giovedì
07 Agosto 2025

Il sindaco di Cervia su Fb: «Stop al terrorismo metereologico, danneggia il turismo»

Luca Coffari affianca gli albergatori nella sua battaglia: «Da prendere con le molle le previsioni oltre tre giorni»

10628503 10204764985193955 1103446836849472312 N
Luca Coffari, sindaco di Cervia

Il sindaco di Cervia Luca Coffari attacca i “meteoterroristi” ponendosi al fianco degli albergatori che nei giorni scorsi avevano sottolineato come le notizie di cattivo tempo – neve addirittura – in questi giorni potessero danneggiare il turismo che sta per entrare in clima pasquale. «Ieri – scrive il primo cittadino su Fb –  alcuni siti davano il 18 e 19 marzo neve a Cervia,  oggi variabile con 8 gradi.  La meteorologia oltre tre giorni va presa con le molle, mentre alcuni siti (non tutti va detto) giocano ad allarmare i cittadini per guadagnarne in click e visibilità, spesso a scapito dell’economia turistica»

In ogni caso, conclude  Coffari invitando i turisti in riviera, comunque «a Cervia ed in Romagna c’è sempre qualcosa da fare, anche se piove: dalle mostre al Magazzino del Sale, una visita alla Casa delle Farfalle o al Mu.Sa., Terme e Spa, una visita ai monumenti della vicina Ravenna, lo shopping nei tanti negozi»

A lanciare l’allarme era stata Federalberghi Cervia: « Le previsioni metereologiche inattendibili emesse con largo anticipo rischiano di rovinare la stagione turistica, causando mancate prenotazioni e cancellazioni dell’ultimo minuto. Condividiamo la posizione dell’Assessore regionale al turismo Andrea Corsini: Consultare il sito Arpae, assolutamente attendibile».

 

I ladri smontano i sedili posteriori e rubano il pullmino delle giovanili del Russi

Un Renault Master con il logo del Comune e la scritta Fondazione Carira. Non sembrano esserci segni di effrazione ai cancelli

Dove fino a ieri sera era parcheggiato un pullmino, questa mattina sono rimaste solo le due file dei sedili posteriori. Ladri in azione nella notte tra il 12 e il 13 marzo al campo sportivo di via Pascoli a Russi dove è stato rubato un Renault Master bianco utilizzato dalla società locale di calcio per il trasporto degli atleti del vivaio. I malviventi hanno potuto agire indisturbati prendendosi il tempo di smontare i divanetti, una circostanza che lascia pensare che il veicolo possa essere destinato al trasporto di materiale per altri colpi. Sull’episodio indagano i carabinieri.

Secondo i primi riscontri non sarebbero presenti segni di effrazione sui cancelli esterni mentre sono state forzate le porte degli uffici dove erano custodite le chiavi di quattro mezzi posteggiati dentro le recinzioni. Insomma chi ha aperto il portone ha fatto un lavoro davvero pulito oppure era in possesso di una copia delle chiavi oppure ha trovato aperto. In zona non ci sono telecamere di videosorveglianza.

Il furgone ha appena tre anni, il più nuovo di quelli a disposizione della squadra. È di proprietà del Comune di Russi che l’ha concesso in comodato d’uso ai Falchetti per il servizio di trasporto dei giovani calciatori. Il mezzo non ha i segni distintivi della società ma quelli della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna (che lo aveva donato) e la scritta “Comune di Russi – Servizi alla cittadinanza”. Il mezzo oltre al trasporto del settore giovanile del Russi, infatti,  viene utilizzato anche per i servizi generali del Comune. La società arancione chiede a  chiunque di segnalare alle forze dell’ordine qualsiasi eventuale avvistamento.

Un ettaro di vivaio per piante grasse trasformato in discarica di rifiuti speciali

La guardia di finanza ha individuato l’area dall’alto con una ricognizione aerea e poi è intervenuta per il sequestro

IMG 9859Un’area di un ettaro di proprietà di una azienda agricola che produce piante grasse, da frutta e palme trasformata in una discarica a cielo aperto di rifiuti speciali e pericolosi. È quanto individuato a Faenza dalla sezione aerea della guardia di finanza di Rimini nel corso di controlli per la tutela dell’ambiente. L’area è stata sequestrata.

A seguito di una recente ricognizione aerea le Fiamme Gialle avevano individuato una estesa superficie con rifiuti di vario genere nonché decine di autovetture e mezzi agricoli in evidente stato di abbandono. I militari, in collaborazione con personale dell’Arpae di Faenza, considerato il pericolo che poteva scaturire per l’ambiente circostante e per la salute pubblica, sono intervenuti per rilevare la natura e la reale consistenza del deposito: le carcasse di veicoli non bonificati erano appoggiate direttamente sul suolo, senza alcuna precauzione contro le infiltrazioni.

Il reparto operativo aeronavale della guardia di finanza di Rimini ha segnalato il responsabile dell’azienda agricola titolare del terreno per reati ambientali. Gli elementi raccolti nel corso dell’intervento saranno valutati anche in riferimento alla percezione di contributi nazionali ed europei di supporto alle attività agricole.

Arrivata malata dall’Afghanistan, ora nella Croce Rossa: premiata al Quirinale

La 16enne Nazifa Noor Ahmad ha ricevuto l’attestato di Alfiere della Repubblica dal Presidente Mattarella

28698800 1888483017860514 2652208387217747844 OLa 29135995 1888482597860556 8198881614683542595 N16enne Nazifa Noor Ahmad, oggi residente a Bagnacavallo, ha ricevuto ieri mattina (12 marzo) al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’attestato di Alfiere della Repubblica assieme ad altri 28 ragazzi che si sono distinti nella partecipazione, nella promozione del bene comune, nella solidarietà, nel volontariato e per singoli atti di coraggio.

Ecco la motivazione del Quirinale, in cui viene riassunta anche la sua storia: «È giunta in Italia dall’Afghantistan, grazie all’aiuto del nostro Contingente militare. Aveva una malattia molto grave, le cure negli ospedali italiani sono state lunghe e talvolta pesanti, ma si sono concluse con successo. Du28277124 1863895646985918 3973939096743320177 Nrante i numerosi ricoveri ha sempre mostrato il suo sorriso e ha cercato di essere d’aiuto a chi le stava vicino. È diventata volontaria della Croce Rossa, è pienamente integrata come studente nelle nostre scuole, e svolge il ruolo di interprete nei Centri di accoglienza per i migranti».

«Per lei – ha commentato il sindaco di Bagnacavallo, Eleonora Proni – i complimenti e l’orgoglio di tutta la nostra comunità e miei personali».

Pronti a partire per il Libano, ma i due escavatori da mezzo milione erano rubati

Operazione al porto di Ravenna: i mezzi Caterpillar erano stati sottratti a due aziende lazionali nell’estate 2017

FotoStavano per essere imbarcati al porto di Ravenna per raggiungere il Libano ma un controllo della guardia di finanza ha fatto emergere che i due Caterpillar del valore complessivo di circa mezzo milione di euro erano stati rubati lo scorso luglio nel Lazio. I mezzi sono stati restituiti ai legittimi proprietari e i quattro responsabili del trasporto sono stati denunciati per ricettazione e favoreggiamento.

L’indagine del comando provinciale di Ravenna, in collaborazione con i funzionari dell’Ufficio delle Dogane, è nata lo scorso mese di agosto quando, durante un controllo sui documenti relativi all’esportazione dei due imponenti macchinari, le Fiamme Gialle si sono insospettite dopo aver rilevato alcune incongruenze relative ai dati riportati nelle bollette doganali e per le diverse società coinvolte nella transazione, alcune delle quali con sede in Belgio, in Israele e in Libano.

I sospetti delle Fiamme Gialle hanno trovato conferma quando è risultato che i numeri di telaio dei due escavatori erano stati alterati: con l’ausilio dei tecnici specializzati della casa produttrice è stato possibile estrapolare i dati presenti nelle centraline elettroniche per ricavare i reali numeri di matricola.

In panchina manca la maglia per il cambio e il 21 diventa 27 con il nastro adesivo

Sacrificata la divisa di Scatozza per mandare in campo Papa. Su Facebook i tifosi scherzano: una colletta per una maglia nuova

MagliaSul campo è arrivata una vittoria che fa bene alla classifica e allora tra i tifosi c’è spazio per ridere: il sarcasmo dei sostenitori del Ravenna ha partorito lo scherzo su Facebook programmando per il 18 marzo una colletta per comprare una maglia nuova a Salvatore Papa. Il giallorosso domenica 11 marzo a Bergamo ha giocato indossando una maglia aggiustata con il nastro adesivo per trasformare in un 27 quello che invece sarebbe stato il 21 originariamente di Salvatore Scatozza (che non era in panchina). Un paio di strisce per coprire il nome, un paio per aggiungere la stanghetta del 7 e addrizzare la curva dell’1 e il gioco è fatto.

Nella partita contro l’Albinoleffe nella 28esima giornata di serie C, il centrocampista Papa partiva dalla panchina. Che fine avesse fatto la sua divisa non è cosa nota al momento ma evidentemente non era tra quelle della muta portata in trasferta e così per sostituire Christian Cenci al 25′ del secondo tempo è servito un po’ di bricolage: nelle serie professionistiche i numeri sono fissi per tutta la stagione e le maglie possono avere il nome del giocatore. La curiosità non è sfuggita ai tifosi che hanno postato sui social la foto dell’ingresso in campo ripresa dalle immagini televisive circolate. E c’è qualcuno che già si aggrappa alla cabala visto il risultato positivo: maglia fai da te ogni domenica per Papa…

Nuovi fondali, Ottolenghi soddisfatto: «Confindustria ha avuto un ruolo importante»

Dal Governo il sì per gli escavi. L’ad della Pir e ex presidente degli Industriali ricorda gli anni delle tensioni tra istituzioni: «Le nostre preoccupazioni erano fondate». E sul futuro: «Più ferro che gomma. Sapir in Borsa»

RAVENNA 04/05/2017. FOTO AEREE SAPIR
Una veduta aerea della darsena San Vitale del canale Candiano (foto Sapir)

Non lo dice proprio apertamente ma poco ci manca: un po’ è anche merito suo, di Guido Ottolenghi, se oggi Ravenna festeggia l’approvazione del progetto per l’approfondimento dei fondali del porto che vale 235 milioni. L’amministratore delegato della Pir è stato presidente di Confindustria Ravenna dal 2011 al 2015, uscito vincente dallo scontro istituzionale con l’ex presidente di Ap, Galliano Di Marco: l’ingegnere nel 2016 non è stato confermato e il progetto che il 28 febbraio ha avuto l’ultimo sì definitivo è più simile ai desiderata degli Industriali.

Ottolenghi, qual è stato il suo primo pensiero appena ha avuto la notizia dell’approvazione definitiva del Cipe?
«Ho pensato che finalmente si realizza un sogno che va avanti da almeno dieci anni. È stata una lunga camminata con qualche deragliamento ma a un certo punto siamo tornati alla logica che portò il ministro Corrado Passera nel 2012 ad approvare il finanziamento dopo essere venuto a Ravenna all’assemblea di Confindustria».

Se ne parla da dieci anni, forse anche di più. Ma gli ultimi dati dicono che i volumi di traffico sono sostanzialmente stabili. Il porto ne ha davvero bisogno?
«Siamo riusciti a mantenere più o meno i traffici ma sono calati drammaticamente i margini. La nave che può andare a Venezia o Capodistria passa da Ravenna solo se il terminal abbassa le tariffe. Per qualche anno si può tirare avanti ma poi vanno fatti investimenti».

Questo progetto può avere benefici anche fuori dal mondo portuale?
«Una logistica efficiente è strategica per l’industria. Se ho una eccellente capacità produttiva ma per arrivare ai mercati o per ricevere materie prime dai fornitori ho una catena inefficiente succede che mi sposto altrove. Il porto con pescaggi e banchine migliori diventa un tassello della capacità logistica al servizio del tessuto industriale che gravita sul nostro porto ma anche per un pezzo del Paese».

Logistica è la parola magica. Ora si scava per far entrare navi più grandi ma i camion che caricheranno quelle merci poi devono fare lo slalom tra le buche…
«È chiaro che le infrastrutture di contorno dovranno adeguarsi. Però penso più al ferro che alla gomma. Con un porto più profondo avremo volumi maggiori di merci quindi mercati più lontani da servire che vanno raggiunti in treno: più traffico ferroviario per recuperare competitività. Su questo ci sono iniziative in corso e ci sono stati miglioramenti significativi in questi ultimi anni».

Il comunicato di Confindustria dopo il Cipe ricorda “sei anni tortuosi” dalla prima approvazione del Cipe nel 2012 che stanziò i 60 milioni. Lei è stato presidente degli Industriali in buona parte di questo intervallo. Oggi che quegli anni sono storia, che riflessioni si sente di fare?
«Dico che purtroppo anche il modo con cui si conducono le cose può avere un effetto deleterio, ma è una mia personale convinzione. Ricordo con dolore quelle vicende: a un certo punto mi sembrava evidente che si stava deragliando ma le personalità in gioco e le divisioni interne alla comunità portuale ci hanno impedito di evitare alcuni errori tra 2013 e 2014».

Col senno di poi c’è qualcosa che farebbe diversamente se rigiocasse quella partita?
«Confindustria in quel momento ha giocato un ruolo molto importante e mi permetto di pensare che gli eventi successivi abbiano dimostrato che le preoccupazioni da noi espresse erano ragionevoli e meritavano non un’aggressione verbale ma un dibattito più ampio. All’inizio del 2014 lanciai un appello per coinvolgere la comunità portuale in un dibattito e segnalai diverse criticità: far stare in piedi il progetto solo con esprori presentava troppe criticità che poi si sono manifestate e si è manifestato anche che si può andare avanti con modalità diverse dagli espropri».

Una parte consistente del progetto è rappresentata da duecento ettari che diventeranno una piattaforma logistica. Ravenna finora ha perso investimenti per mancanza di spazi logistici?
«Non credo».

Il progetto di escavo si intreccia con il futuro di Sapir che riceverà parte dei fanghi su sue aree per poi realizzare una parte della piattaforma logistica. Lei è uno degli azionisti privati del terminalista a controllo pubblico. Come immagina i destini di Sapir?
«Lo sviluppo dell’area Trattaroli dà una possibilità di crescita. Sapir può diventare uno dei grandi terminal del Mediterraneo e quindi credo si possa aprire l’opportunità anche per una sua quotazione in Borsa. Oggi non ha dimensioni e volumi di attività per questo scenario ma domani potrebbe avere i numeri adatti».

A ogni temporale a Solarolo le aziende restano senza telefono e internet

Dardi, responsabile Cna per l’area faentina: «Sembra persistere il problema già segnalato nel 2015»

«Ad ogni pioggia di particolare intensità nella zona artigianale di Solarolo si verificano interruzioni dei collegamenti telefonici e internet». È la segnalazione della Cna che si fa portavoce dei disagi vissuti dalle aziende insediate nel territorio per la precarietà dei collegamenti: «Da mercoledì 8 marzo infatti alcune aziende segnalano la mancanza di linea telefonica, aggravata dall’assenza del collegamento a Internet; e non sono servite fino ad ora le sollecitazioni telefoniche messe in atto dalle imprese interessate».

A parlare è Jader Dardi, responsabile Cna per l’area faentina: «Sembra persistere il problema già segnalato nel 2015 in conseguenza delle piogge, quando i cavi interrati si impregnarono di acqua impedendo il funzionamento delle linee telefoniche e, a fronte di questa situazione, come associazione chiediamo con urgenza l’attivazione di un pronto intervento affinché i collegamenti vengano ripristinati e anche Solarolo possa essere collegata alla rete telefonica e informatica. Il prolungarsi di questa situazione causerebbe, infatti, danni economici rilevanti per la maggior parte delle imprese insediate nell’area».

Evasione da 270mila euro al poltronificio: due denunciati, appartamento sequestrato

In un controllo sul lavoro nero i responsabili non avevano saputo fornire documentazione contabile ed è scattata l’indagine

Gdf FaenzaAvrebbero omesso di presentare le dichiarazioni fiscali e avrebbero così nascosto al fisco oltre 270mila euro di imponibile: i responsabili di un poltronificio di Faenza, due cinesi che risultano titolare e amministratore di fatto, sono stati denunciati dalla guardia di finanza per omessa dichiarazione e occultamento o distruzione di documenti contabili. Il gip del tribunale di Ravenna ha emesso un decreto di sequestro preventivo a tutela del credito erariale: sigilli a un appartamento e un garage nel centro di Faenza nella disponibilità dell’amministratore di fatto della ditta che avrebbe realizzato la cospicua evasione fiscale.

La denuncia è l’esito di un’attività di polizia economico-finanziaria eseguita dalle Fiamme Gialle dopo una precedente ispezione in materia di contrasto al lavoro sommerso, avviata dalla guardia di finanza in sinergia con l’Ispettorato territoriale del lavoro di Ravenna, nel corso della quale erano stati scoperti due lavoratori in nero. Nel corso di quella ispezione i due responsabili non erano stati in grado di esibire la documentazione contabile obbligatoria inerente l’attività d’impresa.

Pronti seimila litri di vernice per riportare il Pavaglione ai colori del Settecento

Restaurati i frontoni, sono iniziati i lavori di finitura delle logge interne del Quadriportico di Lugo con nuovi intonaci e verniciatura di pilastri e volte. Poi toccherà alle facciate esterne per una spesa totale di 1,4 milioni

Pavaglione Lo Stato AttualeIn tutto saranno necessari circa seimila litri di vernice: dopo il completamento del restauro dei frontoni, sono iniziati i lavori di finitura delle logge interne del Pavaglione con nuovi intonaci e verniciatura di pilastri e volte. I colori sono stati scelti ispirandosi ai modelli di fine Settecento, mentre gli intonaci che avvolgono le colonne sono stati realizzati con materiali naturali, disponibili anche all’epoca e traspiranti, dopo la completa rimozione del cemento impermeabile realizzato negli anni Ottanta.

I lavori per il ripristino di tutto il loggiato e delle facciate interne, in linea con le previsioni, saranno ultimati salvo imprevisti entro settembre 2018, ovvero entro la prossima edizione di Bassa Romagna in Fiera; successivamente sarà ultimato anche il recupero delle facciate esterne. Il costo dell’attuale intervento di restauro delle facciate interne ed esterne è di 1,4 milioni di euro.

I Lavori Di Riverniciatura Del Pavaglione«Stiamo restituendo il nostro Quadriportico, cuore della città, al suo originario splendore – ha dichiarato il sindaco Davide Ranalli -. Ammirando i nuovi frontoni, già restaurati, è facile intuire la portata che avrà l’intervento nel suo complesso, che sarà capace di regalare un colpo d’occhio unico e di cui sicuramente i lughesi andranno fieri».

I lavori di restauro del Pavaglione sono iniziati nel 1997, con il rifacimento della pavimentazione, che ha portato al restauro di 70 lastre e alla posa di 30 nuove. Nel 2015 sono stati inseriti i tiranti per consolidare la struttura delle logge e delle volte ed è stato riqualificato del piazzale interno. Dalla scorsa estate è stato avviato un lavoro di rimozione dell’intonaco dai 92 pilastri del quadriportico, cui è seguito un periodo di asciugatura.

Marzari, mezzo secolo da maestro: «La scherma è un’arte». E vuole insegnarla ancora

A luglio compirà 70 anni il ct della nazionale azzurra di spada oro alle Olimpiadi di Atlanta 1996. Dopo la pensione come professore dell’istituto agrario di Faenza, cinque anni fa il maestro ha lasciato il Circolo ravennate per ripartire nella sua Lugo: «Avevo voglia di andare in palestra in bicicletta e realizzare quello che ho fatto a Ravenna». I ricordi di una carriera

Guido Marzari e Simone Greco, atleta della Schermistica lughese

Sulla soglia dei settant’anni, da compiere tra qualche mese, il maestro di scherma Guido Marzari continuando la sua attività di allenatore con ottimi risultati e nuovi progetti in vista del futuro. Nato a Massa Lombarda, ma residente fin da bambino a Lugo, il commissario tecnico della nazionale di spada che vinse l’oro all’Olimpiade del 1996 da qualche tempo è tornato a casa: «Da cinque anni – inizia a raccontare –, dopo 43 passati al Circolo ravennate della Spada, ho ripreso ad allenare alla Schermistica Lughese. Insegnavo all’istituto agrario di Faenza e quando sono andato in pensione nel 2009 ho deciso di smettere di fare il pendolare tra Lugo e Ravenna. Nessun problema con la mia vecchia società, anzi. Voglio solo andare in palestra in bicicletta…».

Marzari, quando ha iniziato ad allenare?
«Da giovanissimo, poco più di ventenne al Circolo di Ravenna, quando ho capito che da atleta non potevo competere con gli avversari dei club più importanti di Italia. Ho cominciato a seguire i corsi e in più mi andavo spesso a Milano, dove frequentavo la scuola di Mangiarotti. Lì ho compreso quanto la scherma fosse anche un’arte».

Guido Marzari A Colloquio Col Sindaco, 6 Aprile 2017Da quel momento è stata un’ascesa continua?
«Sì, ai primi tempi allenavo al PalaCosta, poi nel 1972 ci siamo trasferiti nella struttura di via Falconieri. Posso dire di averla inaugurata io. Sotto la mia guida sono passati tanti bravissimi atleti».

Quando è partita la sua esperienza in azzurro?
«Nel 1981, con il ruolo di secondo allenatore, grazie agli ottimi risultati dei miei allievi a Ravenna. Mi sono fatto le ossa seguendo gli insegnamenti di maestri come Volpini e Lodetti. Nel frattempo, ovviamente, allenavo anche al Circolo».

Fu quello il trampolino di lancio verso ruoli ancora più importanti?
«Esatto, ma fui anche aiutato dal cambiamento dei vertici tecnici nel 1994, quando si decise di passare a un commissario tecnico per ogni arma e a me fu affidata la spada maschile. Fui scelto, un po’ a sorpresa, a discapito di alcuni allenatori di grosse società, approfittando del fatto che non ci furono le solite pressioni politiche. A quel punto feci una scelta etica, quella di “congelare” il mio ruolo al Circolo e concentrarmi solo sulla nazionale. Avevo alcuni miei atleti nel giro azzurro e volevo essere libero di convocare chi ritenevo fosse più giusto».

Queste sono le premesse della partecipazione a Atlanta ’96. Cosa si ricorda di quella esperienza?
«Innanzitutto che riuscimmo a conquistare un oro atteso da 36 anni, per la precisione da Roma ’60. Guidavo una grande squadra, composta da atleti di spessore sia tecnico, sia umano, come Mazzoni, Cuomo, Randazzo e Milanoli. Mi ricordo in particolare la tensione prima della finalissima, causata dalla enorme pressione creata dai media attorno a noi. Abbiamo avuto la fortuna di sfidare tutte le nazionali più forti, battendole una dopo l’altra».

Si ricorda le polemiche prima della finalissima?
«Come no, certo. Decisi all’ultimo momento di non schierare più Cuomo, che tra l’altro era quello che scendeva in pedana per l’ultimo assalto, tra lo stupore generale, quando ancora non si sapeva che era infortunato. Il suo posto lo prese Mazzoni, che non aveva mai ricoperto quel ruolo in precedenza. L’unico mio pensiero era quello di fare il meglio per la squadra e i fatti mi diedero ragione».

Guido Marzari In AzioneIl giorno dopo la grande gioia, il colpo di scena: ce lo racconta?
«Lasciai il mio posto di Ct. In realtà non fu un colpo di scena, ma una decisione presa da tempo. Volevo stare accanto a mia moglie, in stato terminale per un brutto male: morì venti giorni dopo la fine dei Giochi. Scelsi di tornare a Ravenna prima di tutto per seguire mio figlio, ancora in giovane età, e poi per riprendere la mia attività al Circolo».

Lei però continuò a restare nel giro azzurro?
«Sì, venivo utilizzato dalla Federazione per tenere dei corsi in tutto il mondo, dall’Africa fino al Sud America, passando per la Nuova Zelanda. Poi nel 2009 ho accettato la proposta dell’attuale Ct Cuomo di tornare a tutti gli effetti in nazionale, diventando il responsabile delle squadre Under 17 e Under 20 azzurre. Dal 28 febbraio sono in programma gli Europei di categoria a Sochi, in Russia, dove parteciperanno anche la ravennate Alessia Pizzini e il lughese Simone Greco. È un grande successo per la scherma romagnola».

Quali sono le soddisfazioni maggiori nella sua lunga carriera?
«Due, in particolare. La prima è che, una volta dimessomi dal ruolo di Ct, tutti i tecnici hanno continuato a salutarmi come prima, a dimostrazione che mi sono sempre comportato bene. L’altra me l’ha data Cuomo, che spesso mi manda a Lugo suo figlio, che fa parte dell’Under 20, per frequentare degli stage di una settimana, a conferma della sua grande fiducia nei miei confronti».

AUG 8202Qualche rammarico?
«No, nessuno, rifarei le stesse scelte. Anche quella di dimettermi da Ct: in quel momento la mia famiglia aveva bisogno di me. Lo stesso discorso vale per il 2000, quando mi fu proposto di tornare, ma dissi di no».

Chi è Marzari oggi? Cosa si aspetta dal futuro?
«Nel 2020 lascerò in modo definitivo gli impegni con la nazionale, dedicandomi solo alla Schermistica di Lugo e agli stage all’estero, che mi danno altre grandissime soddisfazioni. Incontro gente con una gran voglia di imparare e una volta, in Algeria, mi chiesero di restare lì. Io però ho sempre nel cuore Lugo, dove ho l’obiettivo di realizzare quello fatto a Ravenna».

Gli imbarchi del traghetto tra Porto Corsini e Marina non verranno spostati

La decisione del Comune mette fine a quasi vent’anni di rinvii: era prevista una spesa di 2,5 milioni a carico dell’Autorità portuale

Uno dei due traghetti che collegano le sponde del Candiano tra Marina di Ravenna e Porto Corsini

Per anni era stata la voce fissa dei bilanci di Autorità portuale. Lo spostamento degli imbarchi del traghetto – più a monte, verso la curva del canale Candiano – era previsto nel piano regolatore del Comune di Ravenna. Un investimento da 2,5 milioni di euro che l’ente di via Antico Squero cristallizzava nel piano triennale dei lavori pubblici, solitamente fissandolo all’anno successivo a quello in cui veniva approvato il bilancio e, nella sostanza, rimandandolo. Ora il Comune ha cancellato quell’ipotesi, come annunciato durante la presentazione del nuovo Poc dall’assessore comunale all’Urbanistica Federica Del Conte.

L’idea dello spostamento dell’imbarco del traghetto che collega Marina a Porto Corsini era nata all’inizio degli anni Duemila. Il natante porta molto traffico di attraversamento nei due paesi e l’allora circoscrizione faceva notare che sarebbe stato più comodo se gli imbarchi fossero stati piazzati più a ovest. In quel modo si sarebbe potuto attraversare il canale accedendo direttamente da via Trieste a Marina. Specularmente, a Porto Corsini si sarebbe saliti dai pressi di via Baiona, evitando a migliaia di auto ogni anno di percorrere via molo San Filippo. L’idea non è stata mai realizzata, arrivando ora alla sua cancellazione in sordina.

Nel frattempo continua ad aspettare il ripristino la banchina di Porto Corsini che nel giugno del 2013 era stata danneggiata proprio nel punto dell’imbarco del traghetto (che fortunatamente in quel momento era in attesa a Marina di Ravenna), urtata dall’espresso Catania in uscita. Da allora il traghetto carica e scarica in quello che sarebbe un imbarco provvisorio. Il natante inoltre attraversa in diagonale, con una manovra più lunga e complicata che provoca un aumento dei tempi di attesa degli utenti.

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi