domenica
27 Luglio 2025

Una 12enne investita da un’auto mentre va a scuola: è grave al Bufalini di Cesena

È successo a Ravenna alla rotonda di viale Po. La ragazzina era in bicicletta

Incidente Viale Po 12 Anni
Foto Massimo Argnani

Una ragazzina di 12 anni è stata investita da un’auto nella prima mattinata di oggi, 17 gennaio, a Ravenna, mentre stava andando a scuola in bicicletta. L’incidente è avvenuto in viale Po, all’altezza della rotonda all’intersezione con via Romea. La ragazzina sarebbe stata investita mentre stava attraversando la strada, da una Fiat Cinqueccento condotta da una 60enne. I primi rilievi dicono che la bambina non era sulle strisce pedonali.

Sul posto il 118 con auto medicalizzata e ambulanza. Le condizioni della 12enne sono considerate gravi ed è stata trasportata in elicottero al Bufalini di Cesena con il codice di massima gravità. Secondo le prime informazioni raccolte, non sarebbe comunque in pericolo di vita.

La polizia locale è impegnata nei rilievi, anche per tentare di ricostruire la dinamica dell’incidente.

Tutti in fila per i Lego. Registrate 8mila presenze nel weekend all’Almagità

E in consiglio comunale finisce il caso Pala De André: «Non era disponibile per un’opzione poi non esercitata»

Tutti in fila per i Lego. Grande successo lo scorso weekend per “Mattoncini in Darsena”, la manifestazione a tema Lego organizzata dal gruppo Romagna Lug, che ha visto la partecipazione di circa 8mila persone in meno di due giorni.

E conseguenti disagi per i partecipanti nelle ore di punta, con la fila all’esterno che è arrivata anche a misurare diverse decine di metri. Come prevedibile, infatti, l’Almagià si è rivelato troppo piccolo per le esigenze della manifestazione. Gli organizzatori – in particolare Michele Moretti del Monobrand Store Srl di Ravenna – avevano già lamentato l’impossibilità di utilizzare il Pala De André lo scorso novembre, quando avrebbe dovuto originariamente svolgersi l’evento. Il Comune – ci aveva raccontato – aveva prima dato la propria disponibilità a concedere il palazzetto, prima però di rifiutare, nonostante nel weekend indicato non si siano poi svolte manifestazioni.

Il caso è arrivato anche in consiglio comunale, con il capogruppo di Fratelli d’Italia che ha depositato un question time in cui si denuncia anche il mancato incasso da parte del Comune. A rispondergli è stato l’assessore Giacomo Costantini, che ha spiegato come per quel weekend ci fosse un’opzione per un evento a tema manga. Opzione che poi non è stata esercitata, ma troppo tardi per poter organizzare l’evento Lego. Costantini ha assicurato che in futuro verrà modificata la prassi di prenotazione, dando non più di 15 giorni ai soggetti interessati per mettere nero su bianco l’impegno.

Arriva la “Cervia Run”, una nuova rassegna podistica nella Città del sale

In primavera una due giorni di corse organizzata dall’imprenditore Marco Morigi con l’aiuto dell’iroman Andrea “Pelo” Di Giorgio e il patrocinio del Comune

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Una nuova rassegna podistica interesserà le vie di Cervia, Milano Marittima e Pinarella. La “Cervia Run” è in programma per il prossimo 23 e 24 marzo. A disegnare i tracciati del percorso, l’ironman Andrea “Pelo” di Giorgio, con l’organizzazione di Marco Morigi, titolare del bagno Marco 184. L’itinerario proposto dall’atleta è interamente pianeggiante e si snoderà sul lungomare di Cervia toccando le frazioni di Pinarella e Milano Marittima, attraversando alcuni dei luoghi più suggestivi del territorio cervese.

La prossima primavera vedrà quindi nascere una nuova manifestazione sportiva, con il patrocinio dell’amministrazione comunale e sotto l’egida della Fidal (Federazione Italiana di Atletica Leggera). Un appuntamento che, come ha evidenziato l’assessore allo sport Michela Brunelli «ha il pregio di arricchire il nostro calendario eventi e di colmare una lacuna importante, visto che a Cervia una corsa podistica di questo livello ancora non esisteva».

Tra gli aspetti della rassegna messi maggiormente in luce dall’organizzatore Morigi, la sostenibilità ambientale della stessa, che vedrà anche il packaging dei rifornimenti creato con materiale eco-compatibile e l’aspetto solidale dell’evento, visto che, tra le tre gare in programma, ci sarà anche una 5 chilometri non competitiva, aperta a tutti, il cui incasso sarà interamente devoluto ai progetti della Polisportiva “Saline di Cervia” e “Cerviaman”.

Due invece le competizioni agonistiche: una di 10,5km ed una di 21km che, sotto l’organizzazione logistica della Asd “Domani arriva sempre”, vedranno sfidarsi i grandi interpreti della disciplina. Nel programma anche una staffetta mista “lui&lei” (il cui nome, puramente simbolico, prevede anche l’ammissione di coppie omosessuali).

Alla vigilia della “due giorni” podistica saranno organizzate una serie di iniziative collaterali e momenti di intrattenimento con l’apertura della segreteria ed il ritiro dei pettorali e dei ricchi pacchi gara, mentre Radio Bruno, media partner dell’evento,  animerà il villaggio del lungomare allestito all’altezza del bagno 184.

Le iscrizioni alla corsa sono già aperte: sarà possibile partecipare alla prima “Cervia Run” visitando il sito ufficiale www.cerviarun.it e cliccando sulla piattaforma dedicata endu.net. 

Due gessi dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna in mostra a Roma

Le opere, provenienti dallo studio del Canova e normalmente conservate al Mar, sono state prestate ai musei Capitolini in occasione dell’esposizione “Fidia”

Antonio Canova, Castore E Polluce, Accademia Di Belle Arti D Ravenna. Foto Museo Di Roma

In occasione della mostra “Fidia”, inaugurata il 24 novembre scorso nella capitale e visitabile fino al 5 maggio ai Musei Capitolini e a Villa Carafelli, l’Accademia di Belle Arti di Ravenna ha prestato due opere della sua gipsoteca. Si tratta, nello specifico, di due teste di Dioscuri, calchi in gesso delle figure mitologiche figlie di Zeus, provenienti dallo studio di Antonio Canova e acquistati a Roma nel 1828 da Ignazio Sarti, primo direttore dell’accademia ravennate. Le opere sono state recentemente restaurate da Antonio Giuffredi e sono solitamente conservate al Mar.

I due gessi arrivati da Ravenna fanno parte delle oltre cento opere selezionate tra reperti originali greci, copie romane, dipinti, manoscritti e disegni, provenienti dai più importanti musei del mondo (come il Museo dell’Acropoli e il Museo Archeologico Nazionale di Atene, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, il Metropolitan Museum of Art di New York, i Musei Vaticani e il Museo del Louvre) che illustrano la vita e l’ambiente storico in cui operò Fidia, il più grande scultore dell’antichità, vissuto nel V secolo a.C. e responsabile artistico della costruzione del Partenone ad Atene.

«Questo prestito dimostra l’importanza di un patrimonio come quello della Gipsoteca dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna, ancora poco conosciuto nella nostra città e attualmente disperso in diverse sedi, tra Accademia, Mar, e liceo artistico», comunicano dall’Accademia.

I Dioscuri, Càstore e Pollùce, sono due figure mitologiche spesso rappresentate nel mondo dell’arte antica. Figli di Zeus e Leda, erano l’uno, domatore di cavalli e l’altro esperto nel pugilato. Due loro celebri raffigurazioni sono quelle collocate a Montecavallo, davanti al Campidoglio a Roma, cui lo stesso Canova si ispirò per le sue due teste.

Il museo Baracca si mostra alla città dopo il riallestimento con una visita gratuita

Oltre un anno di lavoro e più di 25.000 euro di fondi regionali investiti nel restauro di alcune opere e nell’acquisto di nuovi pezzi per la collezione

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Dopo oltre un anno di lavori di riallestimento, il Museo Baracca di Lugo presenta al pubblico i nuovi percorsi espositivi. Le operazioni di riallestimento della casa museo hanno compreso il restauro di alcune opere e l’acquisto di alcuni nuovi pezzi e sono state rese possibili grazie ai finanziamenti ottenuti con la partecipazione a bandi regionali, per un totale di 25.400 euro.

Sabato 20 gennaio, in occasione della riapertura, l’ingresso al museo sarà gratuito per tutta la giornata, dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18. Alle ore 17 dello stesso giorno, l’appuntamento è con “Per sguardi e voci. Una casa, un museo e i suoi nuovi allestimenti”, un incontro che vuole celebrare il percorso di riallestimento del museo e il riconoscimento del marchio delle “Case e degli Studi degli Illustri”, conferito dalla Regione.

L’incontro di presentazione metterà in primo piano due importanti produzioni del museo (realizzate anch’esse grazie ai finanziamenti regionali) che entrano a far parte dell’esposizione permanente: il video “Museo Baracca, Museo Città” di Luca Nostri e Guido Garotti (con sonorità di Giovanni Lami), un film di pochi minuti con al centro la piazza di Lugo e la statua di Domenico Rambelli dedicata all’aviatore, e “Sentire le voci”, la registrazione della lettura di alcune lettere scritte da Francesco Baracca, dalla madre Paola Biancoli e dal padre Enrico, selezionate da Giulia Garuffi, e lette dagli attori e cantanti Elena Bucci, Alfonso Cuccurullo e John De Leo. La sinfonia di voci prenderà il posto della musica all’interno della camera da letto perfettamente conservata di Baracca, accentuando l’idea di intimità del luogo, incalzato dalle stesse parole dell’aviatore e dei suoi famigliari.

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I finanziamenti regionali hanno reso inoltre possibile alcuni lavori di restauro che hanno riportato alla vita alcune opere fino ad ora nascoste, nonché di consolidare la volta affrescata all’ingresso della casa-museo e ripulire due grandi dipinti a olio raffiguranti Baracca e già visibili all’interno dell’esposizione.

A completare il riallestimento si aggiungono le acquisizioni dell’opera del pittore Massimo Pulini, che nel suo dipinto “Domenico Francesco” (olio su radiografia) omaggia insieme Baracca e Rambelli, e tre fotografie di Luca Nostri facenti parte del ciclo di “Piazza Baracca”.

Infine, verrà presentato il nuovo e ampliato bookshop, progettato da Claudio Ballestracci in continuità con alcuni interventi precedenti realizzati al museo.

Nel corso del 2023 poi, il Baracca si è reso parte di un lavoro didattico che ha visto 1.400 bambini e ragazzi, provenienti da scuole di vario ordine e grado, vivere gli ambienti del museo tra domande, curiosità e illustrazioni.

«Il 2023 è stato un anno in cui il Museo Baracca ha seminato molto con una serie di azioni che hanno guardato in molte direzioni e ambiti – spiega il direttore Massimiliano Fabbri -. La giornata di sabato 20 rappresenta così la prima restituzione di questo raccolto che comprende nuovi allestimenti, restauri, acquisizioni e produzioni vere e proprie. Un progetto plurale e coordinato che ha cambiato, passo dopo passo, volto alla casa-museo senza con questo snaturare o perdere il prezioso lavoro portato avanti negli anni precedenti dai vari direttori e curatori che si sono succeduti. Il lavoro sulle voci in particolare è una produzione che permette una nuova immersione emozionale, resa ancora più intensa dai suoni del musicista Giovanni Lami; si tratta di un tappeto sonoro che cuce tra loro queste lettere lette ad alta voce in un unico flusso che restituirà ancora, e maggiormente, all’interno dei percorsi espositivi del museo, la dimensione umana dell’eroe».

 

Concessioni balneari, l’associazione Mare Libero contro i Comuni di Cervia e Ravenna

Diffida inviata anche a procura e Corte dei Conti per il mancato rispetto della direttiva Bolkestein

Mare Lido Riviera

Il coordinamento nazionale dell’associazione Mare Libero, analogamente a quanto sta facendo nei confronti di tutti i comuni costieri italiani che abbiano previsto una nuova proroga delle concessioni balneari, ha trasmesso nei giorni scorsi una diffida formale ai Comuni di Ravenna e Cervia per chiedere il rispetto «di quanto previsto dall’ordinamento eurounitario e dalla giurisprudenza nazionale ed europea – si legge in una nota inviata alla stampa -: dichiarare cessati tutti i rapporti concessori che abbiano beneficiato di proroga, in quanto essa viola l’art. 12 della nota Direttiva Bolkestein, oltre agli articoli 49, 56 e 106 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, che subordinano l’affidamento a privati di attività di interesse transfrontaliero certo all’espletamento di una procedura selettiva aperta, trasparente e imparziale».

Abbiamo parlato pochi giorni fa del tema delle concessioni balneari a questo link.

«Si diffidano pertanto le amministrazioni comunali – continua la nota dell’associazione – a emanare i provvedimenti di competenza dello Sportello Unico per le Attività Produttive, dello Sportello Unico per l’Edilizia e del Settore amministrativo competente conseguenti all’attuale mancanza di titoli per esercitare attività sul demanio marittimo, e ad ordinare lo sgombero immediato di tutte le opere di facile rimozione; si chiede, poi, all’Agenzia del Demanio e alla Guardia Costiera di avviare l’incameramento delle opere di non facile rimozione, come previsto dall’art. 49 del Codice della Navigazione, ferma restando la facoltà in capo ai Comuni (di cui Mare Libero auspica vogliano avvalersi) di ordinarne, invece, la demolizione che, come previsto dal medesimo articolo, deve essere effettuata a spese del concessionario uscente».

La diffida è stata trasmessa per conoscenza alle procure ordinaria e della corte dei conti, «affinché possano valutare l’esistenza dei presupposti che possano condurre ad eventuali conseguenze civili, penali, amministrative ed erariali in capo agli organi politici e ai settori tecnici delle amministrazioni comunali, in quanto più volte il Consiglio di Stato ha sottolineato la responsabilità dei funzionari amministrativi nel dare diretta applicazione alle norme dell’Ordinamento eurounitario, anche disapplicando le norme nazionali con esso contrastanti, incluso il caso in cui il contrasto riguardi una direttiva self-executing».

Se i Comuni non daranno seguito a quanto richiesto, il coordinamento si dice pronto a ricorrere al Tribunale Amministrativo Regionale, «contro una misura che, nel violare i principi di concorrenza legati all’affidamento a privati di un bene pubblico, per di più di natura demaniale, lede in realtà in primo luogo i diritti dei bagnanti a poter fruire di un servizio erogato da un soggetto individuato a valle di una selezione realmente imparziale, che garantisca prezzi vantaggiosi e massima qualità».

Arrigo Sacchi presenta il suo nuovo libro a Lugo

Il “profeta di Fusignano” parla delle sue “regole per cambiare regole”

Arrigo Sacchi FGVenerdì 19 gennaio, alle 21 nella sala conferenze della Cna di Lugo, in via Acquacalda, 37/1, l’ex Commissario Tecnico della nazionale di calcio italiana e storico allenatore del Milan, Arrigo Sacchi, presenterà al pubblico del Caffè Letterario il suo ultimo libro Il realista visionario. Le mie regole per cambiare le regole, edito da Cairo Editore.

L’incontro ad ingresso libero sarà introdotto da Leonardo Patrignani.

Il “Profeta di Fusignano” in questo libro apre idealmente le porte del suo spogliatoio per rivelare i suoi segreti professionali e valoriali: come convincere un gruppo di lavoro che quello che ha fatto fino a quel momento va cambiato? Quali sono i primi passi da compiere in una nuova realtà profondamente conservatrice? Come si sceglie il leader di una squadra, come si gestiscono i fuoriclasse e i comprimari, le pressioni dei superiori, i successi e le sconfitte?

Nel 2017 Arrigo Sacchi è stato nominato dall’Uefa tra i 10 allenatori più influenti nell’evoluzione calcistica, e nel 2019 da France Football come il terzo migliore di tutti i tempi. Ha scritto con Luigi Garlando “La coppa degli immortali. Milan 1989: la leggenda della squadra più forte di tutti i tempi raccontata da chi la inventò” (Baldini + Castoldi, 2019).

Incidente sull’Adriatica, traffico in tilt. Coinvolta un’autocisterna di Gpl

La statale chiusa in direzione Rimini. Non ci sono feriti gravi

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Traffico in tilt questa mattina (16 gennaio) alle porte di Ravenna a causa di un incidente tra tre mezzi sull’Adriatica, all’altezza dello svincolo per il centro commerciale Esp. La statale risulta chiusa in direzione Rimini (tra viale Randi e rotatoria di via Ravegnana), con i conseguenti disagi.

Sul posto, oltre alla polizia stradale e locale per i rilievi, anche i vigili del fuoco per controllare in particolare le conseguenze a uno dei mezzi coinvolti, un’autocisterna contenente Gpl. Non risultano comunque fuoriuscite al momento.

Non ci sono feriti gravi. Le foto sono di Massimo Argnani.

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La ginecologa dei “bambini impossibili”, costretta ad “acquistare” ovociti in Spagna

La dottoressa Bartolotti, responsabile del centro di Procreazione Medicalmente Assistita Artebios di Lugo: «Le donne per fare figli hanno bisogno di sentire meno fatica addosso»

Bartolotti

Tra le sfide che l’Italia, assieme ad altri Paesi nel mondo, si trova ad affrontare negli ultimi anni vi è senza dubbio il calo delle nascite, da cui è derivato un inesorabile processo di invecchiamento della popolazione. Perché in Italia si fanno sempre meno figli? E come può la scienza venire incontro alle donne che desiderano diventare madri?

La dottoressa Tiziana Bartolotti, direttrice del centro Demetra di Lugo e responsabile del centro di Procreazione Medicalmente Assistita Artebios, ci ha aiutato a fare chiarezza su questi punti.

Da dove è nata la decisione di fondare il Centro Demetra?
«La materia della riproduzione mi ha sempre appassionato molto. Sono 40 anni che parlo con coppie che cercano bimbi, quelli che chiamo i “bambini impossibili” perché avrebbero potuto anche non arrivare mai, se non ci fossero state le tecniche di fecondazione assistita. Ho studiato medicina all’Università di Bologna e lì mi sono specializzata nel servizio di Fisiopatologia della riproduzione del Sant’Orsola, di cui allora era direttore Carlo Flamini, uno dei padri della fecondazione assistita in Italia. Ho lavorato per circa 30 anni nella ginecologia di Lugo. Nel 2011, per una scelta dettata da bisogni personali, mi sono licenziata dall’ospedale e ho aperto il poliambulatorio Demetra e Artebios, che si occupa di Medicina della riproduzione. Attualmente riceviamo circa 200 coppie all’anno che cercano bimbi».

Quella che lei affronta quotidianamente è una materia piuttosto complessa. Che cosa si intende per procreazione medicalmente assistita?
«Le coppie che non riescono ad avere figli naturalmente seguono percorsi di procreazione medicalmente assistita, cioè si affidano a professionisti competenti che dispongono di laboratori, farmaci e procedure. In realtà, si arriva alla Pma grazie a un’altra specializzazione, che è la Medicina della riproduzione umana. In una prima fase, senza dubbio la più delicata e complessa, ginecologi e andrologi cercano di scoprire perché non arriva la gravidanza. Alcune coppie, poi, riescono ad avere bambini naturalmente, altre devono entrare nei corridoi di Pma».

Può fornirci alcuni dati?
«Le coppie che si rivolgono alla fecondazione assistita in Italia sono all’incirca 60-70 mila. Secondo l’ultimo report del Registro Pma dell’Istituto Superiore di Sanità, nel 2023 sono nati 16.125 bambini contro gli 11.305 mila dell’anno precedente. I bambini della Pma rappresentano circa il 3% nei nati totali italiani, e non è poco».

In che cosa consistono le procedure di procreazione medicalmente assistita?
«Ci sono diversi livelli: un primo è l’inseminazione intrauterina, una procedura molto semplice, ambulatoriale e che non richiede ricoveri. Il secondo livello comprende le procedure extracorporee come Fivet (fecondazione in vitro dove gli spermatozoi fecondano da soli gli ovociti) e Icsi, dove invece l’inseminazione viene eseguita dal biologo. Quest’ultima tecnica è la più diffusa in Italia e nel mondo».

E per quanto riguarda il congelamento degli ovuli?
«Gli studi per il congelamento ovocitario sono iniziati negli anni Duemila. In questo ci ha, per così dire, “aiutato” la legge 40 del 2004, una legge tremenda che ha portato a un oscurantismo scientifico nel nostro Paese. Con quella legge si vietò di congelare gli embrioni, ma da lì noi italiani abbiamo iniziato a congelare le uova, riuscendo a farle sopravvivere. Il congelamento delle uova fu un passo importantissimo perché permise di non sottoporre più le donne a molteplici interventi chirurgici di asportazione degli ovociti. Se non si riusciva ad avere una gravidanza nell’immediato, venivano scongelate le uova della paziente senza doverla operare nuovamente. È stato un enorme passo avanti a difesa della salute delle donne».

La legge 40 del 2004 ha, tra le altre cose, vietato la fecondazione eterologa. Che cosa ha comportato tale divieto?
«La fecondazione eterologa è la fecondazione eseguita con gameti di donatori. Il divieto ha fatto sì che decine di migliaia di coppie fossero costrette ad andare all’estero per riuscire ad avere un figlio, spendendo quantità immense di denaro, fatica e stress. Nel 2014 la Cassazione ha poi deciso di sdoganare la fecondazione eterologa e da allora anche in Italia è possibile procedere con la donazione di gameti (ovociti e spermatozoi). Il problema è trovare i donatori».

Non ce ne sono abbastanza?
«In Italia no, e questo perché la legge prevede che la donazione di gameti sia assolutamente gratuita. Fintanto che si tratta di una donazione di seme è ragionevole, ma la donazione di ovociti da parte di una donna è cosa complessa: si tratta di mettersi a disposizione del centro per settimane, sottoporsi a terapie farmacologiche che possono avere effetti collaterali importanti, e quindi affrontare un intervento chirurgico. Tutto questo senza nemmeno un rimborso per la benzina»

Quindi quali sono le soluzioni?
«Siamo costretti ad “acquistare” gameti dall’estero. Uso il verbo “acquistare” a scopo polemico, perché, sempre per legge, il trattamento deve essere gratuito e quindi i gameti non devono essere commercializzati, ma si è aggirata questa problematica siglando contratti per l’acquisto del servizio di trasporto dei gameti in linea. Nella teoria, quindi, non acquistiamo i gameti, ma solo il loro trasporto. Questo però ci costringe a doverci fidare dell’operato di altri colleghi stranieri: gli ovociti che abbiamo provengono soprattutto dalla Spagna».

E i gameti maschili?
«La donazione di seme è meno diffusa in Italia perché con la Icsi gli uomini possono diventare papà anche se hanno pochissimi spermatozoi. Si sono affinate alcune tecniche di prelievo anche direttamente dai testicoli, quando i gameti non sono presenti nel liquido seminale».

Chi sono solitamente le persone che ricorrono alla Pma? Quali caratteristiche hanno?
«Dipende. In un centro pubblico accedono sia coppie giovani che coppie con donne adulte, ma a livello del Ssn sono stati posti dei limiti di età per l’accesso: l’Emilia-Romagna ha scelto i 46 anni della donna per poter eseguire i trattamenti, in altre regioni il limite è 43 anni. Il problema è che spesso le coppie si scontrano con le liste di attesa, che hanno tempi piuttosto lunghi; nella nostra regione difficilmente sono al di sotto dell’anno. Questo porta a una dilatazione delle tempistiche che spinge alcune coppie, soprattutto quelle più avanti con l’età, a rivolgersi ai centri privati».

Quanto conta il fattore tempo in questo caso?
«È fondamentale. Negli anni di attesa le probabilità della donna di avere un bambino si riducono. In Italia si fanno sempre più cicli con donazione di gameti proprio perché l’età media femminile per la ricerca di un bimbo è molto alta. Nel naturale la media è di 32 anni circa, mentre le coppie che entrano in trattamento hanno una media di età quasi 37 anni per le donne».

Cosa può fare una giovane donna per salvaguardarsi da questo punto di vista?
«Fare prevenzione! Esistono esami molto semplici, come la valutazione della riserva ovarica, che consentono di stabilire qual è il grado di fertilità di una ragazza e per quanto tempo sarà fertile fino anche ad immaginare l’età della menopausa. Questi esami si possono fare già a partire dai 25 anni. Ovviamente a quel punto la ragazza non è obbligata a fare un figlio subito, ma in situazioni particolarmente importanti può decidere di congelare le sue uova. Significa mettere da parte un patrimonio genetico che si preserva negli anni a seguire e quindi avrà la possibilità di avere un figlio anche in caso di menopausa precoce (che colpisce circa il 10% delle donne), evitando di dover ricorrere agli ovociti di una donatrice, una scelta che spesso comporta shock morale, etico e psicologico. È importante garantirsi la possibilità di scegliere, ma di queste cose, purtroppo, si viene a conoscenza solo in un Centro di Medicina della Riproduzione. C’è poca informazione».

E per le coppie?
«Vale lo stesso. Coppie anche giovani, attorno ai 27-30 anni, che hanno idea di cercare un figlio possono richiedere esami specifici come spermiogramma, esami ormonali e lo studio della riserva ovarica per sapere se è tutto a posto. Quello che succede di solito, ahimè, ancora, è che la coppia che fatica a concepire ne parla con un medico di base che li incoraggia ad aspettare. Queste sono condizioni che creano un danno pazzesco, perché sono anni persi. Quando riceviamo infine le coppie, queste sono già stanche di aspettare e possono avere delle aspettative irrealistiche».

L’Italia, assieme a tanti altri paesi nel mondo, è colpita dalla denatalità. A che cosa è dovuta secondo lei?
«La denatalità ha che fare con un modello di vita diverso rispetto a quello degli anni Sessanta, e il ruolo stesso della donna è cambiato. Il problema è della denatalità è un problema mondiale; l’aumento dell’aspettativa di vita un po’ ovunque, tranne i paesi come l’Africa, ha fatto sì che slittasse in avanti anche la ricerca di un figlio. È anche vero che alle donne italiane, in particolare, vengono fatti molti sgambetti da sempre. Il primo è nella vita famigliare: con l‘emancipazione femminile non è stata raggiunta un’eguale divisone dei compiti tra uomo e donna. Quest’ultima si è trovata ad assumere su di sé, oltre al lavoro, anche la gestione della casa e dei figli, ma le donne per far figli hanno bisogno di sentirsi meno fatica addosso. Molte mie pazienti mi parlano di mobbing al rientro dal lavoro dopo aver partorito. Sono racconti che fanno male. Deve essere riconosciuto maggior rispetto alle donne che lavorano e desiderano fare figli, come avviene già in Nord Europa. Bastano accorgimenti minimi, come la presenza di fasciatoi nei locali pubblici o le carrozzine nei supermercati. L’Oms ci ha già disegnato il nostro futuro: nei prossimi quattro decenni avremo un calo di 12 milioni di persone. Questo porterà a una minore sostenibilità fiscale, a una minore assistenza sanitaria, a una crescita economica ridotta e a un minor benessere. Se non capiamo cha fare figli è qualcosa di essenziale per non morire, il nostro Paese è destinato a essere assolutamente irrilevante da qui a 40 anni».

Lugo attende 500 atleti nel weekend per una prova agonistica regionale di scherma

Per il secondo anno consecutivo appuntamento al palazzetto dello sport di Lugo con la manifestazione (categorie under 20, under 17 e under 14) organizzata dalla Società schermistica lughese che manda in pedana 38 tesserati

Scherma 2Una prova ufficiale della stagione agonistica regionale di scherma in Emilia-Romagna si terrà a Lugo per il secondo anno consecutivo. Il 20 e 21 gennaio al palazzetto dello sport di via Sabin (accesso libero per il pubblico fino alla capienza massima) sono attesi circa 500 atleti da varie parti della regione (oltre a tecnici, accompagnatori e familiari), di cui 38 della locale Società Schermistica Lughese che organizza la manifestazione.

Saranno tre le gare che si svolgeranno nel weekend: individuale under 20 di spada, maschile e femminile; individuale under 17 di spada, maschile e femminile; squadre under 14 di spada, maschile e femminile. Per la gara giovani e cadetti è il passaggio per potersi qualificare alla gara nazionale. Il sabato per la categoria cadetti si qualifica il 40%, la domenica il 30% dei giovani per un totale di 240 atleti circa. Per la gara a squadre under 14 è il primo trofeo regionale in quanto la gara stessa esisteva solo a livello nazionale.

La società lughese, in questa stagione, sta portando avanti anche un progetto di inclusione sociale attraverso la didattica sportiva con l’associazione Anffas (Associazione famiglie di persone con disabilità intellettive), durante la gara sarà presente un gruppo seguito dall’istruttrice Isabella Signani che si occupa del progetto.

La manifestazione è denominata “Trofeo BCC”: la Banca di credito cooperativo ravennate, forlivese e imolese è infatti, anche quest’anno, lo sponsor principale dell’evento. L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Lugo che partecipa all’evento dando la possibilità di entrare gratuitamente al Museo Baracca e a Casa Rossini presentando un coupon che verrà consegnato dagli organizzatori.

Conferenza Stampa Scherma

Manifestazione contro il prefetto, Potere al Popolo si oppone ai decreti di condanna

I portavoce nazionale e provinciale di Potere al Popolo, Marta Collot e Gianfranco Santini, condannati a una pena pecuniaria per una manifestazione non autorizzata a maggio 2023: «È un atto di repressione del dissenso»

Marta CollotPotere al Popolo (Pap) ha deciso di fare opposizione ai decreti di condanna emessi dal tribunale di Ravenna per la portavoce nazionale Marta Collot e il portavoce dell’assemblea di Ravenna Gianfranco Santini per la manifestazione in piazza del Popolo a Ravenna il 28 maggio 2023 in cui venne contestata la posizione del prefetto Castrese De Rosa che invitava i cosiddetti “angeli del fango” a stare a casa per non intralciare la macchina dei soccorsi dopo l’alluvione. Secondo i manifestanti in quel momento i soccorsi erano tutt’altro che efficienti e l’aiuto dei volontari non si poteva respingere. «La Romagna era ancora sommersa e non si vedeva nemmeno l’ombra di un mezzo dell’esercito per rimuovere i detriti e pulire i paesi», affermano gli esponenti di Pap.

Presidio Prefettura 28 Maggio«Ci vogliono condannare per una manifestazione di pubblico dissenso contro prefetto e sindaco, in assenza di un processo: ci opponiamo a questo atto di repressione, anche se la pena è una sanzione pecuniaria da centinaia di euro». Il decreto penale di condanna, infatti, è un provvedimento che viene emanato al termine di un procedimento penale di tipo speciale, alternativo a quello ordinario: si concretizza in una pena pecuniaria inflitta dal giudice per le indagini preliminari all’indagato ritenuto responsabile dall’accusa omettendo il passaggio da un vero e proprio processo quindi in assenza di contraddittorio tra le parti. Il destinatario può ovviamente opporsi e il procedimento può quindi imboccare una delle strade dei riti ordinari.

«Da una parte ci stiamo opponendo tramite gli avvocati – dicono Collot e Santini –, dall’altra denunciamo politicamente questo ulteriore attacco a ogni forma di critica, come stiamo vedendo in tanti altri ambiti in questo periodo. Questi decreti si sommano infatti al clima di censura di queste settimane in tutta la regione, un territorio in cui chi porta avanti le lotte a difesa dell’ ambiente e per la pace viene individuato come un nemico da un sistema di potere che vacilla sempre più sotto il peso delle proprie contraddizioni».

Secondo Pap la gestione del post alluvione continua a essere drammatica: «Il governo (di cui il prefetto è il rappresentante istituzionale sul territorio, ndr) continua a tergiversare sul finanziamento dei fondi per i rimborsi alle famiglie e per la messa in sicurezza del territorio. La Regione e i Comuni intanto fanno di tutto per non assumersi la responsabilità di una gestione disastrosa del nostro fragile territorio, che da decenni viene cementificato anche grazie alla pessima legge regionale sull’urbanistica. Questo processo continua con altre grandi opere inutili, a partire dal rigassificatore di Ravenna e dagli allargamenti dell’autostrada del passante di mezzo a Bologna che serve anche come collegamento all’allargamento della A14 per Ravenna, così come non si fermano le lottizzazioni del nostro territorio per la continua espansione delle zone urbanizzate così come dei centri commerciali».

A Bagnacavallo una “piazza universale” per riflettere su Manzoni

Il ciclo di incontri dal 17 al 20 gennaio culminerà con il conferimento della cittadinanza onoraria a Carlo Ossola

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“La Piazza universale”, esperienza di alta formazione in ambito letterario giunta alla sua terza edizione e promossa dal Comune di Bagnacavallo con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, torna dal 17 al 20 gennaio con un ciclo di incontri dedicati ad Alessandro Manzoni.

Diretta da un comitato scientifico composto da Carlo Ossola (Collège de France e Accademia dei Lincei), Domenico De Martino (Università di Pavia), Valerio Gigliotti (Università di Torino) e Giacomo Jori (Università della Svizzera Italiana), “La Piazza universale” prevede diversi momenti di studio e confronto fra docenti affermati e giovani studiosi e due eventi pubblici, tutti incentrati sul lascito del celebre autore de “I promessi sposi”.

«L’obiettivo di questa edizione, che ha per tema “Manzoni dopo Manzoni” – spiegano i docenti del comitato scientifico – è proporre ricerche e nuovi elementi di riflessione sull’autore lombardo, sulla vitalità della sua opera, non solo del suo capolavoro, in particolare anche attraverso quanto ha continuato ad agire significativamente, e talvolta nascostamente, nella letteratura novecentesca e contemporanea: da Gadda a Sciascia, da Natalia Ginzburg a Moravia, da Calvino a Primo Levi, da Saba a Zanzotto.»

Il ciclo di seminari, in programma a partire dal pomeriggio di mercoledì 17 gennaio con l’apertura dei lavori nella sala didattica delle Cappuccine di Bagnacavallo, proseguirà nella giornata di giovedì 18 e si concluderà poi venerdì 19 gennaio con due appuntamenti, aperti anche al pubblico, al Teatro Goldoni. Alle 15.30 i docenti incontreranno le studentesse e gli studenti dei licei del territorio provinciale per dialogare assieme a loro su “Ancora I promessi sposi?”. Sarà questa un’occasione per riflettere, insieme agli studenti, sul alcuni temi “manzoniani”, al di là della tradizionale lettura scolastica, per ritrovare spunti capaci di aiutarci a rispondere alla diffusa domanda: “perché e come leggere I Promessi Sposi oggi?”. In serata, alle 21, si terrà una lezione concerto del celebrato pianista napoletano Michele Campanella, presentata da Carlo Ossola e Domenico De Martino. Sotto il titolo I due romanticismi, Campanella, uno dei massimi interpreti europei di questo repertorio, metterà a confronto Robert Schumann e Franz Liszt. L’ingresso è gratuito, prenotazioni al link https://forms.gle/LZzBm9V9gPFap6iRA

Il percorso si coronerà sabato 20 gennaio alle 10 nella Sala del Consiglio di Bagnacavallo, quando i partecipanti trarranno le conclusioni dei lavori e presenteranno nuove prospettive e progetti. Alle 11.30 si terrà infine, sempre nella Sala del Consiglio, la cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria di Bagnacavallo al professor Carlo Ossola, autorevole filologo e critico letterario italiano.

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