Manifestazione contro il prefetto, Potere al Popolo si oppone ai decreti di condanna

I portavoce nazionale e provinciale di Potere al Popolo, Marta Collot e Gianfranco Santini, condannati a una pena pecuniaria per una manifestazione non autorizzata a maggio 2023: «È un atto di repressione del dissenso»

Marta CollotPotere al Popolo (Pap) ha deciso di fare opposizione ai decreti di condanna emessi dal tribunale di Ravenna per la portavoce nazionale Marta Collot e il portavoce dell’assemblea di Ravenna Gianfranco Santini per la manifestazione in piazza del Popolo a Ravenna il 28 maggio 2023 in cui venne contestata la posizione del prefetto Castrese De Rosa che invitava i cosiddetti “angeli del fango” a stare a casa per non intralciare la macchina dei soccorsi dopo l’alluvione. Secondo i manifestanti in quel momento i soccorsi erano tutt’altro che efficienti e l’aiuto dei volontari non si poteva respingere. «La Romagna era ancora sommersa e non si vedeva nemmeno l’ombra di un mezzo dell’esercito per rimuovere i detriti e pulire i paesi», affermano gli esponenti di Pap.

Presidio Prefettura 28 Maggio«Ci vogliono condannare per una manifestazione di pubblico dissenso contro prefetto e sindaco, in assenza di un processo: ci opponiamo a questo atto di repressione, anche se la pena è una sanzione pecuniaria da centinaia di euro». Il decreto penale di condanna, infatti, è un provvedimento che viene emanato al termine di un procedimento penale di tipo speciale, alternativo a quello ordinario: si concretizza in una pena pecuniaria inflitta dal giudice per le indagini preliminari all’indagato ritenuto responsabile dall’accusa omettendo il passaggio da un vero e proprio processo quindi in assenza di contraddittorio tra le parti. Il destinatario può ovviamente opporsi e il procedimento può quindi imboccare una delle strade dei riti ordinari.

«Da una parte ci stiamo opponendo tramite gli avvocati – dicono Collot e Santini –, dall’altra denunciamo politicamente questo ulteriore attacco a ogni forma di critica, come stiamo vedendo in tanti altri ambiti in questo periodo. Questi decreti si sommano infatti al clima di censura di queste settimane in tutta la regione, un territorio in cui chi porta avanti le lotte a difesa dell’ ambiente e per la pace viene individuato come un nemico da un sistema di potere che vacilla sempre più sotto il peso delle proprie contraddizioni».

Secondo Pap la gestione del post alluvione continua a essere drammatica: «Il governo (di cui il prefetto è il rappresentante istituzionale sul territorio, ndr) continua a tergiversare sul finanziamento dei fondi per i rimborsi alle famiglie e per la messa in sicurezza del territorio. La Regione e i Comuni intanto fanno di tutto per non assumersi la responsabilità di una gestione disastrosa del nostro fragile territorio, che da decenni viene cementificato anche grazie alla pessima legge regionale sull’urbanistica. Questo processo continua con altre grandi opere inutili, a partire dal rigassificatore di Ravenna e dagli allargamenti dell’autostrada del passante di mezzo a Bologna che serve anche come collegamento all’allargamento della A14 per Ravenna, così come non si fermano le lottizzazioni del nostro territorio per la continua espansione delle zone urbanizzate così come dei centri commerciali».

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