sabato
02 Agosto 2025

Rekico, parte una nuova avventura. Faentini in Toscana nel debutto dei playoff

Basket B / Domani, domenica 29 aprile (ore 18), la squadra manfreda affronta in trasferta il Montecatini Terme in gara1 dei quarti playoff. Silimbani: «Ricomincia tutto da zero e siamo convinti di poterci far valere»

Jacopo Silimbani
Una delle colonne della Rekico Faenza, Jacopo Silimbani

Con gara1 dei quarti di finale partono dalla Toscana i playoff della Rekico, impegnata domani, domenica 29 aprile, alle ore 18 in casa del Montecatiniterme Basket, quarta classificata del girone A. Una sfida apertissima che si disputerà in un PalaTerme colorato di neroverde, con centinaia di tifosi manfredi attesi sugli spalti per spingere i Raggisolaris alla vittoria. Si tratta del primo capitolo di quello che si spera sia solo l’inizio di una bella avventura per i faentini: la formula prevede infatti quattro gruppi, la vincitrice dei quali si qualificherà per la final four che mette in palio tre promozioni in A2. Gara2 si giocherà mercoledì 2 maggio alle 20.30 al PalaCattani di Faenza, mentre l’eventuale gara3 è in programma domenica 6 maggio alle 18 a Montecatini Terme. Chi passerà il turno se la vedrà in semifinale con la vincente del confronto tra Baltur Cento e LTC San Giorgio su Legnano (al meglio delle tre partite su cinque). La partita sarà trasmessa in diretta sulla pagina Facebook dei Raggisolaris Faenza.

Il Montecatiniterme Basket si presenterà alla sfida con la Rekico con un importante biglietto da visita: è la squadra che ha la migliore percentuali da tre punti di tutta la serie B, tirando con il 38%. Una statistica che conferma le grandi qualità del gruppo del coach Campanella, arrivato quarto davanti a Piombino grazie alla vittoria nello scontro diretto casalingo nell’ultima giornata. Proprio il fattore campo è una delle armi in più dei toscani, come dimostrano i 12 successi in 15 incontri raccolti al PalaTerme, cifra però inferiore a quella della Rekico che davanti al pubblico amico ne ha vinte 13. I punti di forza di Montecatini sono la guardia Centanni, miglior marcatore con 15 punti di media, il centro Galmarini, secondo realizzatore con 12 punti, e il capitano Meini, playmaker classe 1979, storica bandiera del gruppo. Di grande esperienza è anche la guardia/ala Petrucci, ottimo in fase realizzativa con 11.5 di media, mentre sotto canestro si fa valere Artioli con la sua fisicità. Completano il pacchetto dei senior la guarda Callara, l’ala Evotti e il Daniele D’Andrea. Gli under che hanno il maggiore impatto nel gioco sono Bolis, guardia del 1997, e il playmaker Galli (’98). Gli altri giovani sono Mucci (guardia del 2000), l’ala Soriani (’98) e l’ala Alioune (2000).

«Non vedo l’ora di scendere in campo contro Montecatini – afferma il pivot Jacopo Silimbani – perché ricordo ancora l’eliminazione dello scorso anno con Firenze e voglio riscattarla. Come me anche gli altri giocatori che erano in campo quel giorno sono motivatissimi, come i nuovi arrivati che vogliono dare il massimo nella parte più bella del campionato. La vittoria con Crema ci ha ridato maggiore autostima e fiducia nei nostri mezzi: sappiamo di aver perso tante occasioni durante la stagione e che sarebbe bastato poco per arrivare più in alto del quinto posto, ma da domenica tutto ricomincerà da zero e siamo convinti di poterci far valere».

Silimbani termina dicendo che «nei play off sono gli episodi a essere decisivi e dovremo essere bravi a sfruttarli a dovere, restando concentrati e giocando di squadra dal primo all’ultimo minuto. Saranno tre partite equilibrate, dove nulla sarà scontato, e la dimostrazione dell’andamento dei playoff l’abbiamo provata lo scorso anno: con Firenze abbiamo perso le due partite che avremmo meritato di vincere e vinto quella in cui siamo stati più in difficoltà. Montecatini ha un organico con grande qualità e per batterla dovremo essere perfetti: tra i tanti stimoli ci sarà anche quello di poter trovare Cento in semifinale, squadra che sin dagli Anni Novanta ha giocato partite emozionanti contro Faenza. Un remake di quelle sfide sarebbe fantastico».

Il tabellone del girone B – Gara1 quarti di finale (dall’alto verso il basso): domenica 29 aprile , ore 18, Baltur Cento-LTC San Giorgio su Legnano; domenica 29 aprile , ore 18, Montecatiniterme Basketball-Rekico Faenza; sabato 28 aprile, ore 21.30, All Foods Fiorentina Basket Firenze-Tigers Forlì; domenica 29 aprile , ore 18, Tramarossa Vicenza-Gessi Valsesia Borgosesia.

«Le soprintendenze sono piene di reperti mai esposti»

Il Gruppo ravennate archeologico attacca le istituzioni: «Pessima gestione dei siti, ostacolano i volontari»

Nave Comacchio
Una parte della nave come è al momento custodita a Comacchio

«L’antica nave depositata a Comacchio è evidente e palese incongruenza della gestione del patrimonio archeologico di questo Paese: se l’opera non richiama l’interesse di qualche dirigente rimane lasciata a se stessa in qualche deposito. E i depositi delle soprintendenze sono strapieni di incredibili reperti, spesso non studiati, mai esposti». A dichiararlo è Giovanni Fucci, presidente dell’associazione Gruppo ravennate archeologico (Gra) nata a metà anni ottanta e che oggi conta 65 soci volontari. In questi anni il Gra ha recuperato circa 1.400 casse di reperti archeologici.

Il Gra ci scrive all’indomani del nostro approfondimento su temi archeologici, dimostrando una certa insofferenza nei confronti dei metodi della Soprintendenza, a cui spetterebbe anche portare a termine tra le altre cose il definitivo restauro dell’antica ancora ritrovata a Punta Marina ma al momento scomposta e imballata in una stanza dell’Autorità portuale.

Arch«È evidente poi – scrive il Gra – la pessima gestione dei siti archeologici da parte delle soprintendenze, con personale non qualificato, disinteressato e che spesso ostacola anche l’attività dei volontari che gratuitamente tentano di valorizzare questi siti. Non siamo manovalanza a costo zero e ci consideriamo parte del sistema culturale di questo paese, perché abbiamo prodotto e continueremo a produrre pagine di documentazione, informazioni e conoscenze anche quando collide con la scienza ufficiale. Basti pensare  all’ingegner Roncuzzi e al patrimonio di ricerche, dati, rilievi raccolti in oltre 40 anni e che ha lasciato alla collettività, ma che ora giace abbandonato in qualche armadio di qualche istituzione e che (crediamo) nessuno abbia consultato nella preparazione della Carta delle potenzialità archeologiche di Ravenna».

Tornano i divieti per sosta e accesso agli stradelli del mare: multe da 206 euro

Dal 12 maggio si potrà parcheggiare solo nelle aree delimitate da apposita segnalazione

637 Stradelli A MarinaDa sabato 12 maggio tornano le limitazioni che regolano accesso e sosta dei veicoli agli stradelli retrodunali di Marina di Ravenna e Punta Marina. Si tratta di demanio marittimo quindi le violazioni si configurano quali occupazioni abusive di spazio demaniale marittimo con veicoli: non un normale divieto di sosta ma sanzioni ai sensi del codice della navigazione che equivalgono a una multa da 206 euro senza possibilità dello sconto del 30 percento anche qualora si paghi entro cinque giorni dalla notifica del verbale. I provvedimenti, al sesto anno di applicazione e in vigore fino al 28 ottobre, sono stati presi per tutelare le caratteristiche ambientali delle zone interessate e l’incolumità delle persone, salvaguardando il passaggio dei pedoni e dei mezzi di servizio e di soccorso.

Nello specifico, a Marina di Ravenna l’ordinanza riguarda il tratto fra lo stradello in prossimità del bagno Waimea e fino al bagno ai Tamerici; a Punta Marina Terme il tratto fra lo stradello in prossimità del bagno Ruvido e fino al bagno Miramare e dal bagno Miramare al Chaplyn. La sosta e l’accesso dei mezzi motorizzati sono consentiti solo ed esclusivamente nelle specifiche aree, retrostanti gli stabilimenti balneari, autorizzate ai titolari delle concessioni demaniali marittime come ampliamenti stagionali destinati alla sosta dei mezzi motorizzati, che dovranno essere opportunamente segnalate e delimitate a cura dei concessionari al fine di una loro precisa individuazione, prevedendo almeno una postazione per gli utenti diversamente abili.

Inoltre l’accesso dei mezzi motorizzati alle aree del demanio marittimo è consentito attraverso gli stradelli retrodunali adiacenti gli stabilimenti balneari esclusivamente per raggiungere le suddette aree di sosta e per consentire il percorso che da queste conduce alla prima uscita dal demanio marittimo.

Caviro, versati 7,4 milioni per archiviare «una minaccia mortale per il gruppo»

Il gruppo faentino ha chiuso una controversia fiscale in Portogallo che andava avanti da vent’anni. Il 2017 si chiude con risultati positivi nonostante anche altri ostacoli

Attachment (2)
Simonpietro Felice, dg Caviro

«Seppure a tutti gli effetti dalla parte della ragione, abbiamo deciso di chiudere una controversia fiscale che andava avanti da vent’anni in Portogallo versando la somma di 7,4 milioni di euro in un’unica rata. Un’enorme perdita per il nostro patrimonio ma abbiamo archiviato una minaccia potenzialmente mortale per l’intero gruppo». Così il direttore generale di Caviro, Simonpietro Felice, in occasione dell’assemblea di bilancio svolta il 27 aprile ha riassunto una delle questioni che hanno segnato il 2017 del consorzio di vitivinicoltori di Faenza.

«Si può dire che lo scorso anno abbiamo attraversato la tempesta perfetta – conclude Felice –. Tutto ciò che poteva accadere è accaduto, ma grazie al carattere resiliente tipico delle realtà cooperative, siamo usciti a testa alta anche da questa prova». Oltre alla questione portoghese, il 2017 è stato contraddistinto da «una vendemmia oltremodo scarsa, cambi ai vertici dirigenziali della compagine e la preparazione di tre diversi progetti strategici».

Questi i numeri del bilancio 2017. Il valore della produzione del gruppo è in crescita e supera i 328 milioni di euro. Positivo anche il margine operativo lordo (Ebitda) che raggiunge la cifra di 24,7 milioni di euro mai toccata prima. Un altro segno più il gruppo lo registra nell’export, che per il solo settore vino passa dal 32 percento al 34,4 sul totale dei ricavi B2C (Business to Consumer). Sul fronte dei ricavi l’incidenza del vino sul totale passa dal 73 percento al 70, diminuisce anche l’area Distilleria (dal 22 al 21 percento) mentre cresce il ramo Energia e Ambiente, che passa dal 5 al 9. Per quel che concerne le vendite dell’intero Gruppo in Italia passano dal 73 al 71 percento a vantaggio dell’export, incluso quello di Caviro Distillerie, che tocca il 29 percento contro il 27 dell’anno precedente.

La questione Portogallo è una delle principali voci dei costi straordinari che hanno portato una perdita nel conto economico di 0,5 milioni di euro. Ecco il riassunto dei fatti: «Circa vent’anni fa Caviro fu vittima in Portogallo di un’organizzazione criminosa che rubò alcol destinato all’export. La nostra cooperativa è stata riconosciuta parte lesa della vicenda in tutti i gradi di giudizio, ma una normativa dell’epoca prevedeva che pure il produttore dell’alcol fosse obbligato a corrispondere le imposte, anche se vittima del furto».

Torna la Festa della Cooperazione: cinque giorni tra approfondimento e divertimento

Fino all’1 maggio negli spazi dello stabilimento Agrintesa la 41esima edizione dell’iniziativa promossa da Confcooperative: incontri, musica, dibattiti, pranzi, stand e animazione per tutti

FestaCooperazione BagnacavalloLa formula è quella ormai collaudata che ha contraddistinto le 40 edizioni già andate in archivio: momenti di approfondimento – quest’anno in particolare sul rapporto tra accoglienza e sicurezza – alternati a momenti enogastronomici e al divertimento per tutte le età. Dal 27 aprile all’1 maggio a Bagnacavallo la Festa della Cooperazione promossa da Confcooperative negli spazi dello stabilimento Agrintesa in via Boncellino.

Sabato 28 aprile alle 20.30 la proiezione del docu-film Hotel Splendid di Mauro Bucci, che narra la vita in un centro di accoglienza profughi intrecciata al drammatico viaggio intrapreso dai migranti per giungere in Europa. Domenica 29 aprile la Festa vera e propria: dalle 14 è prevista infatti l’apertura degli stand, le mostre d’arte, l’animazione per grandi e piccoli, la pizza della cooperazione, la musica e il ballo con Feel That Swing (ore 17, DJ Sauro Dall’Olio) e il teatro dialettale con la commedia Una Valisa d’Busej (alle 21). Lunedì 30 aprile (alle 21.15 nei locali ex Cobar) torna il momento dell’approfondimento sociale con la tavola rotonda “Ero forestiero e mi avete ospitato: come si conciliano l’accoglienza e la sicurezza” con Maria Rosaria Mancini, dirigente della prefettura di Ravenna, Daniele Bassi, sindaco di Massa Lombarda, don Ugo Facchini, arciprete di Bagnacavallo, Doriana Togni, presidente di Federsolidarietà-Confcooperative Ravenna e Antonio Buzzi, vicepresidente Confcooperative Ravenna. Martedì 1 maggio alle 10 si svolgerà la tradizionale Messa nello stabilimento di Agrintesa seguita dal Pranzo della Cooperazione. Nel pomeriggio si torna a far festa con gli stand, l’animazione per i piccoli, la musica e l’allegria. Qui il programma completo.

«La Festa della Cooperazione di Bagnacavallo è un appuntamento molto sentito per tutti i cooperatori del territorio che da 41 anni non hanno perso l’entusiasmo per riunirsi, riflettere insieme su determinate tematiche e, ovviamente, divertirsi – dichiara Antonio Buzzi, vicepresidente Confcooperative Ravenna -. Quest’anno abbiamo voluto proporre una riflessione sulla conciliazione tra l’accoglienza dei migranti e la sicurezza, che ritroviamo in due eventi dedicati, sabato 28 e lunedì 30 aprile. Un tema quanto mai attuale e urgente alla luce delle vicende che stanno interessando il nostro Paese e il mondo intero. La cooperazione, in particolare quella sociale, è impegnata in prima linea nell’accoglienza e gestione dei migranti e nella loro integrazione. Attraverso questi due appuntamenti, vogliamo rendere noto l’eccellente lavoro che si sta portando avanti in stretto raccordo con la Prefettura e le Amministrazioni Comunali».

 

Cannabis terapeutica e dolore cronico, una trentina di pazienti seguiti dall’Ausl

Due modalità di assunzione: un decotto in acqua o latte oppure con aerosol. Il dottor Massimo Innamorato è il responsabile della rete di medicina antalgica: «Molti hanno interrotto le cure per mancanza di risultati. È un mondo ancora tutto da scoprire mentre per altre linee di terapia c’è una letteratura consolidata»

Se al medico capita di trovarsi di fronte la signora settantenne che chiede di avere la cannabis per alleviare i dolori perché ne ha sentito parlare dalla nipote, allora è chiaro quanta sia ancora la confusione sul tema dei farmaci a base di cannabinoidi. Ne abbiamo parlato con il dottor Massimo Innamorato, responsabile della rete clinica della medicina del dolore per l’Ausl Romagna. Un dato per cominciare: tra Ravenna, Faenza e Lugo sono circa una trentina i pazienti arruolati nel tempo dalla sanità pubblica per terapie di trattamento del dolore cronico con cannabinoidi. La maggior parte di loro ha interrotto il percorso perché non ha ottenuto risultati soddisfacenti. «Due-tre anni fa sembrava si fosse trovata la panacea di tutti i mali ma non è così – dice Innamorato –. C’è ancora un mondo da scoprire, come nel caso della patologia fibromialgica».

Dottore, cominciamo sgombrando il campo da possibili equivoci: i farmaci con il principio attivo della cannabis e la cannabis light sono due cose ben distinte?
«Certo. Nel secondo caso siamo più nel campo ludico se pensiamo che in alcuni negozi si trovano prodotti come le piadine. La differenza fondamentale sta nella concentrazione di Thc: in quella chiamata light siamo al di sotto dello 0,6 percento mentre in un farmaco come il Bedrocan stiamo tra il 15 e il 26 percento».

Già che ci siamo togliamo di mezzo anche l’altro equivoco: dalla piantina di canapa sul terrazzo o nell’orto non si ottiene alcun farmaco…
«Ovviamente no. I farmaci sono prodotti galenici realizzati in laboratori farmaceutici estraendo il principio attivo».

Parliamo dei farmaci. A cosa servono?
«Per il trattamento del dolore cronico generato da diverse patologie».

BedrocanChi è il paziente a cui viene proposta questa terapia?
«Si tratta di qualcuno che soffre di un dolore cronico e ha già provato altre terapie antalgiche più tradizionali ma non ha avuto benefici. Non si parte da zero con questi farmaci, nonostante capiti qualcuno che si presenta in ambulatorio la prima volta e chieda la cannabis terapeutica. Ovviamente deve essere un paziente che non abbia trascorsi di tossicodipendenza. E non è nemmeno secondaria una valutazione sulla persona che abbiamo di fronte: parliamo di prodotti che agiscono sui recettori del dolore ma si tratta pur sempre di stupefacenti. È vero che viene rilasciato il quantitativo per un mese di trattamento però dobbiamo essere certi che quella persona segua le indicazioni».

Se l’efficacia dei farmaci a base di cannabis è maggiore, perché non partire subito con questi?
«Intanto occorre chiarire che parliamo di farmaci che comportano delle controindicazioni importanti: non si può guidare e va prestata attenzione nella propria vita lavorativa. E poi stiamo parlando di qualcosa per cui ancora non c’è una letteratura consolidata».

Che percorso deve seguire il paziente arruolabile per questo trattamento?
«La prescrizione di questi farmaci può arrivare da qualunque medico, non solo un algologo del servizio ospedaliero ma anche il medico di base. Di solito però quest’ultimo si consulta con noi. Deve registrarsi sul portale del progetto Sole della Regione (rete che collega i medici e i pediatri di famiglia con le strutture sanitarie ed ospedaliere della Regione Emilia-Romagna, ndr), e a quel punto può prescrivere un piano terapeutico. Con questo il paziente si rivolge in farmacia, quelle ospedaliere o quelle private abilitate per ottenere il prodotto. Se soffre di certe patologie il farmaco è erogato dal servizio sanitario altrimenti è a carico del paziente».

Ci si può rivolgere a strutture private e poi acquistarlo a proprie spese?
«Sì, serve sempre la prescrizione di un medico. Sinceramente ho qualche perplessità su questi percorsi».

Decotto CannabisIn che forme si presentano i farmaci e come avviene l’assunzione?
«Due forme: si può fare un decotto in acqua o latte, come se fosse una bustina da tè. Oppure per inalazione in aerosol. La difficoltà principale è quella di dosare le percentuali. Per questo si stanno cercando nuove formulazioni come ad esempio la produzione di olio: qualche laboratorio privato lo sta producendo ed è molto più facile perché si tratta semplicemente di prendere un numero di gocce indicato. Di solito si consiglia l’assunzione serale, tutti i giorni o a giorni alterni in base al singolo caso. Poi mese per mese si valuta l’andamento».

Perché i pazienti lamentano la mancanza di continuità nella disponibilità del prodotto?
«Non dipende dall’Ausl ma dalla fornitura. Ma anche perché siamo in una fase davvero iniziale e ancora facciamo fatica a capire qual è la massa critica che può avere beneficio da questo principio».

Altra lamentela riguarda una presunta difficoltà nel trovare medici aperti verso questi trattamenti…
«Il medico algologo di fronte a un paziente con fibromialgia o dolore cronico ha il dovere di verificare altre linee terapeutiche. È un’indicazione che ha una logica perché altre terapie hanno studi e letterature vaste e comprovate».

Chick Corea e i Manhattan Transfer alla 45esima edizione di Ravenna Jazz

Presentata la rassegna, in programma dal 4 al 13 maggio tra teatro Alighieri e club. Con “Aperitifs” pomeridiani nei locali del centro

Chick Corea (3)
Chick Corea

Ravenna Jazz 2018 giunge al traguardo della 45esima edizione, un record nel panorama dei festival jazz italiani, e consolida la struttura extra large che ne ha contraddistinto le più recenti annate: dal 4 al 13 maggio, dieci giorni di musica itineranti tra vari luoghi.

Grandi e piccoli organici calcheranno il palco del teatro Alighieri: spicca su tutti Chick Corea (13 maggio), pianista che ha impresso indelebilmente il proprio nome sulla stagione del jazz rock anni Settanta continuando poi a dominare la scena internazionale anche col suo ritorno alla musica acustica. Come Corea, anche i Manhattan Transfer (all’Alighieri il 10 maggio) sono un gruppo che si è impresso nella memoria collettiva, con quasi cinquant’anni di storia alle spalle ed entrato a pieno diritto nella Vocal Group Hall of Fame. La progressione numerica dell’organico avanza ulteriormente con il quartetto del trombettista Fabrizio Bosso, spalleggiato dalla Paolo Silvestri Orchestra: sui leggii il 5 maggio all’Alighieri un mostro sacro della tromba, Dizzy Gillespie, al cui repertorio è dedicato il live.
Un’esplosione di numeri si avrà poi al teatro di Ravenna con la monumentale produzione originale “Pazzi di Jazz” Young Project, dedicata quest’anno a George Gershwin (7 maggio, a ingresso gratuito). Sul palco saliranno 250 giovanissimi esecutori affidati alle cure di luminari come il trombettista Paolo Fresu, il direttore e arrangiatore Tommaso Vittorini, l’organettista Ambrogio Sparagna e il beatboxer Alien Dee. In qualità di solisti e direttori affiancheranno l’enorme distesa di giovani allievi da loro stessi preparati nel corso di svariati mesi nell’ambito del progetto didattico “Pazzi di Jazz”.

In programma poi sei appuntamenti di “Ravenna 45° Jazz Club”, a partire dai lombardi Guano Padano, che segneranno tra l’altro l’apertura dell’intero festival (il 4 maggio al Cisim di Lido Adriano), tra vintage e avanguardia, folk e punk. Il 6 maggio al Socjale di Piangipane ecco poi la giovane trombettista e cantante spagnola Andrea Motis, con un quintetto con cui presenterà il suo primo disco per un’etichetta di riferimento come la Impulse!, mentre l’8 maggio al Mama’s di Ravenna giocherà in casa Alessandro Scala, noto sassofonista locale che si muove tra hard-bop e funk. Scala si esibirà con un quartetto impreziosito dalla presenza di Lorenzo Tucci, uno dei batteristi di riferimento del jazz italiano, e del chitarrista inglese Nigel Price. Voce di culto del pop inglese, Sarah Jane Morris sarà a capo di un quintetto co-diretto col suo chitarrista di fiducia, Antonio Forcione (9 maggio al Socjale); Raul Midón, originario del Nuovo Messico, cantautore tra soul, folk, funky cubano, jazz e un retroterra latineggiante sarà l’11 maggio al Cisim mentre le ultime note di “Ravenna 45° Jazz Club” si diffonderanno il 12 maggio al Bronson di Madonna dell’Albero con i Sons of Kemet, profeti di un funky sciamanico tribale, mischiando folk caraibico, solismi jazzistici e ritmi della diaspora africana.

Confermati anche quest’anno, infine, i concerti “Aperitifs”: musica jazz in chiave informale, all’ora dell’aperitivo. Saranno dieci appuntamenti, tutti a ingresso gratuito e caratterizzati dalla formula in solo, in locali del cento. Si parte (venerdì 4 maggio al Fresco Cocktails & Tapas) con il chitarrista e cantante brasiliano Rogerio Tavares che renderà omaggio alla sua terra con un programma musicale dedicato a Chico Buarque de Holanda. Sabato 5, Al Cairoli, Luca Olivieri sarà “Solo con una fisarmonica”; domenica 6, ancora al Fresco, l’hammondista Emiliano Pintori rivelerà le sue “Organ Insights”; il pianista e cantante Giacomo Toni ritorna agli Aperitifs lunedì 7 al Cabiria wine bar con il suo tour di presentazione dell’ultimo disco; martedì 8 a Casa Spadoni Fabio Petretti tratteggerà “Melodie Nude” coi suoi sax ed effetti. Pianoforte e voce, Lorenzo Pagani punta sul “Soul” mercoledì 9 all’Osteria Passatelli mentre ancora un “organ solo”, questa volta con l’hammondista (ma anche cantante) Sam Paglia, riscalderà l’atmosfera del Fellini Scalino Cinque (giovedì 10). Al Caffè del Ponte Marino, venerdì 11, si ascolteranno i paesaggi sonori della “Travelling Guitar” di Aldo Betto; il tenorista Alessandro Scala col suo “Bossax” si metterà in viaggio tra i classici della bossa nova (sabato 12, Il Roma) e infine al Caffè del Teatro (domenica 13) la cantante e pianista Laura Avanzolini e i suoi “Fe_Male Characters”.

Meraviglie Segrete: torna la manifestazione alla scoperta del verde in città

Giardini a tema, visite guidate, pedalate, attività coi bambini, le “botteghe delle meraviglie”: appuntamento dall’11 al 13 maggio

Giardino 2Gli spazi pubblici e privati a disposizione dei visitatori sono 76 con 42 eventi per bambini e adulti: l’edizione 2018 di Meraviglie Segrete, la manifestazione di giardini aperti nel comprensorio ravennate, si presenta dall’11 al 13 maggio con l’ambizione di superare le novemile presenza che secondo gli organizzatori raccolse un anno fa. L’edizione alle porte – organizzata dall’associazione Giardino&Dintorni col patrocinio dei Comuni di Ravenna, Fusignano e Russi – sarà caratterizzata da un’attenzione particolare alla biodiversità e alla sensibilità nella cura dell’ambiente.

Incanti nascosti, giardini a tema, luoghi che testimoniano la precisa volontà di tenere viva una coscienza ecologica, diventeranno i teatri naturali per una serie di iniziative a ingresso libero. Numerose le visite guidate alla scoperta di itinerari insoliti, le pedalate nel verde e le occasioni di attività coi bambini. Una novità di questa edizione sarà l’attenzione verso le arti e i mestieri, con le “botteghe delle meraviglie”: un’iniziativa che intende valorizzare il lavoro artigianale. Un vero e proprio viaggio dentro “la bottega” per scoprire la cura con cui vengono prodotte alcune eccellenze locali. La formula tutti gli anni vede crescere il numero dei giardini selezionati e delle aree verdi visitabili liberamente, in molti casi ospitanti mini eventi culturali di richiamo.

Grazie alla collaborazione con la Biblioteca Classense di Ravenna è stato possibile organizzare la mostra “Giardini, vigne, orti e altri spettacoli”. L’inaugurazione, nell’Aula Magna della Biblioteca, avverrà sabato 5 maggio alle 17. Si tratta di un evento unico nel suo genere: attraverso la preziosa documentazione d’archivio, verranno mostrati ai visitatori rari documenti di studiosi antichi e importanti autori e decoratori ravennati, che testimoniano come la cura dell’ambiente, intesa come strumento di bellezza e sviluppo socioeconomico, fosse presente sin dal 1600. Tra gli eventi particolarmente significativi di quest’anno si segnalano: la conferenza “La meravigliosa storia del grano e i suoi interpreti nel territorio ravennate” venerdì 11 maggio alle 18 al Circolo Ravennate e dei Forestieri e le visite guidate a Punte Alberete in collaborazione con il Fai giovani, alla Valletta a Bagnacavallo con il Wwf e all’oasi della Villa Romana di Russi.

«Vogliamo che Meraviglie Segrete diventi un riferimento virtuoso per il pubblico – dichiara Patrizia Matteucci di Giardino&Dintorni – non solo locale, ma che abbraccia un turismo culturale sensibile ai temi dell’ambiente, curioso di scoprire punti di vista originali. Continuiamo orgogliosamente a mantenere la formula dell’”ingresso libero” perché appartiene alla nostra storia: nessuno deve sentirsi escluso dal partecipare alla nostra rassegna. Vogliamo che Meraviglie Segrete si affermi come un’iniziativa che si distingue nel panorama nazionale per bellezza, cultura e qualità dell’ospitalità».

«Meraviglie segrete – rileva l’assessore alla Cultura Elsa Signorino – consente di coniugare diversi temi del verde: da quello ambientale e culturale a quello storico, passando quest’anno attraverso il lavoro degli artigiani. Si tratta di un appuntamento ricco e quindi imperdibile che permetterà un excursus dinamico all’interno della nostra città e non solo, di grande richiamo e adatto sia agli adulti sia ai bambini».

Lite tra operai al lavoro, uno colpisce l’altro alla testa con un tubo

Portato in ospedale per precauzione ma non è grave: discussione nata per futili motivi e poi degenerata

Una lite fra colleghi di lavoro nata per futili motivi è degenerata fino al punto che uno dei due ha colpito l’altro alla testa con un tubo. La vittima del colpo è stata portata in ospedale per accertamenti ma non è in gravi condizioni. L’episodio è accaduto stamani, 27 aprile, in una fonderia di Cotignola dove sono intervenuti anche i carabinieri su richiesta dei datori di lavoro.

Velox fisso sulla Provinciale 101: limite dei 50, dal 7 maggio multe fino a 829 euro

Sarà in funzione H24 in località Mirabilandia per i veicoli che viaggiano verso via Dismano. Altri tre saranno installati a breve

IMG 0751
(foto di repertorio)

Da lunedì 7 maggio si fa sul serio: l’autovelox fisso installato sulla strada provinciale 101 a Mirabilandia (km 1+970) comincerà a bastonare chi supera il limite dei 50 previsto per il tratto in cui è posizionato. Lo strumento rileva la velocità dei veicoli che circolano in direzione di via Dismano, sarà in funzione H24 e rileverà solo ed esclusivamente le violazioni riguardanti il superamento del limite massimo di velocità.

Questo è il primo di 13 velox fissi che il Comune di Ravenna ha deciso di installare sulle strade del suo territorio. I prossimi tre saranno collocati su altrettante strade extraurbane: sulla strada statale 67 a Coccolia, sulla statale 16 a ridosso del centro abitato di Fosso Ghiaia e sulla provinciale 254 a Castiglione di Ravenna. «Le collocazioni – spiega Eugenio Fusignani, vicesindaco con delega alla Polizia municipale – sono state decise dall’Osservatorio provinciale per la sicurezza stradale, organo istituito con la partecipazione di tutte le forze di polizia e coordinato dalla Prefettura, che ha ritenuto prioritario installare strumenti di questo tipo sulle viabili ove si registrano, normalmente, elevatissimi volumi di traffico e un significativo tasso di incidentalità».

Ecco nel dettaglio cosa prevede il codice della strada per chi infrange i divieti:
– chiunque supera i limiti massimi di velocità di non oltre 10 chilometri orari è soggetto alla sanzione amministrativa di 41 euro (scontati del 30%, se si paga entro cinque giorni dalla notifica del verbale, 28,70 euro); non vengono tolti punti dalla patente;
– chiunque supera di oltre 10 chilometri orari e di non oltre 40 chilometri orari i limiti massimi di velocità è soggetto alla sanzione amministrativa di 169 euro (scontati del 30%, se si paga entro cinque giorni dalla notifica del verbale,118,30 euro); vengono tolti 3 punti dalla patente;
– chiunque supera di oltre 40 chilometri orari ma di non oltre 60 chilometri orari i limiti massimi di velocità è soggetto alla sanzione amministrativa di 532 euro (non ammesso sconto); vengono tolti 6 punti dalla patente e c’è la sospensione della patente da uno a tre mesi;
– chiunque supera di oltre 60 chilometri orari i limiti massimi di velocità è soggetto alla sanzione amministrativa di 829 euro (non ammesso sconto); vengono tolti 10 punti dalla patente e c’è la sospensione della patente da sei a dodici mesi;
– le sanzioni sono aumentate di un terzo quando la violazione è commessa tra le 22 e le 7.

Troppo gravi le ferite dello scontro stradale, muore in ospedale dopo due settimane

La vittima è un 24enne che il 10 aprile viaggiava in sella a uno scooter in Circonvallazione Piazza d’Armi

Dopo due settimane di agonia, è morto in ospedale a Cesena un 24enne che la sera del 10 aprile scorso ha avuto un incidente a Ravenna in sella a uno scooter di grossa cilindrata. La vittima è Mohamed Hedi Jelassi, tunisino. A riportare la notizia del decesso è il quotidiano Il Resto del Carlino. L’incidente è avvenuto in via Circonvallazione Piazza d’Armi scontrandosi con un’autovettura. La posizione dell’uomo che stava effettuando la manovra a sinistra in un parcheggio laterale è al vaglio della sezione infortunistica della polizia municipale: ora l’autorità giudiziaria, dopo la morte del 24enne, deciderà su come procedere. La Municipale avrebbe inoltre riscontrato un’elevata velocità del centauro.

Sequestrate 2.500 scarpe al porto: prodotte in Albania con marchio “Made in Italy”

Calzature antinfortunistiche in un container: denunciata una donna albanese legale rappresentante di un’azienda pugliese che ha fatto l’importazione

18973 Foto 1Venivano presentate con la dicitura “100% Made in Italy” ma era state fabbricate interamente in Albania: la guardia di finanza e l’ufficio Dogane di Ravenna hanno sequestrato 2.500 calzature da lavoro in un container sbarcato al porto dall’altra sponda dell’Adriatico. L’attività ispettiva ha permesso di rilevare che le scarpe antiinfortunistiche avevano una falsa dicitura sulla produzione. Una donna albanese, legale rappresentante dell’azienda pugliese che stava importando il carico, è stata denunciata all’autorità giudiziaria ravennate.

«La contraffazione del “Made in Italy” e l’utilizzo illecito di segni che possono indurre i consumatori a considerare come fabbricato in Italia un prodotto estero – si legge nella nota divulgata dalle Fiamme Gialle – è una grave forma di illegalità, in grado di arrecare pesantissimi danni all’economia italiana e costituisce un vero e proprio inganno per i consumatori che, confidando nella notoria affidabilità del “Made in Italy”, sono indotti ad acquistare prodotti che si fregiano illegittimamente della prestigiosa dicitura, ma che poi si rivelano falsi e di qualità ben inferiore alle aspettative».

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi