sabato
13 Settembre 2025

I poliziotti della Cgil contro il Decreto Salvini: «Più irregolari in strada»

Critiche al Governo nel corso della rielezione del segretario provinciale del Silp, Fabio Rossi

FotocongressosilpFabio Rossi è stato confermato segretario provinciale del Silp Cgil, il sindacato italiano dei lavoratori della Polizia. La rielezione è avvenuta venerdì 30 novembre, alla Sala Buzzi di viale Berlinguer a Ravenna, nel corso del V Congresso provinciale del Silp Cgil.

Il congresso ha offerto importanti momenti di approfondimento sulla situazione attuale. Il segretario regionale del Silp, Daniele Stefanì, e il segretario provinciale Rossi hanno offerto alla platea alcuni spunti di riflessione, in particolare sul decreto Sicurezza recentemente approvato dalla Camera dei Deputati. «Il decreto, infatti – scrivono dalla Cgil – porta con sé una serie di criticità che nella quotidianità andranno a influire direttamente sul lavoro della Polizia di Stato».

Stefanì ha rimarcato il fatto che il decreto «non è destinato a migliorare la sicurezza complessiva del Paese, ma si inserisce come componente comunicativa di questo governo» in quanto, come fa notare Rossi, «secondo le nuove norme, circa 130.000 immigrati rischiano di diventare irregolari e si ritroveranno per le strade, a disposizione della criminalità organizzata».

Allo stesso tempo anche la situazione degli sgomberi è stata analizzata da Stefanì come «azione potenzialmente di valore ma che, in mancanza di un progetto di integrazione e programmazione con gli enti locali, perde il suo significato andando a creare ulteriori problemi ai Comuni e di conseguenza ai sindaci, che dovranno così improvvisare soluzioni per centinaia di italiani e stranieri»; perché, come ha sottolineato Stefanì, «non è una questione di immigrati, ma di povertà e colpisce anche molti italiani».

Le conclusioni del congresso – a cui hanno partecipato, tra gli altri, il vicesindaco di Ravenna, Eugenio Fusignani, e Alberto Pagani e Vasco Errani, rispettivamente deputato Pd e senatore di Leu – sono arrivate da Costantino Ricci, segretario generale provinciale della Cgil di Ravenna, che ha voluto sottolineare come il sindacato nel proprio documento congressuale, che per la prima volta è stato adottato anche dal Silp, abbia voluto provare a fornire una risposta, «una nuova idea di società diversa, in cui vengano spazzate via le disuguaglianze che, se accentuate, provocano rotture, paura e insicurezza nella gente. Tutto ciò di cui si sta nutrendo il Governo – termina la nota della Cgil –, che invece di cercare risposte per la collettività dà risposte al singolo».

Ravenna, blitz all’alba tra i giostrai di via Medulino: otto mezzi non autorizzati

Un veicolo sequestrato. Identificate anche 15 persone, tutte regolari

Giostrai 2Controlli di vigili urbani e carabinieri in via Medulino, zona Pala De André a Ravenna, dove sono soliti stazionare giostrai.

GiostraiUna quindicina di vigili e due pattuglie dell’Arma hanno accertato a carico di altrettanti mezzi otto mancate autorizzazioni di occupazioni di suolo pubblico. Quattro mezzi sono stati anche multati per “omessa revisione” mentre uno è stato sequestrato, non essendo assicurato.

Nel corso dei controlli – effettuati poco prima dell’alba di venerdì 30 novembre – sono state identificate anche 15 persone ma non è emerso nessun provvedimento a loro carico.

I giostrai non sono però stati sgomberati: il Comune studierà un’ordinanza ad hoc nel caso si continui a non rispettare il regolamento di occupazione di suolo pubblico.

Il sabato in campo del Ravenna comincia con la sfida serale contro la Vis Pesaro

Calcio C / Oggi, sabato 1° dicembre, i giallorossi affrontano al “Bruno Benelli” un avversario che sta vivendo un buon momento di forma. Foschi: «Voglio una squadra superiore non solo in classifica, ma anche nella prestazione»

Curva Rimini
I tifosi della Curva Mero nel corso del match contro il Rimini

Il match serale in programma oggi, sabato 1° dicembre, al “Bruno Benelli” (fischio d’inizio ore 20.45, arbitro De Santis di Lecce) propone per il Ravenna una difficile sfida con la Vis Pesaro, per un incontro ricco di fascino e soprattutto prezioso per un posto nelle zone nobili della classifica del girone B. Si tratta della prima di una serie di match in programma di sabato, che caratterizzanno gran parte del mese di dicembre. La squadra ospite è una neopromossa che ha dimostrato di non soffrire di alcun timore reverenziale e si appresta a fare visita ai giallorossi con il ruolino di marcia della migliore media punti in trasferta. Di fronte si troverà un Ravenna in fiducia, che sta dimostrando con prestazioni di livello di meritare questa classifica e che vanta la migliore difesa casalinga. Gli ingredienti per un incontro degno della diretta TV (la partita sarà trasmessa da Sportitalia) ci sono tutti.

La rosa a disposizione di Leonardo Colucci presenta una serie di giocatori giovani di provenienza sampdoriana, frutto di una partnership con i blucerchiati, e alcuni elementi più esperti e ben calati nella categoria, tra i quali Botta, Lazzari, Gianola, Rizzato. Uomo in più della squadra in questo momento è l’esterno offensivo argentino Olcese, già autore di 5 reti in questo campionato. Giallorossi che vedranno come unico assente Magrassi, ancora alle prese con la distorsione alla caviglia che lo ha tenuto fuori anche contro l’Albinoleffe, e potranno contare in mediana su Papa, tornato dopo il turno di squalifica. Prima convocazione per il giovane centrocampista classe 2001 Licka.

Dichiarazioni pre-gara
Luciano Foschi (allenatore Ravenna). «Sarà una bella vetrina, perché chi occupa queste posizioni in classifica vuole restarci più a lungo possibile. Abbiamo l’opportunità di dimostrare qualcosa e speriamo di vivere una bella giornata di sport. Mi aspetto anche una bella cornice di pubblico. Il Pesaro è una squadra che si difende bene. Se ha questa posizione in classifica si vede che si sè meritato questi punti con il lavoro e l’organizzazione. Affronteremo un avversario che vorrà vincere e cercare di metterci in difficoltà, ma che troverà un Ravenna che vorrà essere superiore non solo in classifica, ma nella prestazione».

Acceso l’albero di Natale in piazza a Ravenna. Domenica la parata per l’integrazione

E in piazzetta Garibaldi al via le domeniche per le famiglie

Natale Ravenna
L’albero di Natale illuminato a Ravenna in una foto dell’assessore Fagnani

Con l’accensione del grande abete in piazza del Popolo (nella foto qui sopra postata su Facebook dall’assessore Roberto Fagnani) sono partite ufficialmente le iniziative natalizie di Ravenna.

Domani, domenica 2 dicembre, piazza del Popolo si scalderà a partire dalle ore 15 con la “parata danzante” lungo le vie del centro dell’associazione Takadum che opera sul territorio, in collaborazione con la cooperativa Società Dolce, al fine favorire l’integrazione di ragazze migranti attraverso la musica e le danze, nel rispetto della tradizione culturale di ciascuno.

Alle 15.30 lo spettacolo di burattini “Il rapimento del principe Carlo” a cura del Teatro del Drago, compagnia della famiglia Monticelli, una delle più antiche famiglie d’arte di spettacolo attiva nel settore dei burattini e marionette e, alle 17.30, Gloria Turrini e Francesco Laghi in concerto tra sonorità soul e blues.

Piazza Anita Garibaldi ospiterà invece “Il Natale in piazzetta Kids”, vera novità di queste festività di fine anno. Uno spazio pensato appositamente per i bambini e le loro famiglie con laboratori, giochi e attività ludico ricreative.

Deposito Gnl in esercizio dal 2021, investimento da 100 milioni di Edison e Pir

Costituita la NewCo Depositi Italiani Gnl che realizzerà l’impianto nel porto di Ravenna

GnlEdison e Pir (Petrolifera Italo Rumena) hanno costituito ieri (30 novembre) la NewCo Depositi Italiani Gnl, rispettivamente con il 49 e il 51 percento di partecipazione, che realizzerà nel porto di Ravenna (a Porto Corsini) un deposito da 20mila metri cubi di gas naturale liquefatto (Gnl), che andrà in esercizio nel 2021.

L’impianto avrà una movimentazione annua di oltre 1 milione di metri cubi di gas liquido – è stato detto nel corso della cerimonia per la costituzione della NewCo – rendendo disponibile in Italia il metano liquefatto per l’alimentazione di almeno 12mila camion e fino a 48 traghetti l’anno.

In questo modo – ha sottolineato l’Ad di Edison Marc Benayoun – «contribuiamo al raggiungimento degli obiettivi della Cop21, della direttiva europea Dafi e della Sen (Strategia energetica nazionale, ndr), grazie all’abbattimento delle emissioni prodotte dai trasporti marittimi e terrestri pesanti».

Una infrastruttura, ha sottolineato Guido Ottolenghi, ad di Pir, che apre «una nuova e stimolante frontiera tecnologica e operativa per la logistica dei carburanti».

Per realizzarla, Depositi Italiani Gnl ha investito 100 milioni di euro.

Università, a Ravenna si sono laureati i primi tre Restauratori

Si è tenuta la prima seduta di laurea del corso in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali attivato nel 2013

RestauratoriSi è tenuta venerdì mattina a palazzo Corradini la prima seduta di laurea del corso di laurea magistrale a ciclo unico in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna attivato dal Dipartimento di Beni Culturali del Campus di Ravenna nel 2013.

Sono tre i primi studenti che hanno ottenuto il titolo di Restauratore di beni culturali e l’abilitazione alla professione di Restauratore. Si tratta di Mara Di Gennaro che ha presentato la tesi dal titolo “Studio e restauro del rivestimento lapideo della Cappella delle Reliquie della Basilica dii Sant’Apollinare Nuovo. Un esempio di riuso dei marmi antichi in epoca rinascimentale”; Laura Franzese, con la tesi “L’area archeologica di S. Croce a Ravenna: restauro e valorizzazione per una proposta museografica ecosostenibile”; e Michele Martinelli con “Quadrupedi gradienti ed animali fantastici: storia, restauro e valorizzazione delle ciste di Stradello della Certosa di Bologna”.

«Le lauree abilitanti alla professione di restauratore – ha sottolineato Enrico Sangiorgi, prorettore alla Didattica Università di Bologna – costituiscono una novità relativamente recente a livello nazionale: l’Università di Bologna ha istituito questo corso di studio nel 2013, nella convinzione di completare e potenziare l’offerta nel settore dei beni culturali, fortemente radicata nel Campus di Ravenna. Non poteva mancare questo tipo di formazione che, da un lato, trae vantaggio dal fermento culturale della sede universitaria ravennate, dall’altro, apre la strada a stretti contatti con il mondo del lavoro e con il territorio. Solo dieci Atenei italiani offrono questo tipo di corso, e Bologna ha voluto investire sui percorsi che connotano il territorio: mosaici, architettura storica e reperti archeologici. Uno dei grandi punti di forza di questo corso è l’irripetibile occasione di creare una strategica relazione fra la formazione e la tutela, fra un’Università e le Soprintendenze, i Musei. Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali è un attore fondamentale, parte integrante del corso, al quale collabora creando una sinergia di grande valore pubblico. La presenza di questo corso e dei suoi studenti genera un’importante ricaduta sociale, che motiva i docenti a credere nella formazione dei futuri conservatori del nostro patrimonio».

«Oggi festeggiamo la conclusione dei primi percorsi quinquennali – ha spiegato Mariangela Vandini, coordinatrice del corso di laurea – ma anche l’esito positivo della scelta di introdurre a Ravenna un corso di laurea tra i pochissimi a formare gli studenti alla professione del restauratore, in particolare nel settore delle superfici decorate dell’architettura, del metallo, del vetro e della ceramica. Il corso di laurea magistrale si avvale della collaborazione dei principali enti, soprintendenze e realtà culturali non solo locali ma anche extraterritoriali e presenta la peculiarità di avere una forte ricaduta sociale nel territorio in cui si trova in quanto prevede che gli studenti, seguiti e guidati da docenti professionisti di alta qualificazione, si formino operando direttamente sui beni culturali della collettività. In questi anni sono stati attivati numerosi percorsi specifici in cui gli studenti hanno avuto parte attiva quali il restauro della Fontana del Nettuno a Bologna, nei cantieri-scuola a Ravenna realizzati in collaborazione con il MiBAC presso la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, i chiostri di San Vitale sede del Museo Nazionale di Ravenna ma anche nei laboratori del Parco Archeologico di Classe, in collaborazione con la Fondazione RavennAntica».

Per Natale in centro a Ravenna arrivano i pony per far cavalcare i bambini

Tutte le domeniche di dicembre gli animali di Equilandia, laboratori e “truccabimbi”

Natale Pony RavennaIn attesa dell’accensione dell’albero di Natale in piazza del Popolo, a Ravenna, annunciata una delle novità di queste feste nel capoluogo bizantino, “Il Natale in piazzetta Kids”. Si tratta di uno spazio – piazza Anita Garibaldi – pensato appositamente per i bambini e le loro famiglie con laboratori, giochi e attività ludico ricreative in programma nelle quattro domeniche di dicembre che anticipano il Natale.

Grandi protagonisti i pony di Equilandia con la possibilità per i bambini di fare un giro a cavallo. La fattoria sociale Equilandia, diretta da Cristina Malucelli, si occupa di ippoterapia e riabilitazione equestre, scuderia didattica e pensione per cavalli anziani o infortunati.

Oltre ai pony, domenica mattina ad accogliere tutti i bambini ci saranno il Teatro del Drago e La Casa delle Marionette con un laboratorio di costruzione di un burattino e Tata Fata con truccabimbi e palloncini.

Mercato immobiliare: lo spread “raffredda” le intenzioni d’acquisto delle case

I dati del Rapporto Fimaa: nei primi sei mesi del 2018 scambi di abitazioni a -5,8 percento a Ravenna rispetto all’anno precedente

FOTO DI GRUPPO RAPPORTONei primi 6 mesi del 2018 il numero di scambi di abitazioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente è diminuito del 5,8% in città e dello 0,8% nel comuni minori della provincia di Ravenna. Se tale rallentamento dovesse confermarsi anche nella seconda parte dell’anno, gli scambi 2018 in città non arriverebbero a 2.000 (contro i 2.088 dello scorso anno), mentre nei comuni minori si arriverebbe a 2.271 (appena 18 in meno di quelli disposti dall’Agenzia delle Entrate per il 2017).

È il dato che emerge dal “Rapporto 2018 del mercato immobiliare a Ravenna e provincia” a cura del sindacato provinciale Fimaa Ravenna e da Confcommercio, presentato venerdì mattina alla Camera di Commercio di Ravenna.

«Risulta evidente – commentano i promotori – che le informazioni disponibili non permettono di fornire considerazioni particolarmente ottimistiche, dovute alle turbolenze dei mercati finanziari (spread sui 300 punti) che giocano di anticipo sui tassi di interesse sui mutui. Ciò potrebbe comprimere le aspettative degli acquirenti che, in tal modo, raffredderebbero le proprie intenzioni di acquisto.
D’altra parte occorre osservare che, contrariamente a quanto riscontrato per il 2016, e precedentemente per il 2015, il 2017 si era già connotato come un anno di stasi ed assestamento, dopo la ripresa, tutto sommato “vivace” rilevata per le due annate precedenti».
L’indice degli scambi rispetto al 2011, base dell’analisi, risulta diminuito del 6,1% nel 2017 per la città (se proseguisse il trend di cui si è parlato per il 2018 l’indice calerebbe invece dell’11,6%) e dell’8,2% nei comuni non capoluogo (9% nel 2018).

Tra le macroaree provinciali la massima appetibilità nel 2017 è stata manifestata nel comune capoluogo (con il 47,7% degli scambi dell’intera provincia), seguito dall’Alta pianura del Lamone (oltre 20% degli scambi della Provincia).

Nel comune di Ravenna si segnalano tra le zone a migliore dinamicità, San Pietro in Vicoli, Fornace Zarattini, cintura alla Zona Centrale e il Centro Storico; mentre, all’opposto, un mercato ridotto si registra nelle zone rurali, a Casal Borsetti, Porto Fuori e Marina di Ravenna.

Il possibile lieve ridimensionamento delle quantità scambiate non fa correre neppure a Ravenna i prezzi di compravendita 2018: in base alla rilevazione, si registra un incremento dello 0,5% nel capoluogo e appena dello 0,2% nei comuni minori della provincia rispetto al 2017: in tal modo, i prezzi del 2017 risultano superiori ai dati registrati nel 2004, del 7% in città e dell’1,6% nei comuni minori della provincia (rispetto al 2011, rispettivamente -9,9% e -10,5%).

La congiuntura del mercato immobiliare nazionale residenziale
Il mercato della compravendita di abitazioni italiano continua a crescere ad un ritmo medio del 5% all’anno, dopo il +18,4% fatto registrare nel 2016 sull’anno precedente. È un mercato ancora trainato dall’ulteriore miglioramento sul mercato dei mutui: rispetto al 2016, nel 2017 le abitazioni acquistate con l’ausilio di finanziamento ipotecario sono state poco meno di 260 mila, in rialzo del 7,8%. Sul totale delle abitazioni acquistate dalle persone fisiche, quelle favorite da mutuo, nel 2017, riguardano quasi il 50% del totale delle compravendite complessive, facendo registrare, così, il valore massimo dell’incidenza osservata dal 2011, con un valore delle abitazioni compravendute avvalendosi di mutuo pari a circa 46,2 miliardi di euro (il capitale erogato rappresenta circa il 71% della spesa di acquisto).

«È un mercato – commentano da Fimaa –, quello dell’acquisto di spazio residenziale, tuttavia, che appare profondamente mutato nella forma e nella dimensione rispetto a quello ante crisi. La domanda pare prevalentemente alla ricerca di una qualità che non si concretizza più solamente nelle finiture e nelle buone ristrutturazioni, ma l’evoluzione culturale privilegia gli acquisti di abitazioni parsimoniose dal punto di vista energetico, evolute dal punto di vista strutturale e con pregi architettonici.
Sicuramente il prodotto costruito nuovo rappresenta una buona chance per i venditori di abitazioni di incontrare la domanda, tuttavia l’offerta sul mercato è solo parzialmente determinata dal flusso di nuove costruzioni: è infatti prevalente lo stock esistente. Ciò genera due ordini di considerazioni: la prima relativa al volume delle nuove costruzioni rispondenti alla domanda, la seconda sui prezzi.
In particolare i prezzi di compravendita possono essere assunti a testimoniare il mercato a due velocità tra il mercato del nuovo e quello dell’esistente: tra il 2010 ed il 2017 i prezzi delle abitazioni sono diminuite in media italiana del 16%. Ciò è la risultante di due variazioni contrapposte: la forte debacle dei prezzi delle abitazioni esistenti (pari al -22%) ed una sostanziale tenuta (in termini nominali, al lordo, cioè dell’inflazione) dei prezzi delle abitazioni nuove (appena -0,8%). Il dato raccolto nel II trimestre del 2018 conferma questo trend: secondo le stime preliminari diminuisce dello 0,2% nei confronti dello stesso periodo del 2017 (era -0,5% nel primo trimestre 2018). La lieve flessione tendenziale è da attribuire esclusivamente ai prezzi delle abitazioni esistenti che registrano una variazione negativa pari a -0,7%, mentre i prezzi delle abitazioni accelerano su base tendenziale, passando dal +1,0% del primo trimestre del 2018 al +1,6% del secondo trimestre del 2018.
Nonostante tutto questo, le aspettative per il mercato immobiliare restano positive, anche se non si può parlare di una vera e propria inversione del ciclo a causa della dinamica sui prezzi di vendita. Mancano ancora gli acquisti per investimento e rimane comunque alta l’attenzione sui mutui in contenzioso garantiti da immobili spesso scadenti che contribuiscono ad aumentare la percezione di un’ampia offerta sul mercato. Tuttavia le opinioni raccolte dagli agenti immobiliari Fimaa lo scorso giugno per il proseguo dell’attività sono favorevoli, così come appaiono positive le previsioni macroeconomiche formulate dall’Istat la scorsa primavera: Pil in crescita con lo stesso ritmo del 2017, inflazione sotto controllo e tasso di disoccupazione in lieve riassorbimento».

Nella notte gli ultimi ritocchi: il museo Classis apre dopo 16 anni di cantiere

Un investimento pubblico di 22 milioni di euro ha trasformato l’ex zuccherificio di Classe nel polo principale del parco archeologico a ridosso della basilica di Sant’Apollinare. L’1 dicembre il taglio del nastro con ingresso gratuito. Il direttore della fondazione Ravennantica: «Fra tre mesi partiremo con una ventina di assunzioni»

Certo, da fuori il colpo d’occhio è notevole. L’ex-zuccherificio di Classe si staglia pulito e rinnovato contro il cielo lattiginoso. Salendo verso l’ingresso si percorre a ritroso l’onda di mosaico creatabdal mosaicista Paolo Racagni, una lunga lingua blu tutta avvallamenti e gonfiori, fino ad arrivare alla facciata in semplice laterizio.

Il panorama circostante tradisce però questo parto pretermine. Tutto attorno al nuovo museo Classis si estendono tappeti di fango e pozzanghere, in attesa della loro metamorfosi erbosa. L’interno vibra di ronzii meccanici, s’illumina delle scintille dei flessibili. Il cantiere – senz’altro affascinante – è una festa di trapani e compensato, di reperti ancora da scartare, di cavi e allacciature elettriche scoperte. I giornalisti invitati all’anteprima di oggi 30 novembre, intabarrati nei loro cappotti eleganti, scattano foto, cercano di dribblare gli operai impegnati in questa corsa contro il tempo: l’inaugurazione è fissata per l’1 dicembre, e di lavoro da fare sembra essercene ancora tanto. È senz’altro difficile farsi un’idea concreta del futuro di questo luogo, sulla base di quanto visto. In tono semiserio il direttore di Ravennantica Sergio Fioravanti ha promesso un colpo di bacchetta magica questa notte. Più pragmaticamente significa che per essere pronti alle 10.30 di domani, si lavorerà tutta la notte.

Ma se ancora gli occhi non possono posarsi sul prodotto finito, ci si può basare però sulle intenzioni di chi Classis l’ha concepito e realizzato. Durante la presentazione l’assessora comunale Elsa Signorino, il presidente di Ravennantica Giuseppe Sassatelli e il professore Andrea Augenti del comitato scientifico hanno delineato i caratteri essenziali di questo museo. Si è parlato di “portale d’ingresso” alla città, di “contenitore di storie”: quello che è ovvio è che la vocazione di questo luogo non sarà univoca.

Classis sarà certo uno snodo fondamentale all’interno del parco archeologico di Classe (quello che per intenderci va dall’Antico Porto fino alla Basilica, attraversando i resti di San Severo), ma dovrà lavorare in sinergia con gli altri musei cittadini. Sarà un museo della storia cittadina “e del territorio”, come vuole la dicitura ufficiale, una coda di pavone a pochi passi da Sant’Apollinare sfoggiata per ingolosire turisti a digiuno della storia locale; ma sarà anche un hub che raccoglierà attività didattiche, laboratoriali e comunitarie, capace di tenere assieme i ricercatori e i restauratori dell’Alma Mater con il comitato cittadino. Ma soprattutto Classis sarà un esempio di recupero virtuoso di uno spazio destinato all’abbandono e al degrado come l’ex zuccherificio: una sorta di medaglia al valore dell’archeologia industriale, come ha precisato il sindaco Michele de Pascale.

L’investimento è costato ben 22 milioni di euro (cifra notevole se pensiamo che per il nuovo palazzetto dello sport ravennate sono stati stimati 15,5 milioni) ed iniziato nell’ormai lontano 2002. Aver salvato un luogo simbolo della storia operaia cittadina è un merito indiscutibile – così come non si può che gioire, in questi tempi, dell’apertura di un nuovo polo culturale, complesso e innovativo.

Oggi è troppo presto – e insieme troppo tardi – per tirare un bilancio verosimile di questo investimento: starà al tempo e alla gestione di Ravennantica dimostrare le sue potenzialità. Per ora ci si può limitare a illuminare qualche neo. Ad esempio, ci si può chiedere se l’approccio piano e narrativo degli allestimenti, ideati dall’architetto Andrea Madara, possa davvero attirare il pubblico colto, che già conosce la storia antica e medievale. D’altra parte, l’effettiva carenza di reperti di richiamo potrebbe disincentivare la fruizione da parte del grande pubblico, bisognoso di stimoli e di attrazioni.

Ancora, si spera che dopo 16 anni di lavori e di restauri (spesso svolti gratuitamente da studenti dell’Università di Bologna), Classis possa diventare un’occasione per la creazione di nuovi posti di lavoro in ambito conservativo e culturale.

Sollecitato su questo punto il direttore Fioravanti ha assicurato che, a fronte di un periodo di circa tre mesi durante il quale Classis verrà gestito dall’organico già impiegato, Ravennantica dovrebbe procedere all’assunzione di una ventina di persone, per svolgere quelle attività di restauro e laboratoriali su cui poggerà larga parte dell’attività del nuovo museo. Sarebbe bello, insomma, che dopo tanti anni questo ex-zuccherificio tornasse un punto di riferimento per gli affamati di lavoro.

La piscina comunale sarà demolita per costruirne una nuova: progetto da 13,5 milioni

La giunta De Pascale ha approvato la proposta del consorzio Arco in regime di finanza di progetto. Il nuovo impianto avrà anche un centro fitness con gestione per 25 anni

Piscina Comunale Ravenna Big Beta 2Ravenna avrà una nuova piscina comunale. Il progetto da 13,5 milioni di euro, presentato dal consorzio Arco Lavori e recentemente approvato dalla giunta, prevede la costruzione del nuovo impianto in regime di project financing: la struttura sorgerà in via Falconieri al posto dell’attuale piscina Gambi che sarà demolita. La nuova opera prevede spazi ampliati e un centro fitness e una gestione di 25 anni.

La giunta De Pascale ha approvato il progetto di fattibilità affinché venga inserito nel programma triennale 2019-2021 dei lavori pubblici – elenco annuale 2019 – e successivamente posto a base di gara per l’aggiudicazione della concessione mediante appunto finanza di progetto, ai sensi dell’articolo 183 comma 15 del codice degli appalti. Tale comma prevede che la proposta del soggetto privato contenga un progetto di fattibilità, una bozza di convenzione, il piano economico-finanziario e la specificazione delle caratteristiche del servizio e della gestione. Il progetto di fattibilità approvato è posto a base di gara, alla quale è invitato il proponente. Se il promotore non risulta aggiudicatario può esercitare il diritto di prelazione e divenire aggiudicatario se dichiara di impegnarsi ad adempiere alle obbligazioni contrattuali alle medesime condizioni offerte dall’aggiudicatario.

Il circolo Abajur chiude: «Sospesa ogni attività in attesa che si faccia chiarezza»

I gestori dello storico locale aveva lamentato generiche incomprensioni con alcuni dei vicini. Il caso era arrivato anche in consiglio comunale con una interrogazione

Il circolo Abajur di via Ghibuzza a Ravenna chiude dal 3 dicembre. Lo rende noto il consiglio direttivo con una breve nota inviata alla stampa in cui si parla di «sospensione temporanea» senza specificare la durata. Questo il testo divulgato dall’Abajur: «Visto il clamore mediatico degli ultimi giorni, che si è creato attorno alle attività del Circolo Abajur, riteniamo opportuno, nel rispetto di tutti gli artisti nazionali e internazionali che si sono esibiti qui, il Cineclub che è cresciuto con noi, i registi e le altre realtà cinefile che vi hanno partecipato, tutti coloro che ci stanno sostenendo ma soprattutto nel rispetto di tutti i soci, senza i quali nulla di questo sarebbe mai potuto esistere, sospendere temporaneamente e con decorrenza da lunedì 3 dicembre, tutte le attività del circolo, nell’attesa che venga fatta chiarezza su quanto occorso».

Le indagini smentiscono il tentativo di adescamento di un ragazzino davanti a scuola

La denuncia presentata da una donna sulla base del racconto del figlio ha messo in moto polizia e carabinieri: gli accertamenti mettono fine al panico sollevato da allarmi via Facebook e Whatsapp

SCUOLA: SOLO 8% BAMBINI TORNA A CASA DA SOLO, GERMANIA 76%Una incomprensione tra un ragazzino e un uomo che gli ha chiesto se avesse bisogno di aiuto perché si stava guardando attorno davanti a scuola all’uscita dalle lezioni. È questa la versione dei fatti che secondo le forze dell’ordine descrive in maniera attendibile quanto accaduto ieri, 29 novembre, a Lugo. Smentita l’ipotesi di un tentativo di adescamento: gli accertamenti compiuti da polizia e carabinieri in sinergia, scattati dopo la denuncia presentata in caserma dalla madre solo sulla base delle parole del figlio, hanno messo la parola fine al rincorrersi di allarmi rimbalzati nelle ultime 24 ore sui social, soprattutto tra bacheche di gruppi Facebook e chat di Whatsapp.

Dalla metà del pomeriggio di ieri è stato tutto un inseguirsi di voci nelle piazze online. Un solo dato certo: la denuncia fatta da una madre ai carabinieri per segnalare che il figlio le aveva raccontato di essere stato avvicinato da un uomo che si era presentato come inviato dalla donna e gli aveva offerto un passaggio in auto per accompagnarlo a casa. La donna ha poi voluto mettere in guardia i genitori dei compagni di classe che a loro volta hanno voluto fare altrettanto propagando messaggi da una chat all’altra. Nel passaparola continuo la segnalazione è andata arricchendosi di dettagli privi di alcuna fondatezza. Alcuni avevano addirittura parlato di un accenno di inseguimento da parte dell’adulto.

Tutto inventato dal giovanissimo o solo un grande equivoco causato in buona fede da un minore spaventato? Su questo gli inquirenti non hanno approfondito: una volta appurato che non c’era stato il tentativo di adescamento, né tantomeno di rapimento, hanno archiviato la vicenda con l’augurio che possa servire da insegnamento per le prossime volte.

Un anno fa a Ravenna accadde una situazione simile: panico tra i genitori seminato via chat per quello che si temeva fosse un tentativo di adescamento. Gli accertamenti dell’Arma in quel caso stabilirono che si era trattato di una incomprensione tra genitori separati.

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