La vicenda risale al 2017. Il piccolo ora è in carico ai servizi sociali, la donna finirà davanti al giudice a giugno
Una giovane mamma è a processo con l’accusa di aver picchiato il figlio con una cinghia. La vicenda, riportata sulle pagine del Resto del Carlino di Ravenna e del Corriere di Romagna oggi in edicola, porterà ad un processo che inizierà nel giugno del prossimo anno. La donna si era presentata nel 2017 all’ospedale, con il bimbo in braccio: diceva che il piccolo aveva dolore a causa di una caduta.
Ma i medici si erano insospettiti a causa di numerose ecchimosi presenti sul corpo del piccolo, ai tempi in età da scuola materna. Il caso è così finito sulle scrivanie della Squadra Mobile che ha indagato la madre per maltrattamenti e lesioni aggravate. I segni erano stati riscontrati su diverse parti del corpo. Il piccolo da tempo è stato preso in carico dai servizi sociali, che si sono costituiti parte civile nel processo.
Realizzato da Augusto Bartolotti, le indicazioni per il lavoro sono state date dai figli dello stesso, artisti a loro volta
E’ stato completato l’intervento di restauro sulla statua della Madonna degli Infermi, posta nel piazzale Ortali, di fronte al vecchio ingresso dell’ ospedale civile. Il restauro del monumento, opera dello scultore ravennate Augusto Bartolotti, è consistito nella pulitura delle croste di annerimento, la rimozione del colaticcio e l’asportazione della colonizzazione biologica (cioè degli organismi vegetali e animali) sulla stele di marmo, mentre, per quanto riguarda la parte scultorea, è stata effettuata la revisione e la verniciatura dell’ intero complesso, preceduta dalla rimozione della ruggine, con vernice catalizzante micacea di colore scuro.
Sono state fornite preziose indicazioni per il restauro dai figli dell’artista scomparso, in particolare da Mauro Bartolotti, scultore a sua volta; l’ altra è Anna ed è mosaicista. L’intervento, deciso e approvato dalla giunta nei mesi scorsi, è del valore di 28 mila euro; i lavori sono stati affidati ed eseguiti dal laboratorio di restauro di via Galla Placidia.
Augusto Bartolotti (1909-1986), appartenente ad una famiglia originaria di Barbiano, apprese i primi rudimenti della scultura in ferro nell’ officina del padre, divenendo in seguito un importante scultore, denominato “Artista o anche poeta del ferro”. Nel corso della sua carriera ha vinto numerosi premi nazionali e internazionali: tra gli altri, il primo premio alla Biennale del 1960 per la scultura “San Francesco”, oggi nei chiostri della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, insieme a “Santa Chiara”, e il trofeo nazionale Michelangelo d’Oro (Carrara) del 1973 per l’opera “Ritratto”. Nel 2011 il Comune gli ha intitolato il toponimo che collega via San Gaetanino a via Pier Traversari.
Ci sono 450 dipendenti che attendono risposte in tutta l’Emilia-Romagna tra cui i 45 del punto vendita di Russi
Serve un tavolo nazionale per la salvaguardia occupazionale dei dipendenti del Mercatone Uno. A chiederlo è la Regione che ha incontrato in giornata i sindaci dei Comuni coinvolti tra cui quello di Russi, il cui punto vendita conta 45 dipendenti. Palma Costi, assessore regionale alle Attività produttive, si rivolge a Roma per quello che richiede «un incontro più che mai urgente».
La Regione «si è impegnata in questa fase di transizione, in attesa che si concluda l’iter nazionale per l’attivazione della cassa integrazione, con interventi a favore dei lavoratori attraverso uno stanziamento per aiutare le persone in difficoltà. E’ importante sapere quale ruolo intenda assumere il Ministero in merito alle prospettive occupazionali e alle azioni di rilancio dei negozi».
L’assessore ha sottolineato inoltre il ruolo di grande importanza che i Comuni svolgono nel presidio del territorio rispetto alle situazioni di disagio dei lavoratori. «Un ruolo che deve essere temporaneo- ha precisato- in attesa di una soluzione occupazionale definitiva per i lavoratori» I presenti hanno auspicato che la Regione Emilia-Romagna sia presente al tavolo nazionale, assieme alle altre Regioni e che l’incontro si svolga in tempi brevi, possibilmente entro 20 giorni e prima della scadenza del 31 ottobre, data fissata per la chiusura delle offerte di acquisto del gruppo Mercatone Uno.
Quattro giovani segnalati alla prefettura per assunzione di stupefacenti. Ravennate guidava con un tasso di 1,85 e sotto effetto di cannabinoidi
Tre persone sono state denunciate durante i controlli svolti in occasione dell’Ironman dai carabinieri di Cervia-Milano Marittima. La denuncia è scattata perché sono stati fermati e risultati positivi all’etilometro, con un tasso alcolemico superiore al consentito. Non solo: un ragazzo ravennate è stato denunciato per aver provocato un incidente mentre guidava con un tasso di 1,85 e sotto l’influenza di cannabinoidi. Altri quattro sono stati segnalati al prefetto per assunzione di marijuana (in due casi), hashish ed eroina.
Infine una persona è stata denunciata perché controllato nel comune di Cervia nonostante fosse destinatario di un foglio di via obbligatorio, mentre una cittadina cinese è stata deferita perché non in regola con il permesso di soggiorno e destinatario di un invito ad abbandonare il territorio italiano. In tutto l’arco della settimana sono state controllate 124 veicoli e 148 persone.
Una segnalazione ha fatto partire le indagini e i carabinieri hanno trovato marijuana e hashish in pari quantità
I carabinieri con la droga sequestrata a Faenza
Due chili di droga, equamente divisa in hashish e marijuana in possesso di un 19enne faentino. A mettere sull’avviso l’Arma erano state alcune fonti condifenziali su un ingente quantitativo di droga posseduto da un giovanissimo. I militari della stazione di Borgo Urbecco hanno quindi fatto partire le indagini e durante la perquisizione il forte odore in cantina ha lasciato pochi dubbi. La ricerca ha dato ben presto esito positivo con il ritrovamento sopra uno scaffale di uno zaino e di una scatola di cartone posizionate con all’interno una busta. Sia lo zaino che la busta erano occultati per bene dietro a dei pneumatici.
Il tutto era nascosto alla vista, ma l’odore non lasciava spazio all’immaginazione. Dal controllo accurato all’interno dello zaino sonostati rinvenuti tre sacchetti di cellophane termosaldati del peso complessivo di un chilo di marijuana. All’interno della busta, invece, sono stati trovati sette panetti del peso complessivo di 1 kg di hashish. La perquisizione estesa a tutta l’abitazione ha consentito anche di trovare all’interno di un cassetto del comodino nella cameretta del ragazzo un coltello intriso di hashish, verosimilmente utilizzato per tagliare le panette.
Droga, coltello e il cellulare del soggetto sono stati sottoposti a sequestro. Il pm di turno, Silvia Ziniti ha disposto di trattenere l’arrestato in camera di sicurezza fino al rito direttissimo. Il gip Beatrice Marini ha convalidato l’arresto e disposto la misura degli arresti domiciliari. Processo il 14 novembre.
Solidea Paggioro ha ricevuto anche gli apprezzamenti da Buckingham Palace. Resterà ai Gingini per i selfie di rito
La sosia della regina
Tra le varie iniziative organizzata per la Notte d’Oro del 5 ottobre ce n’è una decisamente particolare. Si tratta della sfilata della sosia della Regina Elisabetta II, accompagnata da (finte) guardie reali in alta uniforme.
Lei è la signora Solidea Paggioro di Adria (Rovigo) già nota per la sua performance, con tanto di approvazione (pare) della Regina stessa, che avrebbe espresso “il suo vivo compiacimento” dopo aver visionato le foto della sua sosia, inviatele direttamente a Buckingham Palace.
La (finta) Regina arriverà il 5 ottobre con un tailleur color oro a Porta Adriana alle 21.30 e percorrendo via Cavour e via IV Novembre giungerà in Piazza del Popolo per poi proseguire verso il locale iGinGini dove alle 22 taglierà un nastro d’oro per dare il via alla serata.
Successivamente resterà nel locale, a disposizione per i selfie di rito.
A fine 2019 lo spegnimento dell’impianto, Cgil, Cisl e Uil fanno sapere che Hera ha aperto le procedure di mobilità per 29 dipendenti occupati in via Romea Nord: «Senza un accordo sul ricollocamento potranno essere licenziati». Gli altri posti riguardano l’indotto
I sindacati fanno sapere che Hera ha aperto la procedura di mobilità per 29 lavoratori (27 uomini e 2 donne) occupati nell’inceneritore di rifiuti di Ravenna in via Romea Nord che verrà spento il prossimo 31 dicembre. La procedura di mobilità prevede che in mancanza di un accordo sul ricollocamento, i lavoratori in esubero possano essere licenziati. Ai 30 dipendenti di Hera vanno poi sommati altri 30 lavoratori dell’indotto (trasportatori, meccanici manutentori, addetti alle pulizie industriali) che si ritroveranno senza occupazione.
Cgil, Cisl Uil esprimono grande preoccupazione per il destino di tutte le lavoratrici e i lavoratori coinvolti nella chiusura dell’impianto: «Chiediamo ad Hera di non attivare le procedure di mobilità e di attivare immediatamente un tavolo di confronto con i sindacati di categoria per vagliare tutte le soluzioni che possano scongiurare la perdita di oltre 60 posti di lavoro. Chiediamo inoltre a Regione e Comune, essendo direttamente parti in causa, di farsi portatori di progetti e investimenti su discarica, impianto F3 e impianti oggi esistenti nel territorio, in grado di salvaguardare il saldo occupazionale ricollocando le maestranze complessivamente coinvolte».
L’inceneritore per rifiuti urbani di Ravenna ha garantito negli ultimi venti anni il trattamento dei rifiuti indifferenziati raccolti nel territorio provinciale di Ravenna, nonché lo smaltimento dei residui di lavorazione dei rifiuti differenziati raccolti nel medesimo territorio. Da gennaio 2020 Ravenna dovrà contare sulla disponibilità degli impianti di trattamento rifiuti dei territori vicini per continuare a gestire in modo ordinato i suoi rifiuti, in attesa che il progresso della raccolta differenziata prevista dai piani regionali minimizzi il quantitativo complessivo dei rifiuti prodotti sul territorio provinciale.
I gestori Massimo e Rossella Casanova sul banco degli imputati. «Colpa della burocrazia»
Casanova con Salvini in spiaggia. Foto Stefano Cavicchi
L’europarlamentare della Lega, Massimo Casanova, finisce sul banco degli imputati, insieme alla sorella Rossella, in quanto gestore dello stabilimento balneare Papeete Beach, accusato di averlo trasformato in una discoteca a cielo aperto senza permesso.
Il processo parte oggi, 24 settembre, e ne dà notizia il Carlino Ravenna. I fatti risalgono al 2016 e in particolare si riferiscono a una serie di controlli dei carabinieri di Cervia-Milano Marittima.
L’accusa è quella di “apertura abusiva di luoghi di pubblico spettacolo o trattenimento”. In estrema sintesi, viene contestato al Papeete di essersi trasformato nell’estate del 2016 in una vera e propria discoteca senza aver fatto richiesta e ottenuto i relativi permessi specifici.
Massimo Casanova, che non sarà in tribunale perché impegnato in veste di politico, ha dichiarato al Carlino di essere sereno, dando la colpa alla burocrazia.
Presentata la nuova produzione “Norma”, che debuttera l’1 novembre
Uno scatto dalle prove di Norma
Da settimane il Teatro Alighieri è in fermento: il processo creativo della Trilogia d’Autunno, ultimo appuntamento della XXX edizione di Ravenna Festival, è già entrato nel vivo e, lunedì 23 settembre, le porte dell’Alighieri si sono aperte per regalare uno sguardo in anteprima sulla nuova produzione di Norma, con la presentazione del cast e la possibilità di assistere alle prove.
Norma è il primo dei titoli e la prima delle tre grandi figure femminili che segnano il percorso “Dal belcanto agli albori del Verismo”, trittico che si completa con Aida e Carmen e sarà in scena dall’1 al 10 novembre.
Il format della Trilogia, ormai pienamente collaudato e applaudito dal pubblico cittadino quanto da quello straniero, prevede il susseguirsi delle tre opere una sera dopo l’altra sullo stesso palcoscenico, grazie a una macchina teatrale che, con l’utilizzo di moderne tecnologie, scompone e ricompone la scena, dando vita per ognuno dei titoli a impianti visivi diversi e completamente nuovi.
Nel caso dell’opera composta da Vincenzo Bellini su libretto di Felice Romani per il Teatro alla Scala nel 1831, il dramma, affidato alla regia di Cristina Mazzavillani Muti, sarà immerso in una dimensione “naturale”: le fronde di un bosco, il fitto intreccio di radici, la pietra di cavità sotterranee, poi l’acqua e la bruma di paludi che riportano le “Gallie” a scenari e paesaggi nostrani. Insomma, il progetto scenico e visuale – pensato da Ezio Antonelli, elaborato dal video programmer Davide Broccoli, illuminato da Vincent Longuemare e completato dai costumi di Alessandro Lai – raccoglie gli elementi di una natura misteriosa e li fonde in un impianto emozionale, concentrandosi sulla potenza evocatrice della materia. E sulla presenza di simboli metaforici, come il libro che si apre al centro della scena (realizzato dall’Accademia di Belle Arti) e al tempo stesso parola, credo, codice; come il teschio-totem della divinità pagana Irminsul; come la luna che inevitabilmente domina la scena. Tutto pervaso nell’aura mitica che innerva quest’opera, essa stessa mito: del belcanto, della perfezione formale, dell’idea stessa di opera.
A dirigere la partitura belliniana sul podio dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini è chiamato Alessandro Benigni, già lo scorso anno impegnato per Nabucco, mentre maestro del coro sarà Antonio Greco a capo del Coro Lirico Marchigiano Vincenzo Bellini unito al Coro Luigi Cherubini. Per quanto riguarda le voci della vicenda ambientata nella Gallia romana, Norma, figlia del capo dei druidi e sacerdotessa che ha violato i voti per amore di un romano, è il soprano coreano Vittoria Yeo, che il pubblico ravennate ha già potuto apprezzare lo scorso anno come Lady Macbeth e che in questo caso veste per la prima volta i panni della protagonista belliniana. Al debutto nel ruolo anche il resto del giovane cast: l’amato Pollione, proconsole romano, è il tenore Giuseppe Tommaso, mentre il basso Antonio Di Matteo è Oroveso, padre di Norma, e il soprano turco Asude Karayavuz sperimenta i panni di Adalgisa, rivale in amore di Norma. Completano la compagnia di canto Erica Cortese, la fida Clotilde, e Riccardo Rados, l’amico di Pollione Flavio. In scena anche i DanzActori Trilogia d’Autunno.
Accanto a Norma (in scena 1, 5 e 8 novembre), debuttano le nuove produzioni di Aida (2, 6 e 9 novembre), sempre per la regia di Cristina Muti e diretta da Nicola Paszkowski, e Carmen (3, 7 e 10 novembre), regia di Luca Micheletti e direzione di Vladimir Ovodok.
L’annuncio dello staff del locale di Porto Fuori su Facebook
Una foto della serata di chiusura dello scorso aprile
Al centro negli ultimi anni di polemiche e ordinanze, finito spesso nel mirino di residenti e forze politiche, a Porto Fuori il Kojak al momento non riapre.
Lo comunica lo staff della discoteca in un post pubblicato su Facebook. «Si chiama Kojak, ma per molti di voi è stato più di un nome, di un locale, di una serata. Ha ospitato generazioni di ragazzi che sono cresciuti, lasciando in loro molti ricordi, belli o brutti che siano, momenti importanti, amicizie e bevute», si legge sul social network. «Kojak è un pezzo di storia di ognuno di noi. Oggi a malincuore dobbiamo dirgli addio».
E sul web la comunicazione è già diventata virale tra i ravennati, orfani di un’altra discoteca, almeno per il momento, in attesa di ulteriori sviluppi. Non è da escludere infatti che il locale possa riaprire con un nome nuovo e una formula rinnovata.
Ciclismo / Brillante ottava posizione per la ravennate figlia d’arte nella competizione della rassegna iridata in svolgimento nello Yorkshire. Venerdì si torna in sella per la prova in linea. «Ho dato tutto, ma sono ancora molto carica»
Sofia Collinelli in azione nella cronometro su strada al Mondiale Juniores (foto FCI)
Nuova prestazione di alto livello in campo internazionale per Sofia Collinelli, che ha iniziato l’avventura iridata in maglia azzurra al Mondiale su strada nello Yorkshire, in Inghilterra, con un piazzamento nella top ten della prova a cronometro Donne Juniores. La ravennate figlia d’arte (papà Andrea è stato infatti oro olimpico ad Atlanta 1996 nell’Inseguimento individuale) si è messa in evidenza ad Harrogate, chiudendo all’ottavo posto, confermandosi così tra le migliori interpreti ai massimi livelli di categoria dopo la sesta posizione nell’analoga prova all’Europeo. «Ho dato tutto – ha sottolineato a fine gara – pedalando a testa bassa. Era una prova molto dura, che prevedeva di fatto quattro arrivi al suo interno a causa dei tanti strappi. Era la prima volta che correvo in Gran Bretagna e c’è un asfalto molto duro. La gamba c’è e ora mi preparo per la prova in linea di venerdì: sono molto carica».
Sofia ha tagliato il traguardo dopo i 13 chilometri e 700 metri previsti ricchi di saliscendi e anche di insidie (asfalto bagnato misto ad alcuni tratti che si erano già asciugati e foglie sul percorso), fermando il cronometro sul tempo di 22’51”61, alla media di quasi 36 chilometri orari. Per la ciclista della società piacentina VO2 Team Pink si tratta di una prestazione importante, facendo registrare il miglior tempo sia all’intermedio (10’26”88), sia al traguardo, rispetto alle atlete partite prima di lei. Nel complesso il suo riscontro cronometrico totale è stato il quarto migliore all’intermedio, mentre nella seconda parte ha avuto il decimo tempo.
Il suo divario dalla medaglia d’oro è stato di 35”38′, primo posto conquistato dalla russa Aigul Gareeva nonostante un clamoroso errore di percorso alla curva a destra che immetteva sul rettilineo finale in salita. L’argento, invece, è andato all’olandese Shirin van Anrooij, campionessa europea in carica e distanziata di 3”61, mentre a completare il podio c’era la beniamina di casa Elynor Backstedt, arrivata a quasi 11” dalla Gareeva. Ai piedi del podio si è piazzata l’altra azzurra in gara, la veneta Camilla Alessio, che ha così bissato il risultato dello scorso Europeo.
Venerdì, infine, la Collinelli tornerà in sella per la prova su strada Donne Juniores, dove sarà al via insieme alla stessa Camilla Alessio e alle altre azzurre Matilde Vitillo e Alessia Patuelli, con 86 chilometri da percorrere.
Queste le prime posizioni della Cronometro Donne Juniores: 1. Aigul Gareeva (Russia) 13 chilometri 700 metri in 22’16”23, media 36,910 chilometri orari; 2. Shirin van Anrooij (Olanda) a 3”61; 3. Elynor Backstedt (Gran Bretagna) a 10”93; 4. Camilla Alessio (Italia) a 14”63; 5. Wilma Olausson (Svezia) a 16”96; 6. Leonie Bos (Olanda) a 21”27; 7. Zoe Ta-Perez (Stati Uniti) a 25”91; 8. Sofia Collinelli (Italia) a 35”38; 9. Megan Jastrab (Stati Uniti) a 44”45; 10. Ella Wyllie (Nuova Zelanda) a 51”30.
Il lavoro firmato da Samantha Casella premiato al Los Angeles Independent Film Festival Award e alle selezioni per gli Oscar
Samantha Casella
“I Am Banksy”, il nuovo cortometraggio firmato dalla regista di origine faentina Samantha Casella, dedicato all’artista cult, massimo esponente della street-art e simbolo di una generazione (la cui identità rimane ancora oggi misteriosa), continua il suo percorso ricco di soddisfazioni a livello internazionale.
L’opera ha infatti vinto nella categoria Miglior Cortometraggio Straniero al Los Angeles Independent Film Festival Award.
In precedenza ha trionfato nella categoria Best Mystery Short all’Olympus Film Festival, svoltosi presso il Laemmle NoHo 7 a Los Angeles.
Altri premi sono stati: il Best International Short al Golden State Film Festival di Los Angeles, quello per la Miglior Regia al Gulf of Naples Film Festival e il Miglior Suono al Silicon Beach Film Festival, svoltosi sempre nella “città degli angeli”.
“I Am Banksy” sarà anche in concorso al “Los Angeles Theatrical Release Competition & Awards”, organizzato a Malibù dall’11 al 17 ottobre.
Il cortometragggio pare aver conquistato gli americani, tanto che in luglio ha avuto una distribuzione nelle sale di Los Angeles e parteciperà persino alle selezioni per gli Oscar 2020.
E tra i mesi di agosto e settembre il corto ha partecipato al Social World Film Festival, al Nettuno Film Festival, Los Angeles Independent Film Festival e Silver State Film Festival.
Protagonista di “I Am Banksy” è Marco Iannitello, nei panni di un giornalista spregiudicato e arrivista, disposto a tutto pur di scoprire l’identita di Banksy. Saranno un ex componente della prima “banda di strada” di Banksy, un professore che sostiene di aver avuto come allievo il leggendario artista, un improponibile “socio” che ha pagato sulla sua pelle l’avventurosa esperienza e un gallerista sornione ad avvicinarlo alla soluzione dell’enigma.
Nel cast anche Caterina Silva, Diego Verdegiglio, Roberto Rizzoni, Mirko Ciociari e Matteo Fiori.
«Il mistero che avvolge l’identità di Banksy ha contribuito a ricoprirne di fascino la figura. Le sue opere denunciano le assurdità della società occidentale, la manipolazione mediatica, l’omologazione degli individui, l’atrocità della guerra, la falsità della politica, l’inquinamento, lo sfruttamento minorile, la brutalità della repressione poliziesca, il feticismo che avvolge il collezionismo. Per veicolare questi messaggi, Banksy utilizza principalmente soggetti quali poliziotti, bambini, umili lavoratori, scimmie e ratti» – spiega Samantha Casella nelle note di regia – «Eppure, per quanto onorevoli siano questi presupposti, non appare così fuori luogo pensare a Banksy come a una mano disposta a veicolare determinati messaggi imposti da una “mente” decisa, se non a combattere, a puntare il dito contro il “sistema” votato al consumismo più sfrenato, ma forse più cinico, solo all’apparenza».