La società è tra quelle coinvolte nell’indagine che secondo l’accusa si regge su una intermediazione illecita di manodopera: una carta dell’Università di Pavia dice che il contratto era conforme
La corte tributaria di Ravenna ha annullato due accertamenti dell’Agenzia delle Entrate da circa 200mila euro in totale, tra imposte ritenute evase e sanzioni conseguenti relative agli anni 2015 e 2016, per la ditta Crima nell’ambito dell’indagine attorno alla società Mib Service (di cui Crima era cliente) che vede indagati a vario titolo una sessantina di imprenditori del settore ricettivo ravennate (alberghi, ristoranti, bar, bagni, discoteche) per frode, uso o emissione di fatture per operazioni inesistenti e altre ipotesi di reato. La notizia è riportata sull’edizione di ieri, 4 dicembre, de Il Resto del Carlino.
Secondo la ricostruzione del pezzo firmato da Andrea Colombari, la decisione della corte tributaria sarebbe supportata su un documento fornito dalla difesa: una valutazione di conformità del contratto Crima-Mib espressa dal dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Pavia. La decisione dei giudici è arriva in via pregiudiziale, prima di entrare nel merito.
L’annullamento della cartella riguarda l’aspetto fiscale della vicenda. Si attendono sviluppi, anche connessi a questo pronunciamento, sul fronte dell’indagine penale condotta dalla procura e già chiusa.
Due interventi distinti degli agenti di polizia locale
Nei giorni scorsi agenti della polizia locale della Bassa Romagna hanno sanzionato due persone in due operazioni distinte per un ammontare di settemila euro totali.
Gli agenti hanno fermato e sanzionato un cittadino straniero residente a Massa che circolava da 14 anni senza regolare patente conseguita in Italia. In questo caso la sanzione è stata di 5.100 euro.
Pochi giorni dopo, sempre a Massa Lombarda, è stato fermato un cittadino italiano la cui auto era sprovvista di assicurazione. Si tratta di un infrazione reiterata, in quanto mesi fa gli era stata contestata la medesima irregolarità. La sanzione perciò è stata elevata a 1.850 euro, oltre al sequestro del mezzo e la sospensione della patente.
Daniele Bassi, sindaco di Massa Lombarda e referente per la sicurezza e Polizia Locale dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna dichiara: «Gli interventi effettuati in vari comuni anche nei giorni scorsi, unitamente al prezioso supporto delle strumentazioni di cui ci siamo dotati come Unione, hanno messo ulteriormente in evidenza e conferito valore alla professionalità e assiduità con cui il comando della nostra Polizia Locale opera a beneficio del rispetto delle regole e quindi di tutti i nostri concittadini».
Ivano Marescotti ritorna all’Ecomuseo delle Erbe Palustri di Villanova di Bagnacavallo. Sabato 10 dicembre alle 20.30 affiancherà infatti Mauro Maggiorani nella presentazione del libro di quest’ultimo “Le piste di carta” (Il Margine – Trento – 2022), romanzo giallo arricchito da punte di ironia che tra realtà storica e invenzione narrativa conduce in una sfaccettata Romagna. Protagonista del romanzo è Miro Casadei, trasandato ispettore archivistico le cui indagini partono sempre dalle carte, antiche o moderne che siano.
La discussione sarà poi condotta da Marta Magrinelli.
L’autore Mauro Maggiorani è docente universitario e funzionario della Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Emilia-Romagna.
Seguirà un buffet offerto dall’associazione culturale Civiltà delle Erbe Palustri.
L’Ecomuseo è in via Ungaretti 1.
L’ingresso è libero. Info e prenotazioni: 0545 280920, erbepalustri.associazione@gmail.com.
Il 5 e 6 dicembre proiezione del docufilm La voce del padrone per la rassegna “Cult movies”
È Franco Battiato e la sua musica il protagonista del film documentario per la regia di Marco Spagnoli, appena distribuito nelle sale italiane, l’appuntamento con la rassegna “Cult movies” del cinema Mariani di Ravenna, iil 5 e 6 dicembre alle 18.30 e alle 21.15.
Un viaggio nella musica e nella vita di Battiato, attraverso le sue esibizioni più significative, immagini di repertorio e i racconti di testimoni d’eccezione che restituiscono la storia e la personalità del grande cantante e compositore siciliano.
Ad accompagnare lo spettatore in questo viaggio è Stefano Senardi, tra i più grandi produttori discografici italiani, autore del film insieme al regista, e caro amico di Franco Battiato. Partendo da Milano e arrivando fino a Milo, nella casa di Battiato in Sicilia, Senardi incontra personalità molto diverse: Nanni Moretti, Willem Dafoe, Oliviero Toscani, Caterina Caselli, Mara Maionchi, Morgan, Alice, Carmen Consoli, Vincenzo Mollica, Andrea Scanzi, Francesco Messina, Roberto Masotti, Francesco Cattini, Alberto Radius, Carlo Guaitoli e tanti altri che lo conoscevano bene e che testimoniano uno spaccato della sua musica e della sua filosofia di vita. Nel film compaiono alcuni brani dell’album La voce del padrone e altri selezionati in esibizioni esclusive fra cui: “Cuccurucucù”, “Centro di gravità permanente”, “Bandiera Bianca”, “La Cura”…
La poriezione è introdotta da un breve commento di Francesco della Torre.
Il corpo dei “pompieri” festeggia la patrona Santa Barbara tracciando anche un bilancio delle attività di soccorso e prevenzione. Che impegnano circa 180 persone fra agenti, specialisti, tecnici e volontari
Nel giorno di Santa Barbara i Vigili del Fuoco del territorio ravennate hanno celebrato nella sede centrale del capoluogo, in viale Randi, la festa della patrona e protettrice del corpo, con il dispiegamento dei mezzi della caserma e alla presenza delle autorità locali, ma anche delineato un bilancio annuale del loro prezioso lavoro negli interventi di emergenza, pronto soccorso e salvaguardia della pubblica incolumità.
A partire dagli incendi. E di incendi ne hanno domati circa 1.000 nel 2022, anche se la somma degli interventi è di circa 7mila ad oggi, tra incidenti stradali, ricerche e soccorso persone, interventi per il maltempo e i dissesti statici del territorio. Un aumento del 15% rispetto al 2021, circa 21 al giorno con tempo medio di arrivo nell’intervento di 14 minuti e mediamente di 45 minuti per ultimarlo.
«Crediamo di aver fatto un buon lavoro e siamo al servizio della popolazione 24 ore su 24, tutti i giorni e notti dell’anno e crediamo in ciò che facciamo» – ha dichiarato il comandante provinciale Luca Manselli, assieme ai “suoi” uomini, la catena di comando e organizzazione di un meccanismo complesso ma efficiente, che scatta con le chiamate al numero d’emergenza 115.
«Un altro anno sta per concludersi e siamo stati impegnati su tantissimi fronti, dal fuoco degli incendi estivi, all’acqua del maltempo fino al soccorso ordinario e straordinario sul territorio locale e nazionale – ha precisato il Comandante – ultimamente abbiamo avuto squadre in supporto nelle Marche con soccorritori acquatici per la prima sciagura, con esperti valutatori per la scossa sismica, sempre nelle Marche».
I numeri del Comando ravennate sono 194 vigili del fuoco operativi sul territorio, divisi su 4 turni e su 4 “sedi”: Faenza, Lugo, Cervia e la centrale di viale Randi, 10 funzionari tecnici, 10 persone con compiti logistico strumentali, 31 specialisti tra nautici e sommozzatori, senza dimenticare i 34 volontari di Casola Valsenio che ricoprono una porzione di territorio impervia e delicata. Tra le specialità ci sono i SAF (speleo alpino fluviale) gli NBCR (nucleo batteriologico-chimico-radiologico), i TAS (topografia applicata al soccorso) specializzati in ricerche di persone disperse, i SAPR (sistema aeromobili a pilotaggio remoto) con i loro droni, soccorritori acquatici e fluviali, gli specializzati in incendi navali avendo uno dei maggiori porti Italiani sotto la loro responsabilità, e tante altre.
«Il personale copre a 360 gradi qualsiasi intervento di soccorso, mettendo in campo le proprie abilità a seconda del caso» conclude il comandante Manselli, ricordando anche il lavoro in “team” che svolgono i funzionari tecnici, tra atti amministrativi, valutazioni antincendio di progetti e di eventi, Scia e altre pratiche che occorrono tutte a rendere più sicura la vita dei cittadini.
Le foto sono di Massimo Argnani
Poerte aperte per Santa Barbara nella caserma dei Vigili del Fuoco di Ravenna anche per i ragazzi
Nasce il progetto “Go To Fly”: nuove destinazioni per promuovere il turismo internazionale anche a Ravenna
Sempre più “l’aeroporto della Romagna”. È l’ambizione del Ridolfi di Forlì, “rinato” nella primavera del 2021, che nei giorni scorsi ha presentato in questo senso la grande novità del 2023, ossia l’avvio dell’attività di una nuova compagnia aerea virtuale, “Go To Fly”, gestita da F.A., la stessa società che ha ottenuto in concessione – per i prossimi 30 anni, notizia ufficiale delle ultime settimane – l’aeroporto forlivese.
Una compagnia che avrà a disposizione due aerei di altri vettori e che mirerà a sviluppare un traffico (incoming e outcoming) a beneficio della Romagna e quindi con un’attenzione particolare ai servizi aerei per migranti italiani e stranieri, quelli legati a un turismo classico e anche religioso (promettenti, in particolare, possono essere i collegamenti con una meta come Lourdes).
Fianco a fianco con la compagnia aerea opererà un nuovo tour operator gemello, “Go to Travel”, in questo caso indirizzato non al cliente finale, ma ad operatori organizzati, per servizi esclusivamente di outgoing,
Il tutto in coordinamento con la Dmc “In Romagna”, società formata dalle associazioni di categoria Confcommercio e Confesercenti di Forlì, Cesena e Ravenna, che si appoggia al Ridolfi per gestire l’incoming turistico, con l’obiettivo di convogliare turisti stranieri verso strutture ricettive e attrazioni romagnole. Oltre 40 le strutture che hanno già aderito al progetto, con l’obiettivo di arrivare a un numero chiuso di 40 nell’area di Forlì e Cesena, 100 a Cervia e Milano Marittima, 100 a Cesenatico e i comuni costieri della provincia di Forlì- Cesena e 60 a Ravenna, Lidi Ravennati e Bassa Romagna.
L’aeroporto di Forlì chiuderà il 2022 con circa 90mila passeggeri transitati, una cifra che si spera possa toccare quota 200 mila entro il 2024, come riportato dal marketing director di Forlì Airport, Andrea Gilardi.
La Cia Romagna ha presentato i risultati provinciali per le principali colture, con alcune criticità ma anche incrementi produttivi come per le olive
La Cia-Agricoltori Italiani Romagna ha presentato i dati dell’annata agraria 2022. Le anomalie climatiche del 2022, con una siccità estrema legata ad un’estate calda e a temperature elevate che si sono protratte a lungo anche nell’autunno, hanno determinato ulteriori evidenti criticità sul piano produttivo, seminativo e della difesa delle colture. Le precipitazioni fra maggio e luglio 2022 segnano un -60,6% e nel mese di ottobre un -95%.
Al 30 settembre 2022 l’agricoltura in provincia conta 6.439 imprese attive (pari al 18,7% del totale provinciale) e subisce una riduzione, in termini di variazione percentuale, del -1,7% rispetto al terzo trimestre del 2021 (- 3,8% sullo stesso periodo del 2022). Le imprese femminili agricole sono 976 (29 aziende in meno rispetto ad un anno fa).
Fra le più importanti tipicità frutticole registrano una contrazione degli ettari coltivati (in scia quelli in produzione): pesco -7,5%, pero -5,5%, nettarina -3%, albicocco -1%. Pesco e nettarina insieme segnano sul 2018 un -35% di superfici coltivate. Buone le produzioni rispetto agli anni precedenti, in particolare sul 2021 e sul 2020 di scarsissima portata, anche se sempre sotto il loro potenziale produttivo medio. Aumento degli ettari coltivati e in produzione per ciliegio, melo, actinidia, olivo, (sia sul 2021, sia sul 2018). Per le superfici coltivate l’actinidia, comunemente conosciuta come kiwi, riporta un +4,8% sul 2021, trainata dalla maggiore estensione della varietà “gialla”, il ciliegio +4%, il melo +3% sul 2021. L’olivo incrementa l’estensione sul 2021 di circa il +2%.
La produzione del ciliegio è in aumento del +4% sul 2021. Il melo registra per produzione +21% sul 2021. Per l’actinidia si prevede una produzione in aumento nel ravennate di circa il +32%. Produzione in aumento anche per le olive ravennati: quasi +108% sul 2021 con rese medie pressoché raddoppiate. Tendenzialmente stabili le superfici del susino. Produzione in aumento rispetto al 2021 (circa +166%) quasi in linea col 2018, però sotto il potenziale. Mercato deludente anche per le Angeleno che in genere seguono andamenti migliori. Nel vitivinicolo, ettari coltivati e in produzione in incremento di circa il +2% sul 2021 e anche i quintali di uva raccolti e gli ettolitri di vino (circa +10%) rispetto al 2021, in calo però entrambe le voci di circa il -20% nel confronto con i dati del 2018.
Per il cerealicolo nel ravennate le superfici complessivamente segnano un +6% sul 2021, trainate dall’incremento di quelle a grano duro (+28%) e orzo (+11%), mentre calano quelle del grano tenero (-7,7%), del mais (-6%) e del sorgo (-10,5%).
Campagna altalenante per le produzioni, con rese medie complessivamente in calo rispetto al 2021: di circa il -10% per grano duro (+7% di produzione per l’aumento di superfici) e tenero (-27% di produzione), di circa il -25% per il mais (-50% di produzione). I prezzi sono stati superiori al 24% circa rispetto al 2021. Grano, sorgo e orzo, insieme ai semi oleosi colza e girasole, si confermano tra le coltivazioni maggiormente resistenti ai rincari dell’energia e dei costi di produzione.
Nelle coltivazioni industriali, l’erba medica registra un calo di superfici del -6% rispetto al 2021, con una resa medio-scarsa e prezzi all’origine fra i più alti degli ultimi dieci anni. L’Emilia Romagna è la regione più vocata d’Italia per la produzione di seme di erba medica e la provincia di Ravenna (5.246 ettari sugli 8.358 dell’area “Romagna) rappresenta un’eccellenza per la moltiplicazione del seme di erba medica. La superficie della barbabietola da zucchero nel ravennate cresce di circa il +12,6% sul 2021. Non ha subito particolari riduzioni di produttività.
La siccità pesa anche sulle coltivazione orticole condizionate nella produzione in particolare nel secondo raccolto, in molti casi non impiantato, come ad esempio il fagiolino. Problematiche di allegagione su quelle colture che hanno fiorito in pieno periodo torrido. Superfici in calo ad esempio per cipolle (-6% e resa media -18%), fagiolino (-60% e resa media stabile intorno ai 75q/ha), patate (-3% e resa media -18%) e pisello fresco (-32% e resa media -28%). La qualità è stata buona, incrinata nei mesi centrali estivi. Nelle superfici del pomodoro da industria si registra un +1%, sul 2021 e un calo delle rese medie intorno al -4%. La campagna è stata buona dal punto di vista delle qualità organolettiche, anche se con calibri ridotti. Fra le orticole prezzi e consumi molto variabili con risultati abbastanza positivi, ma non ai livelli della pre-pandemia.
Un altro comparto colpito dalle congiunture in corso è la zootecnia. Nel ravennate diminuiscono gli allevamenti e il numero di capi bovini (pur aumentando lievemente i capi da latte); negli avicoli il complessivo resta invariato con le galline ovaiole in calo e le anatre in aumento. Nel suinicolo contrazione di allevamenti e capi. Anche l’apicoltura vede i raccolti primaverili e soprattutto estivi condizionati dalla siccità e anche questa stagione per molte aziende registra un bilancio complessivamente negativo.
Inaugurata a Faenza la mostra dell’artista che infonde nelle sue opere l’intensita naturale, simbolica e spirituale dell’universo arboreo
L’artista Giorgia Severi nella foresta di Camaldoli
Si è inaugurata a Faenza, negli spazi espositivi della chiesa di Santa Maria dell’Angelo la mostra “Sacred Forest”, personale delle opere dell’artista Giorgia Severi. La rassegna, promossa dal Mueseo Diocesano e curata da Giovanni Gardini, resterà aperta fino all’8 gennaio 2023 il giovedì e venerdì dalle 16 alle 18.30 e il sabato e domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 18.30.
«La foresta di Camaldoli suscita emozioni profonde. Basta addentrarsi al suo interno per avvertirne immediatamente il fascino e il silenzio altissimo – scrive il curatore Giovanni Gardini nel testo critico della mostra –. La sua storia si intreccia indissolubilmente con quella dei monaci camaldolesi, in un rapporto di reciproca e amorevole custodia, ed ancora oggi Eremo, Monastero e foresta partecipano di un unico grande respiro.
[…] Anche Giorgia Severi ha accolto l’invito della foresta, scegliendola quale luogo privilegiato per il suo lavoro artistico. Facendo della foresta di Camaldoli il suo studio, vi ha passato le ore e i giorni, è entrata in dialogo con essa, con il desiderio e la precisa volontà di restituirne l’essenza più profonda, le linee più essenziali. E, verrebbe da dire, non poteva non essere altrimenti. Da anni, infatti, la ricerca artistica della Severi – un fare arte profondamente aderente alla realtà, al tempo presente e alle sfide che esso costantemente impone – è incentrata sull’indagare il fecondo e al tempo stesso difficile rapporto uomo/natura, puntando l’attenzione sui cambiamenti climatici in corso e sulla fragilità dei paesaggi naturali e antropici. Attraverso il calco, il frottage o la fotografia, invita a non abbassare la guardia e ad agire responsabilmente nei confronti dell’ambiente. Un lavoro, il suo, che ha il sapore e la lucidità anche della denuncia rispetto alla “sfida urgente – secondo le parole di Papa Francesco – di proteggere la nostra casa comune”.
[…] Lo sguardo della Severi, dunque, ha guardato la foresta di Camaldoli e il territorio circostante attraverso questi sette alberi/virtù – il cedro, l’acacia, il mirto, l’ulivo, l’abete, l’olmo, il bosso – cercando di sintetizzarne la forma, nel tentativo di restituirne l’essenza più profonda. Da questa precisa volontà di sintesi, di sapiente semplificazione “a togliere si intensifica”, per usare le parole dell’artista – è nato un lavoro tanto profondo quanto raffinato. Spirituale.
[…] Cinque grandi tele che portano il nome del progetto stesso, “Sacred Forest 2022”, sono abbinate a due sculture in ceramica dalle forti tinte. Una luce led ne interrompe la sequenza orizzontale creando un’interferenza e rimane lì, immobile, come citazione dei raggi di luce che penetrano tra i rami e colpiscono il sottobosco […].
Il direttore generale dell’Ausl, Tiziano Carradori, ha spiegato in un’assemblea pubblica le ragioni della riduzione dei mezzi di soccorso avanzato: non più due tra Bassa Romagna e Romagna Faentina ma uno solo di base a Cotignola. Ecco i numeri degli interventi che motivano la decisione
Lasciare una sola auto medicalizzata del 118, invece di due, a copertura della Romagna Faentina e della Bassa Romagna – e quindi avere più medici a disposizione – era l’unica mossa efficace e applicabile in tempi rapidi per risolvere una grave carenza di personale al pronto soccorso di Lugo. E le statistiche dei numeri e dei tempi di intervento delle automed dicono che basterà applicare un’organizzazione dinamica per le due vetture che restano operative in provincia (l’altra è a Ravenna) e non si abbasserà la qualità del servizio di soccorso ai cittadini. È quello di cui è convinto Tiziano Carradori, direttore generale dell’Ausl Romagna. Il manager l’ha spiegato alla numerosa platea presente a un’assemblea pubblica avvenuta il 2 dicembre a Lugo.
Un operatore della centrale 118 a Ravenna
L’incontro al salone Estense della Rocca era già in programma da settimane perché era la puntata dedicata alla sanità nell’ambito di una serie di serate che compongono un percorso di partecipazione pubblica avviato dal Comune per esporre alla cittadinanza i progetti di rigenerazione urbana locale. L’entrata in vigore appena il giorno prima della nuova organizzazione delle cosiddette mike – nome in codice con cui si indica l’automed – ha fatto sì che quello fosse il tema più atteso e di grande richiamo. I relatori l’hanno tenuto per ultimo, al termine di quasi tre ore di proiezioni di slide – alcune incomprensibili per stessa ammissione di chi le proiettava – con numeri e termini tecnici a tratti forse più idonei a un convegno specialistico piuttosto che a una serata informativa.
La novità in vigore dall’1 dicembre è questa, in sintesi: non più una mike a Lugo e una a Faenza, ma solo una a Cotignola che avrà l’appoggio della mike di Ravenna. Il nuovo assetto, una volta arrivato sui media – non tramite una comunicazione delle autorità, politiche o tecniche, che l’avevano deciso, ma da una nota allarmistica del sindacato Snami – ha suscitato reazioni politiche e dibattito.
Il dg Carradori ha avviato il suo intervento ribadendo per l’ennesima volta un problema già espresso più volte: non si trovano medici da assumere. Una criticità che non riguarda solo Lugo o solo la Romagna, ma l’Italia intera. «Si stima che da oggi al 2027 mancheranno 27mila medici». Il problema generale, se calato nel territorio, sviluppa uno scenario in cui il pronto soccorso e la medicina d’urgenza di Lugo hanno una percentuale di scopertura di posti medici del 45 percento. In termini assoluti significa che ci sono 11 professionisti operativi invece dei 16 che sarebbero previsti. A Ravenna sono 22 e ne mancano 13.
Il dirigente ha poi mostrato che un medico in pronto soccorso tratta in media 26 pazienti ogni 12 ore di turno. La mike di Lugo nel 2022 ha svolto 3,5 interventi in media ogni 24 ore e quella di Faenza 3,2, numeri in linea sia con il 2021 che con il 2020. «Se così stanno le cose – ha detto Carradori – allora io riorganizzo il sistema per dare un servizio di qualità ai cittadini dove c’è più criticità e al momento c’è al pronto soccorso. I nostri tempi di intervento del 118 sono e saranno migliori di quelli di altri».
La domanda è inevitabile: come può essere vero se si passa da due a un’auto? Lo spiega Maurizio Menarini, direttore del 118. «Partiamo da una premessa: la differenza per la qualità del soccorso la fa il tempo di arrivo del primo mezzo e in Romagna, a differenza di quello che accade altrove, le ambulanze hanno tutte un infermiere a bordo e quindi una figura specializzata. In Romagna nel 75 percento delle richieste di intervento per codici rossi, il primo mezzo arriva entro 15 minuti dalla chiamata e le disposizioni regionali consentirebbero fino a 18 minuti». Altro dato significativo: «Le tre automed si sono trovate in servizi in contemporanea solo nello 0,6 percento del loro tempo». Infine un’ultima considerazione: «Ogni 100 interventi della mike, solo 55 sono effettuati con partenza in contemporanea all’ambulanza. Gli altri sono supporti richiesti successivamente».
Maurizio Menarini, responsabile della centrale operativa 118 Romagna Soccorso a Ravenna
E allora così Menarini spiega la nuova riorganizzazione che, assicura, non ridurrà la disponibilità dei medici per il 118: «Non terremo più le automed statiche in tre postazioni ma saranno gestite in modo dinamico, come già si fa in altri contesti. Vuol dire che se la mike da Cotignola viene assegnata a un codice rosso verso il Faentino, la mike di Ravenna si sposterà verso il Lughese per ridurre la distanza da coprire se dovesse insorgere una nuova richiesta. E non dimentichiamo che c’è l’elicottero a dare supporto. E quando non si può volare per il buio o il meteo, l’equipaggio viene messo su strada». E siccome il servizio è romagnolo, il supporto può arrivare da oltre i confini provinciali: «La mike di Cesenatico e quella di Forlì possono intervenire se necessario».
A promuovere il marchio il lavoro della Cab, coop agricola con oltre 300 soci conferitori. Ne parla il presidente Sergio Spada: «Così preserviamo il territorio. Fondamentale l’investimento del nuovo frantoio»
Ulivi sui colli di Brisighella
La Dop di Brisighella ha compiuto nei mesi scorsi 26 anni. Un riconoscimento importante (fu tra le prime cinque Denominazioni d’Origine Protetta assegnate in Italia, la prima per un olio) a coronamento di una storia millenaria, quella dell’olivo nell’area di Brisighella, portata a compimento in particolare da una cooperativa, l’Agricola Brisighellese (Cab), nata nel 1962 dall’idea di alcuni agricoltori allo scopo di valorizzare e promuovere le produzioni vitivinicole ed olearie del territorio.
Il frantoio sociale apre invece nel 1972 e qualche anno dopo – su impulso del ristoratore e sommelier Nerio Raccagni – nasce l’idea di imbottigliare l’olio e, soprattutto, di certificarlo. Ecco quindi il “Brisighello”, marchio che rappresentava un’autocertificazione metodica che seguiva un disciplinare preciso, sorta di Doc ante litteram, che anticipò di vent’anni la certificazione ottenuta negli anni novanta in sede europea. Nel marzo del ‘97, l’Olio Extra Vergine Brisighella è stato il primo a uscire sul mercato con il marchio Dop.
Oggi la Cab produce circa il 95 percento dell’olio Dop “Brisighella”, forte del conferimento di oltre 300 soci che portano la cooperativa a produrre circa 700 quintali di olio all’anno (di cui circa 300 Dop, rispettando quindi il rigoroso disciplinare che indica tra le altre cose modalità e tempi di raccolta, oltre che la circoscrizione geografica, che corrisponde in tutto o in parte ai territori comunali di Brisighella, Faenza, Riolo Terme, Casola Valsenio e Modigliana).
Sergio Spada, presidente della Cab “Terra di Brisighella”
«Abbiamo sempre puntato all’eccellenza – commenta il presidente di Cab “Terra di Brisighella”, Sergio Spada – allo scopo di valorizzare i prodotti del nostro territorio. Ma la nostra priorità è riuscire a remunerare il più possibile i soci, che è poi solo un altro modo di preservare il territorio. Se la cooperativa non riuscisse più a garantire certe remunerazioni, per esempio, verrebbero abbandonati gli uliveti secolari, che già ora, essendo molto costosi, vengono curati solo da pensionati o da aziende agricole che si occupano soprattutto di altro. Negli ultimi 10-15 anni sono nati nuovi terreni coltivabili, nuovi impianti con irrigazione e possibilità di utilizzare i macchinari, per migliorare la produttività».
Produttività che negli anni è aumentata fino a raggiungere anche il conferimento di 12mila quintali di olive, di cui si utilizza in media il 12-14 percento per l’olio (una parte viene poi lasciata ai soci per l’autoconsumo). Fino a pochi anni fa non erano mai stati superati i 10mila quintali. Oggi, con il nuovo frantoio inaugurato nel 2018, sarebbe possibile lavorarne anche il doppio. «Siamo pronti, ci aspettiamo un nuovo aumento produttivo – continua Spada –. L’investimento che abbiamo fatto sul nuovo frantoio si è rivelato fondamentale anche per contrastare gli imprevisti dei cambiamenti climatici, con le olive che maturano sempre prima ed è quindi ncessario “raffreddarle” in maniera artificiale. Senza questo nuovo impianto, non saremmo riusciti a mantere lo stesso livello qualitativo».
L’olio viene poi commercializzato attraverso punti vendita diretti e soprattutto la grande distribuzione, restando per la maggior parte in Emilia-Romagna, con una percentuale solo residuale di esportazioni all’estero.
L’anno scorso il fatturato ha raggiunto quota 1,5 milioni di euro (di cui 1,1 derivante dall’olio, il resto tra vino e prodotti confezionati), in forte crescita, a fronte di difficoltà comuni a tutto il comparto come quelle del reperimento dei materiali e del caro energia, affrontato forti dell’impianto fotovoltaico costruito ormai quasi dieci anni fa e sulla “circolarità” della propria economia, con la sansa di olive, sottoprodotto del processo di estrazione, che viene utilizzata nei biodigestori.
« E stiamo riciclando e vendendo anche i nocciolini – sottolinea Spada – che una volta trattati possono essere utilizzati come alternativa al pellet, per caldaie predisposte».
Parte lunedì 5 dicembre la rassegna di racconti scenici su fatti e personaggi della città. E il Mar ospita un’appendice di eventi sul “mostro di Ravenna”. Il programma delle “storie” fino al 18 aprile
Dopo il rinvio di una settimana per un evento imprevisto, lunedì 5 dicembre, alle ore 18, al teatro Rasi, si tiene il primo appuntamento con la rassegna 2022-23 di narrazioni sceniche “Storie di Ravenna”, a cura di Ravenna Teatro.
Il tema è quello de “il mostro di Ravenna”, apparizione di una singolare creatura polimorfa citata e raffigurata nelle cronache italiane ed europee agli inizi del XVI secolo. Al racconto spettacolare di questa storia partecipano Eraldo Baldini, Elisa Emaldi, Giovanni Gardini, Laura Orlandini, Daniele Torcellini, con le letture di Laura Redaelli e le musiche dal vivo Giacomo Piermatti .
Il mostro di Ravenna disegnato da Leonardo Da Vinci
La traccia della narrazione è quella di una nascita anaomala avvenuta a Ravenna nel 1512 che suscitò terrore e sgomento in città: appena nato, il bambino presentava un corno sulla fronte, una gamba con squame di serpente, ali da pipistrello, affilati artigli. Una presenza, la sua, che destò un inquieto stupore e fu letta come presagio di eventi terribili. Quanto era stato predetto trovò compimento poco tempo dopo nella Battaglia di Ravenna, che portò morte e distruzione.
Quel mostro riabilitato al Mar dal poeta Nevio Spadoni
Intorno questo tema – in collaborazione e nella sede del Mar, il 4, 11 e 18 dicembre, alle 15 e alle 16.30 – le suggestioni di questa apparizione mostruosa sono al centro di un altro evento, con regia e cura dello spazio di Alessandro Argnani e Alessandro Panzavolta e testo del poeta Nevio Spadoni. Intervengono l’attrice Laura Redaelli e tre allievi dell’Istituto Superiore di Studi Musicali Giuseppe Verdi di Ravenna: Mirko Cerati, Silvia Torri (clarinetto basso) e Amerigo Spano (violoncello) che si alterneranno nel corso degli appuntamenti. Le musiche sono del maestro Christian Ravaglioli.
Il testo di Spadoni ripercorre la leggenda del mostro di Ravenna, personaggio che aderisce alle corde del poeta ravegnano. Spadoni – che da sempre predilige i reietti, i rifiutati dalla società e i perseguitati dal potere dei benpensanti – riabilita questa figura, capro espiatorio come tanti altri nella storia, dandogli “diritto di cittadinanza”, come persona, nonostante i suoi limiti.
Il gruppo di Ravenna Teatro che ha allestito al Mar lo spettacolo sul mostro di Ravenna
«Il testo – commenta Spadoni – prende spunto dalla leggenda su cui ho lavorato di fantasia: il personaggio si ribella e restituisce la moneta alla gente che lo ha dileggiato… Utilizzare gli spazi del Mar ci è sembrata una scelta particolarmente pertinente, visto anche il disegno di Leonardo esposto all’interno della mostra ”Prodigy Kid’. Si è sempre sentito parlare di questo mostro e finalmente lo abbiamo tirato fuori».
Il programma delle “Storie di Ravenna”, racconti a più voci, letture e immagini sulle secolari vicende della cittò
La serie di spettacoli “Storie di Ravenna” – cinque appuntamenti dal 5 dicembre al 18 aprile – nasce dalla volontà di raccontare le vicende della città attraverso la voce di studiosi ed esperti, utilizzando però i tempi e i linguaggi del teatro: un vero e proprio racconto a più voci, corredato da immagini e letture. Ecco il programma completo, ideato a curato da Alessandro Argnani, Luigi Dadina, Federica Ferruzzi, Giovanni Gardini, Alessandro Luparini, Roberto Magnani, Laura Orlandini, Alessandro Renda.
30 gennaio: Gli Accoltellatori, con Claudia Bassi Angelini, Giovanni Gardini, Alessandro Luparini, Laura Orlandini, Sonia Muzzarelli; letture di Luigi Dadina, musiche dal vivo di Mondoriviera 27 febbraio: Verso l’ignoto. Storie di esploratori, con Giovanni Gardini, Franco Gabici, Benedetto Gugliotta, Alessandro Luparini; letture di Laura Redaelli, musiche dal vivo di Marco Zanotti 20 marzo: Deserto Rosso, il petrolchimico e la questione ambientale, con Cesare Albertano, Luigi Dadina, Alessandra Dragoni, Giovanni Gardini, Alessandro Luparini, Laura Orlandini ; letture di Luigi Dadina, musiche dal vivo di Francesca Amati
18 aprile: L’uomo che arrestò Mussolini. La storia di Giovanni Frignani, con Paolo Cavassini, Giovanni Gardini, Alessandro Luparini, Laura Orlandini ; letture di Laura Redaelli, musiche dal vivo di Enrico Farnedi .
Per informazioni e prenotazioni 0544 36239 – 3337605760 – info@ravennateatro.com
L’intervento riguarderà soprattutto i miglioramenti antisismici e energetici
Il Comune di Conselice ha ottenuto un finanziamento di 840mila euro dal Pnrr per la ristrutturazione dell’asilo nido Mazzanti. Il progetto prevede una generale riqualificazione e riconfigurazione degli spazi interni ed esterni dell’asilo.
Saranno rifatti i servizi igienico-sanitari e saranno aumentate le aperture sul cortile, per promuovere il rapporto del bambino con lo scorrere delle stagioni, grazie a una migliore osservazione dell’ambiente esterno. Oggetto di rifacimento anche il miglioramento sismico (pavimentazioni, tinteggiature, controsoffitti), gli impianti elettrico e termoidraulico e tutte le finiture della struttura. La riqualificazione energetica avverrà attraverso la sostituzione degli attuali serramenti e con la realizzazione del cappotto termico. Le coperture saranno dotate di un tetto metallico a bassa pendenza per migliorare l’impermeabilizzazione e garantirne una migliore manutenibilità nel tempo.
Nel perimetro esterno del fabbricato è previsto un intervento di razionalizzazione dei percorsi esterni che consisterà nel realizzare una fascia pedonale di bordo, in materiale composito con fibre naturali e cementizie e facilmente riciclabile, in grado di consentire il regolare esodo dagli spazi interni, comprese le uscite di sicurezza. La fascia di bordo consentirà l’accesso di tutte le aree abbattendo le barriere architettoniche oggi esistenti.