mantiene stabile da diverse settimane. Gli ammalati che hanno bisogno di un letto in terapia intensiva erano lo 0,82 percento (numero mai arrivato all’unità).

La settimana 3-9 maggio ha registrato 356 casi in provincia, il dato più basso da circa sei mesi. Basso anche il tasso di positività dei tamponi eseguiti: 3,3 percento.

Per il territorio provinciale di Ravenna oggi, 12 maggio, si sono registrati 44 nuovi casi: si tratta di 23 maschi e 21 femmine; 17 asintomatici e 27 con sintomi; 42 in isolamento domiciliare e 2 ricoveri. I tamponi eseguiti sono stati 2236. I casi complessivamente diagnosticati da inizio contagio nel Ravennate sono 29858 di cui più di mille morti.

In tutta le regione Emilia-Romagna si sono registrati oggi 509 casi in più rispetto a ieri, su un totale di 22.014 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 2,3 percento. La situazione dei contagi nelle province vede Parma con 118 nuovi casi, seguita da Reggio Emilia (101). Poi Bologna e Rimini (entrambi 57), Ravenna (44), Forlì (38). Quindi Modena (28), Cesena(25), Ferrara (18), Piacenza (13) e il Circondario Imolese (10).

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 2.843in più rispetto a ieri e raggiungono quota 337.875.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 26.531 (-2.341 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 25.114 (-2.278), il 94,6%del totale dei casi attivi.

Si registrano 7 nuovi decessi: 1 in provincia di Piacenza (una donna di 66 anni); 3 nella provincia di Bologna (tutti uomini, di 52, 71 e 97 anni); 1 nella provincia di Ferrara (un uomo di 84 anni); 1 in provincia di Forlì-Cesena (un uomo di 75 anni); 1 nel riminese (un uomo di 62 anni). Nessun decesso nelle province di Parma, Reggio Emilia, Modena e Ravenna. In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 13.038.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 178 (-8 rispetto a ieri), 1.239 quelli negli altri reparti Covid (-55). Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 9 a Piacenza (-1), 15 a Parma (numero invariato rispetto a ieri), 22 a Reggio Emilia (-1), 26 a Modena (invariato), 49 a Bologna (-3), 8 a Imola (-1), 16 a Ferrara (invariato), 10 a Ravenna (-1), 6 a Forlì (invariato), 6 a Cesena (invariato) e 11 a Rimini (-1).

Indice Rt, incidenza, ricoveri: in Emilia-Romagna la pandemia rallenta

Il punto dell’assessore della Regione, che resterà zona gialla. Il virus circola di più tra i giovanissimi

Infermiere Covid«In Emilia-Romagna c’è un alleggerimento complessivo della situazione pandemica: l’Rt, parametro destinato ad essere superato dalle determinazioni che attuerà il Governo di intesa con la commissione salute della Conferenza delle Regioni, è in regione di 0,89, inferiore a 1 e calato rispetto alla settimana precedente». Lo ha detto Raffaele Donini, assessore regionale alla Salute, nel punto sull’andamento epidemiologico e della campagna vaccinale in Emilia-Romagna.

La Regione resterà in zona gialla.

L’incidenza settimanale dei nuovi contagi è «95,88 su 100mila abitanti, in calo».

Per quanto riguarda i ricoveri, sono «drasticamente calati nei reparti Covid» dove c’è un’occupazione «del 25% a fronte del 40% livello di guardia. In terapia intensiva i ricoveri calano ma piano e siamo al 28% (30% livello di guardia)».

In Emilia-Romagna il coronavirus al momento circola di più nelle fasce di bambini e giovanissimi, mentre diminuisce nelle fasce d’età dove sono avanti le vaccinazioni. Sotto il dato di incidenza regionale (95,88 casi su 100mila abitanti) «ci sono sono gli over 85, il cui livello di incidenza è 46. Per i 65-84enni l’incidenza è 49. Per i 45-64enni l’incidenza è 85».

Sopra la media regionale sono tutte le fasce d’età più giovani: «0-5 anni incidenza 143 su 100mila abitanti, 6-10 anni è 165, 11-13 anni 166, 14-18 anni 137, 19-24 anni 117 e per la fascia 24-44 anni è 114». (fonte ANSA.it)

Dai giardini Speyer all’acqua della darsena con una passerella senza interruzioni

Un camminamento che passa sopra i binari è l’idea centrale del progetto che ha vinto il concorso di idee del Comune per la riqualificazione dell’area attorno alla stazione ferroviaria. Verde, un parcheggio multipiano e edifici sviluppati verso l’alto. Vale fino a 50 milioni di euro

La passerella parte dai giardini Speyer, scavalca i binari del treno e le auto di via Darsena e arriva fino alla testa del Candiano in una piazza che degrada fino all’acqua senza muri e barriere a interrompere il percorso. È la parte più suggestiva e cruciale del progetto dell’architetto Davide Lorenzato che ha vinto il concorso di idee per il riassetto dell’area attorno alla stazione ferroviaria di Ravenna. Il bando scadeva il 5 febbraio (18 le proposte presentate) e il 12 maggio la commissione giudicatrice ha reso nota la graduatoria: al 38enne professionista di Padova vanno 137mila euro comprensivi di onorario per i futuri studi di fattibilità, mentre al secondo classificato andranno 20mila euro e al terzo 10mila.

Oltre alla creazione di una cerniera pedonale che eliminasse la cesura dei binari, il concorso richiedeva in particolare anche un parcheggio multipiano e una nuova veste per l’edificio dell’ex dogana che oggi ospita il comanda della polizia municipale in procinto di trasferirsi nell’ex palazzina Atm in via delle Industrie. L’idea vincitrice immagina un nuovo immobile per la sosta delle auto sopraelevando l’area di sosta adiacente a piazzale Aldo Moro (con accesso dalla stessa passerella), a sua volta da riqualificare per essere una stazione delle corriere più moderna e funzionale. Lorenzato immagina poi una seconda passerella che unisca darsena e Rocca Brancaleone, offrendo una visuale sul Moro di Venezia che verrebbe rimesso in acqua.

Nella sintesi della motivazione, la commissione giudicatrice ha scritto: “La qualità architettonica e paesaggistica della proposta è di alto livello così come l’integrazione tra gli spazi aperti, le passerelle e i manufatti proposti. Il percorso di attraversamento, trovandosi in quota nella zona di piazzale Farini, consente di cogliere dall’alto la risistemazione dell’attuale zona della stazione, arricchita di un nuovo spazio pedonale provvisto di alberature e aree vegetate”.

Il disciplinare di gara indicava 35 milioni di euro come budget da tenere in considerazione per il totale dell’intervento, con la possibilità di salire fino a circa 50. Il reperimento delle risorse è la fase che si apre ora: «Il progetto è suddiviso in lotti – spiega il sindaco Michele de Pascale – e ognuno avrà la sua committenza. La parte della passerella sarà a carico del Comune, il parcheggio probabilmente sarà in project financing, altri interventi rientrano nell’alveo dei privati».

Cosa troverà posto nel nuovo edificio al posto dell’ex dogana? Il bando non imponeva vincoli, il progetto prevede usi misti. Il sindaco ipotizza che possano essere spazi direzionali e turistici. Tempi per vedere i primi cantieri al momento non ne vengono comunicati.

Legano le due dipendenti e scappano con migliaia di euro: rapina in banca a Ravenna

È successo alla filiale della Cassa di via Marche

Rapina Cassa Via MarcheHanno legato le due dipendenti e sono scappati con alcune migliaia di euro. La rapina è avvenuta a Ravenna attorno alle 12.30, alla filiale della Cassa di Risparmio di Ravenna di via Marche.

I rapinatori, secondo le prime testimonianze, erano in due, a volto coperto.

Le clienti sarebbero  state liberate (erano state legate con delle fascette da elettricista) da una cliente entrata poco dopo.

Sul posto i carabinieri a coordinare le indagini.

I trent’anni di storia del Moro di Venezia 3, la barca che vinse il Mondiale 1991

La terza delle cinque barche di Raul Gardini, costruite nel cantiere Tencara (Montedison), vinse il titolo a San Diego l’11 maggio 1991 alla vigilia della Coppa America. A bordo c’era anche l’imprenditore. Ora è di Autorità portuale: centomila euro per l’allestimento in darsena in testa al Candiano

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Foto da Facebook

Non avrebbe dovuto nemmeno partecipare alla prima edizione del campionato mondiale di vela per barche di classe Coppa America, invece il Moro di Venezia 3 vinse il titolo nella baia di San Diego (California) l’11 maggio 1991, appena un mese dopo il varo. A bordo c’era anche il ravennate Raul Gardini, armatore e finanziatore della campagna tramite Montedison (i regolamenti e la conformazione degli yacht consentivano la presenza di una persona non operativa oltre ai sedici dell’equipaggio). Trent’anni dopo quello scafo è esposto a Ravenna sulla banchina in testa al Candiano, è lì da fine marzo dopo otto anni nel parcheggio dell’Autorità portuale che ne è proprietaria dal 2008. Il 15 maggio alle 13.30 verrà inaugurato il nuovo allestimento costato centomila euro tra pareti di protezione e illuminazione per fare della barca un monumento. Al taglio del nastro sarà presente anche Paul Cayard, lo skipper di quel Mondiale e della Coppa America dell’anno successivo, che sarà in città per un weekend di iniziative dedicate proprio all’avventura del Moro.

Marzo 2013: il Moro di Venezia di proprietà dell'Autorità portuale di Ravenna risale il Candiano e viene messo sulla banchina nel piazzale della sede dell'ente
L’arrivo del Moro 3 alla banchina di Ap nel 2013

Il successo del 1991, letto col senno di poi, può essere considerato la spinta che portò alla partecipazione alla Coppa America del 1992 ma al tempo stesso paradossalmente forse anche la causa della mancata vittoria del prestigioso trofeo. Il Mondiale nacque come banco di prova per il nuovo formato delle barche deciso per l’America’s Cup dell’anno successivo, una novità rispetto all’edizione 1988: non più 12 metri ma imbarcazioni Iacc (25 metri di lunghezza, peso tra 160 e 250 quintali, superficie velica fino a 680 mq in andatura di poppa, prestazioni ottimali fra 8 e 20 nodi). La Compagnia della Vela, il circolo di Venezia con cui Raul Gardini formalmente era in gara, intendeva partecipare alla competizione con i primi due Moro (varati nel 1990 a marzo a Venezia e in agosto a Palma di Maiorca). Il Corriere della Sera alla vigilia del varo del primo Moro  riportava le parole di Fernando Sena, direttore dei lavori ai cantieri Tencara: «Lo scafo è come un sandwich. Le due fette di pane sono di fibra di carbonio, impregnata di resine epossidiche. Il ripieno è in Nomex, a nido d’ape. Questo toast viene poi messo in forno e polimerizzato sotto vuoto, cuocendolo ad alta temperatura».

MoroI piani di tutte le squadre avevano messo in conto di sviluppare diverse barche nel biennio precedente per una continua evoluzione alla ricerca della soluzione più efficiente. Il terzo Moro era già pronto nei cantieri Tencara di Porto Marghera ma doveva restare segreto per non svelare troppo presto agli avversari i nuovi sviluppi progettuali, come ad esempio la poppa aperta. Negli allenamenti prima del Mondiale si spezzò l’albero del Moro Venezia 2 e così il terzo arrivò via aereo in California. I risultati dimostrarono che in effetti era più avanti degli avversari (senza dimenticare che Moro 1 arrivò terzo al Mondiale).

Il successo del 1991 alimentò speranze per il 1992 agevolando lo stanziamento di nuovi fondi da Montedison (verranno varate altre due barche, la quinta farà la Coppa America, in totale oltre 40 milliardi di lire di budget) ma mostrando lo stato di sviluppo di Tencara finì per spingere gli avversari ad accelerare. Cosa successe a San Diego nel 1992 è storia. A vincere la Louis Vuitton Cup, competizione per la scelta di chi avrebbe sfidato America 3 come defender della Coppa America, fu il Moro 5. Con un pezzo del 3. Lo ricorderà poi Carlo Marincovich su La Repubblica nel 1994: il 5 non stava andando bene, soldi per modifiche non c’erano e così venne messa la chiglia del 3 sullo scafo del 5.

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La costruzione del Moro 3 nel cantiere Tencara (foto di Sebastiano Rech Morassutti)

La competizione del 1992 si disputò in un periodo già difficile per il gruppo Ferruzzi e nel 1993 Gardini morì. Che rotta ha percorso il terzo Moro per arrivare alla darsena di città? Come detto, dal 2008 è di Ap. Comprata per circa 70mila euro al tribunale di Pesaro: un lotto all’incanto dell’eredità di Gianfranco Micucci, ex sindaco di Cattolica che si suicidò nel 2006. Regista dell’acquisto fu Cino Ricci. Il velista che fu skipper di Azzurra alla Coppa America del 1983 aveva portato la barca in Romagna pochi anni prima: l’aveva vista in abbandono a Trapani e Micucci aveva deciso di portarla nella darsena che amministrava.

Prima di Micucci era appartenuta al team +39 che partecipò alla Coppa America del 2007 a Valencia (prima volta disputata in Europa) e prima ancora a Diego Della Valle (Tod’s) che aveva in mente di formare un consorzio di sponsor per partecipare all’edizione 1995 ma non se ne fece nulla.

Il 4 luglio del 2009 venne varata per la seconda volta a Ravenna dopo un completo restauro nei cantieri Pier 12 di Marina di Ravenna. Avrebbe dovuto fare bella mostra di se alla Barcolana di Trieste nell’autunno di quell’anno ma non c’erano i tempi e non fu così.

All’inizio del 2021, prima dello spostamento in darsena, la barca a vela ha avuto una rinfrescata. Un intervento da diecimila euro a carico di Ap: pulizia, lucidatura, revisione di cavi e tiranti, verniciatura di quella che in gergo nautico viene chiamata opera viva, cioè la parte che sta sotto la linea di galleggiamento. È costata invece 110mila euro la nuova sistemazione tra impianto di illuminazione, pannelli antintrusione e videocamere di sorveglianza. Di fatto è il tramonto di ogni possibilità di rivederla in acqua, un’ipotesi a cui Ap aveva lavorato nel 2017 sondando il terreno con alcuni soggetti interessati.

Che fine hanno fatto i Moro di Venezia?

Il Moro di Venezia che nel 1992 a San Diego vinse la Louis Vuitton Cup si trova ora smontato e coperto da un telo nell’angolo di un giardino a un’ora da Boston: si tratta del giardino del miliardario americano Bill Koch, l’armatore di America 3 che sconfisse il Moro 4-1. Tutta la storia nell’articolo “Il Moro di Venezia della Coppa America ’92 è nel giardino di un miliardario a Boston“.

A questi link la storia e l’attuale situazione delle altre barche: Moro 1, Moro 4.

L’ex ministro Minniti e il giornalista Negri dialogano sul rapporto Italia-Libia

Il 12 maggio alle 17 videoconferenza promossa da Fondazione Flaminia e campus universitario di Ravenna, con la moderazione del coordinatore della laurea in Società e culture del Mediterraneo

19467905 387413928321343 292497620322484467 OTorna “Pomeriggi mediterranei”, il ciclo di incontri in videoconferenza dedicati al sapere e all’attualità promossi dal campus universitario di Ravenna e Fondazione Flaminia. L’appuntamento su Zoom per le 17 di oggi, mercoledì 12 maggio, è intitolato “Italia e Libia: una questione di interesse nazionale?”.

Partendo dalle radici storiche di questo rapporto, l’incontro intende approfondire la dimensione strategica con due profondi conoscitori di tali dinamiche come l’ex ministro degli Interni Marco Minniti, ora presidente della Fondazione Med-Or e uno tra i giornalisti più esperti di Nord Africa e Medio Oriente del panorama europeo come Alberto Negri moderati da Michele Marchi, coordinatore del corso di laurea in Società e culture del Mediterraneo.

Centodieci anni fa l’allora Regno d’Italia iniziava il suo complesso e spesso ‘tragico’ rapporto con la Libia. Due guerre mondiali, una dittatura, la rinascita repubblicana e l’indipendenza coloniale, la Guerra fredda e la dittatura di Gheddafi spazzata via dalle primavere arabe. Tutto è cambiato ma non l’importanza politica, economica e culturale del territorio libico per il nostro Paese.

Info e link per partecipare all’incontro su www.fondazioneflaminia.it

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