Il candidato del centrosinistra di “Uniti per Sant’Agata” è sostenuto da 4 donne e 6 uomini, tra loro anche l’assessora uscente Sgaravato
Riccardo Sabadini si candida per il centrosinistra a sindaco di Sant’Agata sul Santerno e stamani, 11 maggio, ha presentato i candidati al consiglio comunale della lista Uniti per Sant’Agata che lo sostengono. «Il nostro obiettivo è guidare il paese nella fase della ricostruzione post alluvione, che non si preannuncia breve, e guardare oltre, alla Sant’Agata del futuro».
Sono 10 i componenti della lista, 4 donne e 6 uomini:
Nicola Mirko Finocchiaro, 31 anni, chimico industriale;
Donatella Donati, 59 anni, infermiera;
Marco dell’Era, 42 anni, informatico;
Maroine ElGhazali, 24 anni, impiegato tecnico;
Giuseppe Vignoli, 59 anni, direttore di banca;
Massimo Venturini, 30 anni, impiegato al consorzio di bonifica;
Elisa Sgaravato, 44 anni, impiegata all’Unione dei Comuni (attuale assessore in carica del Comune di Sant’Agata);
Enrico Rambelli, 35 anni, enologo;
Elisabetta Pirazzini, 34 anni, consulente marketing;
Cecilia Mingozzi, 44 anni, cuoca.
La mattinata è stata introdotta proprio da Sabadini che ha poi passato la parola alla sua squadra. Ognuno di loro ha toccato un punto del programma elettorale 2024/2029, dalla sicurezza, presidio e rinascita del territorio allo sviluppo economico e dei servizi, servizi sanità per la comunità, ambiente, riqualificazione delle piazze e del centro storico, valorizzazione del Grande Parco Vatrenus, cura e attenzione per bambini, donne, famiglie, anziani e persone fragili, servizi educativi e scuole, valorizzazione del patrimonio cultura del paese in particolare la Torre Civica, rassegne musicali e letterarie, piano di adattamento climatico e poi valorizzazione dello sport come insegnamento di vita.
«Sono molto contento per le tante persone intervenute e li ringrazio uno ad uno – ha commentato Sabadini –. C’era una bella atmosfera e questo per noi è una cosa importante, utile a fare bene per la nostra Sant’Agata. È tempo di essere uniti, di mettere da parte gli individualismi inutili e farraginosi, se saremo votati, abbiamo un compito ben più alto, ricostruire la nostra Sant’Agata e migliorarla ulteriormente».
Un richiamo ai valori dell’antifascismo e al non far vincere l’astensionismo: «Andate a votare, è un diritto e un dovere che dobbiamo tenere caro», con queste parole ha concluso Sabadini salutando i tanti intervenuti. Erano presenti imprenditori, il mondo delle associazioni e politico e tanti, tantissimi comuni cittadini.
Il programma esteso è possibile richiederlo via mail a unitipersantagata@gmail.com oppure via Whatsapp al numero 349.5349456 per essere consegnato anche a domicilio.
Dal 15 maggio in quattro parcheggi della città di Ravenna saranno disponibili h24 i cassonetti intelligenti per i rifiuti di chi non può usare il porta a porta
Per facilitare la raccolta differenziata dei rifiuti per i cittadini non residenti, come turisti e studenti, nei territori serviti dal porta a porta Hera utilizza le casette informatizzate Smarty. Ne arrivano quattro a Ravenna. Le casette Smarty sono contenitori intelligenti accessibili h24 progettati per migliorare sia la quantità che la qualità della raccolta differenziata. Riconoscono gli utenti tramite Carta Smeraldo o smartphone e registrano i conferimenti.
L’iniziativa, voluta dall’amministrazione comunale in collaborazione con Hera, mira a soddisfare le esigenze di città come Ravenna, turistiche e universitarie, rendendo la gestione dei rifiuti più comoda, ecologica, innovativa e rispettosa dell’ambiente.
Dal 15 maggio saranno operative quattro postazioni nelle seguenti aree:
· piazzale del Ciclismo (parcheggio Pala de André)
· parcheggio cia Lanzoni (zona via Cilla)
· parcheggio via Tivoli (zona Cinema City)
· parcheggio viale Gramsci (fronte Coop Gallery)
Le Hera smarty presentano caratteristiche aggiuntive che le rendono particolarmente adatte all’ambiente urbano. Sono modulari e personalizzabili, dotate di pannelli fotovoltaici per l’energia autosufficiente, sensori di livello di riempimento con trasmissione dati, video sorveglianza e sistemi di igienizzazione. Queste strutture sicure e innovative contribuiscono a migliorare l’aspetto estetico delle città, soprattutto nei centri storici e nelle località turistiche. Hera mira così a sviluppare un sistema sostenibile di raccolta differenziata per migliorare la qualità ambientale e architettonica degli spazi urbani.
A Ravenna i no vinsero con il 79,73 percento (in Italia furono il 59,1). L’esponente dell’Edera ricorda la battaglia referendaria
Mezzo secolo fa, il 12 e 13 maggio del 1974, si tenne il primo referendum abrogativo della storia repubblicana: 19 milioni di italiani (il 59,1 percento) dissero no all’abolizione della legge 898 Fortuna-Baslini sul divorzio che il Parlamento aveva approvato quattro anni prima, e 13 milioni votarono sì (il 40,9%). A Ravenna i no furono il 79,73 percento, cioè 71.657 voti.
Giannantonio Mingozzi del Partito repubblicano italiano a Ravenna ricorda quella consultazione: «Il risultato nel comune di Ravenna per il no fu tra i più alti d’Italia come pure l’affluenza, in difesa di una legge che salvaguardava il diritto di scelta, aspramente combattuta dal comitato di ispirazione cattolica guidato da Amintore Fanfani assieme al Movimento Sociale ed ai monarchici. Per molti di noi, allora ventenni o giù di lì, fu la prima vera esperienza di partecipazione ideale e politica, nel pieno degli anni di piombo e ancora avvolti dalla contestazione studentesca, ma convinti che la concezione democratica e laica dei diritti civili avrebbe trionfato».
L’esponente dell’Edera ci tiene a ricordare tre aspetti di quella battaglia referendaria, alla quale seguì poi la riforma del diritto di famiglia, che possano essere d’aiuto alle coscienze di oggi ed alla memoria ravennate.
Il primo: «L’invito della Cei a scendere in campo per l’abrogazione non provocò una guerra di religione, ma grazie ad alcuni esponenti prestigiosi, tra i quali l’Arcivescovo di Ravenna Salvatore Baldassarri, il confronto divenne sereno e civile; lo intervistammo, assieme a Mauro Mazzotti e le sue risposte, pur allineate all’ufficialità della Chiesa, mostrarono una schietta disponibilità al dialogo e la sincera preoccupazione di evitare nuove crociate, per questo lo ringraziammo. Come fummo grati ad Aldo Preda per aver raccolto alcune centinaia di adesioni di cattolici ravennati (tra i quali 47 sacerdoti) per il “No all’abrogazione”, un atto di coraggio che volle affermare i valori di convivenza civile e di libertà religiosa essenziali per la democrazia».
Il secondo: «Il fronte del no, composito e variegato, chiamò a Ravenna i massimi esponenti politici di allora, da Ugo La Malfa e Oddo Biasini a Enrico Berlinguer, ed altrettanto si caratterizzò lo schieramento del si; un manifesto, conservato nella redazione ravennate di Libro Aperto, rende l’idea del massimo impegno profuso dalle forze di ispirazione laica e democratica con il comizio finale tenuto a Roma dallo stesso La Malfa con Malagodi, Nenni, Parri e Saragat».
Il terzo: «La straordinaria partecipazione dei giovani ad ogni iniziativa, dall’incontro con Marco Pannella il 10 marzo alla Casa dello Studente, al comizio di Antonio Baslini il 7 maggio in piazza XX settembre, e infine quella tenda dei giovani repubblicani che per dieci giorni, 9 febbraio compreso, in via Diaz, ricordò ai ravennati di esprimere un sereno no dalla coscienza umana del Paese, con l’auspicio che ci inviò Giovanni Spadolini per “un Tevere più largo”».
Il fenomeno si è verificato nella notte tra il 10 e l’11 maggio e potrebbe ripetersi tra l’11 e il 12
Il cielo sulla Romagna nella notte tra il 10 e l’11 maggio è stato caratterizzato da un fenomeno piuttosto raro: l’aurora boreale. Sui social network è stato tutto un fiorire di post con foto dell’orizzonte colorato in varie tonalità violacee scattate da più parti della regione rivolgendosi verso nord. Il fenomeno potrebbe ripetersi nella notte tra l’11 e il 12.
La pagina Facebook “Emilia-Romagna Meteo” aveva preannunciato la possibilità dell’evento: «Le previsioni aggiornate dello Space Weather Prediction Center e della Noaa annunciano l’arrivo di una probabile tempesta geomagnetica tra venerdì 10 maggio e sabato 11, a seguito di una tempesta solare molto forte. Ciò porterà probabilmente alla comparsa di aurore boreali molto vaste, che potrebbero essere visibili anche dall’Italia».
Così si legge su Wikipedia a proposito dell’aurora boreale: «Un fenomeno caratterizzato visivamente da bande luminose che assumono un’ampia gamma di forme e colori, rapidamente mutevoli nel tempo e nello spazio, di solito di colore rosso-verde-azzurro, detti archi aurorali, causato dall’interazione di particelle cariche (protoni ed elettroni) di origine solare (vento solare) con la ionosfera terrestre (atmosfera tra i 100-500 km): tali particelle eccitano gli atomi dell’atmosfera che diseccitandosi in seguito emettono luce di varie lunghezze d’onda».
L’origine è una tempesta solare: «Il Sole produce forti emissioni di materia dalla sua corona che generano un forte vento solare, le cui particelle ad alta energia vanno a colpire il campo magnetico terrestre dalle 24 alle 36 ore successive all’espulsione di massa coronale. Ciò accade soltanto qualora le particelle del vento solare viaggino in direzione della Terra. Le tempeste magnetiche generalmente durano dalle 24 alle 48 ore, anche se alcune possono durare per diversi giorni».
A un anno dall’alluvione, per la nuova rassegna di concerti gratuiti e sostenibili
«Un anno dopo l’alluvione, un “fiume” in piena di gente unita per e con la musica, in pace e nel pieno rispetto della terra», si legge sui social del Ravenna Festival per celebrare la prima giornata di “Romagna in Fiore”, la rassegna nella rassegna che vuole rendere omaggio ai luoghi colpiti dall’alluvione con concerti gratuiti e sostenibili (ne parliamo nel dettaglio a questo link).
La giornata inaugurale, sold out da tempo, si è svolta a Castel Raniero, nelle prime colline faentine, nell’ambito del festival “La musica nelle aie” e ha visto protagonista Vinicio Capossela, accompagnato dal musicista romagnolo Don Antonio.
In 7mila – a dare la cifra è stato il sindaco di Ravenna Michele de Pascale – hanno affollato il parco davanti all’ex colonia faentina.
La presidente onoraria risponde alle associazioni che avevano invitato a boicottare il Festival per protesta contro il main sponsor Eni
Foto Francesca Santarella
Si torna a parlare di torri Hamon, ormai entrambe demolite, con le associazioni (ambientaliste e non) che ora invitano a boicottare il Ravenna Festival in segno di protesta contro il main sponsor Eni, proprietaria dell’area ex Sarom dove sorgevano i due manufatti e responsabile dell’abbattimento.
Il coordinamento ravennate “Per il clima – Fuori dal fossile”, Italia Nostra, Potere al Popolo, Ravenna in Comune, Collettivo La Comune, il circolo “Chico” Mendes di Bologna e la Rete Nazionale Lavoro Sicuro in una nota inviata alla stampa sottolineavano ieri (9 maggio) il silenzio in particolare della presidente onoraria del Festival, Cristina Mazzavillani Muti, «che pure, in passato, si era espressa nettamente a favore della tutela».
Oggi arriva la replica della stessa Muti, che pubblichiamo integralmente, e che si rivolge direttamente alle associazioni qui sopra.
«Arrivano tardi! Dove erano quando negli anni novanta chiamavo a gran voce i nostri politici e la popolazione intera a essere uniti nel difendere le nostre archeologie industriali come l’ex magazzino dello zolfo, le torri di Hamon, l’ex macello e altri siti come San Nicolò, San Domenico, il Sigarone, il vecchio Tiro a segno, la Fabbrica Vecchia… Da sola, senza alcun aiuto e nemmeno alcun permesso sono entrata in tutti questi luoghi e per fortuna in alcuni con successo. Avevo assicurato che mi sarei mossa per organizzare un laboratorio internazionale di ingegneria di alta ricerca e sperimentazione di effetti acustici da effettuare all’interno delle meravigliose torri di Hamon che ritenevo interessanti come a Siracusa la grotta chiamata orecchio di Dionisio. Dove erano costoro a darmi una mano? Dove erano costoro a difendere i cittadini ravennati abitanti nella zona di via Cilla quando protestarono invano purtroppo per una antenna altissima e deturpante il piccolo parco giochi dei loro bambini? Io c’ero con loro in Comune a protestare quel famoso giorno quando ci sentimmo gridare in faccia…. “Decisioni già prese! Non si torna indietro!”.
E adesso i risvegliati combattenti dell’ultima ora scatenano la loro tardiva e sterile rabbia contro il Festival? Bravi! Cancellate pure anche questa bella storia che conta 35 anni di intenti meravigliosi col consenso di migliaia di cittadini partecipanti e felici! Così vi rimarranno solo le macerie delle torri di Hamon! Che andavano difese negli anni novanta quando già i cornicioni dall’alto stavano crollando! Dopo trent’anni cosa si può più rimediare! Quando non si è aspettato altro che si auto demolissero su un terreno micidiale che andava bonificato allora tanto era pericolosamente inquinato e non poteva nemmeno essere calpestato! Io però mi sono avventurata là dentro più di una volta! E il potenziale meraviglioso che ho colto là dentro mi è entrato nell’anima! Ci ho pure lanciato vocalizzi che ancora so fare: mi sono sentita tornare indietro un mondo sonoro stupefacente! Niente! Tutti sordi, assenti, distratti! E adesso la Mazzavillani sta muta e accetta il sostegno di Eni. Ma per fortuna che c’è Eni! Cari miei, le torri erano marce e agonizzanti e pericolose! Troppo tardi vi siete svegliati e mi viene il sospetto che non sia tutta buona fede questa strana protesta tardiva e inutile!».
Si sta lavorando al Piano speciale definitivo, che verrà approvato dalla struttura commissariale entro giugno
La Regione Emilia-Romagna fa un riepilogo dei danni subìti dalla Romagna, in particolare la provincia di Ravenna, per l’alluvione di maggio 2023 e quanto fatto nei dodici mesi successivi per il ripristino. I numeri di partenza sono questi: 17 morti, decine di migliaia di sfollati e 8,5 miliardi di danni certificati all’Unione europea a privati, infrastrutture, imprese, agricoltura.
Nelle conclusioni della Commissione tecnica coordinata dal professor Armando Brath e composta da esperti esterni, nominata dalla Regione per analizzare quanto successo, si legge che si trattò “di un evento senza precedenti nella storia osservata”, da quando nel 1921 si sono iniziati a raccogliere i dati idrologici.
Si sta lavorando al Piano speciale definitivo, che verrà approvato dalla struttura commissariale entro giugno. Comprenderà l’aggiornamento delle prime linee di intervento e l’integrazione delle progettualità individuate sul reticolo idrografico principale, secondario e di bonifica e sui versanti pedecollinari, collinari e montuosi. Il tutto sarà condiviso con i territori maggiormente colpiti. Il primo incontro è stato fatto oggi, venerdì 10 maggio, con sindaci e tecnici della Città metropolitana di Bologna; gli altri due sono previsti martedì 14 (comuni del Ravennate) e mercoledì 15 (comuni della provincia di Forlì-Cesena). Parallelamente procede il coinvolgimento dei Comitati dei cittadini che, proprio in relazione ai Piani speciali, vedrà un allargamento anche al mondo associativo e ad altri portatori di interesse in un vero e proprio percorso partecipato.
S’intitola “Quel che conta – Dieci ritratti a un anno dall’alluvione in Emilia-Romagna” il volume con le fotografie di Marco Onofri, la prefazione di Daria Bignardi e i racconti (dieci, in tutto) a cura dell’Agenzia di informazione e comunicazione della Giunta regionale. Una raccolta di volti e storie dodici mesi dopo i tragici eventi dello scorso maggio: verrà presentato in Regione, a Bologna, lunedì 13 maggio, contestualmente all’inaugurazione della mostra con le foto di Onofri.
E poi un grande evento per dire “grazie” a tutti coloro che sono intervenuti immediatamente nella fase di emergenza e anche dopo. L’appuntamento con “Alluvione, un anno dopo. Una giornata per dire grazie” è sabato 15 giugno a Faenza, al PalaCattani.
Cas (Contributo per l’autonoma sistemazione) e Cis (Contributo di immediato sostegno)
Un Contributo per l’autonoma sistemazione (Cas), per supportare chi aveva perso la casa, a causa dell’alluvione o delle frane. È la prima misura resa possibile con i fondi delle ordinanze di Protezione civile firmate dal Commissario straordinario di Governo che, subito dopo gli eventi di maggio 2023, per la gestione dell’emergenza era stato indicato nel presidente della Regione. Dall’agosto successivo il Cas è poi diventato competenza del Commissario straordinario per la ricostruzione, nominato sempre dal Governo, il generale Figliuolo; fino a quel momento erano stati erogati 7,6 milioni di euro (7.637.342 euro) ad oltre 9mila nuclei familiari (9.371).
Per il Cis (Contributo di immediato sostegno) è invece tutt’ora in corso l’erogazione dei contributi: 23.665 acconti finora erogati (3mila euro ciascuno), per una cifra complessiva di 70 milioni e 995mila euro. Il totale dei saldi invece è pari a 17.514, per un importo complessivo di 31 milioni e 930mila euro. Il Cis ha previsto un primo pagamento di 3mila euro (acconto), che il cittadino si è impegnato a rendicontare definitivamente per la richiesta del saldo. L’ammontare complessivo di questo primo indennizzo, infatti, può arrivare fino a 5mila euro, più ulteriori 750 euro a titolo di concorso alle spese connesse alla predisposizione della perizia asseverata. Il rimborso copre le spese per la pulizia e la rimozione di acqua, fango e detriti, gli interventi su elementi strutturali e impiantistici, l’arredamento, gli elettrodomestici, ma anche – per la prima volta in una situazione di calamità – l’acquisto dell’abbigliamento, di stoviglie e utensili, ed eventuale materiale didattico per i figli.
La raccolta fondi della Regione
Oltre 52 milioni di euro donati. All’indirizzo https://www.regione.emilia-romagna.it/alluvione/rendiconto-donazioni viene rendicontato l’utilizzo di ciascun euro raccolto, via via che vengono definite iniziative e progetti finanziati. Degli oltre 52 milioni, 27 milioni sono il pacchetto complessivo di contributi per chi ha avuto il veicolo – auto, motociclo, ciclomotore – distrutto, o anche solo danneggiato, dall’alluvione. Al momento sono state presentate circa 5.600 richieste di contributo per quasi 19 milioni di euro; già liquidati più di 5,5 milioni di euro.
Sul totale della somma donata, 5 milioni sono stati assegnati ai Comuni per famiglie e persone in difficoltà; 5,1 milioni alle imprese; quasi 10 milioni ai cittadini e alle famiglie anche a rimborso delle spese per la realizzazione di sistemi di protezione come paratie e barriere e 5,4 milioni di euro al ripristino di infrastrutture per i giovani, lo sport e spazi della cultura.
L’agricoltura
Quasi un miliardo di euro di danni: è il “conto” dell’alluvione di maggio 2023 per il sistema agricolo regionale. I fondi sui quali si è potuto contare fino ad ora per il comparto agricolo sono un terzo dei danni diretti e indiretti accertati, e si attestano sui 325 milioni di euro. 106 milioni sono stati stanziati nel Fondo di solidarietà delle Regioni italiane. Con la legge 100/2023 sono stati messi a disposizione 50 milioni di euro per i danni alle produzioni vegetali attraverso la piattaforma nazionale AgriCat, e 50 milioni di euro per i danni zootecnici e da frane. Inoltre, il Fondo di crisi europeo, cofinanziato dal Governo, ha messo in disponibilità altri 100 milioni di euro: con queste risorse, l’organismo pagatore nazionale Agea ha già effettuato pagamenti per un totale di 99 milioni alle imprese agricole. La Regione, dal canto proprio, ha garantito 21 milioni di euro dal Programma di Sviluppo Rurale per il ripristino produttivo dei suoli.
Turismo
All’indomani dell’alluvione che ha colpito buona parte del territorio e soprattutto la Romagna, la Regione, stanziando risorse per oltre 950mila euro, si è subito attrezzata per invitare e accogliere i turisti per la stagione estiva, in assoluta in sicurezza. Si è partiti da una serie di campagne, rivolte soprattutto al mercato tedesco.
I cantieri: fiumi e strade
Dai primi interventi urgentissimi sugli argini dei fiumi ai lavori di consolidamento dei versanti in dissesto a ridosso degli abitati, fino al miglioramento delle condizioni di deflusso dei corsi d’acqua. Si continua a lavorare senza sosta nei territori colpiti dall’alluvione dello scorso maggio: nel complesso, sono 402 i cantieri in capo all’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile che interessano le province colpite di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini, Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia. Di questi, 130 sono già stati completati, 158 quelli in corso e 114 in progettazione. Il tutto per un investimento totale di circa 343 milioni di euro, tra somme urgenze, urgenze, programmazione regionale anticipata e programmazione da altre fonti.
Gli interventi di somma urgenza in capo all’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile sono in tutto 66 per oltre 97 milioni di euro (ordinanze 6 e 19 del Commissario straordinario). Tre interventi (per circa 3 milioni) sono in fase di realizzazione, tutti gli altri già conclusi.
Gli interventi urgenti sui fiumi, tutti in realizzazione, sempre in capo all’Agenzia, sono 152 per oltre 137 milioni (ordinanze 8 e 15 del Commissario straordinario). A questi si aggiungeranno ulteriori 56 interventi per un importo di circa 140 milioni.
Sul sito web dedicato, https://www.regione.emilia-romagna.it/alluvione, tutte le informazioni, gli atti e le ordinanze, la mappa dei cantieri e la serie dei video realizzati che raccontano (attraverso i tecnici) i lavori fatti lungo le aste dei fiumi. Online anche ulteriori quattro video, relativi a Idice, Sillaro, Ronco e Savio/Borello.
Oltre all’Agenzia per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile, ci sono altri 298 interventi (di cui 148 già conclusi) di difesa idraulica per 267,5 milioni di euro sempre finanziati dalle ordinanze del Commissario ai Consorzi di Bonifica. Altri 78 interventi sono in capo ad AiPo (Agenzia interregionale per il fiume Po) per 39,2 milioni.
Per quanto riguarda i collegamenti viari, gli interventi sono in tutto 3.369, per 793,5 milioni di euro, in capo a diversi soggetti (primi fra tutti Comuni, Città metropolitana e Province).
Un patto tra Pri e Azione ha determinato la presenza del simbolo dell’Edera nell’emblema con la relativa presenza di sette candidati al Parlamento europeo
L’avvocata ravennate Maria Valeriana Masperi è candidata alle elezioni europee con la lista di Azione nella circoscrizione Nordest che include Emilia-Romagna, Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia. Masperi è candidata in rappresentanza del Partito repubblicano italiano.
In chiave elezioni europee, un patto tra Pri e Carlo Calenda ha determinato, in tutte le Circoscrizioni del Paese, la presenza del simbolo dell’Edera nell’emblema con Azione con la relativa presenza di sette candidati al Parlamento europeo.
«Per il Pri, europeista nel Dna fin dalla Giovine Europa voluta da Giuseppe Mazzini nel 1834 – si legge in un comunicato –, il problema non è creare nuove regioni, ma creare nuove opportunità di crescita economica, di indipendenza energetica, di nuove tecnologie favorite anche dalle prospettive sviluppate dell’intelligenza artificiale insieme a politiche di un progresso culturale, sociale e sanitario che non lasci indietro nessuno».
Il Pri ravennate ha già in programma manifestazioni pubbliche a partire da Alfonsine, poi al circolo Guerrini, a San Pietro in Campiano, a Cervia, a San Michele e a Lugo, per presentare la visione dei repubblicani sui problemi dei territori e dell’Europa.
Professionisti qualificati dell’Ausl Romagna a disposizione dei cittadini per incontri gratuiti dove vengono presentate buone pratiche per cambiare comportamenti dannosi per la salute
Promuovere l’adozione di sani stili di vita è sempre di più parte degli obiettivi del servizio sanitario. Per supportare le persone al cambiamento di comportamenti pericolosi per la salute e incentivare la diffusione di stili di vita salutari, il dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl Romagna – in collaborazione con i dipartimenti Cure Primarie, i distretti e alcuni servizi specialistici – garantisce un’offerta diffusa di opportunità nelle Case della Comunità sull’intero territorio romagnolo.
Gli eventi sono tenuti da professionisti qualificati dell’Ausl Romagna, favoriscono l’interazione di gruppo e sono caratterizzati da una forte connotazione esperienziale. La partecipazione è gratuita.
Di seguito il calendario delle iniziative del mese di maggio in provincia di Ravenna.
Corso di formazione per walking leader
Un corso teorico-pratico per diventare conduttore di un gruppo di cammino per la salute. A Faenza l’11 maggio dalle 9.30 alle 12, Sano Medical Fitness Shopping Center “La Filanda”.
Un passo alla volta
Riscoprire insieme l’importanza del movimento. L’incontro sarà tenuto dai Tecnici dell’Attività Motoria del Dipartimento di Sanità Pubblica a Marina di Ravenna il 16 maggio dalle 15 alle 17 nella sala del consiglio al 1 piano della Casa della Comunità.
Laboratori di cucina salutare
Un laboratorio dove sarà possibile mettere in pratica alcuni consigli per cucinare in modo salutare. L’incontro è particolarmente dedicato a persone affette da patologie croniche. Sarà condotto da un Dietista del Dipartimento di Sanità Pubblica e da un cuoco esperto. A Cervia il 20 maggio dalle 18.30 alle 20.30 a Cervia Social Food in via Levico 11.
Il carrello della salute
Imparare insieme a fare la spesa, riempiendo il carrello in maniera gustosa e salutare. L’incontro sarà tenuto da Dietisti e Assistenti Sanitari del Dipartimento di Sanità Pubblica. A Massa Lombarda il 22 maggio dalle 15 alle 17 nella Casa della Comunità in viale Resistenza 7 e a Faenza il 14 maggio dalle 15 alle 17 nella Sala della Comunità.
Per informazioni e iscrizioni è possibile scrivere a promosalute.ra@auslromagna.it , oppure telefonare al tel.3346705941.
Ritardi fino a 40 minuti e un regionale cancellato
Un treno in transito per la stazione di Faenza ha investito una persona nella tarda mattinata di oggi, 10 maggio. Dalle informazioni disponibili si è trattato di un gesto volontario. L’incidente ha causato ritardi sui collegamenti tra Bologna e Rimini. In un primo momento la circolazione è stato sospesa e poi è ripresa con rallentamenti nel tratto faentino.
Intorno alle 14.30 Trenitalia ha annunciato che la circolazione è tornata alla regolarità. Complessivamente tre treni Alta Velocità con rallentamenti fino a 40 minuti, due Intercity limitati e 4 Regionali con rallentamenti fino a 40, uno limitato e uno cancellato.
Il sindaco e presidente della Provincia di Ravenna invita l’esecutivo a onorare il primo anniversario della tragedia con un decreto per aiutare cittadini e aziende danneggiate
Foto Marco Parollo
Il sindaco e presidente della Provincia di Ravenna, Michele de Pascale, chiede che il Governo preveda subito gli indennizzi per i beni mobili danneggiati e distrutti dall’alluvione di maggio 2023: «I sindaci e i comitati degli alluvionati invocano questa misura dal luglio dello scorso anno, il commissario Figliuolo ha dichiarato di averlo chiesto ufficialmente alla presidente Meloni, e molti esponenti minori del Governo lo hanno promesso più e più volte. Ora basta, non c’è più tempo».
De Pascale invita il governo a onorare l’anniversario dell’alluvione (la prima fu il 2 maggio, la seconda tra il 16 e il 17) emanando un decreto che consenta di indennizzare anche i beni mobili che per tanti cittadini alluvionati rappresentano una parte molto significativa dei danni. «Su questo tema non si può più scherzare né è valido lo scaricabarile sistematico nei confronti del Commissario o degli enti locali, diventato ormai la regola degli esponenti del Governo. Le famiglie colpite dall’alluvione hanno atteso fin troppo e non possono attendere oltre».
Continua la stagione primaverile di eventi alla Rocca Brancaleone di Ravenna, gestita dal bar del parco e dal ristorante Fulèr.
Dal 10 al 12 maggio per tre serate è in programma la Festa della Birra & De Scartòz con stand gastronomici, giochi e musica dal vivo.
Da segnalare il 10 maggio il live dei Saint Cecilia, l’11 maggio la gara di nascondino curata dal gruppo Tanamadana e i concerti di Nannibus and Friends e Hernandez e Sanpedro, il 12 maggio balli e dj set a cura di Wild Angels.