lunedì
01 Settembre 2025

Chiusura via Serra per lavori, Confesercenti chiede di non penalizzare le attività

Cantiere fino a luglio inoltrato poi restringimenti di carreggiata

Man Wearing Blue Hard Hat Using Hammer 544966Confesercenti chiede al Comune di Ravenna di ridurre al minimo i disagi per le attività interessante dalla chiusura di via Serra in centro nel tratto fra via Castel San Pietro e via Pascoli fino a luglio inoltrato, per poi proseguire ulteriormente con restringimenti di carreggiata.

«Come associazioni di categoria siamo stati coinvolti con un preavviso che come Confesercenti abbiamo giudicato insufficiente, appena qualche giorno prima la data prevista per l’inizio dei lavori e delle conseguenti modifiche alla circolazione. Con la condivisione del cronoprogramma dei lavori, alcuni timori, specialmente rispetto alla durata del cantiere, sono stati fugati, ma resta ancora incertezza sui migliorativi proposti per mitigare i disagi degli esercenti».

Confesercenti ribadisce di non essere contraria ai lavori, «specie se servono ad ottimizzare l’assetto viario e preparare la città a tempi migliori». Ma sottolinea la tempistica: «Nel gravissimo momento di crisi per gli operatori un cantiere, qualunque esso sia, va ulteriormente a pesare. Per questo chiediamo maggiore attenzione alle proposte che abbiamo inoltrato, che significa anche certezze e garanzie per le attività interessate. Proposte peraltro più che ragionevoli, su cui attendiamo una risposta».

Recupero prestazioni di specialistica ambulatoriale: l’Ausl telefonerà ai cittadini

Chi aveva prenotazioni sospese non dovrà riprenotare ma riceverà una chiamata dall’azienda pubblica

L’Ausl Romagna sta iniziando a recuperare le prestazioni di specialistica ambulatoriale prenotate dai cittadini prima dell’11 marzo e sospese a seguito del diffondersi del coronavirus. Si tratta di 240mila prestazioni circa, tra visite specialistiche ed esami diagnostici: i cittadini non dovranno nuovamente prenotare ma saranno gradualmente contattati dall’azienda per proporre un nuovo appuntamento.

Sono ripresi gli interventi chirurgici e le prestazioni che, sebbene non rientranti nell’urgenza, era consigliabile non procrastinare ulteriormente per non correre alcun rischio rispetto all’evolversi della patologia e alla qualità della vita dei relativi pazienti. A breve ripartiranno anche le prestazioni legate agli screening oncologici.

In questa ulteriore nuova fase sussistono le condizioni per iniziare a recuperare gradualmente le prestazioni di specialistica ambulatoriale (visite ed esami diagnostici) che erano stati sospesi (in quanto privi di ogni carattere di urgenza). Anche questi utenti verranno chiamati dall’azienda per riprogrammare il loro appuntamento.

Per quanto riguarda invece prestazioni da prenotarsi di qui in futuro, sempre salvaguardando le prestazioni urgenti e prioritarie, si raccomanda ai cittadini di pazientare e non prenotare ora controlli o comunque prestazioni che possono essere procrastinate: il riferimento rispetto al da farsi resta il medico di famiglia, figura fondamentale anche in questa fase. In particolare, per quanto riguarda le analisi di laboratorio, va precisato che resta sospeso l’accesso diretto ai punti prelievo: sempre quando ne sussista l’esigenza, i prelievi sono da prenotare.

Modalità di prenotazione ed accesso agli sportelli. Per le limitate situazioni che rimangono, in cui è necessario rapportarsi con gli sportelli (ad esempio prenotare, appunto, le analisi di laboratorio e le prestazioni urgenti, ma anche per le pratiche di scelta – revoca del medico di famiglia) l’Azienda torna a raccomandare di non recarsi fisicamente ai Cup e agli sportelli aziendali, bensì di utilizzare tutti i possibili strumenti alternativi (principalmente Cuptel e Fascicolo Sanitario Elettronico), o comunque, se proprio indispensabile, recarsi agli sportelli prendendo un appuntamento. A questo proposito si ripetono di seguito i numeri di telefono e i contatti mail dei principali sportelli aperti al pubblico.

Ravenna – 0544286616 – 17 – 18- 19; dal lun al ven 7:30 / 13:00  sab 7:30 / 12:00 sportellounico.ra@auslromagna.it

Marina di Ravenna – 0544485790; dal lun al ven 8:00 / 13:00 sab 8:30 / 12:30 sportellounico.ra@auslromagna.it

Mezzano – 0544485670; dal lun al ven 8:00 / 13:00 sab 8:30 / 12:30 sportellounico.ra@auslromagna.it

Piangipane – 0544485750; dal lun al ven 8:00 / 13:00 sab 8:30 / 12:30  sportellounico.ra@auslromagna.it

Sant’Alberto – 0544485690; dal lun al ven 8:00 / 13:00 sab 8:30 / 12:30 sportellounico.ra@auslromagna.it

Castiglione – 0544485732; dal lun al ven 8:00 / 13:00 sab 8:30 / 12:30 ce.sportellounico.ra@auslromagna.it

Roncalceci – 0544485710; dal lun al ven 8:00 / 13:00 sab 8:30 / 12:30 ce.sportellounico.ra@auslromagna.it

San Pietro in Vincoli – 0544485771; dal lun al ven 8:00 / 13:00 sab 8:30 / 12:30 ce.sportellounico.ra@auslromagna.it

Cervia – 0544917615; dal lun al ven 7:30 / 13:00 sab 7:30 / 12:00 ce.sportellounico.ra@auslromagna.it

Russi – 0544586420 – 22; dal lun al ven 8:00 / 13:00 sab 8:00 / 11:30 sportellounico.ra@auslromagna.it

Faenza Palazzina 13 – 0546601586 – 87; dal lun al ven 7:30 / 13:00 sab 7:30 / 12:00 sportellounico.fa@auslromagna.it

Faenza Centro Nord/Filanda – 0546602155; dal lun al ven 7:00 / 13:00 sab 7:00 / 10:00 sportellounico.fa@auslromagna.it

Casola Valsenio – 0546972955; mar – gio 8:00 / 13:00 sab 8:00 / 11:30 sportellounico.fa@auslromagna.it

Solarolo – 0546612315; mer – ven 8:00 / 13:00 sportellounico.fa@auslromagna.it

Riolo Terme – 0546972815; mar – gio – ven 8:00 / 13:00 sportellounico.fa@auslromagna.it

Brisighella – 0546992615; dal lun al ven 8:00 / 13:00 sportellounico.fa@auslromagna.it

Castel Bolognese – 0546652715; lun – mer – ven 8:00 / 13:00 sportellounico.fa@auslromagna.it

Lugo – 0545213415; dal lun al ven 7:30 / 13:00 sab 7:30 / 12:00 sportellounico.lu@auslromagna.it

Lugo – Segreteria Lab Analisi – 0545214387 – 93; dal lun al sab 7:00 / 13:00 segreterialab.lu@auslromagna.it

Alfonsine – 0544864715; lun – mar – gio 8:00 / 13:00 sportellounico.lu@auslromagna.it

Bagnacavallo – 0545283015; lun – mer – ven 8:00 / 13:00 sportellounico.lu@auslromagna.it

Conselice – 0545903215; lun – mar – mer 8:00 / 13:00 sportellounico.lu@auslromagna.it

Cotignola – 054543515; mer – ven 8:00 / 13:00 sportellounico.lu@auslromagna.it

Massa Lombarda – 0545983315; lun – mar – gio 8:00 / 13:00 sportellounico.lu@auslromagna.it

Fusignano – 054553615; mer – gio – ven 8:00 / 13:00 sportellounico.lu@auslromagna.it

Bagnara – 0545905502; lun – mer 8:00 / 12:30 mar – ven 8:30 / 13:15 sportellounico.lu@auslromagna.it

Voltana – 054572885; mar – gio – ven 8:15 / 13:00 sportellounico.lu@auslromagna.it

Procede la posa del legno per la passerella sulla banchina della darsena

La soddisfazione delle ditte che stanno portando avanti il cantiere seguendo le disposizioni del Governo per la sicurezza

Passerella Darsena 2Prende sempre più forma il nuovo volto della darsena di Ravenna, grazie all’avanzamento dei lavori della passerella pedonale sulla banchina destra

L’azienda Ravaioli Legnami sta curando la pavimentazione e il rivestimento. «Un luogo che dà forza ad una città è sicuramente la darsena, che con la sua storia continua a farci sognare i momenti degli arrivi e delle partenze – spiega Angelo Bagnari, titolare ed export manager dell’impresa di Villanova di Bagnacavallo –. Per la nostra azienda, per le nostre persone, durante questo strano, instabile periodo, è sicuramente la miglior partenza».

Passerella Darsena«L’avanzamento lavori sta procedendo benissimo, pur mantenendo tutte le precauzioni suggerite dal Governo – comunica Renato Baldassari, presidente della Cooperativa Delta Ambiente – la cura del paesaggio della città deve essere studiata con attenzione, per far sì che il cittadino possa apprezzarla e servirsene».

Alla fine di questo primo stralcio di lavori (in prospettiva sarà di oltre 1 km), Ravenna avrà una nuova passeggiata sull’acqua a 5 minuti da Piazza del Popolo, attrezzata con panchine, gradinate, verde, alberature, illuminazione notturna, interamente rivestita da un materiale “caldo” come il legno naturale. «Ringraziamo tutti i professionisti coinvolti, lo studio di architettura Teprin Associati, ideatore e progettista dell’intervento assieme allo studio Image, che hanno contribuito a ridisegnare il volto di questo specchio d’acqua, conferendo finalmente una forte un’identità alla zona – conclude Bagnari – Spero che questo possa dare al Comune tanto coraggio e stimolo nel promuovere altri futuri progetti».

Riaprono i musei: in provincia il primo è il Mic di Faenza dal 18 maggio

Definito il calendario delle riaperture: gli ultimi saranno i monumenti della curia l’1 giugno. Il presidente dell Provincia invita tutti a riscoprire i luoghi della cultura locale

Ceramica Picasso
Opera in ceramica di Pablo Picasso in mostra al Mic di Faenza

Il Museo internazionale delle ceramiche (Mic) di Faenza, dove è attualmente allestita una mostra dedicata a Picasso, sarà il primo museo della provincia di Ravenna a riaprire il 18 maggio. Il 19 maggio riaprirà il museo Natura di Sant’Alberto, il 21 il museo del Paesaggio dell’Appennino faentino di Riolo Terme, il 22 riapriranno il museo civico delle Cappuccine di Bagnacavallo e l’ecomuseo delle Erbe Palustri, a Villanova di Bagnacavallo. Dal 23 tutti i musei della Bassa Romagna tranne il museo Baracca e il museo Rossini che sono in corso di ristrutturazione. E sempre dal 23 riapriranno a Ravenna l’Antico Porto, Classis, la basilica di Sant’Apollinare in Classe, il mausoleo di Teodorico, il Museo d’arte della città di Ravenna (Mar). Infine dall’1 giugno è ipotizzata la riapertura dei monumenti e dei siti gestiti dall’Opera di Religione.

Il calendario delle riaperture è stato condivisa nella riunione del “gruppo provinciale musei” svoltasi questa mattina, 15 maggio, in videoconferenza, alla quale hanno tra gli altri partecipato rappresentanti e gestori dei musei e dei principali monumenti del territorio, rappresentanti delle associazioni di categoria e dei sindacati dei lavoratori, la Ausl Romagna, nonché per gli enti locali l’assessora alla Cultura del Comune di Ravenna Elsa Signorino, il vicesindaco e assessore alla Cultura del Comune di Faenza Massimo Isola, il sindaco di Bagnara Riccardo Francone.

Nel corso della riunione è stato naturalmente ribadito che tutte le aperture avverranno nel pieno rispetto delle necessarie norme di sicurezza condivise nei protocolli, a tutela dei visitatori e del personale. Le prime aperture riguardano quei monumenti e quei siti per i quali è logisticamente più agevole prevedere percorsi di entrata e uscita e altri accorgimenti che rendano concretamente applicabili tutte le norme e i protocolli necessari. Man mano si procederà a creare le condizioni per ulteriori aperture di monumenti e siti più complessi da gestire.

In questa fase, nella quale ci sono ancora delle restrizioni alla mobilità fra regioni, i monumenti e i musei saranno aperti solo a un pubblico di prossimità regionale, ma il presidente della Provincia Michele de Pascale fa un appello ai concittadini e alle concittadine non solo di tutta la provincia ma anche di tutta l’Emilia Romagna per diventare turisti nelle loro città e in quelle della loro provincia e della loro regione: «Potranno così rivedere luoghi che sicuramente amano, ma che talvolta, presi dalla frenesia della vita quotidiana, possono tendere a dare per scontati. Potranno aiutare i gestori e i lavoratori dei musei e dei siti culturali a mettersi alla prova con tutte le misure che sono state messe in campo per una fruizione sicura dei nostri tesori da parte dei turisti».

Parrucchieri, il salone riapre con 180 prenotazioni: «Lavoreremo 7 giorni su 7»

La testimonianza di due giovani imprenditrice che erano state costrette a sospendere l’attività pochi mesi dopo l’inaugurazione

Moonlab 2«Abbiamo già 180 persone in lista d’attesa: con i ritmi che saranno possibili pensiamo a una media di 15-18 servizi al giorno, 7 giorni su 7 quindi abbiamo il locale prenotato per almeno tre settimane». La testimonianza di Vanessa Ghirardini e Carlotta Capone, titolari del salone Moonlab Parrucchieri di Ravenna, è solo un esempio di quello che si troveranno ad affrontare i parrucchieri dal 18 maggio quando torneranno ad aprire i battenti.

Le due imprenditrici sono pronte a partire di slancio per recuperare il tempo perduto: l’inaugurazione era stata il 2 luglio dello scorso anno, pochi mesi prima che arrivasse il lockdown. Durante la chiusura il contatto con i clienti è proseguito via social: «Abbiamo vivacizzato le nostre pagine con storie, consigli a casa, informazioni sui prodotti e abbiamo organizzato una lista d’attesa, dicendo che alla vigilia della riapertura avremmo avvisato i clienti in ordine di prenotazione».

GettyImages 1147811403 1588860776665.jpg I ritmi di lavoro saranno diversi da prima del Covid-19. Sia perché le norme obbligano a sanificare gli ambienti dopo ogni servizio, e quindi una parte della giornata andrà spesa in queste operazioni; sia perché almeno per il prossimo mese sarà possibile tenere aperto tutti i giorni, anche a orario continuato. «Apriamo di lunedì, che di solito sarebbe il giorno di chiusura. E, dandoci i turni, lavoreremo senza sosta, anche alla domenica. Faticheremo, ma dopo due mesi di chiusura ne vale la pena. Siamo giovani, ancora senza figli, e abbiamo voglia di lavorare: sappiamo di molte colleghe che faranno molta più fatica a gestire il lavoro con la famiglia».

Mausoleo Teodorico, 44mila euro dal ministero per migliorare il percorso di visita

Resterà l’attuale accesso accanto alla guardiola con il servizio di accoglienza, uscita sul retro direttamente alla Palazzina dove si trovano bookshop, bagni e punto di informazione turistica

Il ministero per i Beni e le attività culturali ha disposto l’assegnazione di un finanziamento per il sito “I monumenti paleocristiani di Ravenna” che prevede il sostegno per la predisposizione di servizi di assistenza culturale e di ospitalità per il pubblico e per azioni di miglioramento della sicurezza. Il Comune di Ravenna ha presentato un progetto, frutto del lavoro condiviso con la Direzione Musei Emilia-Romagna e la Soprintendenza di Ravenna, mirato alla valorizzazione del percorso di visita al Mausoleo di Teodorico a cui è stato assegnato un finanziamento di euro 44mila euro, circa un sesto del totale messo a disposizione per i 55 siti italiani.

Il progetto è costituito da una serie di interventi volti alla riqualificazione della fruizione del Mausoleo di Teodorico, mettendo a punto uno spazio ordinato a servizio dei visitatori. Interventi di risistemazione di alcune strutture e potenziamento degli apparati informativi mirano a migliorare l’accessibilità al monumento e a facilitare la fruibilità dei servizi aggiuntivi offerti dal complesso di biglietteria e bookshop. L’obiettivo è quello di sviluppare un percorso di visita coerente e di piacevole svolgimento che preveda il mantenimento dell’attuale accesso accanto alla guardiola con il servizio di accoglienza, l’avvicinamento al monumento dalla rampa principale davanti all’ingresso e l’uscita sul retro utilizzando un vecchio accesso che conduce direttamente alla Palazzina dove si trovano appunto i servizi: book shop, bagni e punto di informazione turistica, nonché l’accesso al parco pubblico retrostante

È prevista una schermatura e un orientamento attraverso piantumazione di essenze che consentano una migliore lettura del sito e il ripristino di elementi funzionali al percorso, per esempio il rifacimento del sottofondo e dei cordoli e la posa dello stesso basolato in pietra con eventuali integrazioni non solo per il decoro, ma soprattutto per la sicurezza dei visitatori. Una parte importante del progetto è anche l’ampliamento dell’accessibilità con specifica attenzione alle domande generate da chi ha bisogni speciali, a partire dalla segnalazione di ausili e scelte alternative di percorso; gli interventi di messa in sicurezza e di ottimizzazione degli accessi infatti costituiscono un ampliamento dell’accessibilità.

«Si tratta di un segno di attenzione importante del ministero rispetto ad un progetto che si pone in continuità con il percorso fatto – afferma Elsa Signorino, assessora alla Cultura – e scaturisce da un lavoro condiviso dai diversi soggetti che si occupano del sito Unesco di Ravenna: Direzione musei, Soprintendenza, Arcidiocesi e Comune, e guarda all’accessibilità, alla sicurezza e alla corretta lettura del nostro patrimonio monumentale».

Riparte il cantiere per ampliare il centro commerciale accanto al Pala De Andrè

Investimento da 30 milioni di euro sostenuto da Sva e Arco. Quest’ultima sta eseguendo i lavori: completamento previsto per febbraio 2021

È ripartito il cantiere per il  nuovo parco commerciale Teodorico, tra viale Europa e via Canale Molinetto. Si tratta dell’estensione dell’attuale centro commerciale Teodora: su un’area di circa 63 mila metri quadrati, sono previsti edifici commerciali per circa 16mila metri quadrati. Il parco commerciale – il cui investimento è del valore complessivo di circa 30 milioni – sarà realizzato da una società costituita dal gruppo Sva e dal consorzio Arco Lavori.

Nelle previsioni originarie, i lavori si sarebbero dovuti concludere entro la fine del 2020. «Con la sosta obbligata dovuta al lockdown ci sarà un po’ di ritardo – conferma il direttore generale di Arco, Emiliano Battistini – ma contiamo comunque di chiudere entro febbraio del prossimo anno».

Il mercato coperto riapre: capienza massima di 60 persone e si può ordinare via web

Dopo due mesi di chiusura, dal 20 maggio di nuovo operativa la struttura che aveva inaugurato a dicembre. Operativo anche il ristorante. Ingresso e uscita separati. Il sabato disponibile solo la Coop

Il MercatoDopo una chiusura durata oltre due mesi in corrispondenza della fase più acuta dell’emergenza coronavirus, il mercato coperto di Ravenna riapre al pubblico dal 20 maggio con un limite massimo di presenze contemporanee fissato a 60 persone. A riaprire saranno macelleria e gastronomia, salumeria, piadineria, forno, pescheria, bottega della pasta fresca, griglieria, il supermercato Coop, e prevedibilmente il ristorante “Legno”. Entro qualche giorno riaprirà anche il Bar Pascucci mentre, per ora, resteranno ancora chiusi al pubblico gli altri ristoranti e lo spazio eventi al primo piano con la piccola libreria.

Le nuove disposizioni per la sicurezza hanno modificato l’organizzazione della struttura di piazza Costa, inaugurata a dicembre dopo un restauro durato diversi anni. L’ingresso sarà solo da piazza Costa, mentre il varco di via Ponte Marino servirà da uscita. Ogni giorno è prevista l’igienizzazione costante dei locali, le superfici, i macchinari e anche le condotte di aerazione e condizionamento. Si potrà accedere al Mercato solo protetti da una mascherina, mentre all’ingresso e all’interno sarà disponibile gel disinfettante per le mani e i carrellini. Cartelli e segnaletica calpestabile a terra indicheranno le regole di permanenza, gli spazi e le distanze per sostare in sicurezza davanti alle botteghe e i percorsi interni, presidiati anche dal personale di vigilanza.

Si potrà fare anche la spesa online nelle botteghe, ordinando dal 15 maggio sul sito www.mercatocopertoravenna.it oppure al telefono, e riceverla direttamente a domicilio. Oppure si potranno ritirare di persona gli ordini effettuati online. Al supermercato Coop si potrà andare a fare la spesa su appuntamento, utilizzando dal 20 maggio il servizio di prenotazione online o al telefono.

Anche al Mercato Coperto si potrà pranzare e cenare seduti secondo le linee guida stabilite. È operativo un servizio di asporto o consegne a domicilio in bicicletta in tutto il centro storico della città.

Nasce infine il nuovo servizio gratuito della personal food shopper, che consiglierà e accompagnerà i clienti nella loro esperienza di acquisto, alla ricerca di ingredienti, preparazioni e piatti per ogni occasione. Il servizio è disponibile anche al telefono.

Le botteghe di Molino Spadoni saranno dal lunedì al venerdì e la domenica dalle 9 alle 23; il supermercato Coop, fino al 31 maggio, sarà aperto dal lunedì al sabato dalle 8 alle 20.30 domenica dalle 9 alle 13.30 e dalle 16 alle 20.30.

Furti di offerte all’obitorio, Azimut si difende: «Non spetta a noi la vigilanza»

L’azienda pubblica che gestisce la camera mortuaria risponde a Lpr che aveva segnalato un episodio

Schermata 2019 12 18 Alle 15.54.13«Le cassette per la raccolta di offerte nelle camere ardenti sono una prassi fornita dalle imprese di pompe funebri alle famiglie dei defunti, non è prevista la custodia da parte del gestore dell’obitorio come informano i cartelli in ogni camerino». È la difesa di Azimut, azienda a maggioranza pubblica che si occupa della camera mortuaria di Ravenna, dopo che Lista per Ravenna ha segnalato due casi di effrazione in una settimana. Azimut afferma che «non risultano anomalie passate al di fuori dei recenti eventi, risalendo qualche situazione vagamente similare soltanto a molti anni fa».

L’azienda però ritiene che in momenti così delicati «non possa essere considerata come priorità la vigilanza di tali cassette, né dovrebbe essere necessario». Per quanto riguarda i due episodi recenti, Azimut ha presentato denuncia alle autorità. L’area è coperta da diverse telecamere le cui immagini sono state rese disponibili agli inquirenti. «Non è stata data comunicazione pubblica degli eventi da parte di Azimut, doverosamente, in quanto erano in corso indagini».

Il prossimo passo sarà evidenziare la situazione a Comune di Ravenna e Ausl perché siano valutati eventuali provvedimenti che dispongano specifiche misure preventive: «Nell’immediato è stata disposta la chiusura di accesso laterale, come misura momentanea, connessa anche allo sviluppo delle indagini in corso».

Date le circostanze, come segno simbolico di vicinanza, Azimut disporrà una donazione ad una associazione benefica o altra similare destinazione, sulla base dei desideri espressi dai familiari dei defunti che hanno subito i furti «esprimendo la nostra vicinanza e solidarietà».

Lpr poi lamentava lo stato di degrado di alcuni locali dell’obitorio. «Vi è consapevolezza della necessità di interventi di manutenzione straordinaria in capo al proprietario Ausl Romagna – replica Azimut –. Piccola manutenzione è stata fatta, con l’impegno a mantenere monitorato il livello manutentivo e le condizioni generali, così come la manutenzione dell’area verde immediatamente esterna alle camere ardenti».

 

Cervia lancia 56mila coccinelle per salvare i pini dalla cocciniglia asiatica

Dal 2015 il parassita ha distrutto 500 alberi, il Comune ha misurato risultati soddisfacenti grazie all’utilizzo del predatore

CoccinellaCervia arruola un esercito di 56mila coccinelle per combattere la cocciniglia del pino. Nei giorni scorsi sono stati ultimati i lanci dell’insetto in diversi punti del comune per una superficie totale di 56 ettari con l’impegno della biofabbrica Bioplanet di Cesena, in funzione dell’andamento climatico e delle osservazioni sullo sviluppo primaverile della sua preda.

Il nuovo lancio di coccinelle ha riguardato le medesime aree già interessate nel 2019: buona parte di Milano Marittima, una vasta area della pineta di Cervia e del Parco Naturale, oltre al centro di Cervia e ad una parte della Pineta di Pinarella. Nel 2019 i risultati ottenuti erano stati considerati molto soddisfacenti.

La cocciniglia è un insetto di origine asiatica, descritto in letteratura per la prima volta da uno studioso giapponese. In Europa venne segnalato per la prima volta nel 2006, a Monaco, su un esemplare di pino marittimo situato nel giardino giapponese cittadino, per poi apparire in modo conclamato, nel 2015 a Cervia anno in cui l’insetto, nutrendosi e sviluppandosi sugli aghi in accrescimento delle conifere, ha causato il disseccamento e la morte di  di oltre 500 pini.

Metanodotto Mare-Terra sarà spostato a ovest della città: nuovo tracciato da 26 km

Il collegamento attuale è di 16 km ma attraversa la zona industriale/portuale: la nuova posa sarà in terreni agricoli e saranno dismessi 40 km di rete esistente

 B2 4458 1500pxIl metanodotto di 16 km che collega i nodi di “Ravenna mare” e “Ravenna terra”, a sud e nord della città, verrà sostituito con un nuovo tracciato di circa 26 chilometri, in aree non urbanizzate a ovest dell’abitato di Ravenna; per consentire la dismissione di 40 chilometri di rete esistente.

Nella seduta del 12 maggio il consiglio comunale, riunitosi in videoconferenza, ha approvato la delibera specifica. L’assessora all’Urbanistica Federica Del Conte ha fatto presente che il metanodotto esistente «garantisce il travaso dei quantitativi di gas prodotti dalle produzioni di gas naturale presenti al largo della costa adriatica verso il mercato del basso Veneto e verso il nodo e lo stoccaggio di Minerbio; questa importante connessione risulta necessaria per garantire flessibilità e sicurezza al servizio di trasporto verso gli utilizzatori del sistema del centro Italia. Il rifacimento dell’opera  si rende necessario per delocalizzare in area non urbanizzata il gasdotto esistente e ubicato all’interno della zona industriale/portuale ad est di Ravenna, caratterizzata da intensa antropizzazione».

L’assessora Del Conte ha fatto presente di non ritenere opportuno accogliere la richiesta di rinvio della delibera per chiarimenti avanzata da alcuni consiglieri di opposizione in quanto l’opera è strategica e pone la città in condizioni di maggiore sicurezza «poiché il nuovo metanodotto non attraversa le zone abitate». Dal punto di vista paesaggistico ha già avuto il parere favorevole della Soprintendenza (Sabap), mentre le osservazioni dei proprietari dei terreni interessati non possono essere rivolte al Comune essendo di competenza ministeriale. La richiesta di sospensione è stata respinta con 20 voti contrari (gruppi di maggioranza), 6 voti favorevoli (Lista per Ravenna, gruppo Misto, Ravenna in Comune), 4 astenuti (gruppo Alberghini, Forza Italia, Lega nord).

Questa la sintesi degli interventi in consiglio comunale. Forza Italia si è detta favorevole dal punto di vista ideologico, evidenziando tuttavia le proteste di un’azienda agricola di Madonna dell’Albero preoccupata per la sua produzione biologica. Il gruppo Misto ha espresso perplessità per il passaggio di una condotta su suolo agricolo e per l’impatto che avrà su quest’ultimo chiedendo il rinvio della delibera per chiarimenti e approfondimenti. Lista per Ravenna ha affermato di concordare in linea generale sull’opera ma di non essere sicura che il tracciato rispetti l’ambiente, associandosi alla richiesta di mettere ai voti la sospensione della delibera. Il gruppo Ravenna in Comune ha rappresentato che il caso specifico legato all’azienda è emerso dopo lo svolgimento della commissione anche se il tema delle colture a rischio era già stato sollevato. Il Pd ha evidenziato che si tratta di un’opera di miglioramento strategica ed essenziale rispetto all’attuale anche perché non percorre aree antropizzate né aree naturali e paesaggistiche; ha già affrontato ogni iter necessario. Il gruppo Ama Ravenna ha constatato con soddisfazione che c’è quasi unanimità di vedute e che si tratta di un’opera troppo importante per la città per essere rinviata.

Virus e tech: Itway disponibile per test su app Immuni. Farina: «Il futuro è il 5G»

Il fondatore e amministratore delegato della società di cyber sicurezza non nasconde i suoi dubbi sulla applicazione per il tracciamento dei contatti: «Dove saranno conservati i dati? Poi c’è la Cina tra gli investitori. Noi non accettiamo capitali cinesi»

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Andrea Farina, Ceo Itway

Potrebbe passare da Ravenna il collaudo di Immuni, l’app per telefonino scelta dal governo Conte come strumento per il tracciamento dei contatti in aiuto al contenimento dei contagi da coronavirus. Il fondatore e amministratore delegato della Itway, azienda di riferimento nel mondo della cyber sicurezza, si dice disponibile per sottoporre l’applicazione ai test sulla sicurezza. Andrea Farina, leader della multinazionale, non nasconde le sue perplessità sullo strumento. Ma Immuni è solo uno dei temi toccati da Farina nell’intervista a R&D tra tecnologia e virus: c’è stato spazio per ragionare di 5G, digital divide, telemedicina e ingerenze cinesi.

Farina, cominciamo dal tema caldo a proposito di tecnologia e coronavirus: l’app Immuni. Siamo già in fase 2 ma ancora non è disponibile e tante sono le perplessità. Lei come la vede?
«A mio parere, che è lo stesso anche di altri esperti, la caratteristica più preoccupante è che non è stata verificata sui parametri di sicurezza informatica. In gergo si chiama Wapt, web application penetration testing: si tratta di verificare le falle di nuove applicazioni che rappresentano possibili rischi per l’utilizzatore. Come Itway lo facciamo di lavoro e di solito ai primi test si trovano una trentina di punti critici. Su questo aspetto di Immuni non è stato detto niente ed è facile pensare che se avesse superato le prove verrebbe sbandierato con orgoglio. Noi siamo ancora disponibili a farlo per dare un prodotto più sicuro ai cittadini».

È sviluppata dalla Bending Spoons che ha chiuso il 2018 con ricavi per 32 milioni di euro e tre di utile. Conosce la società?
«Ha la sede in corso Como a Milano, nella Milano da bere. Ma avrei preferito che venisse scelta la proposta di una società solamente italiana».

Una quota è controllata dal fondo Nuo Capital che investe capitali cinesi. La preoccupa la Cina?
«Itway ad esempio non accetta investimenti di provenienza cinese. La Cina non è un paese democratico, fa i suoi interessi e io non lo dimentico. Quando si vanno a toccare certe questioni di sicurezza nazionale sarebbe il caso che lo avessero in mente tutti invece sento soprattutto grandi ringraziamenti per le tonnellate di aiuti che ci hanno inviato».

Access Adult Blur 261628Vale lo stesso discorso per la Russia?
«Non mi preoccupa al pari della Cina. Non sono certo filorusso e anzi a volte per scherzo dico che sarebbe bello se l’Italia diventasse la 51esima stella della bandiera americana. La Russia è un Paese più amico del nostro rispetto alla Cina. Però è noto che fanno attività di hacking anche contro di noi e contro l’Europa per questo quando c’è da valutare fra alternative in una scelta tecnologica il ventaglio è solo all’interno del mondo occidentale».

Ma sul lato pratico, pensa che Immuni funzionerà?
«Temo che farà poco perché è a scaricamento volontario. Alle condizioni attuali, io non la scaricherei: devono ancora dirci chi prenderà in carico i dati e dove saranno archiviati i dati. Torno al discorso di prima: li metteremo in server sul territorio italiano o andremo all’estero? Non è secondario per la sicurezza. In Italia abbiamo il super computer di Eni: è un’azienda pubblica, perché non usarla?».

Nel settore più globalizzato che si possa immaginare ha ancora senso parlare di confini nazionali?
«Siccome non viviamo nel mondo immaginato da John Lennon con Imagine, la questione territoriale è molto importante: perché l’America, che ci sia Obama o Trump, non riduce gli investimenti in cybersecurity?».

Tra le trecento proposte tra cui è stata scelta Immuni c’era anche quella targata Itway. Qual era la vostra idea?
«Abbiamo proposto un’app che avrebbe fatto la stessa cosa con il vantaggio aggiuntivo di potersi appoggiare a un sistema già funzionante e operativo da noi sviluppato in collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler per la Provincia di Trento. Il nome commerciale è Smartys: consente di fare telemedicina, soprattutto assistenza per anziani e categorie fragili. Ci è sembrato un’ottima base su cui appoggiare l’app per il tracciamento. Secondo noi era utile aggiungere il Gps ma il Governo lo ha impedito come condizione. Lo sviluppo di Smartys è partito nel 2015, l’abbiamo collaudata in collaborazione con due Ausl del Veneto ed è cofinanziata dal ministero per la Ricerca con fondi europei, quindi già lo Stato sta coprendo quelle spese. Poteva essere estesa con facilità».

Da questa pandemia usciremo puntando con slancio sulla telemedicina?
«Il futuro è quello. La nostra Smartys è già una applicazione completa con tutta la sensoristica possibile. Magari sarebbe un settore in cui investire una parte di quei 36 miliardi del Mes, nel caso decidessimo di andarli a prendere. È tempo di ammodernare la parte digitale, la sanità non può trovarsi in crisi e contare sulle donazioni dei privati che sono ammirevoli ma pagano già le tasse».

Difficile puntare alla telemedicina quando ci siamo appena resi conto che molte famiglie non avevano connessioni sufficienti per le lezioni online dei figli…
«Garantire l’accesso di tutti alla banda larga o ultra larga (rispettivamente oltre i 100 megabit e oltre il gigabit, ndr) è ormai una condizioni imprescindibile per la qualità della cittadinanza. Il paragone è con la viabilità: su statali e superstrade si viaggia e non si paga il pedaggio ma le paghi con le tasse, e così dovrebbe essere per le connessioni, con i 6 megabit di velocità garantiti a tutti i cittadini a carico dello Stato, soprattutto dove le aziende non vogliono andare perché non c’è mercato sufficiente. Spero che l’attenzione focalizzata su questioni sanitarie non tolga dalle priorità la questione del digital divide. Altrimenti ci ritroveremo con altri casi Inps».

Non è stato un attacco hacker?
«Non ci sono informazioni precise ma non c’è nemmeno la denuncia ufficiale al nucleo speciale della guardia di finanza come vorrebbe il Gdpr. Viene più da pensare a un sovraccarico del sistema».

Ridurre il digital divide e migliorare le infrastrutture vuol dire anche 5G. Come la pensa?
«Deve essere l’obiettivo da raggiungere, ancora una volta con attenzione alla sicurezza. Non è un caso che per questa partita la Nato abbia messo nella lista nera da anni la cinese Huawei. Secondo il mio punto di vista è una partita troppo grande per scegliere una tecnologia unica, anche se fosse l’americana Cisco non è detto che sarebbe la soluzione migliore. Ci vorrebbe un consorzio opensource di dimensione europea: codici sorgenti aperti come il noto modello Linux».

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