Cgil, Cisl e Uil si rivolgono agli impiegati dei centri commerciali e fanno le loro proposte per la revisione del decreto Salva Italia che ha liberalizzato gli orari del settore
I sindacati invitano i lavoratori del commercio privato e cooperativo e gli addetti di tutte le attività svolte all’interno dei centri commerciali ad astenersi dal lavoro nella giornata festiva dell’1 novembre. Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs ricordano che «sulla base delle norme contrattuali vigenti, e alla luce delle recenti sentenze della Cassazione, i lavoratori potranno rifiutarsi di effettuare prestazioni lavorative in tutte le festività, senza perdere la retribuzione e incorrere in alcuna sanzione».
Sono trascorsi otto anni dal decreto “Salva Itala” che eliminò ogni vincolo e regola in materia di orari commerciali. I sindacati hanno più volte avanzato proposte di modifica alla attuale deregolamentazione del commercio, coinvolgendo le istituzioni e promuovendo iniziative, mobilitazioni e campagne di comunicazione in occasione delle festività. Ci sono oggi, depositate in commissione, diverse proposte di legge sulla materia.
I sindacati chiedono di «porre un limite alle aperture incontrollate che in questi anni hanno stravolto il settore e la vita delle lavoratrici e dei lavoratori delle aziende del commercio; escludere la possibilità di aprire in occasione delle festività nazionali, restituendo a questi giorni il valore civile e religioso che è patrimonio della nostra storia e della nostra cultura; di restituire agli enti locali congiuntamente alle parti sociali la prerogativa di definire la regolamentazione delle aperture territoriali; riconsegnare agli enti locali anche la prerogativa di determinare quali e quanti nuovi insediamenti commerciali è possibile avviare, infatti questi anni di liberalizzazioni indiscriminate hanno inevitabilmente contribuito ad aumentare i metri quadri di area vendita generando una concorrenza selvaggia i cui costi si stanno scaricando sull’occupazione e sulle condizioni di lavoro».




Dopo il successo per certi versi anche inaspettato dell’anno scorso a Palazzo Rasponi (
Sono due le offerte arrivate all’Autorità portuale di Ravenna per aggiudicarsi i lavori di rimozione del relitto del mercantile turco Berkan B parzialmente affondato nel canale Piomboni a ridosso della banchina della penisola Trattaroli. La base d’asta del
Sulla situazione della motonave hanno fatto il punto Daniele Rossi e Fabio Maletti, presidente e direttore tecnico di Ap, a margine della riunione conviviale del club Propeller ieri sera, 30 ottobre. Con Rossi e Maletti c’era anche Paolo Ferrandino, segretario generale dell’ente, per la prima uscita pubblica dopo il reintegro nelle rispettiva funzioni per effetto dell’annullamento della sospensione decisa dal giudice per le indagini preliminari nell’
Le vicessitudini del Berkan connesse a Ravenna iniziarono nel 2010 quando rimase in rada al porto di Ravenna per quasi un mese, abbandonata al suo destino dall’armatore che era debitore e insolvente verso banche, agenzie ed equipaggio. Il Berkan venne portato in porto e posto sotto sequestro. Nel 2017 la vendita all’asta per essere smantellato e rivenduto. Ma nelle operazioni, condotte forse con imperizia, lo scafo si spezzo in due avviando così la vicenda giudiziaria.
Cinquanta pezzi unici provenienti dalle collezioni del Musée National Picasso-Paris saranno in mostra al Mic di Faenza, dal 1 novembre al 13 aprile in una grande mostra dal titolo “Picasso, La sfida della ceramica” a cura di Harald Theil e Salvador Haro con la collaborazione di Claudia Casali. “Un nucleo di inestimabile valore – si legge nella cartella stampa – e un prestito eccezionale che affronta tutto il percorso e il pensiero creativo dell’artista spagnolo nei confronti dell’argilla”.
E una sezione speciale verrà dedicata al rapporto tra Picasso e Faenza. Diversi sono i suoi pezzi che il Museo Internazionale delle Ceramiche possiede grazie al tramite di Tullio Mazzotti di Albisola, di Gio Ponti e dei coniugi Ramié i quali furono sollecitati a richiedere alcuni manufatti a Picasso per un’esposizione a Faenza e, soprattutto, per la ricostruzione delle Collezioni d’arte ceramica moderna andate distrutte nell’ingente bombardamento alleato del maggio 1944. Merito dell’allora direttore Gaetano Ballardini, nonché fondatore del Museo faentino, che contattò Picasso a Madoura con una lettera commovente e davvero toccante. Fu così che arrivò nel 1950 il primo piatto ovale raffigurante la Colomba della Pace, memento contro ogni guerra, espressamente dedicata al Museo di Faenza e al tragico destino della sua Collezione e della sua struttura. Seguirono altri piatti nel 1951 con teste di fauno e vasi dal sapore arcaico e archeologico e il grande vaso “Le quattro stagioni” (1951), graffito e dipinto, con la raffigurazione pittorica e morfologica di quattro figure femminili, le cui forme sinuose vengono sostanziate dalla curvatura accesa del vaso.




L’appuntamento è alle 17 e precederà uno degli eventi più attesi di questa prima parte di stagione del centro culturale, il concerto (annunciato dalle 18) del cantautore siciliano Cesare Basile.
Inaugurato questa mattina (31 ottobre) a Ravenna “Art & Ciocc”, il tour nazionale dei più importanti maestri cioccolatieri artigiani, che fino a domenica 3 novembre (dalle 9 alle 21) saranno in Piazza del Popolo, con tanti stand con cioccolato di tutti i gusti e di tutte le forme.




