giovedì
11 Settembre 2025

Indagine dei carabinieri: arrestato un 26enne con 3 etti di droga e 1.900 euro

Perquisizioni nell’abitazione, al lavoro e nell’auto: il giovane aveva anche un bilancino di precisione per le dosi

IMG 3632L’appartamento in cui vive, l’armadietto personale dove lavora e l’auto: i carabinieri hanno perquisito ogni angolo nella disponibilità di un 26enne di Faenza e hanno recuperato in totale 250 grammi di marijuana, 105 grammi di hashish e 1.900 euro in contanti. I militari della stazione Borgo Urbecco hanno arrestato il giovane per detenzione illecita ai fini di spaccio. Le manette sono arrivate al termine di una articolata attività d’indagine.

Nell’abitazione i carabinieri hanno rinvenuto sia sul divano che sulla mensola presente nel vano cucina vari barattoli contenenti sostanza stupefacente. I barattoli in totale erano 12 più un pezzo intero di 97 grammi di hashish, un altro pezzo di hashish del peso di 5 grammi per un totale di 250 grammi di marijuana e 105 grammi di hashish. Inoltre il 26enne è stato trovato anche in possesso di un bilancino di precisione nonché della somma di 900 euro in contanti custodita in un barattolo metallico posto sul divano accanto alla sostanza stupefacente. La perquisizione veniva estesa anche alla camera da letto, ove all’interno del comodino veniva rinvenuto un porta oggetti in legno contenente la somma di mille euro, che unitamente all’altra somma rinvenuta all’interno del suo appartamento, veniva sequestrata poiché provento dell’attività di spaccio.

Il pm di turno ha disposto gli arresti domiciliari in attesa della convalida dell’arresto. L’arresto è stato convalidato con obbligo di firma in stazione. Sono stati chiesti i termini a difesa e il processo si terrà il 4 giugno 2020.

Cosa è chiuso e cosa è aperto: le regole in vigore fino al 25 marzo contro il virus

La ristorazione è consentita esclusivamente con consegna a domicilio

28d3993a075ed34ebf6eb1c719a47641Pubblichiamo una sintesi a cura dell’ufficio stampa e comunicazione del Comune di Ravenna dei principali provvedimenti del Governo in vigore a oggi, giovedì 12 marzo (decreto dell’11 marzo in vigore fino al 25 marzo). A questi si aggiungono i provvedimenti già in vigore fino al 3 aprile.

Fino al 25 marzo

Attività commerciali, bar e ristorazione.

CHIUSE le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità

CHIUSI i mercati, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari

CHIUSE le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie)

Resta CONSENTITA la sola ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie

CHIUSE le attività inerenti i servizi alla persona (fra cui parrucchieri, barbieri, estetisti e tatuatori)

Fanno ECCEZIONE, e quindi sono APERTE, solo le seguenti attività:

·         lavanderie

·         pompe funebri

APERTE LE ATTIVITÀ DI VENDITA DI GENERI ALIMENTARI E DI PRIMA NECESSITÀ

Nel dettaglio:

·         ipermercati

·         supermercati

·         discount di alimentari

·         minimercati ed altri esercizi non specializzati di alimentari vari

·         commercio al dettaglio di prodotti surgelati

·         commercio al dettaglio in esercizi non specializzati di computer, periferiche, attrezzature per le telecomunicazioni, elettronica di consumo audio e video, elettrodomestici

·         commercio al dettaglio di prodotti alimentari, bevande e tabacco in esercizi specializzati

·         commercio al dettaglio di carburante per autotrazione in esercizi specializzati (benzinai)

·         commercio al dettaglio apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni (ICT) in esercizi specializzati

·         commercio al dettaglio di ferramenta, vernici, vetro piano e materiale elettrico e termoidraulico

·         commercio al dettaglio di articoli igienico-sanitari

·         commercio al dettaglio di articoli per l’illuminazione

·         commercio al dettaglio di giornali, riviste e periodici (edicole)

·         farmacie

·         commercio al dettaglio in altri esercizi specializzati di medicinali non soggetti a prescrizione medica (parafarmacie)

·         commercio al dettaglio di articoli medicali e ortopedici in esercizi specializzati (sanitarie)

·         commercio al dettaglio di articoli di profumeria, prodotti per toletta e per l’igiene personale

·         commercio al dettaglio di piccoli animali domestici

·         commercio al dettaglio di materiale per ottica e fotografia

·         commercio al dettaglio di combustibile per uso domestico e per riscaldamento

·         commercio al dettaglio di saponi, detersivi, prodotti per la lucidatura e affini

·         commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet

·         commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato per televisione

·         commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto per corrispondenza, radio, telefono

·         commercio effettuato per mezzo di distributori automatici

APERTE le edicole, i tabaccai, le farmacie, le parafarmacie (deve essere in ogni caso garantita la distanza di sicurezza interpersonale di un metro).

APERTI gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande posti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situati lungo la rete stradale, autostradale e all’interno delle stazioni ferroviarie, aeroportuali, lacustri e negli ospedali garantendo la distanza di sicurezza interpersonale di un metro.

BANCHE E ASSICURAZIONI

GARANTITI, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie, i servizi bancari, finanziari, assicurativi

ATTIVITÀ PRODUTTIVE

Le industrie e le fabbriche e la logistica potranno continuare a svolgere le proprie attività produttive, assumendo protocolli di sicurezza adeguati a proteggere i propri lavoratori

GARANTITA l’attività del settore agricolo, zootecnico di trasformazione agro-alimentare comprese le filiere che ne forniscono beni e servizi.

Il deserto notturno di Ravenna ai tempi del coronavirus: le foto di Adriano Zanni

Com’è la città di notte con la pandemia di Covid-19? Ce lo racconta il nostro fotoblogger che ha attraversato le strade del centro

Come si presenta Ravenna di notte ai tempi del coronavirus? Cosa c’è là fuori mentre stiamo in casa per evitare il diffondersi del contagio della Covid-19? Il nostro fotoblogger Adriano Zanni ha attraversato le strade del centro città ieri sera, 11 marzo, poco dopo l’annuncio del premier Giuseppe Conte di un nuovo decreto, il terzo in cinque giorni, che riduce ulteriormente le attività che possono restare aperte.

La Pubblica Assistenza ringrazia per le donazioni: «Tutti insieme nell’emergenza»

Oltre mille euro dal Rotaract Club. «Molto difficile reperire i materiali di protezione»

Pubblica AssistenzaIl Rotaract Club Ravenna ha donato 1.300 euro alla Pubblica Assistenza Città di Ravenna, che in questi giorni si trova a dover affrontare una maggiore spesa sia per l’approvvigionamento di materiale di protezione per il proprio personale in servizio che per la gestione dei servizi.

«È bellissimo quando la solidarietà nasce dal cuore e arriva spontaneamente» è stato il primo commento di Angela Gulminelli, presidente della Pubblica Assistenza, che in una nota sottolinea “come in questo periodo reperire i materiali necessari al servizio è molto difficile inoltre gli aumenti ingiustificati del costo degli stessi stanno mettendo in difficoltà tutte le associazioni del territorio e questo inaspettato contributo si rileva particolarmente prezioso per il proseguimento delle attività stesse”.

Pubblica Assistenza Città di Ravenna ODV desidera inoltre «evitare che qualche “furbetto” possa approfittare della situazione per chiedere contributi a nome dell’Associazione». Si precisa quindi che eventuali altri contributi spontanei potranno essere effettuati esclusivamente con bonifico sul seguente conto corrente: IBAN: IT14A0627013181CC0810004858 (La Cassa di Ravenna, Agenzia di Città n. 2).

«L’Associazione sta continuando a svolgere il proprio servizio ordinario nonostante la difficile situazione – continua Gulminlelli –. La scelta, effettuata prima che fossero le Istituzioni a stabilirla, di mettere a riposo i volontari più fragili, per età e per particolari patologie, ha portato ad una riduzione di disponibilità di oramai 250 ore settimanali. Gli operatori sono quindi chiamati a uno sforzo maggiore per garantire la copertura totale del servizio.  Lo spirito di abnegazione con cui tutti si sono messi a disposizione ci rende orgogliosi. Tutti insieme possiamo fronteggiare questa emergenza. Noi ci mettiamo tutto il nostro impegno, chiediamo ai cittadini di metterci il loro, rispettando in primis le indicazioni emesse dalle autorità pubbliche».

Per eventuali informazioni in merito è possibile contattare la Pubblica Assistenza via mail all’indirizzo info@pubblicaassistenza.ra.it oppure al numero 0544 400888.

«Mio marito positivo al coronavirus non è scappato, è arrivato da Milano il 5 marzo»

Parla la moglie del 75enne lombardo, tra i contagiati della provincia di Ravenna

Ambulanza CoronavirusRiceviamo e pubblichiamo la precisazione della moglie del 75enne lombardo risultato positivo al coronavirus nella sua casa al mare sui lidi ravennati.

«Mio marito non è scappato da quella che era una zona rossa per rifugiarsi nella casa al mare ma è sceso da Milano giovedì 5 marzo quando Milano non era ancora bloccata dal decreto che Conte ha firmato domenica 8 marzo».

«Vorrei inoltre precisare che lui è venuto ad aiutarmi nel gestire tre nipotine di cinque, sette e otto anni che essendo a casa da scuola non potevano essere accudite dai genitori. Lui non è ricoverato ma è a casa in quarantena come me ed i nipoti. È ovvio che se ci fosse stato il divieto non si sarebbe mosso di casa».

Stop totale a tutti i negozi, restano solo generi alimentari, trasporti e fabbriche

Nella serata dell’11 marzo un nuovo decreto del presidente del Consiglio dei ministri impone un’ulteriore giro di vite per contrastare il contagio del nuovo coronavirus

Serrande Abbassate

L’Italia chiude (quasi) del tutto. Nella serata dell’11 marzo nuova stretta del Governo Conte, per l’emergenza coronavirus, che trasforma il Belpaese in una completa Zona Rossa. La novità principale rispetto alle già pesanti misure prese appena due giorni prima, poi rese più stringenti in Emilia-Romagna dal presidente Stefano Bonaccini, la chiusura di tutte le attività che non siano di pubblica utilità. Restano operativi solo i servizi essenziali. Sarà così per almeno un paio di settimane, il tempo necessario per poter vedere i primi risultati. Il provvedimento è in vigore dal 12 marzo.

Tra i negozi restano aperte solo farmacie, parafarmacie, negozi di alimentari (il premier ha raccomandato di evitare corse all’accaparramento di beni che saranno comunque disponibili). Chiuse le attività artigianali non essenziali, come parrucchiere ed estetiste, le mense. Chiudono del tutto bar e ristoranti che potranno però fare il servizio di consegna a domicilio (per dovere di cronaca va detto che le attività della ristorazione stavano già chiudendo in autonomia nonostante al momento il divieto fosse solo dalle 18 alle 6).

Vani quindi i tentativi di mantenere una parvenza di normalità. Basti pensare che in meno di quattro giorni le regole di apertura per gli esercizi pubblici sono cambiate quattro volte, sempre più limitanti. Fino ad arrivare alla chiusura totale.

Restano invece attivi i servizi bancari, postali, assicurativi e rimarranno attive le produzioni agricole e industriali, solo nelle parti essenziali e solo se in grado di garantire le norme di sicurezza per i lavoratori. Sono per tutti incentivate ferie anticipate, permessi non goduti e la chiusura dei reparti non essenziali. Sono garantiti i trasporti pubblici e i servizi di pubblica utilità.

Sono stati i numeri di contagi e vittime da Covid-19 in costante e preoccupante crescita a far decidere a Conte le drastiche misure nel giorno in cui l’Oms decreta che si tratta di una pandemia globale. «Tutto il mondo ci guarda – ha detto Conte in diretta da Palazzo Chigi – vedono un Paese in difficoltà, ma ci apprezzano per la prova di grande rigore e resistenza. Domani ci guarderanno ancora ci prenderanno come esempio di un paese che è riuscito a vincere la sua battaglia. Siamo stati colpiti per primi e stiamo reagendo con maggior forza e stiamo diventano un modello».

Un gruppo di cinesi residenti in provincia dona 5mila mascherine alla Croce Rossa

Imprenditori e semplici cittadini che vivono nel Ravennate da tempo e hanno accantonato le discriminazioni subite per un gesto di generosità

12(17)Un gruppo di cittadini cinesi residenti in provincia di Ravenna, imprenditori e semplici cittadini, ha deciso di raccogliere fondi per acquistare cinquemila mascherine da donare alle istituzioni italiane locali alle prese con l’emergenza Covid-19. L’ordine di cento scatole è stato fatto da un fornitore in Veneto e l’arrivo è previsto per la prossima settimana con la consegna alla Croce rossa italiana di Ravenna.

L’idea è nata spontaneamente, come ci racconta Yunlong Wang, responsabile del centro culturale cinese a Ravenna e insegnante di lingua cinese. Il gruppo, originario dello Stato dove è partito il coronavirus ma ormai da tempo residente in Italia, ha anche vissuto sulla propria pelle momenti di difficoltà con gesti di discriminazione. Dopo aver pensato a una raccolta in denaro si è sparsa la notizia delle difficoltà di approvvigionamento per i presidi di sicurezza e allora si è passati al piano B con le mascherine.

Confesercenti: «Dobbiamo sapere subito quali aiuti avranno le imprese»

Una lettera ai sindaci di Ravenna e Cesena perché si facciano promotori verso le autorità in modo da arrivare al quadro definitivo delle misure a favore delle aziende bloccate dal coronavirus

Shopping«Gli interventi delle varie autorità devono essere operativi immediatamente perché fra qualche settimana sarà troppo tardi. Dobbiamo sapere subito e con certezza se potremo sospendere i pagamenti dei vari tributi, dei mutui, avere notizia sicure e tempi certi per l’attivazione della cassa integrazione in deroga e di tutti gli altri strumenti di cui sentiamo parlare in questi giorni». I presidenti delle Confesercenti di Ravenna e Cesena, rispettivamente Monica Ciarapica e Cesare Soldati, scrivono ai sindaci delle due città chiedendo che si facciano promotori a tutti i livelli «del nostro grido di dolore».

«Nonostante la situazione drammatica che vivono – è un passaggio della missiva -, le aziende hanno compreso la condizione e stanno facendo la loro parte collaborando e senza protestare. Ciò non toglie che stiamo correndo un rischio molto serio: quello di veder crollare il sistema di imprenditorialità diffusa che abbiamo sempre conosciuto. Persone serie, imprenditori che hanno contribuito a costruire una società  con benessere diffuso grazie al proprio impegno ed anche alla propria fantasia che ci ha fatti diventare conosciuti e stimati nel mondo».

L’associazione di categoria parla di danno incalcolabile e ha il timore che le risorse, pur ingenti, saranno insufficienti a rispondere alle enormi necessità: «Signori Sindaci, noi non vogliamo vivere di assistenza, vogliamo crescere grazie alle nostre capacità di stare sul mercato. Ma oggi abbiamo bisogno di aiuto. E il tempo è una variabile fondamentale per la nostra salvezza».

Emergenza Covid-19, Eurocompany dona mezzo milione di euro per la Terapia intensiva

I ringraziamenti della conferenza territoriale socio-sanitaria. E l’Ausl comunica i canali ufficiali per le donazioni

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Una veduta aerea delo stabilimento dell’Eurocompany in via Faentina a Godo

L’azienda Eurocompany di Godo, importante realtà nel campo del confezionamento di frutta secca e alimenti, ha disposto una donazione di 500mila euro per l’acquisto di tecnologie per le terapie intensive dell’ambito sanitario della provincia di Ravenna alle prese con l’emergenza Covid-19. Lo rende noto Michele de Pascale, sindaco di Ravenna e presidente della conferenza territoriale socio-sanitaria (Ctss) della Romagna, che ringrazia l’impresa per il gesto.

«Finora non è stata dilazionata nessuna prestazione per indisponibilità finanziaria – dice De Pascale – e tutti gli enti pubblici, a partire dallo Stato, fino ai Comuni, passando per la Regione, hanno messo a disposizione in emergenza tutto quanto necessario. Ma abbiamo riscontrato nei giorni scorsi una serie di richieste crescenti in tutta la Romagna di cittadini e imprese per fare donazioni a sostegno dell’Ausl della Romagna e quindi abbiamo deciso di comunicare in maniera ufficiale tutti i canali attraverso i quali si può donare».

È possibile fare un bonifico sul conto corrente della Azienda Usl della Romagna – Intesa San Paolo – Iban IT34W0306913298100000300064 – Tesoreria Azienda Unità Sanitaria Locale della Romagna precisando nella causale una eventuale motivazione per la donazione. Si può utilizzare il modulo scaricabile da questo link. In aggiunta, per andare incontro a coloro che vogliano attivare vere e proprie sottoscrizioni, è stata attivata una mail dedicata, donazioni@auslromagna.it, che i promotori delle raccolte fondi sono pregati di contattare al fine di coordinare il lavoro.

Nell’ottica della massima trasparenza e correttezza, l’Ausl della Romagna pubblicherà sul proprio sito l’elenco delle sottoscrizioni per le quali abbia ricevuto comunicazione.

La Regione studia come aiutare i lavoratori della cultura dopo gli stop per il virus

Videoconferenza tra l’assessore Felicori e i rappresentanti di categoria per fare il punto della situazione di fronte a un mese di teatri e musei chiusi

Teatro Alighieri Ph ZAN#513L’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori, nel pomeriggio dell’11 marzo si è confrontato in videoconferenza  con l’associazionismo culturale e i rappresentanti di categoria a proposito di quali misure e strumenti la Regione sta mettendo in campo e studiando per sostenere il settore dello spettacolo che in Emilia-Romagna occupa quasi 12mila persone.

Ai rappresentati delle categorie professionali e dell’associazionismo, che hanno espresso preoccupazioni e dato indicazioni sulle criticità che andrebbero affrontate in ciascun aspetto del settore, sono state ribadite le misure già prese dalla Regione, in primo luogo quella sugli ammortizzatori sociali, come sottoscritto venerdì scorso nell’Accordo con i sindacati per la Cassa integrazione in deroga.

«La Regione – ha annunciato la direttrice Morena Diazzi – ha iniziato a lavorare sulla parte cui può intervenire immediatamente, moratoria mutui, proroga pagamenti per imposte, tasse, contributi ed è stata intrapresa da subito una misura per i prestiti alle imprese a tasso zero con durata di 36 mesi». Al ministero verrà proposta la ricognizione delle perdite economiche del sistema, con metodologie il più possibile omogenee e condivise, rendendo disponibile un apposito questionario online. Verranno inoltre accelerate le liquidazioni dei contributi a saldo sui progetti del 2019 e gli acconti sull’attività 2020, nei bandi per cui è possibile. Verranno inoltre adeguate le regole di finanziamento regionale per evitare un calo dei contributi a fronte delle chiusure o riduzioni di attività.

Covid-19, in provincia 31 contagiati: una 45enne unica ricoverata tra i 7 nuovi casi

Per tre delle nuove positività risultano contatti fuori regione. Complessivamente i positivi al coronavirus hanno età compresa fra 18 e 89 anni (due sono già guariti)

Coronavirus OspedaleSalgono a 31 i casi di positività al nuovo coronavirus Sars-Cov-2 emersi in provincia di Ravenna (il dato comprende due guarigioni). Il numero fornito dalla Regione è aggiornato alle 12 di oggi, 11 marzo. Rispetto a ieri i nuovi casi sono 7 e ieri erano stati 5. Il primo risale al 28 febbraio. È bene ricordare che il dettaglio territoriale non fa riferimento alla residenza dei pazienti positivi ma al luogo in cui sono stati diagnosticati.

I sette nuovi casi che si aggiungono oggi al conteggio sono cinque uomini e due donne. Per tre di questi casi sono stati accertati contatti con aree fuori regione a seguito delle quali, verosimilmente, si è verificata l’esposizione al virus, mentre per gli altri sono al vaglio contatti con casi già noti. Una delle due pazienti è ricoverata in ospedale, mentre gli altri sei sono seguiti a domicilio in quanto privi di sintomi o con sintomi lievi. La signora ricoverata ha 45 anni, l’altra 81 e gli uomini hanno 23, 34, 55, 57 e 60 anni. Proseguono le indagini epidemiologiche per individuare i contatti stretti di questi pazienti per i quali sono state predisposte le quarantene come da protocolli clinici.

I 31 contagiati finora hanno età compresa tra 18 e 89 anni. Al momento solo una persona risulta in Terapia intensiva, alcune nel reparto Malattie infettive e la maggior parte è in quarantena domiciliare perché non ha sintomi gravi. In totale, secondo i dati Ausl, più di un centinaio di persone sono in isolamento nelle proprie abitazioni perché potenzialmente positivi dopo contatti con soggetti contagiati.

In Emilia-Romagna a oggi le persone infette sono complessivamente 1.739, 206 in più rispetto all’aggiornamento di ieri pomeriggio. Passano da 5.167 a 6.640 i campioni refertati. In totale ci sono 718 persone in isolamento a casa perché con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o prive di sintomi; quelle ricoverate in terapia intensiva sono invece 104 (6 in più rispetto a ieri). E salgono a 38 (ieri erano 31) le guarigioni. Crescono anche i decessi, passati da 86 a 113: 27, quindi, quelli nuovi, che riguardano 22 uomini e 5 donne; la maggior parte delle persone decedute aveva patologie pregresse, in qualche caso plurime, mentre per 9 pazienti sono ancora in corso gli approfondimenti. I nuovi decessi si sono registrati 13 nella provincia di Piacenza, 4 a Parma, 4 in quella di Rimini, 3 a Reggio Emilia, 2 a Modena (di cui 1 deceduto a domicilio) e 1 a Bologna (del circondario imolese).

In dettaglio, questi sul territorio i casi di positività, che si riferiscono sempre non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 664 (31 in più rispetto a ieri), Parma 378 (53 in più), Rimini 245 (39 in più), Modena 163 (36 in più), Reggio Emilia 114 (10 in più), Bologna 108, di cui 42 del circondario imolese (complessivamente 22 in più, di cui 5 del circondario imolese), Ravenna 31 (7 in più), Forlì-Cesena  24 (di cui 17 Forlì e 7 Cesena, complessivamente 4 in più, di cui 1 a Cesena e 3 a Forlì),  Ferrara 12 (4 in più rispetto a ieri).

Trasporto pubblico: la Regione vuole autisti con le mascherine ma Start non le ha

Una circolare dell’assessorato dispone che i bus circolino ma il personale sia dotato di strumenti di prevenzione. Che però scarseggiano

Autobus RavennaL’assessorato regionale ai Trasporti in Emilia-Romagna dispone che il personale in servizio sui mezzi del trasporto pubblico debba lavorare dotato di mascherina, guanti e gel igienizzante per ridurre i rischi da coronavirus ma l’azienda Start Romagna non ha i dispositivi di sicurezza per tutti e gli autisti stamani, 11 marzo, sono stati costretti a mettere in moto i bus senza protezioni nel bacino di Ravenna.

Uno di loro si è sfogato con Ravenna&Dintorni per esprimere tutto il suo disappunto di fronte all’autorità che prevede una disposizione specifica e un datore di lavoro non preparato per fronteggiare la richiesta. Da quanto apprendiamo, il caso è noto in Regione: ci sono difficoltà in più contesti a reperire gli strumenti richiesti per le note difficoltà di approvvigionamento dai produttori.

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