venerdì
26 Dicembre 2025

I sindacati invitano i lavoratori a non lavorare l’1 novembre: «Nessuna sanzione»

Cgil, Cisl e Uil si rivolgono agli impiegati dei centri commerciali e fanno le loro proposte per la revisione del decreto Salva Italia che ha liberalizzato gli orari del settore

Adult Boutique Business 318236I sindacati invitano i lavoratori del commercio privato e cooperativo e gli addetti di tutte le attività svolte all’interno dei centri commerciali ad astenersi dal lavoro nella giornata festiva dell’1 novembre. Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs ricordano che «sulla base delle norme contrattuali vigenti, e alla luce delle recenti sentenze della Cassazione, i lavoratori potranno rifiutarsi di effettuare prestazioni lavorative in tutte le festività, senza perdere la retribuzione e incorrere in alcuna sanzione».

Sono trascorsi otto anni dal decreto “Salva Itala” che eliminò ogni vincolo e regola in materia di orari commerciali. I sindacati hanno più volte avanzato proposte di modifica alla attuale deregolamentazione del commercio, coinvolgendo le istituzioni e promuovendo iniziative, mobilitazioni e campagne di comunicazione in occasione delle festività. Ci sono oggi, depositate in commissione, diverse proposte di legge sulla materia.

I sindacati chiedono di «porre un limite alle aperture incontrollate che in questi anni hanno stravolto il settore e la vita delle lavoratrici e dei lavoratori delle aziende del commercio; escludere la possibilità di aprire in occasione delle festività nazionali, restituendo a questi giorni il valore civile e religioso che è patrimonio della nostra storia e della nostra cultura; di restituire agli enti locali congiuntamente alle parti sociali la prerogativa di definire la regolamentazione delle aperture territoriali; riconsegnare agli enti locali anche la prerogativa di determinare quali e quanti nuovi insediamenti commerciali è possibile avviare, infatti questi anni di liberalizzazioni indiscriminate hanno inevitabilmente contribuito ad aumentare i metri quadri di area vendita generando una concorrenza selvaggia i cui costi si stanno scaricando sull’occupazione e sulle condizioni di lavoro».

Il raduno delle Fiat 500 compie 25 anni: la storia dell’auto scende in piazza

Appuntamento il 10 novembre in centro: esposizione in piazza e sfilata per le vie del paese

Il raduno delle Fiat 500 e derivate a Bagnacavallo compie 25 anni: appuntamento per domenica 10 novembre dalle 8.30. Il Circolo Autostoriche Romagnolo e il Gruppo Piloti Bagnacavallese, organizzatori dell’evento, anche in questo 2019 sperano di ottenere grande riscontro, portando a Bagnacavallo numerose autovetture e alcuni modelli rarissimi, oramai “fuori” dalle strade da diverse decine di anni, altri bizzarri, originali, unici ma tutti rigorosamente Fiat 500 o derivate (Topolino, Bianchina e fuori serie). Oltre alle Fiat 500 si potranno ammirare anche altri modelli di auto d’epoca che non mancheranno di aggregarsi all’evento bagnacavallese.

Il programma della manifestazione prevede il ritrovo dei partecipanti nella centrale piazza della Libertà, dove gli autoveicoli rimarranno in mostra dalle 8.30 alle 10. Da qui partirà per le vie del paese il corteo coloratissimo, festoso e strombazzante di tutte le 500 intervenute che sfileranno facendo soste al Calzaturificio Emanuela (zona Artigianale, direzione Ravenna) e poi nelle campagne circostanti nei pressi del Bar “Il Ponte” di Villaprati. Alle 12.30 accompagnatori e simpatizzanti chiuderanno il meeting a tavola al Ristorante “Bocon Divino”.

 

Per informazioni: Circolo Autostoriche Romagnolo tel. 333 2348087

Torna il Brick Festival a Ravenna: due giorni al museo (gratis) coi mattoncini Lego

Il 16 e il 17 novembre al Mar, in occasione della mostra di Riccardo Zangelmi nell’ambito della Biennale del mosaico

44926442 887289988147098 1407725760906526720 ODopo il successo per certi versi anche inaspettato dell’anno scorso a Palazzo Rasponi (con lunghe file per entrare, in piazza Kennedy), torna a Ravenna il festival Lego organizzato dagli appassionati di mattoncini di Romagna Lug.

L’appuntamento con il Brick Festival 2019 quest’anno sarà però al Mar, il Museo d’arte della città, in via di Roma, dove è allestita in questi giorni, in occasione della Biennale del mosaico contemporaneo, la mostra di Riccardo Zangelmi, unico artista italiano certificato Lego.

Il festival inaugura venerdì 15 novembre alle 18 e si terrà sabato 16 (dalle 10 alle 20) e domenica 17 (dalle 10 alle 19) con ingresso gratuito, per l’occasione (e negli stessi orari) anche alla mostra di Zangelmi.

Rossi (Ap): «La cassa Nadep si può svuotare». Obiettivo: bando escavi in novembre

Il presidente dell’Autorità portuale alla riunione del Propeller per la prima uscita pubblica con segretario e direttore tecnico dopo l’annullamento della sospensione. Non si potrà fare manutenzione ordinaria ai fondali del Candiano se non parte il Progettone Hub. Per il terminal crociere si farà un bando

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Da sinistra Eugenio Fusignani (vicesindaco di Ravenna), Daniele Rossi (presidente Ap), Simone Bassi (presidente Propeller), Paolo Ferrandino (segretario Ap), Fabio Maletti (direttore tecnico Ap)

Le vicende giudiziare che hanno determinato la sospensione (poi annullata) dei vertici dell’Autorità portuale di Ravenna hanno fatto perdere 40-50 giorni di tempo nella marcia verso l’apertura della gara da 250 milioni di euro per l’approfondimento dei fondali del Candiano e ora l’obiettivo è di pubblicare il bando entro novembre. È quanto emerge dalle parole del presidente di Ap, Daniele Rossi, rilasciate nei momenti ufficiali e nel backstage di due appuntamenti in programma ieri, 30 ottobre. Il massimo dirigente ha visitato la nave da crociera Msc Opera attraccata a Porto Corsini e in serata ha preso parte alla riunione del club Propeller.

È stato proprio di fronte alla platea dei tanti operatori del porto ravennate che Rossi ha preso il microfono e ha fatto il punto della situazione. Ufficialmente non ha fornito nuove tempistiche ma si apprende che l’obiettivo dei vertici è per novembre. Al momento c’è da registrare che è arrivata l’autorizzazione per lo svuotamento della cassa di colmata Nadep, il vero e proprio fulcro attorno a cui ruota tutto il progetto di approfondimento dei fondali. «Abbiamo ricevuto il provvedimento autorizzativo da Arpae, il cosiddetto 208. Ora ne mancano altri due per aree Sapir funzionali al progetto: solo quando ci saranno tutte le autorizzazioni si può emanare il bando perché il general contractor deve poter contare sulla disponibilità degli spazi». Questo comporta anche il completamente delle acquisizioni di aree da privati, «non ci saranno contenziosi e si faranno accordi con tutti».

Le notizie sulla Nadep significano che si potrà anche fare manutenzione ordinaria ma non a breve. Al momento non ci sono spazi dove collocare e fanghi e solo l’avviamento del Progettone aprirebbe queste possibilità. Una notizia che non può far piacere agli operatori. Soprattutto perché va cancellata anche l’ipotesi di livellamenti, cioè spostamenti di sabbie sul fondo per ridurre i dislivelli nei punti dove si formano gli accumoli. «Non possiamo perché stiamo facendo le caratterizzazioni dei fondali, esaminando il tipo di materiale in aree di 50-100 mq per stabilire la destinazione possibile per quei materiali. Livellare vorrebbe dire mischiare e mettere tutto da capo».

Solo in avamporto, al terminal crociere, si potrà intervenire con livellamenti perché lì la composizione dei materiali risulta piuttosto uniforme. E arrivando a parlare dell’area crociere, Rossi ha colto l’occasione per dire che verrà preparato un bando per la gestione della stazione marittima sull’approdo di Porto Corsini (il 31 dicembre 2020 scade l’attuale concessione): «Potrà partecipare chi vuole e noi cercheremo di far partire il progetto per il parco delle dune che dovrà trasformare l’area antistante all’attracco, offrendo ben altro biglietto da visita per chi scende dalle navi. E le nostre informazioni ci dicono che è possibile recuperare passeggeri».

Nel pomeriggio, a bordo della Msc, il direttore della società Rtp che gestisce il terminal crociere, Antonio Di Monte, aveva ribadito il suo auspicio affinché Ap prolunghi la concessione senza un bando: «Ci sono gli strumenti giuridici per poterlo fare nel rispetto delle norme. Le compagnie si stanno muovendo per definire i traffici dei prossimi anni e Ravenna potrebbe dire la sua con i problemi di Venezia, facendo del nostro scalo un porto di partenza e arrivo, non solo di transito. Questo vorrebbe dire avere passeggeri di grande interesse per il territorio. Ma una mole di transiti così elevata richiede una struttura migliore e più ampia dei 500 mq che abbiamo ora. Siamo disponibili a investire un milione di euro per la nuova stazione marittima, ma possiamo farlo solo se avremo il rinnovo della concessione».

Rimozione relitto Berkan B, bando da 9 milioni: due offerte, una è di Micoperi

Autorità portuale vuole aggiudicare i lavori in modo che entro Natale possano partire le operazioni. Il presidente Rossi: «Non c’è inquinamento generato dalla motonave, solo una leggere contaminazione contenuta dalle panne in acqua». Frecciata alla procura: «Non si può stravolgere il diritto e dare fastidio a un ente per qualche gabbiano morto»

2019 02 10 Berkan8 Ph Cristiano MazzoliSono due le offerte arrivate all’Autorità portuale di Ravenna per aggiudicarsi i lavori di rimozione del relitto del mercantile turco Berkan B parzialmente affondato nel canale Piomboni a ridosso della banchina della penisola Trattaroli. La base d’asta del bando di gara, chiuso il 25 ottobre, era 9 milioni di euro, con offerte al ribasso. L’apertura delle buste è già avvenuta e gli uffici di via Antico Squero stanno valutando le offerte. Una è della ravennate Micoperi di Silvio Bartolotti, in Rti con Isolfin e Albatros, e l’altra è della Mg Demolition di Malta. L’aggiudicazione è attesa nelle prossime settimane per iniziare le operazioni entro Natale.

In tema di recupero di relitti in mare Micoperi, come noto, guadagnò visibilirà planetaria con la missione all’isola del Giglio per sollevare e rimuovere la Costa Concordia, nave da crociera da cinquemila persone, naufragata a gennaio 2012 nell’arcipelago toscano causando 32 morti. Per quanto riguarda invece la maltese Mg si tratta di un altro colosso del settore che scende in campo in autonomia.

22289660 10211955794742666 8172857961543094491 OSulla situazione della motonave hanno fatto il punto Daniele Rossi e Fabio Maletti, presidente e direttore tecnico di Ap, a margine della riunione conviviale del club Propeller ieri sera, 30 ottobre. Con Rossi e Maletti c’era anche Paolo Ferrandino, segretario generale dell’ente, per la prima uscita pubblica dopo il reintegro nelle rispettiva funzioni per effetto dell’annullamento della sospensione decisa dal giudice per le indagini preliminari nell’inchiesta per inquinamento ambientale causato proprio dal parziale naufragio del Berkan. In un contesto dal clima amichevole – alle riunioni del Propeller i soci si chiamano per nome – il presidente con il solito tono pacato e pesando bene le parole ha voluto esternare la sua amarezza: «Sono morti dei gabbiani attorno al Berkan, per me 7 e per altri 30. È grave e non doveva succedere. Ma se questo è sufficiente per stravolgere il diritto e dare fastidio a un ente pubblico in una fase così delicata fate voi le vostre valutazioni». Rossi assicura: «Le analisi dei periti della procura, condivise con i nostri, dicono che non c’è inquinamento generato dalla Berkan B ma solo un limitato fenomeno di contaminazione, ben contenuto dalle panne disposte attorno al relitto». E poi aggiunge un dettaglio con un pizzico di sarcasmo: «Ormai so tutto dei gabbiani e ad esempio so anche che c’è una circolare dell’Ispra, istituto ministeriale competente su temi ambientali, che contiene direttive per ridurre e contenere il numero dei gabbiani…».

La rimozione del Berkan sarà un intervento caraterizzato da operazioni particolarmente delicate che richiederanno l’arrivo a Ravenna di un mezzo di dimensioni e capacità piuttosto uniche con imponenti costi di movimentazione e operatività. Servirà infatti una imbarcazione capace di sollevare il relitto – eventualmente dopo averlo sezionato in più parti – per posizionarlo su un pontone e trasferirlo. A rendere più delicato il recupero c’è la posizione in cui si trova la carcassa del mercantile, adiacente a una banchina, semiadagiata sul fondale.

2019 02 10 Berkan4 Ph Cristiano MazzoliLe vicessitudini del Berkan connesse a Ravenna iniziarono nel 2010 quando rimase in rada al porto di Ravenna per quasi un mese, abbandonata al suo destino dall’armatore che era debitore e insolvente verso banche, agenzie ed equipaggio. Il Berkan venne portato in porto e posto sotto sequestro. Nel 2017 la vendita all’asta per essere smantellato e rivenduto. Ma nelle operazioni, condotte forse con imperizia, lo scafo si spezzo in due avviando così la vicenda giudiziaria.

 

Al Mic di Faenza una mostra con cinquanta opere di Picasso arrivate da Parigi

Fino al 13 aprile al museo delle ceramiche. Una sezione speciale dedicata al rapporto del grande artista con la città manfreda

Picasso Mic FaenzaCinquanta pezzi unici provenienti dalle collezioni del Musée National Picasso-Paris saranno in mostra al Mic di Faenza, dal 1 novembre al 13 aprile in una grande mostra dal titolo “Picasso, La sfida della ceramica” a cura di Harald Theil e Salvador Haro con la collaborazione di Claudia Casali.  “Un nucleo di inestimabile valore – si legge nella cartella stampa – e un prestito eccezionale che affronta tutto il percorso e il pensiero creativo dell’artista spagnolo nei confronti dell’argilla”.

Nella mostra faentina verranno analizzate le fonti di ispirazione di Picasso, proprio a partire dai manufatti presenti nelle collezioni del Mic. La ceramica classica (con le figure nere e rosse), i buccheri etruschi, la ceramica popolare spagnola e italiana, il graffito italiano quattrocentesco, l’iconografia dell’area mediterranea (pesci, animali fantastici, gufi e uccelli) e le terrecotte delle culture preispaniche che saranno esposte in un fertile e inedito dialogo con le ceramiche di Picasso.

Picasso MicE una sezione speciale verrà dedicata al rapporto tra Picasso e Faenza. Diversi sono i suoi pezzi che il Museo Internazionale delle Ceramiche possiede grazie al tramite di Tullio Mazzotti di Albisola, di Gio Ponti e dei coniugi Ramié i quali furono sollecitati a richiedere alcuni manufatti a Picasso per un’esposizione a Faenza e, soprattutto, per la ricostruzione delle Collezioni d’arte ceramica moderna andate distrutte nell’ingente bombardamento alleato del maggio 1944. Merito dell’allora direttore Gaetano Ballardini, nonché fondatore del Museo faentino, che contattò Picasso a Madoura con una lettera commovente e davvero toccante. Fu così che arrivò nel 1950 il primo piatto ovale raffigurante la Colomba della Pace, memento contro ogni guerra, espressamente dedicata al Museo di Faenza e al tragico destino della sua Collezione e della sua struttura.  Seguirono altri piatti nel 1951 con teste di fauno e vasi dal sapore arcaico e archeologico e il grande vaso “Le quattro stagioni” (1951), graffito e dipinto, con la raffigurazione pittorica e morfologica di quattro figure femminili, le cui forme sinuose vengono sostanziate dalla curvatura accesa del vaso.

La mostra sarà integrata con l’esposizione di documenti e fotografie, mai esposti, ed appartenenti all’archivio storico del Mic. Completerà il ricco apparato didattico e fotografico un video storico di Luciano Emmer del 1954 (Picasso a Vallauris).

La mostra fa parte di «Picasso – Méditerranée»: un’iniziativa del Musée national Picasso-Paris.

Venerdì 8 e 15 novembre, ore 17.30, sono previste visite guidate gratuite (incluse nel prezzo del biglietto).

“Corpo a Corpo”: una mostra per raccontare la bellezza della fragilità umana

Nel giorni della Trilogia l’Alighieri si fa museo ed espone, dal foyer alla galleria, le opere di dicassette giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti

Attrazione Di Andrea Mandalari
“Attrazione” di Andrea Mandalari

Quest’anno, in occasione della Trilogia d’autunno, il teatro Alighieri ospita per la prima volta nella sua storia una mostra d’arte all’interno della propria struttura.

“Corpo a Corpo” si compone delle opere di diciassette giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti che hanno reintrepretato il tema della corporeità nella sua accezione più concreta, imperfetta e fragile. Le creazioni sono state collocate in spazi inconsueti e, per così dire, “dimenticati” della struttura, come corridoi, nicchie e camerini.
Si tratta per lo più di sculture, ma anche di disegni e fotografie, portatrici di una riflessione personale, spesso dolorosa, sull’involucro di carne e ossa che ci protegge e allo stesso tempo imprigiona.
In Chemio. Primo ciclo, ad esempio, Anna Agati fa della sua paridolìa, ovvero la capacità di vedere oggetti o figure antropomorfe nella forma casuale, uno strumento artistico e catartico. Così, i capelli che cadono a causa della malattia riprendono vita immortalati sul bianco pavimento di una doccia: brandelli di un corpo fragile e allo stesso tempo resiliente.

I Sette Peccati Capitali Giovanni Delvecchio
“I sette peccati capitali” di Giovanni Delvecchio

Diverse le opere che celebrano il legame dell’uomo con la natura, come Fermata di Yuyu Zhao, Essere Albero di Jennifer Lagorio e Foresta umana di Lorenzo Scarpellini, mentre Manuela Flamigni, in La testa sotto il volto, indaga la dimensione astratta separando il volto, inteso come maschera, dalla testa, dove si cela l’urlo dell’inconscio.
C’è chi gioca con il tema della deformazione del corpo, lacerandolo in brandelli aggrovigliati come Giovanni Delvecchio in I sette peccati capitali o, nel caso di Never Give Up di Silvia Pasi, facendogli compiere azioni estreme, inumane. In alcune opere il tema della fragilità è trasferito al supporto materiale: Alexandra Miteva si richiama ai graffiti primitivi nei suoi Ricordi, Rebecca Fornaciari copre con il gesso i volti ritratti in una fotografia: è la metafora del silenzio, «una rarità all’interno di una società che ti obbliga ad esporti».

L’Attrazione di Andrea Mandalari è un corpo che svanisce verso l’alto mentre è trattenuto a terra da una pietra, mentre Arianna Zama (Appunti per un reliquiario) riproduce la «conservazione rituale di chi non c’è più da parte di chi resta» .

E poi ancora gli Spazi Vitali di Daniela Guzzinati, il Senza titolo di Luca Cavicchi, Organi Vegetali di Lia Maggioli e i lavori a penna di Antonluca Cavicchia, che in Un ottico (I e II) si rifà al brano di De Andrè per raffigurare un mondo visionario visto attraverso lenti speciali.

Chiudono il ciclo Jessica Mascia con Sfuggente e Matteo Drudi conPreghiera , entrambi presenti nel foyer. Il libro-scultura di Drudi, essendo utilizzato anche come oggetto di scena, sarà esposto solo quando non sarà rappresentata Norma.

La mostra, curata da Maria Rita Benini e Nicola Cucchiaro, è aperta agli spettatori nei giorni della trilogia e in due date straordinarie: lunedì 4 novembre (14.30–19.30) e domenica 10 novembre (10–13).

Norma, Aida, Carmen: l’autunno ravennate si tinge di rosa

Ravenna Festival corona la sua XXXesima edizione con la Trilogia dedicata a tre grandi donne “rivoluzionarie” del melodramma. In scena dall’1 al 10 novembre al teatro Alighieri

AIDA Ph MartinaZanzani
“Aida” (foto di Martina Zanzani)

«Trilogia d’autunno è un treno che corre per la città su cui tutti possono salire».
Cristina Mazzavillani Muti, presidente di Ravenna Festival, descrive con questa immagine il progetto che raccoglie in un unico evento di pochi giorni (all’1 al 10 novembre) tre grandi spettacoli di opera lirica. Nata nel 2012 come estensione autunnale del Festival estivo, la Trilogia è diventata una vera e propria perla all’interno della proposta culturale di Ravenna, la cui luce ha richiamato in città spettatori da ogni parte del mondo: oltre 1.500 le presenze dall’estero, 20 i paesi di provenienza, tra cui Australia, Corea e Giappone.

Non stupisce quindi che anche quest’anno, a pochi giorni dal debutto, i posti siano pressocchè esauriti, con i ravennati che fanno a gara con i forestieri per accaparrarsi un posto a teatro.

L’edizione 2019 della Trilogia porta il nome di donne che rappresentano tre momenti di storia musicale, dal belcanto agli albori del verismo: la Norma di Vincenzo Bellini, che andrà in scena in data 1, 5 e 8 novembre, l’Aida di Giuseppe Verdi (2, 6, 9 novembre) e la Carmen di Gerges Bizet (3, 7, 10 novembre), si alterneranno sul palco del Teatro Alighieri una sera dopo l’altra. Se Cristina Mazzavillani Muti dirige le prime due opere, in Camen il testimone passa a Luca Micheletti che, oltre a cantare nei panni di Escamillo, farà il suo debutto alla regia.

CARMEN Ph Zani Casadio
“Carmen” (foto: Zani-Casadio)

Natura e simbolismo saranno al centro di Norma, la più “anziana” delle tre, mentre in Aida è stato importante, sottolinea la regista, «potersi allontanare dall’opinione comune che identifica l’opera come scena del trionfo. Verdi scrisse anche quello, ma c’è molto di più: ci sono momenti intimi, riservati, maliconici». La Carmen sarà invece “oscura”, una donna che domina sul mondo come un’ossessione di cui tutti sono vittime, là dove il sogno d’amore si confonde con quello della rivoluzione e dell’eversione.

A dirigere l’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini” si alterneranno Alessandro Benigni (Norma), Nicola Paszkowski (Aida) e Vladimir Ovodok (Carmen), mentre accanto a soprani e tenori troveranno posto gruppi vocali di talenti come i membri del Coro “Luigi Cherubini”, diretto da Antonio Greco, il Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini”, i musicisti degli Istituti Musicali di Ravenna e Cesena e il Coro di voci bianche “Ludus Vocalis”, diretto da Elisabetta Agostini.

La Trilogia d’autunno investe sul futuro, rappresentato da un cast di giovani promesse del bel canto e dalle nuove tecnologie che, se non servono a “svecchiare” l’opera – perchè questa non necessita di esserlo – contribuiscono però a migliorarne l’esperienza. Per la prima volta, l’ambiente del teatro è stato misurato e virtualmente ricostruito al fine di simulare la risposta acustica di uno spazio fisico vero e proprio. La tecnica, già sperimentata con successo la scorsa estate al Pala de Andrè, permetterà di sostenere e valorizzare la ricchezza sonora dei cantanti e del coro senza intervenire sull’orchestra.

Infine, anche i giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna saranno a loro modo protagonisti di questa stagione lirica, a cominciare dalla mostra di opere allestita negli spazi del teatro, fino ad arrivare direttamente sul palcoscenico con il libro Preghiera di Matteo Drudi in Norma e Carcassa di Lorenzo Scarpellini in Aida.

 

Al Cisim una mostra fotografica e il concerto di Cesare Basile

Cesare Basile
Cesare Basile

Domenica 3 novembre al Cisim di Lido Adriano è in programma l’inaugurazione della mostra fotografica di Marco Parollo dal titolo “acqua-terra-cielo”.

Parollo CartolinaL’appuntamento è alle 17 e precederà uno degli eventi più attesi di questa prima parte di stagione del centro culturale, il concerto (annunciato dalle 18) del cantautore siciliano Cesare Basile.

Basile presenterà il nuovo album “Cummedia”, con canzoni blues-folk-rock in dialetto siciliano.

È possibile visitare la mostra di Parollo fino al 16 novembre negli orari di apertura del Cisim o su richiesta al 389 6697082.

In piazza del Popolo fino a domenica il tour dei cioccolatieri artigiani

Arte E Ciocc InaugurazioneArt E CioccInaugurato questa mattina (31 ottobre) a Ravenna “Art & Ciocc”, il tour nazionale dei più importanti maestri cioccolatieri artigiani, che fino a domenica 3 novembre (dalle 9 alle 21) saranno in Piazza del Popolo, con tanti stand con cioccolato di tutti i gusti e di tutte le forme.

Nell’ambito della manifestazione domenica 3 novembre in piazza Kennedy si terrà una grande fiera con i migliori articoli dai mercati di tutta la Romagna.

Il Capodanno celtico di Riolo Terme: «Bruciamo il male, ma la Chiesa non partecipa»

Gli organizzatori: «Qui portiamo avanti una tradizione e ognuno si veste delle proprie paure»

Riolo Halloween
Uno scatto di Salvatore Garbo dalla passata edizione del Capodanno Celtico di Riolo

Va avanti da 28 anni, prima che Halloween diventasse una festa così popolare anche in Italia, la tradizione di Samhain, il capodanno celtico di Riolo Terme, «il più importante d’Italia», si legge sui manifesti. Un evento che, sotto la direzione artistica dell’esperto Walter Vinci, vuole ripropone i riti, le maschere, il cibo rituale, i fuochi e la cultura della Romagna di un tempo molto antico.

«In questa zona – spiegano dalla pro loco, che organizza l’evento –, secondo la cultura celtica, che qui era presente, il passaggio dal mese di ottobre a quello di novembre era considerato il Capodanno. Si credeva che le porte del mondo dei morti si aprissero e i morti tornassero sulla terra per “rimettere tutto a posto” dopo la conclusione del ciclo produttivo agricolo e in vista di quello successivo».

«Ancor prima di Halloween – continua la presidente della Pro loco, Paola Berti – qui esistevano tante piccole tradizioni che avevano origini celtiche, che ognuno portava avanti e tramandava in casa».

Oggi, con Halloween, il Capodanno di Riolo Terme ha avuto ancor più risonanza, diventando una festa per tutta la famiglia. Gli organizzatori invitano a festeggiarlo nella massima libertà, come si vuole, «mascherandosi, vestendosi ognuno della propria paura, o seguendo le proprie tradizioni».

Il tema dell’edizione di qust’anno è il vampirismo, con gruppi specializzati in questo particolare trucco, oltre a momenti spettacolari. Il clou resta lo spettacolo finale di mezzanotte, in cui viene bruciato di fronte alla rocca il “male”. «Tanto che non capiamo esattamente perché la comunità cattolica del posto non partecipi – continua Berti –, a ben vedere il Samhain non è così distante dal mondo della Chiesa, non c’è niente di dissacrante, in realtà è un momento di fede pura, in cui la terra si rinnova».

Di certo per il paese è una festa importante, a cui partecipano residenti e tante persone anche da fuori provincia, che rendono necessario l’allestimento di due aree camper. «E il prossimo anno la festa durerà due giorni…», anticipano dalla pro loco.

Pensiline con fotovoltaico nel parcheggio Esp: «Come se piantassimo 44mila alberi»

Nell’area di sosta della nuova ala del centro commerciale inaugurata a giugno 2017, lavori in corso per coprire 340 posti auto con 2.500 pannelli per la produzione di energia elettrica

Svolta green nel parcheggio all’ingresso ovest dell’Esp di Ravenna, quello da mille posti realizzato in occasione dell’ampliamento del centro commerciale inaugurato a giugno 2017. Sono in corso i lavori per la realizzazione di 85 pensile che copriranno 340 posti auto e ospiteranno 2.500 pannelli fotovoltaici. I cartelloni che annunciano le opere forniscono alcuni dati sull’impatto dell’intervento: «Il progetto evita l’immissione nell’aria di 439 tonnellate di CO2 pari alla quantità assorbita da 44mila alberi».

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