martedì
16 Settembre 2025

Aspiranti estetiste in casa di riposo: si esercitano e socializzano con gli anziani

Una trentina di allieve dell’Accademia dell’Estetica e del Benessere di Ravenna si sono recate alla Rosa dei Venti per offrire manicure, trucco o messa in piega

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Una volta a settimana 12 studentesse dell’Accademia dell’Estetica e del Benessere di Ravenna, gestita dallo Ial Emilia-Romagna, si recano alla Rosa dei Venti (complesso multifunzionale per anziani) per offrire manicure, trucco o messa in piega agli ospiti.

Il progetto, su base volontaria, ha coinvolto finora una trentina di allieve e ha un triplo vantaggio: rende felici e “più belli” gli anziani ospiti della struttura, dà la possibilità alle giovani studentesse della scuola di esercitarsi e fare pratica, crea relazioni e solidarietà tra persone di generazioni molto diverse.

«Quando ci è stato proposto questo progetto abbiamo detto subito di sì, senza esitare – raccontano i coordinatori della Rosa dei Venti Claudio Proni e Eugenio Migliavacca -. Sapevamo che avrebbe avuto un impatto positivo sui nostri ospiti e così è stato. Mentre all’inizio erano un po’ restii a provare, adesso sono loro a chiedere ‘oggi arrivano le ragazze?’ e il numero di volontari è cresciuto. Abbiamo donne ma anche uomini, pronti a rilassarsi per qualche ora e a lasciare che qualcuno si prenda cura di loro. Inoltre è anche un bel momento di socializzazione e di scambio che arricchisce da entrambi i lati».

Il progetto, iniziato a gennaio, andrà avanti fino alla fine di maggio.

«L’idea ci è venuta dopo aver sperimentato il successo di analoghe iniziative sporadiche in altre strutture residenziali del territorio – racconta il direttore dello Ial di Ravenna Filippo Pilandri -. Da lì abbiamo pensato a un progetto più strutturato e continuativo, e con diversi obiettivi: il miglioramento della didattica con la pratica, che prevede anche la comunicazione e l’organizzazione di ‘clienti’ reali; la sensibilizzazione a sviluppare relazioni positive con persone fragili; il ‘donare’ un momento piacevole e diverso agli e alle ospiti delle strutture residenziali. La collaborazione con la Rosa dei Venti è stata molto efficace e ci ha permesso di organizzare il tutto senza problemi. Un ringraziamento speciale va poi ai nostri docenti e ai coordinatori delle attività formative che supportano il progetto e accompagnano le studentesse nei loro pomeriggi alla Rosa dei Venti».

Tre giovani della provincia di Ravenna nominati Alfieri della Repubblica

Grazie al loro impegno durante l’alluvione del 2023

Matteo Violani
Matteo Violani

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha conferito 29 attestati d’onore di “Alfiere della Repubblica”. Tra questi, ci sono ben tre protagonisti della provincia di Ravenna, grazie alle loro azioni nei giorni dell’alluvione del 2023.

Ecco i tre nuovi “Alfieri” ravennati, con le motivazioni del Quirinale.

Guido Betti, 31/10/2005, residente a Ravenna. Per l’energia e la visione innovativa con cui ha contribuito alla realizzazione di una piattaforma informatica, che ha consentito di organizzare più di 6 mila volontari nelle operazioni di soccorso alla popolazione colpita dall’alluvione in Emilia-Romagna.
Con grande energia, competenza e visione innovativa Guido ha fornito un importante contributo allo sviluppo e gestione della piattaforma informatica CommunitySos, ideata per consentire la mappatura dei bisogni del territorio e una gestione ottimale dei volontari durante eventi di crisi ed emergenza. Nel corso della recente alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna, in particolare, grazie a CommunitySos è stato possibile gestire 6 mila volontari divisi in 1100 squadre, raggiungendo tutte le aree critiche della provincia di Ravenna.

Letizia Galletti, 25/7/2004, residente a Lugo. Per aver portato sollievo con la sua musica a tante persone costrette ad abbandonare la propria abitazione a seguito della recente alluvione in Emilia Romagna.
Durante i giorni successivi allo straripamento dei fiumi, al Palabanca di Lugo di Romagna hanno trovato rifugio numerose persone che non potevano rientrare nelle proprie abitazioni. Qui tante ragazze e ragazzi hanno cercato di dare conforto e assistenza a quanti erano stati maggiormente colpiti. Letizia era tra questi giovani, che facevano compagnia ai più anziani e che giocavano con i bambini. Letizia ha organizzato anche momenti di canto serale e con le sue canzoni ha contribuito a diffondere un clima di solidarietà e uno spirito di ripartenza. Alcuni anziani hanno persino espresso il desiderio di non rientrare subito a casa per poter continuare a vivere in quel contesto così familiare.

Matteo Violani, 27/4/2006, residente a Faenza. Per il servizio di volontariato prestato in occasione dell’alluvione che ha colpito la sua città. Il suo impegno costituisce un esempio di cittadinanza attiva e simboleggia la resilienza di una intera comunità.
Matteo è uno dei tanti giovani volontari romagnoli, che si è messo a disposizione della comunità dopo la violenta alluvione che ha devastato la sua città e la sua regione. L’impegno e la dedizione da lui dimostrata in quei giorni difficili sono stati un esempio di cittadinanza attiva. Costituiscono una testimonianza, per fortuna tra tante, di chi ha deciso di non lasciarsi abbattere dallo sconforto ma di reagire rimboccandosi le maniche per fare la propria parte nella fase emergenziale. Nonostante la giovane età, la grinta di Matteo è stata motivante per altri giovani e con il suo lavoro è divenuto un punto fermo per i volontari di ogni età e provenienza.

Violani – citiamo un’agenzia dell’Ansa – in estate ha rischiato la vita per un’infezione di un batterio preso proprio dal fango: «Ma grazie a Dio e al sistema sanitario nazionale sono stato preso in tempo e guarito. Anche questa esperienza mi ha fatto capire il grande valore della vita e di quanto sia importante spenderla bene ogni minuto».

«Questo riconoscimento – ha dichiarato all’Ansa – è dedicato alle migliaia di giovani che come me hanno operato in mezzo al fango per settimane dalla mattina alla sera, con forza tenacia e anche col sorriso sulle labbra che spesso aiutava a consolare chi era nella disperazione perché aveva perso tutto». In conclusione, un appello: «C’è ancora tanta gente fuori casa, qualcuno addirittura non potrà più rientrare perché le loro case non sono più agibili. Per favore, fate presto ad erogare i ristori promessi».

 

Torna il festival del cibo di strada ai giardini pubblici di Ravenna

In occasione della festa del Primo Maggio, con concerti e comizio dei sindacati

Street Festival Ravenna
L’edizione 2017 ai giardini di Ravenna

Sarà come tradizione ai giardini pubblici di Ravenna il clou della festa del Primo Maggio, con l’area della Loggetta Lombardesca che sarà vestita a festa già dal 30 aprile, tutti i giorni fino al 5 maggio, con il “Truck’n’Food Street Festival” (aperutra dalle 18 del 30 aprile).

Ai giardini pubblici tornano quindi le cucine mobili da tutta Italia e non solo, con specialità delle varie regioni e anche dall’estero. Cibo di strada, birra e musica sono gli ingredienti della festa, che coinciderà appunto nella giornata del Primo Maggio anche con quella dei lavoratori. I tre sindacati confederali danno appuntamento già dal mattino all’insegna dello slogan “Costruiamo insieme un’Europa di pace, lavoro e giustizia sociale” con la tradizionale distribuzione dei garofani e poi dalle 14 sono in programma concerti e dalle 15.30 l’intervento di Massimo Zanirato, segretario regionale della Uil.

A Faenza l’appuntamento con i sindacati per il Primo Maggio è invece in piazza del Popolo, con distribuzione di dolci e bevande (oltre al garofano) già dalle 9, poi spazio bimbi, intrattenimento e alle 10 il saluto dell’Amministrazione e il comizio di Marco Giornelli, funzionario sindacale della Uil di Ravenna. A Lugo, infine, appuntamento nella mattinata in largo della Repubblica.

Si candida a Cervia con il Pd e a Forlì con una lista con renziani e calendiani

Il caso di Daniela Poggiali, criticata da Alain Conte: «Almeno lo stesso partito…»

Daniela Poggiali
Daniela Poggiali

Si candida a Cervia nella lista del Pd, a sostegno del candidato sindaco di centrosinistra Mattia Missiroli. E alle stesse Amministrative di giugno, si candida anche a Forlì, ma con la lista centrista “Rinnoviamo Forlì” (sempre nella coalizione di centrosinistra) che riunisce spezzoni di Italia Viva, Azione, Partito Socialista e repubblicani.

È lo strano caso di Daniela Poggiali, 64 anni, pensionata (ex dirigente dei Comuni di Cervia e Ravenna) e amministratore unico di Asp Santa Sofia.

A far notare la stranezza è sui social Alain Conte: «Mi pare che la candidata di punta del Pd cervese non sia molto convinta del progetto politico e dei valori del suo partito, visto che a Forlì si candida per un’altra lista che al suo interno annovera pezzi di Azione e Italia Viva. La legge consente la candidatura in due comuni diversi, ma l’opportunità vorrebbe almeno che fosse per la stessa formazione politica».

Lo stesso Conte è tra i protagonisti più chiacchierati di questa tornata elettorale a Cervia. Lui che cinque anni fa venne eletto in con la maggioranza di centrosinistra (per la lista “Cervia Ti Amo”) e che oggi (dopo aver lasciato la maggioranza in consiglio già l’anno scorso) si ripresenta, ma a sostegno invece del candidato sindaco del centrodestra Massimo Mazzolani…

Lavoro estivo per gli studenti delle superiori: «Le coop sono pronte ad accoglierli»

Plauso di Legacoop dopo il via libera del ministero. «Nel 2024 opportunità occupazionali a più di 3mila persone»

Barista Baristi

Legacoop Romagna accoglie con favore la possibilità che gli studenti minorenni delle superiori siano impiegati in un lavoro estivo col contratto di apprendistato stagionale, anche in settori diversi dal proprio percorso di istruzione.

Il via libera di ministero e Ispettorato del lavoro – secondo Legacoop – è una prima risposta concreta, «finalmente, all’esigenza di tornare a vedere impegnati all’interno di un percorso formativo normale (fatto di formazione scolastica ma anche di esperienze lavorative estive e stagionali), migliaia di ragazze e ragazzi che, assieme alle loro famiglie, vogliono iniziare a contribuire al futuro delle nostre imprese».

Oltre il 40% delle cooperative, sia in Romagna che a livello nazionale, pone il reperimento del personale fra le maggiori criticità del momento, a tutti i livelli e le mansioni.

«Le imprese aderenti a Legacoop Romagna – e, tra queste, quelle della balneazione, della pesca, dell’agricoltura –, nel 2024 sono pronte ad offrire opportunità occupazionali a più di 3.000 persone: accoglieranno al proprio interno le ragazze e i ragazzi che vorranno accettare la sfida di un lavoro stagionale rispettoso dei contratti nazionali, di orari codificati con precisione, di mansioni non improvvisate».

Trovato morto in casa l’architetto Benini. Si indaga per un incendio

La vittima aveva 86 anni. Sul posto la polizia

incendio morte architetto benini

È stato ritrovato senza vita il corpo dell’architetto Gianfranco Benini, nel suo appartamento di via Antica Zecca, in centro a Ravenna.

Il cadavere è stato ritrovato da vigili del fuoco e polizia, giunti sul posto, allertati da un parente.

Stando a una prima ricostruzione, pare che la morte possa essere stata provocata da un incendio scoppiato in cucina, ma le indagini – con gli uomini della Scientifica sul posto – sono in corso.

«Meloni fascista»: vandalizzati i manifesti di Fratelli d’Italia

Il coordinatore provinciale fa denuncia in questura. «Ma resteranno così»

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Sono stati vandalizzati a Ravenna i manifesti elettorali di Fratelli d’Italia, con la foto della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

A denunciare l’accaduto è il coordinatore provinciale del partito, il consigliere comunale Alberto Ferrero, che nella mattinata di oggi (27 aprile) ha formalizzato la denuncia in questura per i danneggiamenti in viale Randi, via Destra Canale Molinetto e via Bellucci.

«Atteggiamenti come questi, tipici di una certa sinistra, sempre pronta a fare la morale agli altri, denotano mancanza di rispetto e di quel comportamento democratico che tanto sbandiera – commenta Ferrero -. Abbiamo deciso che i manifesti vandalizzati non vengano sostituiti, ma è giusto che restino lì e che tutti vedano quali sono i comportamenti di certuni. Mi aspetto una generale presa di posizione e di condanna di questi gesti, non tollerabili in una campagna elettorale».

La mostra dedicata a Claudio Montini si rivela una sorpresa, d’arte e di vita

Fino al 5 maggio a Cotignola un’esplorazione tardiva di una creatività avvolgente

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Il sospetto di una mostra condiscendente nei confronti di un amico pittore, scomparso troppo giovane, era più che legittimo: convinta però dalla curatela di Massimiliano Fabbri e dai nomi dei colleghi intervenuti con scritti nel catalogo di presentazione – oltre al curatore, Franco Bertoni, Emilio Dalmonte, Claudio Musso, Massimo Pulini – la decisione di visitare The End, la retrospettiva dedicata a Claudio Montini (1957-2021) all’ex ospedale Testi di Cotignola si è rivelata una sorpresa, d’arte e di vita.

Una sorpresa d’arte perché una buona parte della sessantina di opere in mostra sono di grande qualità e rivelano una visionarietà coinvolgente, appassionata e appassionante. Insieme è anche una sorpresa di vita perché l’attività pubblica di Montini è stata quella di grafico e solo gli amici più stretti conoscevano questa sua vocazione pittorica perseguita negli anni. Probabilmente chi ha frequentato la tre giorni di festa e insieme collettiva d’arte estemporanea di Cà Bruciata sulle colline di Brisighella – pensata, organizzata ogni anno dal 1987 in poi da Cesare Reggiani e Nedo Merendi, che ha ospitato decine di artisti locali e da tutta Italia – forse ha potuto incrociare il talento artistico di Montini. Ma solo queste occasioni fra amici hanno ospitato i suoi lavori. Solo qualche mostra soprattutto in Romagna, organizzata negli anni da Claudio Cerritelli, Aldo Savini, Franco Bertoni.

Il contatto sporadico col mercato l’aveva deluso e come tanti altri – probabilmente anche in virtù di un carattere schivo, incapace di sostenere quelle pubbliche relazioni che sono spesso il volano per entrare nel mondo dell’arte – aveva rinunciato a promuovere il proprio lavoro.

Così la mostra diventa un’esplorazione tardiva di una creatività avvolgente che è cresciuta fra gli anni ‘70 e ‘80 e si è nutrita della musica di allora, prima di tutti gli amatissimi Ramones e Guns N’ Roses, che poco hanno in comune con la passione di Montini per William Turner. In comune forse c’era solo lo spirito anarchico e poco incline all’osservanza delle regole. Poi ci sono gli amori verso le illustrazioni che siano di un asso ancora vivente come Roger Dean – che realizza alcune immagini simbolo di un’epoca da The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd a Close to the Edge degli Yes – alle produzioni di Edmund Dulac, nato nel tardo ‘800 e scomparso a metà del secolo successivo, che riesce a prendere il meglio dalla cultura visiva del Modern Style nell’utilizzo di una linea elegante, raffinatissima, senza cedere un grammo alla pesantezza delle iconografie e ai contenuti del periodo. Anche qui, illustratori così distanti fra loro hanno forse in comune solo la tecnica puntuale che calibra la scrittura del segno e le argomentazioni dello sfumato, respingendo le immagini in una dimensione onirica avvolgente come tela di ragno.

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Poi c’è la passione per il fumetto e la cultura delle riviste degli anni ‘80-’90, ancora spaventosamente non confrontabili: poco in comune c’è fra la coppia Spirou e Fantasio, eroi di una serie a fumetti di fine anni ‘30, e il principe Valiant, cavaliere senza macchia e paura nato nella stessa epoca. Li avvicina solo un grande spirito di avventura che rilancia agli spazi fantascientifici e fantastici divulgati dalla famosa – per i boomers almeno – rivista Métal Hurlant creata a metà degli anni ‘70. Giunta in Italia nel 1981, vi collaboravano grandi disegnatori europei fra cui Moebius, Philippe Druillet e Milo Manara. Infine nella carta dei favoriti di Montini c’è la storia dell’arte: sul trono sta il pittore romantico inglese per eccellenza, William Turner, ispiratore di molti dei paesaggi infiniti di Montini caratterizzati da una pennellata in via di disgregazione ma dalla grande capacità evocativa.

In mostra a Cotignola le opere sono state accorpate per temi, accostando lavori di periodi differenti e dagli esiti non sempre uguali. Tutto parte dalla fine come recita The End del 2005, un profondo paesaggio turneriano che crea quinte prospettiche e il cui colore giallognolo, come di vernice ossidata nel tempo, restituisce una distanza nel tempo e nello spazio. Il rimando è a un paesaggio del passato, ricordato nel titolo da Remember del 1993: un paesaggio tanto vicino al paesaggio dei ricordi di Poussin e Lorrain, quanto distante per un’interpretazione nettamente romantica della natura. In fila sono paesaggi graffiati, scalfiti, in cui mulinelli di aria, fronde, acque o nuvole dettagliano paesaggi all’alba dei tempi, privi ancora di presenze umane.

La seconda sezione delle Nebbie e mostri marini è una retrocessione al mondo dell’infanzia. Ma fra le teste di creature di Lochness sfrigola una carpa a bocca aperta che innesta una dimensione tragica al quieto scorrere dei giorni. Viene in mente l’ultimo quadro di Courbet, creato in un esilio di solitudine e di giorni moribondi condotti in apnea. Non manca l’ironia nel mondo montiniano: la si recupera quando le protagoniste delle immagini sono donne o personaggi di favole: donnine alla Botero, ridicole pin-up, porcellini dagli occhi sperduti o grandi omini marshmallow usciti dalle inquadrature di Ghostbusters rendono ricco e sostanzioso un immaginario fluido, completamente incline a una deriva postmoderna.

Si passa poi agli Scenari e alle Bestie feroci in cui mi chiedo quanto abbia inciso l’immaginario artistico e cinematografico composto da iceberg e paesaggi lunari immaginati alternativamente da Friedrich e da Kubrick. Animali volanti come Ufo, cavalli di Troia perduti nelle foreste animano le altre sezioni di cui una – declinata tutta al verde – non fa che sintetizzare la poetica di Le rayon vert di Romher, dove solitudine e indecisione stringono le spire di una vita riscattata da un lampo. L’ultimo, prima che il sole muoia.

“The End”, ex ospedale Testi, Cotignola Fino al 5 maggio. Orari: ven 16.30-18.30; sab 10-12 e 15.30-18.30; dom 10-12 e 15.30-18.30.

Un pomeriggio di degustazioni dei vini del Consorzio Il Bagnacavallo

Burson Bagnacavallo I

Sabato 4 maggio a partire dalle 14.30 il cortile di Palazzo Vecchio ospiterà l’iniziativa “Il Consorzio Il Bagnacavallo si presenta”. Fino alle 19.30 ci sarà l‘opportunità di assaggiare i vini degli associati al consorzio nei rispettivi banchetti e dialogare con loro.

Queste le cantine che saranno presenti: Az. Agr. Antonio Casadio, Az. Agr. Daniele Longanesi, Cantina Spinetta, Tenuta Uccellina, Randi Vini, Poderi Morini, Tenuta Lovatella.

Alle 16, nella sala di Palazzo Vecchio, si terrà inoltre un seminario dal titolo “Il Famoso Rambëla”. Si potranno scoprire: il vitigno e la sua storia (a cura di Onav – Organizzazione nazionale assaggiatori di vino), le tecniche di produzione (a cura di Assoenologi) e ci sarà poi una degustazione a cura di Ais – Associazione italiana sommelier.

I posti per il seminario sono limitati, si consiglia la prenotazione compilando il form al link https://forms.gle/qXy3QbLhMSfLHGST9 oppure al tel. 333 8915140.

Costo della manifestazione: 10 euro più cauzione per il calice.

Una denuncia in procura contro l’abbattimento delle due torri Hamon

Lo ha presentato l’associazione Italia Nostra: «Mancavano i dovuti approfondimenti»

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Foto Francesca Santarella

La sezione ravennate di Italia Nostra – associazione di salvaguardia dei beni culturali, artistici e naturali – ha depositato ieri (26 aprile) in procura un’articolata denuncia contro l’abbattimento delle due torri Hamon nell’area ex Sarom di Ravenna.

Abbattimento che l’associazione ritiene sia avvenuto «senza i dovuti approfondimenti e le opportune valutazioni da parte di tutte le istituzioni e gli enti che avrebbero potuto esprimersi, invece, in altra direzione e in questo modo provare a scongiurare un danno rilevante al patrimonio della cultura industriale italiana».

A sostegno della denuncia alcuni cittadini e Gianfranco Santini, in rappresentanza del gruppo politico Potere al Popolo Ravenna.

Una biblioteca con oltre 500 libri e giochi di società all’istituto Morigia

Un “Cantiere” dove poter parlare di letture, non violenza e rispetto

Studenti Coinvolti Nella Creazione Della Biblioteca Morigia
Gli studenti coinvolti nella creazione della biblioteca del Morigia

All’istituto tecnico Morigia di via Marconi, a Ravenna, è stata inaugurata nei giorni scorsi la nuova biblioteca scolastica “Cantiere scuola” – resa possibile grazie a fondi Pnrr e progettata a titolo gratuito dall’architetto Fabrizio Fontana.

La biblioteca, che si dipana dall’atrio della scuola alla zona bar e contiene già oltre 500 volumi dedicati principalmente alla fascia dei lettori “giovani adulti”, contiene anche giochi di società e materiale vario affinché gli studenti possano esprimersi a vari livelli, sia leggendo in un luogo colorato e confortevole, sia sulle vetrate, sia nella grande bacheca dedicata a messaggi e aforismi.

Un team di studenti seguiti dai docenti Di Meo, Farina, Silvestro e Santini, ha pensato all’organizzazione della nuova biblioteca giungendo ad una catalogazione insolita ma decisamente orientata graficamente, tanto che la disposizione sugli scaffali è in ordine cromatico e non numerico. Inoltre, su suggerimento degli alunni, la nuova area sarà utilizzata per laboratori pomeridiani di giochi e scrittura ed è nato il gruppo di lettura del Morigia denominato Myteca che ha iniziato ad incontrarsi con cadenza settimanale per leggere Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle stop, della scrittrice Fannie Flagg.

Avendo aderito al progetto “Lo Struzzo a scuola” della casa editrice Einaudi, poi a “Bill, biblioteca della legalità”, a “ioleggoperchè” e al progetto di istituto “Permenent reader”, la biblioteca vuole rappresentare il punto nodale di una progettazione che fin da settembre si è concentrata sulla lettura di libri in classe e su una serie di incontri, in presenza e on line, con autori (a partire dal traduttore Matteo Colombo e passando per scrittori quali Fabio Geda, Bruno Maida, Negri Scaglione, Antonio Scianna, Silvia Bigliazzi) che ha fortemente cercato di avvicinare e coinvolgere gli studenti rispetto alle tematiche della non violenza, del rispetto, della comunicazione positiva e della cittadinanza attiva e partecipativa, oltre che riflettere sui temi cari all’adolescenza come quelli dell’amicizia e dell’amore.

Nel giorno dell’inaugurazione, il 23 aprile (alla presenza dell’assessore Fabio Sbaraglia, del dirigente scolastico Gennaro Zinno e della referente della biblioteca Livia Santini), la scrittrice ravennate Linda Traversi ha dialogato con Nicoletta Bacco e Valentina Conti parlando del ruolo dei libri nella sua vita.

La mattina successiva, il 24 aprile, la scuola ha ospitato l’ex ispettore della Dia Pippo Giordano che ha incontrato in palestra tutti gli studenti del Morigia e contemporaneamente in collegamento streaming, anche quelli del Perdisa, per una mattinata incentrata sul tema dell’antimafia.

Rubati gli strumenti musicali alla band del batterista americano Will Hunt

Il furto nella notte a Ravenna di fronte all’hotel Cube. Bottino da 15mila euro

Will Hunt

Disavventura ravennate per il noto batterista americano Will Hunt e la sua band, impegnata in un tour di tributo ai Nirvana, nel 30esimo anniversario della morte di Kurt Cobain.

Dopo il concerto al teatro Socjale di Piangipane di mercoledì 24 aprile, infatti, ignoti hanno rubato nella notte tutti gli strumenti e le attrezzature musicali della band, per un valore di circa 15mila euro.

Il furto – denunciato il 25 aprile in questura – è avvenuto nella notte nel parcheggi di fronte all’hotel Cube, alle porte di Ravenna, dove alloggiavano i musicisti.

L’appello di Will Hunt è diventato virale sui social: «Il tour italiano stava andando alla grande fino alla serata di Ravenna. Se qualcuno in zona avvista qualcosa di questa roba (gli strumenti, ndr) scriveteci in privato o chiamate la polizia».

 

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