La protesta di Cgil a difesa del cosiddetto personale Ata. Una bidella: «Al lavoro in una scuola fredda e vuota, la sicurezza dovrebbe essere un diritto di tutti»
Scuole chiuse? A Ravenna (e, tra gli altri comuni, Riolo Terme) in realtà no. L’ordinanza del sindaco De Pascale (a differenza per esempio di quella di Coffari a Cervia, che prevede espressamente la chiusura) prevede infatti soltanto la sospensione delle attività didattiche ed educative. A casa, quindi, restano alunni e insegnanti mentre il cosiddetto personale Ata è invece tenuto a presentarsi a scuola, tra le proteste per esempio della Cgil.
«La sospensione delle attività didattiche – spiegava ieri (mercoledì 28 febbraio) la segretaria provinciale della Flc Cgil, Marcella D’Angelo – implica per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario di svolgere il proprio regolare servizio. Si tratta di una indecifrabile difformità tra il personale della scuola, oltre che un’inutile e insopportabile ingiustizia. Oggettivamente, se le ordinanze dei sindaci nascono dalla necessità di tutelare la cittadinanza e, nello specifico, di tutelare anche la viabilità per il rischio ghiaccio, non si riesce a comprendere come mai il personale Ata sia esente da tali tutele. Considerato che l’allerta meteo prosegue anche per i prossimi giorni auspichiamo che i sindaci della nostra provincia coinvolti, qualora le condizioni atmosferiche fossero tali da impedire il normale svolgimento delle lezioni scolastiche, chiudano le scuole. Contestualmente sollecitiamo la Prefettura affinché vigili su tutte quelle ordinanze dei sindaci che sospendono semplicemente le attività didattiche invece di chiudere le scuole».
Sulla stessa linea anche il parlamentare ravennate uscente, nonché candidato di Liberi e Uguali, Giovanni Paglia, che in una nota inviata alla stampa parla di «discriminazioni tra i lavoratori della scuola».
Il caso tiene banco anche sui social network, dove la professoressa Serena Simoni, a titolo personale, ha inviato una lettera virtuale al sindaco De Pascale. «Dalla sua decisione – citiamo parte della lettera al sindaco – si deduce che i cosidetti “bidelli” siano stati selezionati sulla base del fatto che abitano tutti a due passi dalle scuole, che sono forniti di renne e di sci, di bobcat e forse di snowboard. Si deduce inoltre che il lavoro degli Ata è essenziale quanto quello di medici, vigili del fuoco e polizia, anche a scuole vuote». Tra i commenti anche quello di una “Ata”: «Insieme alle colleghe sono andata a lavorare ieri (martedì, ndr) in una scuola vuota e fredda. La sicurezza dovrebbe essere un diritto di tutti o è riservato solo ai bambini e docenti?».
Gambi e Babini candidato. Il segretario Fusignani: «Contrari all’accordo con Verdini ma non dirò mai di non votare l’Edera»
Paolo Gambi e Luisa Babini
Il Paese ha bisogno dei Repubblicani perché ha bisogno di una politica seria. Ne è convinto Paolo Gambi, avvocato sessantenne con alle spalle una militanza politica nel Pri iniziata negli anni Settanta e continuata tutta la vita, attraverso vari incarichi nel partito e negli enti locali. Gambi è capolista alla Camera per l’Edera che torna con il suo simbolo sulla scheda elettorale dopo anni di assenza grazie al’accordo tecnico – «non politico», specifica Gambi – con Ala, il movimento di Denis Verdini, ha permesso al partito di non raccogliere le firme. «Con Ala non c’è stato nessun patto elettorale», specifica Gambi. Proprio su questo il Pri ravennate si è spaccato, sull’onda di una polemica che dura dal congresso del 2017 e che ha visto il finora solido gruppo dirigente ravennate dei Repubblicani dividersi in due. La maggioranza è contraria a questo accordo nazionale e ha deciso di non partecipare attivamente alla campagna elettorale. Favorevole invece la minoranza, che già in occasione del congresso aveva marcato distanze importanti dagli attuali segretari locali, di cui fa parte Gambi e Luisa Babini, candidata al Senato. Sul tema del voto c’è una sorta di “pax” tra minoranza e maggioranza.
La posizione del segretario, Eugenio Fusignani, è chiara: «Siamo contrari all’accordo con Verdini, le liste sono presenti in metà delle regioni e così si rischia che il voto ai Repubblicani vada sprecato. Però da parte mia non dirò mai di non votare l’Edera e non c’è nessun ostruzionismo verso chi ha scelto di candidarsi, le pagine del nostro organo politico La Voce di Romagna sono aperte. Di certo alla maggioranza del partito qui la linea della nuova direzione nazionale non piace, tanto che abbiamo lasciati vuoti i posti che spetterebbero a Ravenna. È uno dei tanti passaggi difficili che supereremo e sono convinto che dal giorno dopo il voto, in tanti diranno che Ravenna aveva ragione».
Gambi, da parte sua, non accende la miccia: «Mi limito a registrare la posizione del segretario e l’invito al voto repubblicano». Così la corsa di Gambi prosegue: «Non esiste il voto inutile in democrazia. Oggi di fronte a una politica che, sia a destra sia a sinistra, ha perso ogni parvenza di serietà c’è bisogno del nostro partito». Per il candidato, l’Edera è «l’altra sinistra, quella che esiste ancora e che è alternativa a quella marxista e socialista, ormai scomparsa». Insomma, il partito nelle parole di Gambi rimane nell’alveo di un liberalismo che crede nella politica degli investimenti pubblici come volano per far decollare l’economia ma che, nel contempo, ritiene «necessario ridurre il debito del Paese». Nell’equilibrio tra queste due prospettive si muove il credo dell’avvocato che non è mai stato scalfito dalle difficoltà del partito: «Io sono stato, sono e sarò sempre Repubblicano».
Volley / Bella e sofferta vittoria dei ravennati, che piegano i portoghesi del Benfica e superano i quarti di finale di Challenge Cup. Nel prossimo turno Orduna e compagni sfideranno i turchi del Maliye Piyango Sk Ankara
L’esultanza dei giocatori della Bunge al termine della partita vinta a Lisbona
Nel ritorno dei quarti di finale la Bunge sbanca al tiebreak Lisbona con una prestazione tutto cuore e orgoglio e si qualifica alle semifinali della Challenge Cup. Stanchi per un viaggio massacrante, con l’arrivo in terra portoghese nella tarda serata di martedì, Orduna e compagni realizzano una vera e propria impresa, riuscendo a ribaltare il risultato dopo essere stati in svantaggio di due set a uno contro l’ostico Benfica. Dopo la vittoria della quarta frazione, scoppia tutta la gioia della squadra di Soli per aver raggiunto l’obiettivo dei due set vinti (all’andata era finita con un successo per 3-1), ma che trova anche la forza per spuntarla al tiebreak. I ravennati riscattano così l’eliminazione di tre anni fa proprio per mano dei lusitani e si qualificano in semifinale, dove affronteranno i turchi del Maliye Piyango Sk Ankara, vittoriosi sui bulgari del Montana (andata al Pala De André il 14 marzo, ritorno il 28).
Sestetti iniziali Il tecnico Pereira Jardim disegna il suo Benfica con la diagonale formata dal regista Tiago Violas e il bombardiere Lucas Gaspar, le bande Gradinarov e André Lopes e al centro Honoré e Soares Zelao (libero Ivo Casas). Il coach Fabio Soli schiera invece il solito sestetto: Orduna al palleggio, Buchegger opposto, Marechal e Poglajen schiacciatori, Vitelli e Diamantini centrali e Goi in seconda linea.
Primo set La Bunge accumula un vantaggio progressivo con Buchegger (0-2), Poglajen (1-4) e Vitelli a muro: 2-6. La schiacciata in rete di Honoré regala il +5 ai ravennati (5-10), che però vengono avvicinati da Gradinarov e da due muri di fila di Zelao: 10-11 e time out di Soli. L’attacco sull’asta di Lucas Gaspar e un pasticcio dei portoghesi provocano un break di 3-0, con gli ospiti che scattano sull’11-15, obbligando Pereira Jardim a fermare il match. Un altro errore dei biancorossi, sul servizio di Buchegger, fa tornare a cinque le lunghezze di vantaggio della Bunge (12-17), che con l’austriaco e Orduna vola sul 13-20. Il Benfica ha un sussulto, portandosi prima sul 17-21 con Honoré e poi addirittura sul 20-22, ma Poglajen mette a terra la palla del 20-24 e al secondo set ball Diamantini chiude un lungo scambio: 21-25.
Secondo set Un primo tentativo di scatto del Benfica viene neutralizzato da un muro di Orduna (da 6-4 a 6-6), un secondo provoca la pronta reazione della Bunge, che dal 9-7 si porta sul 9-13 grazie a un break di 6-0 a firma di Marechal (tre punti) e Orduna (un ace). I portoghesi rispondono riportandosi sotto con un muro di Soares Zelao (12-13), ma dalla linea dei nove metri Buchegger li ricaccia indietro con due servizi vincenti di fila: 14-18. Winters dimezza il gap (16-18) e André Lopes manda in corsia di sorpasso i padroni di casa (20-19), ripetendosi poi in battuta: 22-20. Alla prima occasione, infine, Mrdak realizza il muro del pareggio: 25-22.
Un muro di Vitelli e Poglajen nella sfida con il Benfica (foto Cev)
Terzo set La Bunge si trova subito in difficoltà, andando sotto 5-1, con Soli che sostituisce Buchegger con Gutierrez. Il cubano si presenta realizzando tre punti nei successivi cambi palla, ma alcuni errori lanciano sul +6 i portoghesi: 10-4. Honoré mette a terra la palla del 12-5, poi un altro black out collettivo provoca la fuga degli avversari: 16-7. Il muro di Soares Zelao scava un solco ancora più profondo (18-8) e il Benfica si aggiudica la terza frazione al terzo set point: 25-18.
Quarto set La Bunge scende in campo con il sestetto iniziale e Marechal al servizio la spingono sul 5-7. Vitelli mette a terra la palla del 7-10 e Poglajen realizza l’ace dell’8-12, ma Winters risponde con la stessa moneta: 11-13. Questa volta è Marechal a colpire dalla linea dei nove metri (12-16), con i padroni di casa che però pareggiano il conto con un break di 4-0 chiuso dal muro di Honoré: 16-16. Il sorpasso del Benfica passa dal muro di Soares Zelao (20-19), il contro-sorpasso ravennate dalle mani di Buchegger, che realizza i tre punti di fila che valgono la vittoria del set e la qualificazione alle semifinali: 22-25.
Tiebreak Centrato l’obiettivo, il coach Soli manda in campo Raffaelli, Pistolesi e Gutierrez, facendo tirare il fiato agli esausti Marechal, Orduna e Buchegger. Si viaggia sul filo dell’equilibrio fino a quando Vitelli realizza l’ace dell’8-10 e Poglajen mette a terra la palla dell’8-11. Mrdak pareggia il conto a quota 11 e Cveticanin firma il sorpasso: 12-11 e time out Soli. Poglajen, Georgiev e Gutierrez al servizio suonano la carica (12-14), Cveticanin con un ace pareggia il conto (14-14), ma ai vantaggi è l’opposto cubano a chiudere la sfida: 14-16.
Domenico Esposito, 22 anni, responsabile dei giovani di Liberi e Uguali: «Linguaggio provocatorio per parlare ai giovani dei temi che li riguardano, come il consumo di droghe leggere, ma anche le tasse universitarie e l’Europa»
Il volantino che fa discutere
Fa discutere un volantino elettorale distribuito davanti alcune scuole superiori di Ravenna con uno slogan antiproibizionista per l’uso delle droghe leggere. Ce lo segnalano alcuni nostri lettori scandalizzati per lo slogan che definiscono «indecente» perché letto quasi come un invito a fare uso di droghe leggere. Lo slogan incriminato è: “Fumare una canna non fa di te un criminale”. Campeggia sopra il simbolo di Liberi e Uguali, la lista guidata da Grasso e che tra i ravennati candida nomi illustri come quello di Vasco Errani al Senato e alla Camera il deputato uscente di SI Giovanni Paglia e l’avvocato Ilaria Morigi all’uninominale.
Il volantino è stato realizzato da quella che è chiamata la “giovanile” di Leu, guidata da Domenico Esposito, 22 anni, ex segretario dei Giovani Democratici, che abbiamo sentito al telefono. «Mi sembrano polemiche assurde, il messaggio del volantino è chiaro: siamo per la legalizzazione delle droghe leggere per ragioni sia sociali che civili. Crediamo sia sbagliato lo stigma e l’ostracizzatone di chi fuma uno spinello ogni tanto e viene considerato drogato nel senso di tossicodipendente, oltre al fatto che legalizzare le droghe leggere significherebbe combattere il mercato illegale».
La legalizzazione della cannabis è un tema ormai di portata internazionale e una strada scelta già da alcuni Paesi, nonché nei programmi di altre forze politiche come i Radicali. Ma ciò che viene contestato, va chiarito, è soprattutto lo slogan scelto e il fatto di averlo distribuito davanti alle scuole. Tra lo stupito e l’amareggiato, Esposito si dice convinto di aver scelto il linguaggio giusto per affrontare uno dei temi che riguardano i giovani: «Abbiamo utilizzato uno slogan provocatorio, ma per evidenziare i ritardi della legislazione italiana che, rispetto ad altri Paesi, ha legalizzato solo l’uso della cannabis per scopo terapeutico. Del resto, il volantino indica una chiara premessa “L’abolizionismo ha fallito (…) impedire l’accesso al mercato legale sposta solo i consumatori su quello illegale. Non riduce la domanda”».
Il volantinaggio, che è già stato fatto in centro storico e davanti ad alcune scuole superiori, proseguirà nei prossimi giorni: «Abbiamo distribuito di fronte alle scuole volantini su temi che riguardano direttamente i giovani: abolizione delle tasse universitarie, Europa (peraltro stampato sul retro del volantino sulla legalizzazione, ndr) perché vogliamo discuterne e cerchiamo di coinvolgere le nuove generazioni, che spesso si disinteressano di politica. Del resto, non ritengo che un giovane sia spinto a fare uso di cannabis per via di un volantino. Devo invece dire che i volantini che abbiamo distribuito sui vari temi hanno suscitato interesse ed hanno prodotto un confronto positivo. Per me quella sulla legalizzazione è una battaglia giusta da portare avanti assieme agli altri temi».
Provvedimento precauzionale deciso dai sindaci per rischio ghiaccio e caos sulle strade
Scuole chiuse nei comuni di Ravenna, Cervia e Bassa Romagna giovedì 1 marzo. È il provvedimento adottato in via precauzionale dai rispettivi sindaci in considerazione dell’allerta meteo diramata dalla protezione civile regionale che prevede nevicate e basse temperature con il rischio di ghiaccio sulle strade. A Faenza resteranno aperte.
«Le previsioni – si legge sulla pagina Facebook del Comune di Cervia – indicano un severo peggioramento in particolare per domani mattina con accumuli previsti che variano da 6 agli 8 cm sulle costa e fino a 20 cm nelle altre zone della Romagna. L’orario in cui sono previsti i fenomeni nevosi più consistenti coincide con gli orari di punta per il traffico come entrata ed uscita da scuola, spostamenti per andare a lavoro, e questo comporta gravi problemi di gestione delle operazioni di pulitura strade che rischierebbero di creare pericoli e forti disagi per la circolazione»
Le prefetture hanno deciso di emettere il provvedimento di divieto di circolazione ai mezzi pesanti (oltre le 7,5 tonnellate) a partire da questa notte.
«Sulla base delle risultanze emerse in sede del Comitato operativo viabilità e dei relativi provvedimenti in corso di emanazione della Prefettura – dichiara il sindaco di Ravenna Michele de Pascale – in via precauzionale ho disposto la sospensione delle attività didattiche negli asili nido e nelle scuole di ogni ordine e grado di tutto il territorio comunale, comprese Università, Accademia di Belle Arti e Istituto Verdi».
Il primo cittadino raccomanda di mettere in atto le opportune misure di autoprotezione, fra le quali, in questo caso, accertarsi dell’adeguatezza delle dotazioni dei propri veicoli, prestare la massima attenzione alla guida e alla segnaletica, prestare particolare attenzione allo stato dei corsi d’acqua, alle strade eventualmente allagate e/o gelate e ai sottopassi e non accedere a questi ultimi nel caso li si trovi allagati o impraticabili.
«Le previsioni meteo indicano nevicate deboli al mattino con accumuli di circa 5 cm e una intensificazione delle precipitazioni nevose al pomeriggio/sera – dice il sindaco di Faenza, Giovanni Malpezzi -. Tenuto conto della necessità di assicurare il servizio scolastico, il comitato ha deciso di garantire l’accesso alle scuole, attivando tutti i mezzi del piano neve. Per quanto riguarda la giornata di venerdì in cui sono previste forti gelate, verranno assunti gli opportuni provvedimenti nel pomeriggio di domani. Comprendiamo i disagi soprattutto per studenti e insegnanti provenienti da altre città. D’altra parte – nei limiti del possibile – l’amministrazione comunale è tenuta a rendere fruibili i servizi pubblici».
Nel 1996 l’oro alle Olimpiadi per il pistard ravennate: «Mi è servito un po’ di tempo per capire cosa avevo fatto». Archiviata l’esperienza in Nazionale come coordinatore, ora fa il dirigente della squadra con cui corre la figlia 16enne
Andrea Collinelli nel 1996
«Quei quattro minuti mi hanno cambiato la vita». Andrea Collinelli riassume così, in estrema sintesi, la vittoria della medaglia d’oro all’Olimpiade di Atlanta 1996 nell’inseguimento individuale su pista. Da quella impresa sono passati ormai ventidue anni, ma per il 48enne ravennate la gara che ha dato lustro a una brillante ma breve carriera è come se fosse stata corsa ieri. «Il ricordo è molto lucido – riprende – e quando vedo i filmati l’emozione è rimasta tale e quale. Per capire davvero l’importanza di quello che ho fatto è dovuto passare del tempo, ma per fortuna mi capita di ricevere anche oggi dei riconoscimenti che mi fanno rivivere quello che è stato il più bel momento della mia carriera da ciclista».
Avrebbe voluto difendere il suo titolo ai Giochi successivi, a Sidney, nel 2000?
«Sì, purtroppo non sono riuscito a qualificarmi. La concorrenza era molto agguerrita. E da lì a poco mi sarei ritirato».
Lei però è rimasto nel mondo del ciclismo, sempre in azzurro, giusto?
«Dal 2007 ho iniziato a collaborare con la Federazione italiana, mentre nell’anno successivo ho ricevuto la carica di coordinatore delle squadre nazionali. In più allenavo direttamente gli atleti che facevano parte delle squadre senior e juniores. Poi nel 2011 sono stato messo da parte, per colpe non mie. Furono azzerati i quadri tecnici per motivi politici, ma io non c’entravo nulla (la Federazione tirò di nuovo in ballo una squalifica di sette mesi per utilizzo di fentermina già scontata nel 2000, ndr). Un peccato, perché sotto la mia guida Viviani ha vinto il suo primo oro e in più ho allenato alcuni giovani che adesso stanno raggiungendo ottimi risultati».
Questo fatto le ha tolto la voglia di restare nel giro delle due ruote?
«No, in modo assoluto. Fino al 2015 sono stato il responsabile regionale della selezione giovanile di ciclismo e anche il direttore tecnico del velodromo di Forlì. Attività, queste, che ho lasciato per ricoprire un giorno il ruolo di direttore sportivo di una società».
Collinelli è direttore sportivo della Vo2 Team Pink di Piacenza, squadra della figlia Sofia al suo fianco
E anche per seguire al meglio la sua giovanissima figlia, Sofia. Cosa ha provato a passare da ex campione di ciclismo a padre di una promettente atleta di appena 16 anni?
«È una cosa che mi porta entusiasmo, emozione e orgoglio. La scorsa stagione è stata incredibile, con grandissime soddisfazioni. Nella categoria Allievi, Sofia ha vinto ben quattro titoli italiani su pista, di cui tre individuali, e inoltre ha centrato la prima vittoria in una gara su strada. L’esperienza più bella e formativa, però, è stata la partecipazione all’Olimpiade giovanile (Eyof, ndr) svolta in Ungheria. Con quella partecipazione mia figlia ha toccato con mano come è davvero lo sport ad alti livelli, misurandosi con le migliori atlete di tutto il mondo. Ha anche conquistato buoni piazzamenti, sia su pista, sia su strada, in gare che le serviranno moltissimo per crescere ancora».
È dura per lei, che in tanti anni ha insegnato a Sofia a correre in bicicletta, stare in disparte e assistere alle sue gare?
«In realtà da quest’anno faccio parte anche io al 100 percento dello staff tecnico della Vo2 Team Pink di Piacenza, la società dove è tesserata mia figlia. Ho infatti accettato con entusiasmo la proposta di diventare il direttore sportivo della formazione juniores, composta da otto ragazze, tra cui anche Sofia».
Questo significa spostare il vostro centro del mondo da Ravenna a Piacenza?
«In realtà no, perché Sofia, come le sue compagne, si allenerà a casa propria. Le ragazze arrivano da zone diverse dell’Emilia Romagna e sono tutte promettenti, con grandi prospettive. Il gruppo è molto giovane, ma la speranza è quella di raggiungere buoni risultati fin da questa stagione».
Quali sono gli appuntamenti più importanti del 2018?
«Si parte il 18 marzo, in provincia di Varese, con una gara internazionale, per poi andare avanti fino al clou rappresentato dai campionati italiani su pista e strada. Cinque ragazze, tra cui Sofia, fanno inoltre parte della nazionale su pista: speriamo che qualcuno di loro riesca a partecipare agli Europei e ai Mondiali Juniores. Considerato che è il nostro primo anno, sarebbe un grande traguardo».
Quali sono le sue ambizioni future?
«Adesso sono concentrato solo questa nuova esperienza e quindi il mio unico obiettivo è quello di valorizzare al meglio la squadra, conquistando i migliori risultati possibili. Al momento parto così, poi per il futuro si vedrà».
Saltano diversi collegamenti in provincia di Ravenna. Le Ferrovie invitano i viaggiatori a informarsi prima di partire
Rete ferroviaria italiana (Rfi) attiva il livello “emergenza grave” del proprio Piano neve e gelo per la giornata dell’1 marzo a seguito dell’allerta meteo di livello arancione diramata dalla protezione civile per tutta la regione Emilia-Romagna: i servizi ferroviari regionali saranno riprogrammati con una riduzione complessiva del 50 percento in relazione all’infrastruttura disponibile con questo livello di emergenza.
Per quanto riguarda il territorio ravennate, secondo le informazioni divulgate da Rfi, saranno cancellati i treni a corto raggio fra Castelbolognese e Rimini, Faenza e Ravenna, Faenza e Lavezzola. Confermata la quasi totalità dei collegamenti Castelbolognese-Ravenna e Ferrara-Ravenna. Il dettaglio dei provvedimenti sarà consultabile a breve su trenitalia.com/situazione maltempo.
Il gruppo FS Italiane invita i viaggiatori ad informarsi sulla situazione traffico ferroviario prima di mettersi in viaggio, anche attraverso i canali di informazione: FSnews.it e su Twitter l’account @FSnews_it.
Il furto del pezzo dell’Ottocento all’interno del duomo il 26 febbraio. Don Cabantous: «Prego per chi ha compiuto il gesto»
«È un gesto di grande viltà, che offende non solo i credenti, ma tutta la comunità sia religiosa che laica della nostra città». Il sindaco di Cervia, Luca Coffari, stigmatizza duramente il furto della corona dalla statua della Madonna del Fuoco nel duomo, avvenuto nella tarda mattinata di lunedì 16 febbraio.
«È un brutto gesto anche nei confronti della storia di Cervia e dell’antica tradizione che ancora oggi è viva nei salinari – continua il primo cittadino –, quando il 4 febbraio di ogni anno si recano in pellegrinaggio a Forlì in onore della Madonna del Fuoco, omaggiandola col sale cervese». Coffari esprime vicinanza al dispiacere di don Pierre Laurent Cabantous e confida che al più presto venga ritrovata la corona e fatta luce sul furto.
Era stato proprio il parroco a dare la notizia su Facebook: «Mentre iniziava la prima nevicata, probabilmente nello spazio di tempo fra le 10 e le 11.30 approfittando di un momento in cui non vi era nessuno in chiesa, qualcuno ha rubato la corona della statua che si trova a fianco del fonte battesimale del Duomo. Sono state usate due piccole panche come scala per salire all’altezza della corona per poterla asportare. La corona, sebbene non preziosa, è ottocentesca e il suo valore è, quindi storico oltre che devozionale. Ho pensato che chi ha commesso un gesto così brutto, è talmente vuoto nel cuore e privo di ogni valore che non si rendeva conto che Colei alla quale toglievano la corona è la loro Madre. Perciò, pur avendo sporto doverosamente denuncia ai carabinieri, ho pregato per chi ha compiuto questo gesto e per tutti noi».
La capogruppo del Carroccio in consiglio comunale parla di 110mila euro spesi nell’ultimo biennio per incarichi e chiede al sindaco di fare verifiche
«Non è tanto il costo del servizio legale interno a suscitare le nostre perplessità quanto la frequenza nell’affidare ad avvocati esterni a questo ufficio, incarichi di consulenza legale che inevitabilmente comportano spese ulteriori e accessorie». Samantha Gardin, capogruppo della Lega Nord in consiglio comunale a Ravenna, critica la gestione dell’Azienda Casa della provincia ravennate (Acer): «110mila euro già liquidati nell’ultimo biennio per incarichi di consulenza affidati a professionisti esterni, di cui certamente non si mettono in dubbio la professionalità e le competenze ma che, a dispetto della disponibilità e dell’operatività di un servizio di avvocatura interna, sembrerebbero disporre di una corsia preferenziale nella discussione di alcune cause».
Nel mirino della leghista anche e soprattutto le modalità di conferimento di questi incarichi che «nella maggior parte dei casi sono stati assunti con provvedimento diretto del Presidente bypassando sia il Dlgs 50, ovvero la normativa sugli appalti che prevedrebbe per questo genere di assunzioni il conferimento tramite appositi bandi pubblici, sia il volere e le funzioni del cda di Acer».
Gardin chiede al sindaco De Pascale di fare chiarezza e di assumere provvedimenti di verifica in merito a questo «sistematico e controverso atteggiamento che non fa altro che far lievitare i costi delle spese legali dell’Azienda Casa della provincia ravennate, già di per se piuttosto sostenuti».
Inaugurati i nuovi spazi grazie al contributo del Campus, della Scuola di Lettere e Beni Culturali e Fondazione Flaminia
Inaugurati stamani, 28 febbraio, negli spazi di Casa Traversari a Ravenna, in via San Vitale, i laboratori di restauro di materiali archeologici del corso di laurea magistrale a ciclo unico in Conservazione e Restauro di Beni Culturali dell’Università di Bologna. Il corso, attivato al dipartimento di Beni Culturali, è finalizzato a formare il Restauratore di beni culturali ed è abilitante alla professione di Restauratore. I laboratori sono stati adeguati ed attrezzati con il contributo del Campus di Ravenna, della Scuola di Lettere e Beni Culturali e di Fondazione Flaminia.
Giuseppe Lepore, insieme a Mariangela Vandini, coordinatore della laurea magistrale in Conservazione e Restauro, sono i responsabili dei nuovi laboratori: «Con questa realizzazione, frutto della collaborazione fra più enti e realtà culturali cittadine, Ravenna si candida a essere il punto di riferimento per la formazione, la didattica e la ricerca nel campo del restauro. L’intento è di stipulare convenzioni con enti pubblici, sovrintendenze e realtà culturali non solo locali, ma anche extra territoriali, per mettere in campo e all’opera le competenze dei nostri restauratori».
Il corso di laurea del Campus di Ravenna è uno dei pochi corsi universitari che forma gli studenti alla professione del restauratore, in particolare nel settore delle superfici decorate dell’architettura, del metallo, del vetro e della ceramica. «Al di là dello straordinario valore formativo dei giovani restauratori rispetto ad una professione che vede l’Italia ai vertici mondiali per qualità e competenza – si legge in un comunicato di Fondazione Flaminia –, la valenza del corso di studio ha una importante ricaduta sociale nel territorio in cui opera poiché gli studenti, seguiti e guidati da docenti professionisti di alta qualificazione, operano direttamente sui beni culturali della collettività». Gli studenti hanno già lavorato al restauro della Fontana del Nettuno a Bologna, e nei cantieri-scuola a Ravenna realizzati in collaborazione con il Mibact alla Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, i chiostri di San Vitale sede del Museo Nazionale di Ravenna e i laboratori del Parco Archeologico di Classe, in collaborazione con la Fondazione RavennAntica.
Lanfranco Gualtieri, presidente di Fondazione Flaminia, ha espresso soddisfazione per i primi cinque anni del corso di laurea, per quanto difficili, e rinnovato la disponibilità di Flaminia a supportare la laurea in Restauro sostenendone l’ulteriore qualificazione e salto di qualità in particolare rivolte all’attività degli studenti.
Due giorni organizzati dalla Cooperativa Spiagge il 2 e 3 marzo: spazi espositivi e incontri dedicati a pubblici esercizi e attività della costa
La cooperativa Spiagge Ravenna che riunisce gli stabilimenti balneari ripropone un appuntamento ormai tradizionale per la categoria (ma non solo):il 2 e 3 marzo al Pala De Andrè la fiera dei balneari, una due giorni densa di appuntamenti e incontri rivolti alle attività balneari, turistiche e dei pubblici esercizi e per presentare le novità per la stagione. Una sorta di anteprima per l’apertura della prossima stagione turistica nonostante la neve e il gelo di questi giorni.
La Fiera aprirà venerdì 2 alle 9. Al taglio del nastro, fino ad ora, con i dirigenti della Cooperativa hanno garantito la presenza: il presidente della Regione Stefano Bonaccini, l’assessore regionale al Turismo Andrea Corsini, il prefetto di Ravenna Francesco Russo, il sindaco di Ravenna Michele de Pascale, il presidente della Camera di Commercio di Ravenna Natalino Gigante, l’assessore comunale ai Lavori pubblici Roberto Fagnani, i presidenti e dirigenti delle Associazioni di categoria del turismo. Dopo l’apertura, visita agli stand degli espositori convenzionati per la stagione 2018 dalla commissione acquisti della Cooperativa Spiagge.
È arrivato il sì dal comitato interministeriale. Opera da 235 milioni di euro. Nel 2019 via ai lavori
Il progetto per l’approfondimento dei fondali del canale Candiano e il rifacimento di diversi tratti di banchina, anche noto come “Hub portuale Ravenna”, ha ricevuto l’approvazione definitiva dal comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) nella seduta di oggi, 28 febbraio. Si conclude così l’iter autorizzativo entrato nella fase conclusiva con la consegna dei faldoni al ministero delle Infrastrutture e Trasporti il 18 settembre scorso. Entro l’estate dovrebbe essere pubblicato il bando di gara, entro l’anno l’aggiudicazione definitiva e nel 2019 l’inizio dei lavori.
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Il progetto, come noto, prevede l’approfondimento dei fondali in avamporto e lungo tutto il canale fino a 12,50 metri, la realizzazione di una nuova banchina per terminal container della lunghezza di oltre un chilometro, l’adeguamento strutturale alla normativa antisismica e ai nuovi fondali di oltre 6,5 km di banchine esistenti e la realizzazione di aree destinate alla logistica in ambito portuale per circa 200 ettari. Aree che saranno raccordate alla rete ferroviaria per traffico merci.
L’investimento previsto è di 235 milioni di euro, così coperti: un contributo dall’Unione Europea di 37 milioni, 60 milioni stanziati dal Cipe, 120 da un mutuo della Banca Europea degli Investimenti e il resto da risorse proprie dell’Autorità di sistema portuale. Secondo le stime degli uffici di via Antico Squero «il progetto contribuirà ad attivare altri investimenti, anche di soggetti privati, per ulteriori 300 milioni di euro», che comprenderanno interventi successivi a quelli già descritti per i quali si stima una tempistica di circa sei anni.
L’Autorità portuale esprime soddisfazione per il giudizio del Cipe e ringrazia per il lavoro svolto la Regione Emilia-Romagna, il Comune di Ravenna, il Provveditorato alle Opere Pubbliche e tutti coloro che hanno consentito di raggiungere questo traguardo.
Il sindaco Michele de Pascale ringrazia il presidente di Ap, Daniele Rossi, e tutta la struttura, il ministro Delrio, il presidente Bonaccini, l’assessore Donini e tutti i funzionari statali, regionali, provinciali e comunali coinvolti in questa corsa contro il tempo: «Grazie soprattutto agli uomini e alle donne del Porto di Ravenna che, nonostante le tante difficoltà degli anni passati, ci hanno fatto sentire la loro fiducia, il loro supporto e anche il loro affetto, per una sfida che è dell’intera città. Ora si inizia a scavare».
Confindustria Romagna esprime grande sollievo e soddisfazione: «Era il 23 marzo 2012 quando l’associazione si rallegrava per l’assegnazione di 60 milioni di euro per l’hub portuale di Ravenna: in sei anni di percorsi anche tortuosi, l’associazione ha monitorato e, quando necessario, fatto sentire la propria voce per garantire la realizzazione di un intervento vitale per lo scalo che è la prima industria del territorio. L’avvio dei lavori consentirà di recuperare la competitività persa nell’attesa: ora il porto potrà ulteriormente dispiegare il proprio potenziale, a dimostrazione che un progetto fattibile, ragionato e condiviso porta frutti di cui tutti beneficeranno».