martedì
22 Luglio 2025

Un corso dedicato alle donne per riconoscere e contrastare la violenza di genere

Il ciclo di incontri serali, realizzato in collaborazione con Linea Rosa e Casa delle Donne, avrà inizio lunedì 5 febbraio

Violenza donne

Tornano i corsi organizzati dall’associazione di promozione sociale Psicologia Urbana e Creativa “Io mi sento”, per la prevenzione e il contrasto del maltrattamento psicologico. Il corso, rivolto esclusivamente alla cittadinanza femminile, avrà inizio lunedì 5 febbraio, alla Casa delle donne.

Gli incontri, dal titolo “Dinamiche di potere fra i generi”, sono realizzati con il contributo dei piani di zona della Regione Emilia Romagna e il Comune di Ravenna “Assessorato alle politiche e culture di genere”, e si pongono l’obiettivo di far acquisire una maggiore capacità nel riconoscere le situazioni di disparità e di maltrattamento psicologico che si può manifestare attraverso critiche, offese, ricatti, ridefinizioni della realtà, commenti sul corpo della donna e sulla sua intelligenza.

L’appuntamento è ogni lunedì, dalle 20.45 alle 22.45, fino all’11 marzo (per un totale di 6 serate), nella sede della Casa delle Donne di via Maggiore 20

«È inutile continuare a stupirsi che le donne muoiano. Il femminicidio non è un’emergenza ma è un fenomeno strutturale legato alla cultura della prevaricazione e dell’idea che con la forza si ottiene tutto. È importante contrastare tale cultura con politiche sociali ed economiche corrette, intervenendo concretamente sulla prevenzione e non solo sulla punizione. – Commentano dall’associazione.- Già dalle piccole prevaricazioni o svalutazioni ripetute, si rischia di avviare un’escalation di prepotenza e di agiti della rabbia che invece potrebbero essere sostituiti da comportamenti alternativi alla violenza. La responsabilità della violenza, come ci insegnano gli psicologi norvegesi del centro “Alternative To Violence”, M. Rakil e P. Isdal, è di chi l’agisce».

Gli incontri sono realizzati in collaborazione con Casa delle Donne e Linea Rosa e saranno tenuti dalle psicologhe e psicoterapeute Giancarla Tisselli, Chiara Gnani, Elisabetta Spada e Serafina Lo Nigro, e sono finalizzati al riconoscimento degli stereotipi culturali e dei pregiudizi legati alla svalutazione di genere, per sostituirli con nuovi criteri di valore. Un percorso verso l'”empowerment femminile” per il cambiamento dei criteri di autostima e per il superamento della violenza psicologica. Durante le serate verranno insegnate tecniche per il riconoscimento e il contrasto violenza domestica, a partire dall’ ascolto di sé, delle proprie emozioni e bisogni e vengono sviluppate competenze e modalità di comunicazione empatica. Si incoraggia lo spostamento del dialogo dal piano conflittuale del cercare chi ha ragione e chi a torto, a quello più pacifico del “sentito” e dell’espressione affettiva di bisogni e desideri.

Per partecipare è necessaria l’iscrizione al seguente indirizzo:psicologiarbanaecreativaaps@gmail.com ed è richiesto un contributo di 10€ per l’iscrizione a Psicologia Urbana e Creativa e di 10€ come parziale copertura per i materiali forniti.

A partire dal 4 marzo, gli spazi di CittàAttiva in via Carducci 14 ospiteranno invece un ciclo di incontri dedicati agli uomini sul tema della gestione della rabbia e dei sentimenti.

Maltempo di luglio 2023: i contributi potranno essere richiesti entro il 31 gennaio

I primi fondi stanziati coprono fino a cinquemila euro di danni per i privati e 20mila per le imprese, in futuro potrebbe arrivare una seconda tranche di indennizzi

Le Spighe Maltempo 22 Luglio2023 Devastazione 2

Scade il 31 gennaio 2024 la possibilità di richiedere i primi contributi stanziati per cittadini e aziende danneggiati dal maltempo di luglio 2023. Il fortunale di luglio 2023 è stato infatti riconosciuto come emergenza nazionale e verranno attribuiti fino a 5mila euro ai privati per quanto riguarda danni all’abitazione principale (per interventi indispensabili ad assicurare la fruibilità dell’immobile) e fino 20mila alle imprese (per interventi indispensabili all’esercizio dell’attività).

Per accedere ai fondi è necessario presentare la ricognizione di tutti i danni subiti, anche se il totale dovesse risultare superiore a quanto previsto dal tetto del contributo, includendo i danneggiamenti che non compromettono la fruizione della casa o la ripresa dell’attività e quelli relativi alle abitazioni secondarie. È inoltre possibile allegare un’eventuale perizia asseverata.
Anche associazioni o società senza scopo di lucro possono presentare ricognizione danni ad immobili, sedi legali e/o operative di loro proprietà o di proprietà di soggetti privati. Questo perchè, in caso di stanziamento di ulteriori risorse da parte dello Stato, a seguito di questi primi rimborsi potrebbe seguire una seconda tranche di indennizzi, volta a coprire ulteriori costi di recupero.

Tra le spese ammissibili a rimborso, quelle per la pulizia da fango e detriti, il ripristino strutturale e funzionale di abitazioni principali e imprese danneggiate, pertinenze e parti comuni, la sistemazione o la sostituzione di mobili ed elettrodomestici, impianti, macchinari, attrezzature, scorte di materie prime, semilavorati e prodotti finiti riguardanti l’attività aziendale. 

Tutti gli interventi finanziati con i contributi dovranno essere eseguiti nel rispetto delle normative vigenti ed essere conclusi entro il 31 dicembre 2024, pena la perdita del contributo stesso.

L’accesso ai contributi richiede la presentazione di preventivi di spesa o la documentazione valida a fini fiscali delle spese sostenute, nei modi e nei tempi specificati nelle due direttive regionali, consultabili qui.

Per i privati, è possibile presentare la domanda di persona presentandosi agli uffici comunali decentrati di Mezzano (piazza della Repubblica 10) e Sant’Alberto, via Cavedone 37, dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 13, sabato dalle 8.30 alle 12.30. In alternativa, è possibile inviare una raccomandata con ricevuta di ritorno al Comune di Ravenna, piazza del Popolo 1, 48121 Ravenna (in tal caso fa fede, ai fini del rispetto del termine, la data del timbro dell’ufficio postale) o una pec all’indirizzo comune.ravenna@legalmail.it con oggetto “Ricognizione danni subiti e domanda contributo immediato sostegno alla popolazione per eventi calamitosi dal 22 al 27 luglio 2023”.

Le attività economiche invece potranno inviare la loro domanda di risarcimento esclusivamente via pec, scrivendo all’indirizzo suap.comune.ravenna@legalmail.it. Qui la storia di un imprenditore che ha perso casa e lavoro.

Lavoratori marittimi in piazza contro la il taglio dell’indennità di malattia

Il presidio davanti alla prefettura è previsto per venerdì 26 gennaio

Lavoratori Marittimi

L’approvazione della legge di bilancio 2024 da parte del Parlamento conferma la decurtazione del 15 percento dell’indennità di malattia per i lavoratori marittimi, per questo i sindacati di Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti hanno proclamato lo stato di agitazione nazionale del settore marittimo. E venerdì 26 gennaio, dalle 10 alle 12, i lavoratori effettueranno un presidio in piazza del Popolo a Ravenna di fronte alla prefettura per manifestare il proprio dissenso verso il provvedimento del Governo.

«Non possiamo non evidenziare – comunicano dal sindacato – che questo atto denota un’assoluta mancanza di attenzione e di rispetto nei confronti di una categoria strategica che opera in condizioni lavorative particolarmente complesse, molto spesso in ambiti lavorativi difficili, svolgendo lavori usuranti. I lavoratori del mare reclamano ciò che indebitamente è stato loro tolto, cioè la possibilità di potersi curare in caso di malattia, a causa dell’esiguità dell’assegno che verrà loro riconosciuto. Questi lavoratori durante la pandemia hanno sofferto particolarmente a causa dei blocchi decretati dai governi, che hanno di fatto impedito loro di sbarcare anche se il loro periodo d’imbarco era terminato. Con il loro sacrificio hanno collaborato per fare in modo che il commercio mondiale non si fermasse garantendo l’approvvigionamento dei generi di prima necessità alla popolazione. Oggi vengono ripagati dal governo in questo modo».

Inseguimento a 180 km/h, la polizia si impantana: accusato un 35enne ma lui nega

Fuga nella notte dalla città fino a Villanova di Bagnacavallo. L’uomo è stato rintracciato il mattino seguente in casa. L’auto è sottoposta a sequestro

Immagine Auto Polizia Locale Danneggiata

Le strade di Ravenna nella notte tra il 22 e il 23 gennaio sono state il teatro di un inseguimento della polizia locale a un’auto che ha toccato i 180 km orari di velocità. I vigili si sono impantanati in un frutteto e il fuggitivo si è allontanato. Il mattino un 35enne è stato rintracciato a casa ed è ritenuto l’uomo al volante.

La caccia all’auto in fuga, una Volkswagen, è cominciata in viale Alberti: una pattuglia della polizia locale l’ha notata viaggiare a forte velocità e l’ha raggiunta per procedere con un controllo. Alla vista dei vigili, il conducente della Volkswagen ha accelerato con improvvisi cambi di direzione, sbandate e brusche frenate.

La fuga è proseguita lungo la statale Adriatica in direzione Ferrara, per poi attraversare i centri abitati di Piangipane, Ammonite, Santerno e infine Villanova di Bagnacavallo dove il fuggitivo ha fatto perdere le proprie tracce deviando il percorso lungo una carrareccia all’interno di un frutteto: la volante è rimasta impantanata nel terreno con qualche danno alla carrozzeria.

Il fuggitivo è un trentacinquenne ravennate rintracciato all’interno della propria abitazione il giorno seguente, dopo ininterrotte ricerche da parte degli agenti. L’autovettura, rinvenuta a Bagnacavallo, è stata sequestrata. L’uomo, riconosciuto dagli agenti, ha negato ogni accusa.

L’ufficio turistico chiude temporaneamente per allestire lo spazio del “Mosaic Shop”

Il servizio informazioni e accoglienza sarà garantito nella sede di Ravenna Incoming in via Corrado Ricci

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L’ufficio Informazioni e Accoglienza turistica (Iat) di piazza San Francesco a Ravenna sarà chiuso da lunedì 29 gennaio per l’avvio dei lavori del Mosaic Temporary Shop, realizzato grazie ai fondi del Progetto Unesco Ravenna Città del Mosaico del ministero del Turismo. L’ufficio sarà oggetto di un riallestimento dedicato al mosaico che prevede uno spazio espositivo permanente in grado di accogliere il visitatore tra diversi oggetti in mosaico esposti a rotazione dalle diverse botteghe della città (da qui il termine temporary)

Il servizio di accoglienza sarà comunque garantito nella sede di Ravenna Incoming, in via Corrado Ricci 39, negli stessi orari di apertura (feriali 8.30 – 18, festivi 10-16); anche i contatti telefonici restano invariati (0544.35404, 35755, 482838). Il Comune non ha reso noto quando riaprirà lo spazio sotto i portici della piazza.

Al via i lavori da 11,5 milioni per rifare le palestre di Callegari e liceo classico

Gli interventi saranno ultimati entro il 2025. Ecco i progetti

Hanno preso il via i lavori, a cura della Provincia di Ravenna, dedicati al rinnovamento delle palestre scolastiche dell’Istituto professionale statale “Olivetti-Callegari” e del Liceo classico “Dante Alighieri” di Ravenna.

Gli interventi sono stati illustrati nella sede del Palazzo della Provincia di Ravenna dal dirigente del settore dell’Edilizia scolastica e patrimonio Marco Conti e dai progettisti degli studi “Laprimastanza” e “Cavejastudio architetti” curatori dei progetti.

Il primo intervento, del valore complessivo di 6 milioni di euro, sarà finanziato per 995mila euro con fondi della Provincia, 4 milioni 550 mila euro con Fondi Pnrr e 455 mila euro con Fondo per avvio opere indifferibili; il secondo è un intervento da 5,5 milioni, finanziato con Fondi Pnrr e Fondo opere indifferibili per complessivi 3,5 milioni e con fondi della Provincia per 2.

Entrambi gli interventi saranno ultimati entro il 2025.

Nella sede dell’Istituto professionale statale “Olivetti-Callegari”, in via Umago a Ravenna, sono previsti lavori di sostituzione edilizia di due corpi di fabbricato con l’obiettivo di riqualificare la palestra ed alcuni laboratori didattici. Il nuovo corpo di fabbrica si svilupperà su tre piani. Al piano terra saranno collocati gli spazi per l’attività didattica: tre laboratori polifunzionali di diversa ampiezza e una biblioteca. Gli spazi di distribuzione classici lasceranno posto a spazi informali dove gli studenti potranno socializzare e condividere l’esperienza scolastica. Il corridoio sarà sostituito da uno spazio fluido che si dilata in corrispondenza degli ingressi laterali, creando spazi di sosta a contatto con la natura.

Attraverso un nucleo scala e un ascensore si accede ai due piani superiori. Al piano primo, oltre alla palestra, trovano spazio due spogliatoi e un magazzino per l’attrezzatura sportiva direttamente accessibile dalla palestra; per lo spogliatoio per i docenti, bisogna salire al piano secondo. Il piano secondo sarà occupato principalmente dalla doppia altezza del volume della palestra, sul quale affaccia una sala attrezzi.

Per quanto riguarda il liceo classico “Dante Alighieri” l’intervento consiste nella demolizione e relativa ricostruzione del corpo di fabbricato annesso all’istituto, in piazza Anita Garibaldi, che ospiterà due nuove palestre ed i relativi servizi.

Sarà quindi realizzata una nuova unità costruttiva, strutturalmente indipendente all’edificio scolastico ma ad esso collegata per garantire l’accessibilità diretta da parte degli studenti e l’eliminazione delle barriere architettoniche mediante la realizzazione di un nuovo ascensore.

Il nuovo blocco palestre sarà in grado di ospitare contemporaneamente almeno due o tre gruppi classe e avrà caratteristiche, sia tecniche che funzionali, in grado di migliorare lo svolgimento delle attività di scienze motorie, nonché fornire un servizio alla comunità nelle ore disponibili al di fuori dell’orario scolastico. Esso infatti, sarà dotato di accesso indipendente e sarà completamente separato e autonomo sotto l’aspetto impiantistico dall’edificio scolastico.

«Si tratta di interventi importanti in due edifici scolastici cittadini, nel solco dell’impegno di questa amministrazione verso la scuola, da sempre una delle nostre priorità – dichiarano il presidente della Provincia e sindaco di Ravenna Michele de Pascale e la consigliera provinciale con delega all’Edilizia scolastica Maria Luisa Martinez -. È fondamentale che le strutture scolastiche siano luoghi sicuri e accoglienti, al servizio della crescita dei ragazzi e delle ragazze e di tutta la comunità scolastica. Il potenziamento delle infrastrutture per lo sport va in questo senso e la realizzazione di queste due nuove palestre contribuirà a migliorare concretamente la dotazione delle nostre sedi scolastiche, per scuole sempre più moderne e funzionali. Inoltre queste strutture forniranno un servizio molto importante per le attività delle società sportive, nell’ottica di una scuola sempre più aperta alla città, contribuendo allo sviluppo nella comunità di una socialità attiva e vitale».

Il sindaco “social” pronto al bis dopo l’alluvione: «Non mi sono mai sentito solo»

Della Godenza: «Abbiamo imparato a gestire l’imprevisto. Grazie ai tanti volontari e alle associazioni: sono stati uno stimolo a continuare»

Luca Della Godenza 2019

Classe 1989, Luca Della Godenza fu eletto sindaco di Castel Bolognese per una lista civica di centrosinistra nel 2019 e, come i suoi colleghi, si è trovato ad amministrare la città nei cinque anni in cui è successo l’impensabile, con il Covid prima e l’alluvione di maggio 2023 poi. A differenza però di altri suoi colleghi del territorio eletti per la prima volta cinque anni fa (in particolare quelli di Solarolo, Casola e Cervia), Della Godenza è pronto a tentare il bis alle amministrative di giugno 2024.

Sindaco, dopo questi difficili cinque anni, non è stato tentato dall’idea di rinunciare? Quante volte si è chiesto “ma chi me l’ha fatto fare”?
«Di certo nessuno si poteva aspettare quello che è successo. Ci siamo dovuti fare carico di responsabiità enormi, anche perché abbiamo gli strumenti per gestire tempi ordinari e invece ci siamo trovati davanti a tempi straordinari. Ho trovato soprattutto una disponibilità immensa di tante persone che ci hanno aiutato e questa è stata una grande forza ed è uno stimolo ad andare avanti».

Covid e alluvione. Quali sono stati i momenti più difficili e drammatici di questo mandato?
«Nella prima parte del Covid non sapevamo con cosa avevamo a che fare, e la notte del 16 e 17 maggio 2023 non credo che nessuno potrà dimenticarla. Ora però sappiamo come gestire l’imprevisto, credo che abbiamo tutti imparato molto».

Soprattutto durante il periodo del Covid, lei si è distinto per un uso dei social che è apparso insieme istituzionale ma anche molto umano e comprensivo, per quanto non le siano state risparmiate critiche.  Chi le gestisce la pagina? Ha un social media manager?
«Gestisco personalmente sia il mio profilo personale, sia quello del Comune e i gruppi Whatsapp dei cittadini, con stili diversi. Mi sono dato delle regole: innanzitutto dire le cose nella maniera più corretta possibile e poi ricordarmi sempre che sto parlando a persone che potrebbero avere un problema che non conosco. Durante l’emergenza Covid in particolare le persone erano divise tra chi voleva proibire di uscire di casa a chiunque e chi invece diceva di aver bisogno di uscire. Credo che la verità stesse un po’ nel mezzo. E credo che sia sempre necessario cercare di capire le ragioni dell’altro, perché soprattutto in quel periodo sono emerse tante fragilità personali e familiari, di cui dobbiamo farci carico. Almeno nell’ascolto».

Castello è stato tra i comuni più colpiti dall’alluvione di maggio. A che punto siamo oggi?
«Bisogna dividere tre livelli. Il primo è quello della sicurezza e posso dire che tanti lavori sono stati fatti per quanto riguarda argini e fogne, da allora abbiamo avuto un’altra piena che abbiamo superato quasi indenni, quindi su questo fronte sono fiducioso. Invece non c’è ancora traccia degli interventi per mitigare in futuro altri eventi simili, che sappiamo ormai potranno verificarsi. Serve un piano attuativo per decidere per esempio le aree allagabili, i rinforzi arginali e le casse di espansione».

A chi spetta questa parte? 
«Alla struttura commissariale. La Regione ha redatto lo studio e consegnato tutto, ma ancora non si vede nulla, credo sarebbe opportuno aprire una riflessione».

E sui ristori, a che punto siamo?
«Questo è il secondo livello. A parte i primi tremila euro, tantissime persone e imprese stanno aspettando e c’è chi davvero ha perso moltissimo. Parliamo di oltre 150 aziende danneggiate, 1.378 persone che hanno richiesto il Cis per i danni subiti, poco meno di 200 che sono state costrette a lasciare le case, 200 ettari di terreni agricoli allagati. In tutto è stato coinvolto il 70 percento del territorio comunale. Su questo serve un cambio di passo».

Anche molti edifici pubblici sono stati coinvolti…
«Il terzo punto è questo. Abbiamo ancora una scuola chiusa, delle quattro allagate, non abbiamo una sala assemblea, uffici dell’anagrafe e dei servizi sociali ancora inagibili. Uno dei motivi per cui vogliamo continuare questo lavoro è anche il ripristino, post alluvione per cui ci vorranno anni».

Quindi il futuro di Castello a cui pensa è soprattutto quello della ricostruzione?
«Non solo, no. In questi cinque anni nonostante tutto si è dato avvio a cantieri storici come la circonvallazione, il casello autostradale e il potabilizzatore che nei prossimi tre anni vedranno il fine lavori. C’è quindi da pensare al futuro, dobbiamo costruire un programma che riesca a interpretare queste novità per la comunità, penso al commercio del centro storico, la viabilità, l’area artigianale per esempio».

Cercherà di allargare la sua coalizione ai 5 Stelle?
«La nostra è una lista civica e cercheremo sicuramente di allargare il più possibile il perimetro a tutte le forze del centrosinistra con cui condividiamo valori e con cui potremo condividere un programma per il futuro della nostra comunità».

Come è stato il rapporto con l’opposizione in questi anni emergenziali?
«Di grande collaborazione, ho sentito grande solidarietà. Da parte mia ho sempre cercato di valorizzare al massimo il ruolo dei consiglieri comunali, che sono di fatto volontari in un comune come il nostro. Per questo per esempio ho portato sia il commissario Figliuolo, sia il Prefetto e la vice presidente della Regione in consiglio comunale. Il ruolo di tutti, opposizione e maggioranza, è fondamentale e va valorizzato il più possibile».

In generale, cosa le ha dato più soddisfazione nei cinque anni passati?
«Il modo in cui, anche attraverso i patti di collaborazione civica e il tavolo sociale, tante persone e associazioni di volontariato ci hanno dato un enorme supporto nella gestione delle emergenze. Mi ritengo molto fortunato, perché non mi sono mai sentito solo, e questo non è affatto scontato. L’aspetto umano e relazionale è stato fondamentale. E quando succede questo, è anche bello fare politica».

Contro «l’inverno demografico», manodopera dal Marocco per l’Emilia-Romagna

Il progetto prevede la formazione direttamente in Africa. Si parte dalla meccatronica

Sì a manodopera preparata proveniente dal Nord Africa, grazie al progetto europeo Thamm che favorisce la formazione di lavoratori direttamente nei Paesi di provenienza, sulla base delle prospettive di sviluppo delle economie locali e delle richieste del mercato del lavoro italiano.

Il progetto Thamm Plus III (Towards a holistic approach to labour migration governance and labour mobility in North Africa) è finanziato dall’Unione Europea con 8,6 milioni di euro per azioni in Tunisia e in Marocco e ha l’obiettivo di sviluppare le competenze e le qualifiche dei potenziali lavoratori migranti per i mercati del lavoro nazionali e internazionali.

L’Emilia-Romagna aderisce alle azioni in Marocco. Nell’arco di tre anni, a partire da gennaio 2024, saranno realizzate attività formative nei Paesi d’origine rivolte a circa 500 lavoratori marocchini. La Giunta regionale ha approvato l’adesione al progetto che di fatto intercetta i fabbisogni da parte delle imprese e favorisce l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.
Si promuovono così iniziative di mobilità professionale e formativa di lavoratori marocchini in partnership con il Paese di origine, partendo da un’analisi dei principali fabbisogni comuni del mercato del lavoro e collaborando con le associazioni delle imprese e le Regioni, che tramite i loro osservatori del mercato del lavoro e i rapporti diretti con le parti sociali, sono in grado di identificare i settori e i profili più richiesti dalle imprese nei singoli territori.

In dettaglio, con i referenti marocchini del progetto sono stati individuate le filiere di interesse per lo sviluppo del Paese, a partire dalla meccatronica, che soddisfano anche le esigenze di medio e lungo termine delle imprese in Italia. E le tre regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto sono state riconosciute dal Governo italiano come territori con forti esigenze di sviluppo e crescita.

«È giunto il momento di affrontare l’inverno demografico della nostra regione guardando fuori dai nostri confini e cercando di attrarre giovani lavoratori anche dal continente africano. L’obiettivo di questo progetto – spiega l’assessore regionale allo sviluppo economico, lavoro e formazione Vincenzo Colla – è dare forma a partenariati di mobilità di nuova generazione tra il Nord Africa e l’Europa, attraverso modalità che non soddisfino solo le aspettative dei datori di lavoro, ma siano rispettose dei diritti dei lavoratori migranti e sufficientemente flessibili per affrontare le sfide del mercato del lavoro e dell’occupabilità dei giovani».

«Vogliamo inoltre rafforzare – chiude l’assessore – i servizi pubblici per l’impiego e la capacità di anticipazione delle competenze tra le istituzioni governative e le parti sociali. Si tratta di azioni che favoriscono i programmi di migrazione legale e mobilità tra l’Unione europea e i principali paesi partner, migliorando la governance della migrazione per motivi di lavoro, anche per ridurre le diseguaglianze a livello globale».

La scuola elementare di Classe verrà intitolata all’ex sindaco Fabrizio Matteucci

Parere favorevole della giunta dopo l’iniziativa partita dal consiglio di interclasse e dal collegio docenti

Presentazione Dei Programmi Delle Cinque Capitali Della Cultura Italiana 2015Intitolare la scuola primaria di Classe all’ex sindaco Fabrizio Matteucci: l’iniziativa è partita dal consiglio di interclasse e dal collegio dei docenti, per quanto fatto da Matteucci a beneficio della scuola, è stata fatta propria dal consiglio dell’istituto comprensivo statale Randi e nella seduta di oggi (23 gennaio) la giunta comunale ha espresso parere favorevole.

L’intitolazione di scuole, aule e locali interni alle scuole è disciplinata infatti da una circolare ministeriale del 1980, la quale stabilisce che, su proposta del consiglio d’istituto, il dirigente dell’ufficio scolastico regionale di ambito territoriale acquisisce le valutazioni della giunta comunale, successivamente della prefettura e del ministero dell’Interno. Si tratta dunque di uno dei passaggi previsti dalla normativa per il completamento dell’iter ministeriale. Il decreto conclusivo di intitolazione sarà di competenza del dirigente dell’ufficio scolastico regionale di ambito territoriale.

«Ringraziamo – dichiarano il sindaco Michele de Pascale e l’assessore alla Scuola Fabio Sbaraglia – tutti coloro dai quali in maniera spontanea, pensando al legame profondo e indelebile tra la scuola e Matteucci, è nata questa idea. Tra gli investimenti messi in campo durante i due mandati da sindaco di Fabrizio Matteucci c’è stata infatti la ricostruzione della scuola primaria di Classe in tempi rapidissimi, tra settembre 2009 e dicembre 2010, secondo criteri costruttivi all’avanguardia, permettendo anche la realizzazione di un modello didattico innovativo denominato “Senza zaino”. Interventi che sottendevano tutto l’amore e la fiducia che Fabrizio nutriva nei confronti delle nuove generazioni, sempre entusiasta e curioso nei loro confronti, consapevole di quanto sia fondamentale investire per promuovere la loro crescita personale, culturale e professionale».

Primi contributi per i veicoli danneggiati, in provincia 657 su 910 bonifici totali

Le richieste dal Ravennate sono state quasi 3.500 sulle 5.300 di tutta la regione

Emergenza alluvioni in Emilia-Romagna. Esondazione del fiume Montone ed allagamento del quartiere Romiti a Forlì

L’Emilia Romagna ha annunciato che è in corso l’erogazione dei contributi per la sostituzione e riparazione di autoveicoli, ciclomotori e motocicli danneggiati, resi inservibili o rottamati dopo gli eventi alluvionali di maggio scorso. Su un totale di 5.300 domande presentate (per un totale di 17,8 milioni di euro) in regione tramite bando, 3.461 provengono dalla provincia di Ravenna. Segue quella di Forlì-Cesena con 1.664 richieste. Saranno oltre 900 i cittadini riceveranno un contributo per la riparazione di veicoli danneggiati, per un totale di circa 1 milione e 200mila euro.

«Sui 910 bonifici effettuati dalla Regione finora, per un totale di circa 1 milione e 200mila euro, 657 sono destinati a cittadini della provincia di Ravenna», specifica il sindaco Michele de Pascale.

Si tratta di risorse provenienti dalla raccolta fondi della Regione “Un aiuto per l’Emilia-Romagna”. Sul totale raccolto, 27 milioni sono stati destinati a questo bando, aperto il 31 ottobre e tuttora attivo, che prevede contributi fino a 5mila euro per sostituire le auto e 700 euro per i ciclomotori o motocicli, fino a 2mila invece per ripararli.

«Il territorio di Ravenna – continua de Pascale – è stato quello maggiormente danneggiato dagli eventi alluvionali, come è evidente anche dai numerosi contributi erogati. Ringrazio chi ha aderito alla raccolta fondi e la Regione Emilia-Romagna per aver messo a disposizione con efficienza queste risorse, che rappresentano un passo concreto per offrire un po’ di respiro ai cittadini colpiti dall’alluvione, che ad oggi dopo otto mesi aspettano ancora dal Governo gli indennizzi per i beni mobili».

Le Fondazioni bancarie della Romagna devolvono 250mila euro agli alluvionati

Il nuovo progetto, nato dalla collaborazione tra Croce Rossa Italiana e Cassa di risparmio di Ravenna vuole dare un sostegno concreto ai cittadini che hanno subito danni a case, mobili e arredi

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Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e Croce Rossa Italiana di Ravenna presentano il “Progetto Fondazioni per la Romagna”, un fondo di emergenza speciale di 250mila euro per far fronte in parte ai danni subiti dai cittadini del Comune di Ravenna per la devastante alluvione del maggio 2023, che consentirà di garantire un aiuto concreto ai cittadini di Ravenna e provincia che hanno subito danni a case, mobili e arredi per i tragici fatti della primavera scorsa. L’iniziativa è stata annunciata alla presenza di Ernesto Giuseppe Alfieri, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, e di Claudio Angeli, presidente della Croce Rossa Italiana Comitato di Ravenna.

Il progetto è partito nell’immediato periodo post alluvione, grazi a Acri (Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio), che ha avviato una raccolta di fondi tra le proprie associate, banche appunto e fondazioni, per garantire un aiuto concreto ai cittadini. La raccolta consente oggi di stanziare 250mila euro attraverso l’Associazione tra le fondazioni di origine bancaria dell’Emilia Romagna che sul territorio si avvale della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e della Croce Rossa Italiana sezione di Ravenna. 

Per accedere alle erogazioni i cittadini interessati dovranno compilare l’apposito modulo a disposizione sul sito della Croce Rossa Italiana: il fondo prevede l’assegnazione complessiva del denaro per l’acquisto di arredi e mobili e per il ripristino dei danni post-alluvione. Il modulo per la richiesta del contributo verrà pubblicato sul sito della Croce Rossa Comitato di Ravenna e della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna.

Dopo mesi di restauro, la Deposizione del Jacopone torna alla pinacoteca di Faenza

La monumentale pala d’altare proveniente dalla Chiesa di San Rocco acquista nuova vita grazie agli interventi di recupero finanziati da un mecenate svizzero

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La grande pala con la Deposizione dalla Croce, proveniente dalla chiesa di San Rocco, è di nuovo in mostra all’interno della Pinacoteca Comunale faentina. L’opera di Jacopone da Faenza è tornata in esposizione dal 22 gennaio, dopo un complesso lavoro di restauro durato circa tre mesi.

Si tratta di una pala d’altare alta quasi 4 metri e larga oltre 2, realizzata nel periodo di piena maturità dell’artista quando, dopo gli studi all’Accademia di San Luca di Roma, si ritrasferisce nella natia Faenza, dove rimarrà fino alla morte continuando a produrre lavori di grande impegno, tra i quali la Deposizione per l’Oratorio di San Rocco (1552-1553), l’Incoronazione della Vergine, e nella parte inferiore la Disputa sull’ Incoronazione della Vergine e Santi Benedetto, gli evangelisti Giovanni e Matteo, San Giovanni Battista e san Celestino papa per la chiesa dei Celestini firmata e datata 1565 (entrambe nella Pinacoteca Comunale di Faenza). 

L’intera impresa di restauro della Deposizione, compreso il trasporto dell’opera, complicato dalle elevate dimensioni, è stata finanziata da un generoso donatore privato, lo svizzero Auguste de Castelbajac. Il mecenate ha voluto fare un regalo alla città di Faenza e alla sua arte, scegliendo tra le molte opere della Pinacoteca Comunale che hanno bisogno di un intervento di conservazione l’indiscusso capolavoro di un artista faentino purosangue. 

Gli interventi di recupero sono stati svolti a Firenze, dove Alberto Dimuccio ha restaurato la parte lignea, mentre Luisa Landi e Debora Minotti si sono prese cura della superficie pittorica.

Il legno del supporto, costituito da ben undici tavole una sopra l’altra, col tempo si era deformato causando cadute di colore che erano state fermate con toppe di carta giapponese. «L’aspetto del dipinto era quello di un ferito tutto incerottato, e guardandolo lo sguardo si soffermava più sui problemi, evidenziati dalle fermature di carta, che sulla qualità dell’opera. Ora possiamo di nuovo ammirare il dipinto in tutta la sua bellezza» fanno sapere dalla pinacoteca.Pinac3

Le opere create da Jacopone dopo il rientro a Faenza godono dell’esperienza e degli studi maturati in tutta Italia, dalle collaborazioni con artisti di prim’ordine come Battista Dossi e Girolamo da Carpi, all’affresco della cupola di San Vitale a Ravenna e la decorazione di Castel Sant’Angelo a Roma. Anche la Deposizione vede concentrarsi su di sè tutta la cultura e l’originalità dell’artista, come in una grande macchina teatrale, traboccante di emozione religiosa.

«Il restauro della Deposizione di San Rocco -spiega il sindaco di Faenza Massimo Isola – è stato un grande regalo a Faenza da parte di Auguste de Castelbajac, un mecenate straniero che si è interessato alla nostra Pinacoteca Comunale e che ringrazio anche a nome della cittadinanza. La Pinacoteca è, tra i nostri monumenti, un gioiello che da qualche tempo sta vivendo una nuova stagione di rinascita. E questo finanziamento importante è un riconoscimento allo straordinario tesoro esposto nelle sue sale ma anche a una delle più squisite manifestazioni dell’arte faentina ai suoi massimi livelli: il pittore del dipinto appena restaurato, Giacomo Bertucci, era non a caso chiamato Jacopone da Faenza.  Nel Cinquecento era stato attivo in tutta Italia con i più celebri artisti del suo tempo, e aveva portato con sé ovunque il nome della nostra città». 

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