venerdì
18 Luglio 2025

Concessione stadio: il Comune alza il canone richiesto e il contributo concesso

La giunta comunale ha definito i dettagli per il rinnovo della concessione dello stadio comunale di calcio al Ravenna Fc: la durata sale a sei anni ma il contributo alla gestione è per tre anni con eventuale proroga

Benelli
Lo stadio Benelli

La giunta comunale di Ravenna ha stabilito i dettagli per il rinnovo della concessione dello stadio Benelli in uso alla società di calcio Ravenna Fc. Il piano elaborato dall’assessorato allo Sport definisce durata e rapporti economici fra le parti: contratto di sei anni, da marzo 2024 a dicembre 2029, canone annuale di 11mila euro (Iva esclusa) a favore del Comune e contributo economico annuale a favore del club sportivo di 117mila euro (Iva esclusa) per la partecipazione alle spese di gestione per i primi tre anni. La proposta della giunta arriverà in consiglio comunale il 13 febbraio, ma prima il documento dovrà passare anche in commissione consiliare.

Tutti i tre parametri sono stati alzati rispetto al passato. La concessione arrivata a scadenza lo scorso 31 dicembre, e prorogata fino al prossimo 29 febbraio per elaborare la nuova versione, era di durata biennale e prevedeva un canone di 10.200 euro e un contributo di 106.500 euro.

Nella nuova ipotesi, però, il contributo erogato dal Comune, a differenza di quanto avveniva finora, è garantito solo per una parte della concessione: nel 2026 sarà la giunta a valutare l’eventuale prolungamento se non saranno emerse inadempienze da parte del concessionario.

Si tratta del terzo rinnovo dell’accordo tra giallorossi e pubblica amministrazione, proprietaria dell’impianto che occupa 32mila mq in via Punta Stilo. Il primo accordo risale al 2013, quando entrò in esercizio l’attuale compagine a seguito del fallimento della precedente società sportiva. A quel tempo il contributo del Comune come parziale rimborso delle spese di gestione era di 75mila euro. In totale dal 2013 il Ravenna Fc ha ricevuto circa 900mila euro dal Comune e ne ha pagati circa 100mila di canoni.

La concessione dello stadio Benelli di Ravenna

Il contratto di concessione andrà a definire anche i compiti assegnati al gestore (Ravenna Fc). I contratti precedenti indicavano un elenco dettagliato: tutta la manutenzione ordinaria (con cadenze stabilite per tutto, ad esempio per tinteggiature e stucchi), la pulizia (specificando la frequenza con cui vanno lavati i pavimenti e le finestre), il mantenimento del manto erboso da gioco, lo sfalcio delle aiuole, la gestione degli accessi, la guardiania e la vigilanza, la raccolta e smaltimento dei rifiuti e tanti altri interventi. Entro il 31 marzo di ogni anno, secondo i precedenti contratti, il Ravenna Fc deve inviare all’ufficio Sport del Comune un rendiconto delle mansioni svolte.

Ravenna&Dintorni ha potuto visionare il rendiconto relativo alla gestione 2021. Un foglio A4 su carta intestata del Ravenna Football Club firmato dal presidente Alessandro Brunelli e inviato al dirigente comunale Stefano Savini. Un elenco di voci di uscita senza riferimenti a ulteriore documentazione a supporto, ma non è escluso che questa possa effettivamente essere stata recapitata allegata a parte o con altre comunicazioni. Il totale delle uscite viene quantificato in 153mila euro. Le principali voci: 55mila euro per “Gestione emergenza Covid”, 44mila per “Manutenzioni”, 20mila per “sanificazione/pulizie”. Tra le spese figurano anche 1.513,54 euro indicati come “Utenze” senza maggiori dettagli. Una cifra piuttosto bassa se dovesse indicare le utenze di tutto lo stadio. Un numero che forse poteva far emergere l’anomalia delle bollette non pagate.

I debiti del Ravenna Fc con la pubblica amministrazione

Va ricordato che nei mesi scorsi è emerso che il Ravenna Fc per dieci anni non ha pagato le bollette di luce e acqua e la tassa rifiuti (Tari) per lo stadio che ha in concessione. Per luce e acqua fino a dicembre 2022 si tratta di 429mila euro. Per la Tari sono 32mila euro. Se si tiene conto che va aggiunto il conto del 2023 di luce e acqua, si può considerare un debito totale di circa mezzo milione di euro verso la pubblica amministrazione (da aggiungere alla perdita di 180mila euro accumulata negli ultimi quattro esercizi). Per luce e acqua il creditore dei giallorossi infatti è il Comune e non le aziende Hera e Edison che non hanno mai staccato le utenze proprio perché i pagamenti sono sempre stati saldati dall’amministrazione pubblica che era formalmente intestataria delle fatture. Ravenna Fc e Comune hanno sottoscritto da poco un piano di rientro del debito di luce e acqua spalmato su sei anni con 36 rate bimestrali. La prima da 13.259,81 euro era da versare entro l’1 gennaio scorso. La prossima per l’1 marzo sarà di 13.183,83 euro.

La storia dello stadio di calcio di Ravenna

Lo stadio di calcio della città di Ravenna è di proprietà del Comune, è stato inaugurato nel 1966 e dal 1970 è intitolato a Bruno Benelli, il sindaco dal 1963 al 1967 durante il cui mandato l’impianto fu costruito. Il complesso – che oggi comprende anche il piccolo campo sportivo per il riscaldamento pre-gara e una palazzina con spogliatoi, sala stampa, magazzini e uffici – occupa un’area di 32mila metri quadrati. La costruzione iniziò nell’agosto del 1958 con un importo di 133 milioni di lire erogato dall’Istituto per il Credito Sportivo per il primo stralcio a cui ne seguirono altri. Inizialmente poteva contenere cinquemila persone. L’ampliamento della capienza venne con la conquista della prima serie B (1993). L’impianto avrebbe oggi una potenzialità di 12mila posti ma da anni ormai è omologato solo per cinquemila.

Al via a marzo i lavori per la nuova rotatoria nei pressi della stazione

L’intervento tra via Piano Caricatore, viale Masi e viale De Pinedo renderà permanente l’attraversamento ciclo-pedonale e garantirà una maggiore sicurezza stradale

Rotatoria Assetto ProvvisorioInizieranno nei primi giorni di marzo a Lugo i lavori per la rotatoria tra via Piano Caricatore, viale Masi e viale De Pinedo. Un intervento da 180 mila euro che porterà anche alla messa in sicurezza, sistemazione e riqualificazione del percorso ciclo-pedonale e dei parcheggi a pettine lungo viale De Pinedo.

Il progetto esecutivo è stato approvato dalla giunta lo scorso dicembre e renderà definitivo l’assetto del sistema di attraversamento che ha permesso, finora in modo provvisorio, percorsi più sicuri per pedoni e ciclisti, oltre che a garantire la riduzione della velocità dei veicoli in strada. Inoltre, la riqualificazione del parcheggio a pettine in viale de Pinedo nei pressi della stazione ferroviaria consente l’agevolazione del trasporto pubblico e una maggior sicurezza del percorso pedonale promiscuo, poiché le autovetture non avrebbero più la possibilità di invadere la corsia.

Agricoltura, il Pd ne parla con l’europarlamentare e i candidati sindaci

Il segretario Barattoni: «Le proteste vanno ascoltate»

9In un contesto di crescenti proteste in Italia e in diversi paesi dell’Ue, il Partito Democratico di Ravenna ha organizzato due iniziative sul tema dell’agricoltura.

«Soprattutto in un momento come questo è importante mantenere un dialogo con gli agricoltori perché c’è grande preoccupazione per lo stato di salute del settore – ha detto il segretario provinciale Alessandro Barattoni -. Le decisioni della commissione europea e le mancate promesse del governo italiano rendono forte il rischio di non riuscire a garantire un equo compenso ai produttori e di non supportare sufficientemente la necessità di più investimenti per sostenere i cambiamenti che sono imprescindibili. Le proteste hanno motivazioni che vanno ascoltate e a cui va data risposta poiché l’agricoltura e l’agroalimentare sono settori strategici per il nostro territorio e per tutto il Paese.I cambiamenti climatici impongono di procedere nella transizione ecologica, ma è fondamentale l’intervento del governo e dell’Europa per garantire misure di sostegno gli agricoltori, colpiti dal calo della produzione per gli eventi climatici, dai costi spropositati delle materie prime e dell’energia, dall’aumento del costo del denaro per fare investimenti fondamentali».

Due saranno gli incontri pubblici organizzati in settimana, insieme all’europarlamentare Paolo De Castro, primo vicepresidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale e professore ordinario di economia e politica agraria all’Università degli Studi di Bologna.

Dopo la visita a diverse aziende della filiera agroindustriale, la prima riunione è prevista venerdì 9 febbraio alle ore 18.15 alla saletta della Cooperativa Agrisol in via Boncellino 42 a Bagnacavallo. Oltre a De Castro, saranno presenti: Simona Caselli, presidente della Coop Granlatte di Granarolo, già assessora regionale all’Agricoltura; Matteo Giacomoni, candidato sindaco del centrosinistra alle elezioni comunali.

Sempre venerdì 9 febbraio alle ore 20 Paolo de Castro sarà alla Casa del popolo di Giovecca (via Bastia 189 Lugo) per una cena con Elena Zannoni, candidata sindaca di Lugo, e Andrea Sangiorgi, candidato sindaco di Conselice (prenotazione obbligatoria 0545 77080 oppure 340 576 8959).

I migranti della Geo Barents saranno trasferiti alla Standiana per gli accertamenti

Dei 134 a bordo ne resteranno 6 in provincia di Ravenna

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La nave Geo Barents, di Medici Senza Frontiere, è attesa al porto di Ravenna sabato 10 febbraio alle ore 7, con a bordo 134 persone salvate nel Mediterraneo (87 uomini e 13 donne adulti e 34 minorenni, di cui 15 non accompagnati).

Una volta arrivati in città, i migranti saranno trasferiti con mezzi della Croce Rossa Italiana non al Pala De André come nelle ultime occasioni (essendo già occupato per un evento), ma al Circolo Canottieri in località Standiana, dove verranno effettuati tutti gli adempimenti sanitari (da bordo nave viene segnalato che le condizioni dei naufraghi sono stabili e senza casi di emergenza al momento) e anagrafici, le interviste dei mediatori, e le procedure identificative e di polizia.

Già decisa, d’intesa con il Viminale, anche la ripartizione dei migranti terminate le procedure di accoglienza: 70 resteranno in Emilia Romagna (61 adulti e 9 minori non accompagnati di cui 16 a Bologna, 5 a Ferrara, 7 a Forlì-Cesena, 11 a Modena, 6 a Parma, 5 a Piacenza, 8 a Reggio Emilia, 6 a Rimini e 6 a Ravenna); 64 saranno trasferiti con pullman in Lazio (58 adulti e 6 minori non accompagnati)

«Voglio ringraziare – ha affermato il prefetto Castrese De Rosa – il presidente e i soci del Circolo Canottieri di Ravenna per la disponibilità che hanno nuovamente fornito e tutta la macchina organizzativa che si è messa subito in moto per garantire un’accoglienza dignitosa ai migranti che giungeranno sabato prossimo. Una macchina ormai collaudata, dal momento che si tratta dell’ottavo sbarco con 868 migranti giunti complessivamente dalle navi Ong sbarcate al Porto di Ravenna».

Il ravennate Amadeus dal palco di Sanremo: «Non dimentichiamo l’alluvione»

Il conduttore al termine della festa per “Romagna Mia”: «Per ripartire hanno bisogno dei necessari aiuti»

Romagna Mia Sanremo

«Non dimentichiamo il dramma dell’alluvione. I romagnoli sanno rimboccarsi le maniche ma per ripartire hanno bisogno dei necessari aiuti da parte di tutti. Mi raccomando, non abbandoniamo questa terra».

Al Festival di Sanremo arriva l’appello di Amadeus (che ha ricordato le sue origini ravennati) a non dimenticare la Romagna colpita dall’alluvione, al termine di alcuni minuti di festa in occasione della celebrazione dei 70 anni di “Romagna Mia”, cantata sul palco dell’Ariston dall’orchestra di Mirko Casadei e dai Santa Balera, gruppo che riunisce giovanissimi che portano avanti la tradizione del liscio romagnolo.

Nei giorni scorsi il sindaco di Ravenna Michele de Pascale aveva invitato lo stesso Amadeus a tenere alta l’attenzione sul tema dell’alluvione.

I 70 anni di “Romagna Mia” a Sanremo con Casadei e la “GenZ” del liscio

Tra i giovani artisti della Santa Balera anche alcuni “angeli del fango”
Bonaccini e Felicori: «Grazie ad Amadeus per tenere alta l’attenzione sui territori colpiti e sul nostro tesoro musicale»

Santa Balera Foto1

Il palco dell’Ariston ospiterà questa sera (mercoledì 7 febbraio) Mirko Casadei e i ragazzi della giovane orchestra Santa Balera, (15 musicisti e 10 ballerini) per celebrare i 70′ anni di “Romagna Mia”, brano simbolo della regione, pubblicato nel 1954 da Secondo Casadei.
L’orchestra rappresenta una “Generazione Z del Liscio” : l’età media dei musicisti è di 20 anni e il più giovane ne ha appena 12, ed è nata grazie alla collaborazione tra la Regione Emilia Romagna e Mei (Meeting delle Etichette Indipendenti). Tra i giovani artisti, tutti attivi anche in progetti musicali paralleli che spaziano dal rock al jazz, anche alcuni “angeli del fango” che, nei giorni dell’alluvione si sono prodigati per riparare i danni della castrofe. La presenza della delegazione romagnola sul palco sarà infatti l’occasione per ricordare i tragici avvenimenti dello scorso maggio tenendo alta l’attenzione del Paese sulla situazione attuale.

 «Stasera sul palco dell’Ariston ci sarà l’Emilia-Romagna solidale e unita. Le note di “Romagna mia” nell’interpretazione della nuova orchestra Santa Balera fatta di giovanissimi musicisti e ballerini, che abbiamo sostenuto come Regione, porteranno nel teatro di Sanremo un inno di condivisione diventato popolare nel mondo. E sarà anche l’occasione per mantenere accesi i riflettori sulla Romagna, una terra colpita dalla drammatica alluvione del maggio scorso e i suoi cittadini che da subito si sono rimboccati le maniche e ancora stanno lavorando per superare tante difficoltà. Ringraziamo Amadeus e gli organizzatori del Festival per questa opportunità, ma anche per volere dare una vetrina nazionale e prestigiosa al Liscio, musica popolare che rappresenta un nostro tesoro culturale tradizionale».

Così il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e l’assessore alla Cultura, Mauro Felicori, esprimono soddisfazione e gratitudine per la presenza dei giovani dell’orchestra Santa Balera al Festival di Sanremo. Nei mesi scorsi, inoltre, la Regione ha promosso “Vai liscio”, un programma a di concerti per valorizzare e la musica da ballo, tipica dell’Emilia-Romagna, con iniziative su tutto il territorio regionale che stanno coinvolgendo teatri, musei, cinema, circoli, spazi polifunzionali e balere. Dopo l’esordio al Festival, i Santa Balera cominceranno il “Romagna mia tour” dedicato al Maestro Secondo Casadei.

Dopo anni di rinvii, apre al traffico la nuova rotonda del comparto Monaldina 

Già percorribili anche le due nuove strade di innesto. L’opera migliorerà la viabilità della frazione

CS 21 Inaugurazione Rotonda Monaldina

Nella mattinata di oggi (7 febbraio) a Godo sono state ufficialmente aperte al traffico la nuova rotatoria del comparto Monaldina, lungo la Strada Provinciale n.253 San Vitale, e le due strade di innesto (prolungamento di via dei Mestieri e collegamento con via Faentina di Godo).

I nuovi tratti stradali, rispettivamente a Nord e Sud della SP 253, consentiranno di far fluire in sicurezza il traffico dei mezzi che interessa a nord l’area denominata «Monaldina Artigianale» e a sud l’area di Godo, dove è situato anche lo stabilimento Eurocompany.

«Quello odierno – sottolinea la sindaca Valentina Palli – è il punto di arrivo di un percorso iniziato molti anni fa. È motivo di orgoglio poter dire di aver portato a termine un progetto atteso da anni e chiesto con forza dalle imprese della zona, un’opera che punta a migliorare la viabilità non solo di un’area produttiva, ma dell’intera frazione».

Beneficeranno della nuova viabilità in primis le imprese arrivate a Godo attorno al 2007-2008, quando erano in progetto la realizzazione di una nuova area commerciale-artigianale e le relative opere di urbanizzazione. Progetto che però è rimasto nel cassetto assieme ai lavori che avrebbero dovuto adeguare la viabilità ai nuovi insediamenti produttivi.

«Per noi questa rotonda è molto importante – spiegano gli imprenditori Otello Tasselli, Carlo Rinaldini e Andrea Valmori -. Negli anni abbiamo avuto molti problemi logistici, perché per i nostri camion la strada esistente era troppo stretta e pericolosa. Questo ha in parte penalizzato le nostre attività. Va dato merito alla sindaca se il progetto è ripartito e si è concretizzato».

Nel 2021 il Comune ha stipulato un accordo con la società proprietaria dell’area, la Epi del consorzio ravennate Arco Lavori, di cui fa parte anche la società Mmt che ha realizzato rotonda e strade.

«La prima convenzione con il Comune di Russi – dettaglia Giancarlo Trifirò di Arco Lavori insieme al progettista e direttore dei lavori Enrico Conti – risale al 2003, convenzione poi decaduta perché nel frattempo l’allora proprietà ha fatto altre valutazioni. Nel 2020 l’area è stata acquisita da Arco Lavori. Nel 2021 abbiamo stipulato un nuovo accordo con il Comune. Ci siamo impegnati a eseguire le opere di pubblico interesse nell’ambito di un accordo più ampio, che prevede un diverso utilizzo della superficie del comparto, di 18.500 metri quadri, che vedrà la realizzazione di alloggi socio-residenziali di comunità, un’area commerciale di 1.000 metri quadri (a fronte dei 22 mila metri quadri previsti nel progetto originario), un parcheggio da circa 120 posti auto al servizio delle strutture della frazione, che consentirà anche di decongestionare la via Faentina. Infine, è previsto uno spazio di 1.500 metri quadri per un eventuale nuovo centro civico, dotato di sale per le esigenze della frazione».

Il progetto è ora al vaglio della Conferenza dei servizi. «In teoria – concludono – i lavori potrebbero partire anche a inizio 2025».

De Pascale sui migranti: «Il Governo alterna disumanità e disorganizzazione»

Il commento del sindaco sull’annunco dell’arrivo della nave ong di Medici senza Frontiere al porto di Ravenna: «Il blocco degli sbarchi era stata la promessa più forte del Governo Meloni, e al di là delle opinioni, oggi ne rappresenta il fallimento più cocente»

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Il commento del sindaco Michele de Pascale sull’annunciato arrivo della nave ong Geo Barents di Medici senza Frontiere al porto di Ravenna. Si tratta dell’ottavo sbarco, a partire dal 31 dicembre 2022, il terzo per la Geo Barents dopo l’ultimo avvenuto il 3 gennaio scorso (ne parliamo qui).

«Dopo lo sbarco di 336 migranti registrato il 3 gennaio scorso, Ravenna è per l’ottava volta individuata come Porto sicuro per la nave Geo Barents di Medici senza Frontiere, con a bordo 134 persone di diverse nazionalità: Siria, Pakistan, Bangladesh, Marocco, Palestina, Egitto, Etiopia ed Eritrea.

Porto Corsini diventerà ancora l’approdo – il prossimo 10 febbraio – di un viaggio drammatico per quanti sfuggono a guerre e povertà. Il Comune di Ravenna, in stretto raccordo con la Prefettura e con lo straordinario supporto di tutta la comunità, come sempre farà la propria parte con umanità e senso di responsabilità. Ci colpisce invece, l’atteggiamento del governo che continua a scegliere approdi del centro nord allungando ulteriormente il calvario di donne, uomini, bambini e minori già allo stremo delle forze. Una scelta disumana, dichiaratamente finalizzata a tenere le navi umanitarie lontane dalle zone Sar impedendogli di salvare vite umane. A tutto questo noi contrapponiamo un modello di accoglienza basato sull’umanità, la professionalità e l’organizzazione.

L’accoglienza delle città è l’unico anello umano ed efficiente di una catena segnata invece dalla demagogia e dalla disorganizzazione del Governo Meloni, che non solo gioca sulle vite delle persone nelle fasi di salvataggio e sbarco, ma non ha poi nessuna strategia sul “dopo”, con norme capestro sul riconoscimento dello status di rifugiato, numeri ridicoli di rimpatri e nessuna politica attiva per integrazione che passa prima di tutto attraverso la conoscenza della nostra lingua e il lavoro.

Il blocco degli sbarchi era stata la promessa più forte del Governo Meloni, e al di là delle opinioni, oggi ne rappresenta il fallimento più cocente. La presidente del consiglio ammetta l’errore, convochi le autonomie locali e il mondo del lavoro e costruiamo insieme un modello di integrazione serio, umano ed efficiente».

Puzzo di pesce a Ravenna, il sindaco all’azienda del fertilizzante: «Ora basta»

Lettera del Comune ad Arpae e Ausl: «Metteremo in campo tutte le azioni possibili per interrompere gli spandimenti»

terreno agricolo

Il sindaco di Ravenna Michele de Pascale interviene in merito al cattivo odore presente in città, causato dallo spandimento di borlanda, un fertilizzante organico di origine naturale e di consistenza liquida e viscosa, solubile in acqua, che si ottiene dagli scarti delle barbabietole.

«Nel corso la giornata di ieri (6 febbraio, ndr) – dichiara il primo cittadino – la città è stata aggredita per l’ennesima volta da un odore nauseabondo di pesce in putrefazione provocato dallo spandimento di un fertilizzante, da parte di un’azienda agricola nei campi vicini alla città. Sebbene Arpae ci abbia assicurato che si tratta di un prodotto che non ha effetti nocivi per la salute e che non necessita di particolari autorizzazioni, è indubbio però che crei un pesantissimo disagio alla popolazione e ai turisti, con un impatto odorigeno molesto e insostenibile che rende l’aria irrespirabile. Abbiamo più volte interloquito con l’azienda per chiedere di moderare l’utilizzo di questo tipo di sostanza ed evitarne lo spandimento con particolari condizioni ambientali che possono amplificare la diffusione o la persistenza dell’odore, come la direzione del vento o la situazione attuale con livelli molto alti di polveri sottili. La proprietà però non sembra aver inteso le nostre richieste, continuando a farne un uso incontrollato. Ora la misura è colma. Come amministrazione metteremo in campo tutte le azioni possibili per fare cessare immediatamente gli spandimenti di questo specifico prodotto fertilizzante; a tal proposito oggi abbiamo inviato una lettera ad Arpae e Ausl con la richiesta di avviare tutti i controlli del caso».

Effetto Fleximan, abbattuto un autovelox a Sant’Alberto. È il quarto in provincia

L’apparecchio era stato installato nel settembre del 2022

Autovelox Sant Alberto FleximanL’effetto Fleximan fa cadere anche il quarto autovelox in provincia di Ravenna.

Nella notte tra martedì e mercoledì qualcuno ha infatti abbattuto l’apparecchio installato (un anno e mezzo fa) a Sant’Alberto, sulla strada provinciale, nei pressi dell’incrocio con via Guerrini.

Nelle scorse settimane erano stati vandalizzati invece quello sulla Dismano (all’altezza di Osteria), uno a Faenza e un altro a Castel Bolognese.

A questo link la mappa con tutti i velox fissi della provincia.

Qui invece il nostro editoriale sul tema.

Il brand di cucina romagnola Ca’ Pelletti chiude il 2023 in crescita del 39 percento

A 10 anni dall’apertura della prima sede a Bologna, la Surgital di Lavezzola punta ad avere dieci locande entro il 2025

Ca Pelletti 1

Ca’ Pelletti, il brand di locande in stile romagnolo aperte da Surgital Spa in Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Toscana, chiude il 2023 con una crescita del +39% sul 2022, per un fatturato pari a 5,8 milioni di euro. A dieci anni dall’apertura del primo ristorante a Bologna, sono state avviate 5 locande e altre due verranno inaugurate nel nuovo anno, a Parma e Milano, con il progetto di arrivare a un totale di 10 punti vendita entro la fine del 2025. Anche i coperti sono aumentati, arrivando a 400mila contro i 298mila dello scorso anno.

Il business della ristorazione rappresenta per la casa madre Surgital, azienda di Lavezzola specializzata da quarant’anni nella realizzazione di prodotti surgelati utilizzati nelle cucine di oltre sessanta paesi del mondo, più del 4% del fatturato aggregato del gruppo. Nel 2024  “Ca’Pelletti” sarà oggetto di un lavoro di consolidamento e rilancio del brand, coadiuvato da uno studio sul marketing aziendale svolto dal MiMeC  (Master in Marketing e Comunicazione) dell’Università Bocconi.

Uno dei tratti distintivi della catena è quello di voler portare la tradizione gastronomica romagnola e il culto dell’ospitalità tipici della Romagna al di fuori del territorio di riferimento (oggi a Bologna, Padova, Bergamo e Firenze) in un contesto informale e con cucina aperta sette giorni su sette in ogni periodo dell’anno.

A Riolo Terme le rette dei nidi arrivano a tariffa zero: «Un vantaggio per le donne»

Grazie al contributo regionale per gli asili di montagna

Game Room In The Kindergarten

L’amministrazione Comunale di Riolo Terme, grazie al contributo Regionale “Al Nido con la Regione – Nidi di Montagna”, riuscirà ad abbattere ulteriormente le rette dei nidi, arrivando a tariffa zero.

A Riolo Terme sono presenti un nido comunale con ventotto posti e uno privato convenzionato con tredici posti, ma nonostante il calo demografico le graduatorie spesso non vengono esaurite, ed è per questo che grazie al Pnrr è partita la realizzazione di un nuovo asilo, più capiente e più moderno, immerso nel verde.

Questo anno scolastico per i genitori ci sarà una scontistica sulle rette che porterà il nido comunale a costo zero – dietro presentazione della certificazione Isee – e il nido privato ad una retta più bassa, che unita al bonus che può essere richiesto all’Inps, risulterà in un abbattimento quasi totale.

La sindaca di Riolo Terme e assessora dell’Unione Romagna Faentina all’Istruzione, Federica Malavolti, esprime soddisfazione per questo risultato: «La misura regionale per il momento finanziata solo per questo anno scolastico speriamo che possa continuare anche in futuro, permettendo così ai nidi dei Comuni montani di poter abbattere i costi e alle famiglie di potersi permettere il nido che spesso ha costi proibitivi, il che porta soprattutto le donne a decidere di non lavorare e di rimanere a casa con i figli».

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