venerdì
22 Agosto 2025

Dai fascicoli di indagine alle foto delle scene del crimine: 500 anni di giustizia

Il 9 ottobre inaugura un’esposizione all’archivio di Stato di Ravenna dedicata a documenti giudiziari e atti: dai processi contro il Passatore alle sentenze contro i collaborazionisti

274044241 259869639649427 4838375888651300495 NUn percorso espositivo tra sentenze, fascicoli giudiziari, fotografie di scene del crimine e prove che ripercorre 500 anni di storia della giustizia nel territorio di Ravenna. L’Archivio di Stato di Ravenna propone una mostra a ingresso gratuito dedicata ai documenti giudiziari e all’amministrazione della giustizia in Romagna tra il XVI e il XX secolo. Il titolo dell’esposizione è “L’istruttoria è chiusa: dimentichi”. L’appuntamento è per il 9 ottobre nei locali di piazzetta dell’Esarcato (inaugurazione alle 9.30, visita guidata alle 10.30). La mostra è il frutto dell’accurato lavoro di riordino e inventariazione dei fondi dell’Archivio di Stato di Ravenna svolto tra il 2019 e il 2021.

Dai libri d’atti civili del Governatore di Ravenna di inizio Cinquecento alle Sentenze della Corte di Assise Straordinaria contro i collaborazionisti, dai processi contro la banda del Passatore alle xilografie che coprivano i registri di età moderna, dalle condanne per reati politici contro i repubblicani all’amnistia del 1948: gli archivi giudiziari offrono uno spaccato vivido e inedito della società nel territorio ravennate, dei suoi conflitti e delle sue trasformazioni nel corso dei secoli.

30171467 228186614428739 1384111487978227769 OL’Archivio di Stato di Ravenna conserva, tutela e valorizza circa dieci chilometri di materiale documentario, un patrimonio che dal X secolo arriva sino ai giorni nostri. Il materiale è raccolto in più di 120 fondi amministrativi, giudiziari e notarili prodotti da enti, famiglie e privati e comprende circa 70mila unità archivistiche cartacee e settemila pergamene provenienti da antichi monasteri e conventi soppressi in epoca napoleonica.

L’evento ravennate si svolge nell’ambito dell’edizione 2022 della “Domenica di Carta“, iniziativa promossa dal ministero della Cultura per valorizzare l’immenso e prezioso patrimonio archivistico e librario custodito nelle biblioteche e negli archivi dello Stato.

La mostra sarà poi visitabile sempre gratuitamente anche nei giorni successivi, negli orari di apertura dell’archivio previa prenotazione (lun, mer, ven 8.30-13.30; mar e gio 8.30-13.30; 14.30-17).

Dal Pnrr 2,5 milioni per la transizione digitale delle pubbliche amministrazioni

Nuovi siti web, servizi online più semplici e moderni e aggiornamento delle soluzioni cloud

smart working computerAi nove Comuni della Bassa Romagna sono stati assegnati dal Pnrr 2,5 milioni di euro per spingere la transizione digitale della pubblica amministrazione verso standard di qualità e sicurezza più elevati. Lo rende noto un comunicato dell’Unione dei Comuni.

La realizzazione di nuovi siti web, moderni e rispondenti ai requisiti delle Linee guida di design di Agid, era già stata avviata prima dell’uscita dell’avviso Pnrr dedicato all’esperienza del cittadino nei servizi pubblici, permettendo così ai Comuni e all’Unione della Bassa Romagna di partecipare alla prima chiamata e ottenere l’assegnazione di 1,4 milioni di euro subito allo scopo di ammodernare l’intero sistema di servizi web e online, garantendo un accesso più semplice e veloce per i cittadini ai servizi digitali del proprio comune.

Ulteriori 1,1 milioni di euro sono invece stati assegnati ai Comuni con la misura relativa all’evoluzione delle soluzioni «in cloud» per la pubblica amministrazione (in linea con la strategia nazionale), aggiornando le soluzioni informatiche in uso presso le amministrazioni, con il doppio risultato di migliorarne la sicurezza e di modernizzarle tecnologicamente e funzionalmente.

Le misure del Pnrr sono finalizzate a migliorare la capacità amministrativa a livello centrale e locale rafforzando i processi di selezione, formazione e promozione dei dipendenti pubblici; incentivando la semplificazione e la digitalizzazione delle procedure amministrative. Si basano su una forte espansione dei servizi digitali, negli ambiti dell’identità, dell’autenticazione, della sanità e della giustizia. L’obiettivo è una marcata sburocratizzazione per ridurre i costi e i tempi che attualmente gravano su imprese e cittadini. Complessivamente, se tutti e sei gli avvisi su cui l’Unione ha candidato i progetti relativi a servizi e cittadinanza digitale saranno finanziati, alle amministrazioni della Bassa Romagna verranno assegnati oltre 3 milioni di euro.

«A fronte del raggiungimento degli obiettivi previsti dagli avvisi ministeriali – dichiara la presidente dell’Unione Eleonora Proni (sindaca di Bagnacavallo) -, vengono assegnati agli enti fondi che permetteranno un vero salto di qualità per l’infrastrutturazione informatica della Pa, che spesso fatica a fare un vero e proprio passaggio a un livello superiore. Anche in Bassa Romagna, nonostante il punto di partenza sia già avanzato, serve un cambio di passo; con questi soldi infatti potremo da un lato ottimizzare i nostri sistemi e mettere in sicurezza i nostri dati e dall’altro sviluppare sistemi e acquisire soluzioni tecnologiche che saranno a loro volta la base per nuovi servizi digitali in ottica di una sempre maggiore semplificazione per cittadini, professionisti e imprese».

«La possibilità di accedere rapidamente a questi fondi è dettata anche dal contesto particolarmente favorevole dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna -spiega il sindaco referente per l’Agenda digitale Nicola Pasi -, che gestisce ormai da anni in forma associata i servizi informatici e legati all’innovazione tecnologica;è già operativo un team di lavoro e progetto trasversale denominato Bassa Romagna Smart, che accompagna dal 2020 la rivoluzione digitale derivata in modo particolare dalla pandemia, con l’obiettivo di costruire servizi digitali più semplici e processi più efficienti».

Fdi primo partito in 4 comuni su 18 dove si rinnoverà il sindaco entro due anni

La coalizione di centrodestra ha vinto in 13 municipi. La città delle ceramiche si conferma culla renziana: unica dove il terzo polo è sopra al 10 percento

Marta Farolfi
Marta Farolfi

Analizzando il voto delle Politiche 2022 nei singoli comuni della provincia di Ravenna (qui l’analisi nel capoluogo), poche sono le sorprese rispetto al dato medio provinciale eccetto il fatto che Fratelli d’Italia si afferma come primo partito per la prima volta in quattro comuni su diciotto.

Tra questi c’è ovviamente Brisighella, unico municipio dove il centrodestra governa e dove la neosenatrice Marta Farolfi è vicesindaca. Ma il sorpasso c’è stato anche a Castel Bolognese dove Fratelli d’Italia alla Camera ha preso tre voti in più del Pd (mentre al Senato c’è un pareggio), a Sant’Agata sul Santerno e a Cervia, uno dei quattro principali comuni della provincia con circa 30mila abitanti. Qui Fdi arriva al 28,4 percento mentre il Pd si ferma al 26,2. Non una grande sorpresa per la verità, il centrodestra nel comune costiero è da tempo la prima forza alle politiche e lo scarto tra le due coalizioni supera addirittura i 10 punti percentuali, una differenza che nemmeno i voti del terzo polo, sotto l’8 percento potrebbero colmare. Il vero dato sorprendente, a Cervia, è come non abbiano ancora conquistato il Municipio.

308680992 644514037042143 123881522148222384 NDati molto interessanti se si pensa che tutti e quattro questi comuni appena citati andranno al voto tra meno di due anni per rinnovare le amministrazioni municipali. E nella maggioranza di questi, anche se il Pd è in testa come a Lugo (al 30,3 percento contro il 24,5 di Fdi), la coalizione di centrodestra è risultata comunque vincente, seppur di poco. Lo stesso è accaduto anche a Russi, Casola Valsenio, Solarolo, Riolo Terme, Bagnara e perfino Cotignola (per tre voti). Il centrosinistra, come coalizione, vince infatti solo a Ravenna, Faenza, Conselice, Alfonsine e Bagnacavallo.

In un andamento per il resto piuttosto omogeneo tra i vari comuni, spicca infine un altro risultato sopra il 10 percento (oltre a quello dei grillini nel comune capoluogo) e cioè il terzo polo a Faenza. Si tratta per la verità di un dato non troppo sorprendente se si considera che è sempre stata una terra “renziana” e dove alle ultime amministrative si sono visti ex alleati Pd candidarsi con il centrodestra.

Energia, il bollino Calore Pulito per le caldaie ridotto del 75 percento

I costi di gestione del catasto regionale degli impianti termici (Criter) e delle attività di accertamento e ispezione degli impianti stessi sono coperti dagli introiti del Bollino

Pexels Suludan Diliyaer 668374Il costo unitario del Bollino Calore Pulito per gli impianti termici dell’Emilia-Romagna viene ridotto del 75 percento. L’ha stabilito la giunta regionale, approvando la temporanea riparametrazione, che scatta da oggi, 1 ottobre, per rimanere in vigore fino al 31 dicembre 2026, dell’entità del contributo a carico dei proprietari degli impianti.

L’attuale costo del Bollino, pari a 7 euro per gli impianti a fiamma (escluso biomassa legnosa) con potenza inferiore a 35 kilowatt, passa a 1,75 euro. Per quelli con potenza tra i 35 e i 100 kilowatt, si passa dagli attuali 28 euro a 7 euro; ancora, per gli impianti con potenza tra i 101 e i 300 kilowatt, si scende da 56 euro a 14 euro, mentre per quelli superiori ai 300 kilowatt non si pagherà più 98 euro bensì 24,50 euro.

La scelta, questa, dettata dalla situazione verificatasi negli ultimi due anni. La pandemia da Covid-19, da un lato ha imposto la sospensione delle attività di accertamento e ispezione degli impianti; dall’altro l’introduzione della misura del Superbonus ha inciso sulla disponibilità dei soggetti incaricati dello svolgimento dei controlli, impegnati in attività connesse alla misura fiscale. «Di conseguenza – spiega l’assessore regionale allo Sviluppo economico e alla Green economy, Vincenzo Colla – parte delle attività di accertamento e ispezione originariamente previste e programmate non si sono potute svolgere e le risorse derivanti dal pagamento del Bollino Calore Pulito non sono state totalmente impiegate. Con queste risorse la Regione ha quindi deciso di abbassare per alcuni anni l’importo del Bollino».

La normativa nazionale prevede che le Regioni realizzino, con cadenza periodica, accertamenti e ispezioni per garantire il rispetto delle norme relative al contenimento dei consumi di energia, nell’esercizio e nella manutenzione degli impianti termici. A questo scopo, le Regioni stesse devono avviare programmi di verifica annuale della conformità dei rapporti di ispezione e degli attestati emessi, oltre a istituire un sistema di riconoscimento degli organismi e dei soggetti cui affidare le attività di ispezione. Per assicurare la copertura dei costi necessari all’adeguamento e alla gestione del catasto degli impianti termici, le Regioni possono prevedere la corresponsione di un contributo da parte dei responsabili degli impianti, da articolare in base alla potenza degli stessi, secondo modalità uniformi su tutto il territorio regionale.

In applicazione di questa normativa, l’Emilia-Romagna ha istituito un apposito “Organismo regionale di accreditamento e di ispezione”, le cui funzioni sono affidate alla società in house Art-ER, che si occupa anche dell’implementazione, gestione e aggiornamento del catasto regionale degli impianti termici (CRITER), avviato nel giugno 2017. I costi di gestione del catasto e delle attività di accertamento e ispezione sono coperti dagli introiti del Bollino Calore Pulito, versato in occasione dei controlli obbligatori di efficienza energetica dai proprietari degli impianti.

Speleologi: «Le leggi non consentono di ampliare le estrazioni a Monte Tondo»

La Federazione regionale ricorda gli accordi definiti vent’anni fa e propone di concedere un anno di proroga alle attività della Saint Gobain senza ampliamenti di aree per completare nel frattempo l’aggiornamento del piano attività estrattive

Cava Casola Valsenio«Com’è possibile, nell’ambito della revisione del piano infraregionale delle attività estrattive (Piae), autorizzare l’estrazione di ulteriori 2,4 milioni di metri cubi dalla cava di Monte Tondo nel rispetto di ogni vincolo esistente? Non è possibile alcun ampliamento rispettando le norme di protezione dell’ambiente». La Federazione speleologica regionale dell’Emilia-Romagna torna sulla questione dell’ampliamento delle estrazioni di gesso a Casola Valsenio.

In una nota firmata da Massimo Ercolani, la Federazione ricorda che lo studio Arpa del 2001 e il successivo Piae concedono una cubatura estraibile di 4-4,5 milioni di metri cubi, entro un’area ben definita: «A suo tempo tutte le parti in causa concordarono che concedere una ulteriore cubatura in un’area più vasta era incompatibile con l’ambiente. Oggi, accettare la richiesta della multinazionale Saint Gobain smentisce clamorosamente quanto pattuito». Gli speleologi accusano le amministrazioni locali di non aver fatto nulla in 20 anni per avviare una riconversione produttiva tale da consentire la cessazione dell’attività estrattiva salvaguardando nel contempo l’occupazione.

Fino al 19 ottobre è consentita l’attività estrattiva per l’autorizzazione convenzionata. Allora cosa fare? «La sola cosa seria da fare è concedere la proroga di un anno all’estrazione, come previsto dalle norme vigenti, quindi procedere all’approvazione del Piae in tempi brevi. La procedura di revisione è iniziata ben quattro anni fa è tempo di concludere. Per quanto riguarda la richiesta di un provvedimento autorizzativo unico regionale di Saint Gobain per la proroga dell’attività sino al 2028 nell’attuale area stabilita dal Piae vigente, ribadiamo che questa autorizzazione non può esser concessa».

Pd tradito dal forese. Fdi: 19mila voti, un anno fa 5mila alle Comunali

L’analisi dei flussi elettorali nel confronto tra le ultime Politiche, le Amministrative di un anno fa e le Politiche 2018. Emerge che, forse per una dispersione tra tante liste civiche, il centrodestra è di fatto sottorappresentato in Comune rispetto alla fotografia di questa tornata elettorale

11Ultimo in ordine di tempo ad aver votato per le Amministrative (ottobre 2021), il comune di Ravenna è l’unico in provincia in cui è possibile – per quanto non proprio ortodosso visti i due sistemi elettorali diversi, il diverso peso dei candidati e soprattutto le differenze di simboli – mettere a confronto i dati elettorali delle Politiche del 25 settembre con un’altra tornata elettorale relativamente recente e già post pandemia. Così come è doveroso fare il confronto con le ultime Politiche 2018, per vedere in quattro anni cosa e quanto si è mosso.

Nel comune capoluogo vediamo addirittura il Pd guadagnare qualcosa, forse proprio quei voti di Art. 1 che alle Amministrative erano confluiti in Ravenna Coraggiosa, ma soprattutto si vede letteralmente esplodere Fratelli d’Italia che da 5.589 voti, già sufficienti per essere i primi della coalizione e il secondo partito in generale, passa a quasi 19mila.

Stabile la Lega, in netta crescita Forza Italia (che dodici mesi fa correva da sola). Il Movimento 5 stelle supera il 10 percento correndo da solo, mentre in coalizione con il Pd a ottobre scorso non era arrivato al 4 percento. Un recupero notevole ma che resta lontanissimo dal sorpasso storico del 2018 quando nel comune di Ravenna risultarono in assoluto i più votati.

4Calenda sfiora i settemila voti, ma qui poteva contare sul sostegno del Pri che da solo alle Amministrative ne aveva presi 3.250 e quelli della lista civica di ispirazione renziana (Ravenna in campo) che ne aveva raccolti 1.226.

Dati interessanti a livello locale che fanno intravedere come, forse per una dispersione tra tante liste civiche, il centrodestra sia di fatto sottorappresentato in Comune rispetto alla fotografia emersa in questa tornata elettorale.

In linea generale, poi, se si va ad analizzare il voto delle diverse circoscrizioni si vede come, anche in questo, secondo un trend riscontrato un po’ ovunque in Italia, il voto al centrosinistra si concentri soprattutto nel territorio urbano (in tutte e tre le circoscrizioni del capoluogo il centrosinistra vince sul centrodestra) mentre le periferie, il nostro cosiddetto forese, si stanno spostando progressivamente a destra. Un fatto questo in controtendenza rispetto al passato quando il radicamento sul territorio degli eredi del Pci, i circoli di partito e le attività ad esso connessi, avevano sempre garantito invece una base solida su cui contare al centrosinistra.

13In particolare, emblematico appare il dato di Sant’Alberto, dove la candidata di Fratelli d’Italia ha preso ben 130 voti in più di quella del Pd o a Castiglione dove il vantaggio per il centrodestra è stato di 350 voti. Più risicato lo scarto a Piangipane (17 voti) ma comunque a favore della candidata di Meloni. Prevedibile, in base al dato storico, il risultato nella circoscrizione del Mare anche se forse non nelle proporzioni: con 871 voti di scarto, il vantaggio del centrodestra supera il 10 percento, e poco sotto è lo scarto a Roncalceci in termini percentuali. Unici due territori del forese a non aver “tradito” il Pd sono San Pietro in Vincoli e Mezzano.

Davvero molto su cui riflettere per i vertici del Partito democratico locale che fino a questo punto avevano inanellato (quasi) solo vittorie.

Alle ex cantine Valli vestiti e mobili per le persone in difficoltà

Il progetto dell’associazione Melograno sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio e Banca del Monte

Raffaele Clò Al Centro Con I Volontari Del MelogranoUn progetto promosso dall’associazione “Il Melograno” di Lugo per la sistemazione di un locale nel quale esporre capi di vestiario e mobili per il fabbisogno abitativo delle persone in difficoltà, ha riscosso l’interesse della Fondazione Cassa di Risparmio e Banca del Monte e stamani, 1 ottobre, in occasione della Giornata Europea delle Fondazioni sono stati inaugurati gli spazi nelle ex cantine Valli di via Felisio.

All’interno del magazzino gestito da “Il Melograno” anche grazie a contributi della Fondazione, i beni ritirati perché non più utilizzati dai rispettivi proprietari (mobilio, batterie da cucina, capi di vestiario invernali, ecc…), sono ceduti gratuitamente alle persone in difficoltà, con la sola richiesta di un’offerta a chi ne ha la possibilità previa verifica delle condizioni economiche.

Inoltre, grazie al contributo della Fondazione, l’Associazione ha intenzione di effettuare interventi di adeguamento dell’impianto elettrico, di sostituzione della caldaia e di riparazione delle docce dell’appartamento attiguo alla cantina, in cui sono ospitati transitoriamente persone senza dimora.

Ingresso Esterno Oggi 2L’inaugurazione odierna è avvenuta alla presenza dell’assessora alle Politiche sanitarie del comune di Lugo, Maria Pia Galletti, del vicepresidente della Fondazione Avv. Luigi Capucci, del Presidente onorario della Fondazione Raffaele Clò, del Prevosto della Collegiata di Lugo Don Leonardo Poli, del presidente de Il Melograno Tobia Bazzocchi, Maddalena Tassinari e Giovanni Sali responsabili del reparto casalinghi e riuso oltre a tanti volontari.

Inaugurata Via de Pianeti: a Faenza un sistema solare in scala 1:1 miliardo

L’idea nasce da un astrofilo del gruppo locale: la rappresentazione dei modelli dei pianeti e del Sole con codici Qr per ulteriori informazioni

Faenza ha la riproduzione del sistema solare in scala 1:1 miliardo. Si è conclusa recentemente l’ultima fase della realizzazione della “Via dei pianeti” con una installazione lungo la pista ciclopedonale di via Firenze. Alla Punta degli Orti è stata inaugurata ieri mattina, 30 settembre, l’iniziativa partita alcuni anni fa da un’idea del socio del Gruppo Astrofili Faenza, Sergio Sangiorgi.

L’opera consiste nella rappresentazione in scala ridotta (1:1 miliardo) degli oggetti del Sistema Solare. I modelli dei pianeti e del Sole si trovano esposti stabilmente nel cortile della Palestra della Scienza in via Cavour 7, mentre lungo la ciclabile di via Firenze sono state cementate “raso terra” le piastrelle corrispondenti, rispettando distanze e dimensioni nella stessa scala. Sulle piastrelle, oltre alla rappresentazione bidimensionale del pianeta in scala, vi è impresso un QR code, che consente di ottenere maggiori informazioni sull’opera e sui pianeti.

L’opera è patrocinata e sostenuta dall’amministrazione comunale che ne ha curato la progettazione e l’installazione attraverso l’ufficio dei Lavori Pubblici dell’Unione della Romagna Faentina.

Fagnani e Govoni (terzo polo): «Siamo la nuova casa dei riformisti»

I segretari provinciali di Italia Viva e Azione che hanno dato vita a una lista unitaria (con il Pri) promettono un impegno per il progetto. E Casadio (ex presidente Sapir) applaude

RobertoFagnani FilippoGovoni
Roberto Fagnani e Filippo Govoni

«Queste elezioni sono state l’occasione per accelerare la creazione di una nuova casa per i riformisti». È la dichiarazione congiunta di Filippo Govoni e Roberto Fagnani, segretari provinciali rispettivamente di Azione e Italia Viva che alla recente tornata elettorale hanno costituito il cosiddetto terzo polo.

Il risultato elettorale dice che la lista Calenda-Renzi (appoggiata anche dal Pri) si è affermata come quarto partito in provincia (così come in Italia) e terzo partito in alcune zone come Ravenna città, Lugo e il Faentino. A livello nazionale è arrivato un 7,8 percento, nel Ravennate un 8,7.

«Fin dall’inizio della campagna elettorale – proseguono Govoni e Fagnani – abbiamo messo in evidenza che la nostra lista non era solo un’unione finalizzata all’appuntamento del 25 settembre, ma era un progetto di prospettiva. Una casa per chi non si riconosce nei conservatorismi di destra e sinistra , per chi non si riconosce nei partiti della “Decrescita Felice”, e nemmeno nei “partiti del No”. Una casa che predilige lo sviluppo ai sussidi, che ha a cuore i valori liberali, europei e atlantisti».

Per i due segretari il risultato ottenuto è l’inizio di un nuovo progetto politico che unisce i tanti volontari e attivisti di Azione e Italia Viva: «Vogliamo rappresentare il sistema produttivo che genera ricchezza e benessere, in quanto l’unico modo per difendere il lavoro e dare serenità alle famiglie, alle prese con le difficoltà attuali. Vogliamo inoltre garantire equità generazionale e salvaguardare il futuro dei giovani, che il nostro impegno su questo tema lo hanno capito, costruendo con loro programmi sostenibili e di prospettiva, sia dal punto di vista economico che ambientale. Certo, non sono giorni di trionfalismo, purtroppo ha vinto di nuovo il populismo, che ha cambiato abito ma non la sostanza. Noi guardiamo avanti, partendo dall’ 8 % Nazionale e dal 9% locale con la responsabilità di formare un partito liberale, riformista e popolare che guarda al futuro».

Le parole di Fagnani e Govoni sono piaciute a Matteo Casadio, ex presidente di Sapir che dopo sei anni di lontananza dalla politica aveva annunciato il suo voto per il terzo polo: «Govoni e Fagnani si sono esposti con così tanta convinzione per il superamento dei partiti che essi stessi rappresentano e che hanno contribuito a fondare a livello locale e per la nascita del nuovo partito dei riformisti italiani. Chiedo ad entrambi che si facciano sentire per accelerare la fase costituente, convocare al più presto in tutte le province assemblee pubbliche di elettori e simpatizzanti di questo nuovo progetto politico con l’auspicio che in molti, finalmente, mettano anche la faccia e siano disponibili ad impegnarsi in prima persona e senza paura, per rilanciare insieme le proposte referendarie del 2016 e quelle serie e di buon senso del programma elettorale del Terzo Polo. Sono sicuro che il preannunciato terremoto che porterà al superamento definitivo del Pd e l’inconsistenza della classe politica della destra di fronte alla complessità dei problemi del paese, trasformerà il nuovo partito dei riformisti in un approdo sicuro e affidabile».

Inaugurato il museo di don Lolli, fondatore di Santa Teresa: «Un regalo alla città»

Il Mudal è negli spazi dell’Opera: ricostruito l’alloggio del prete morto più di sessant’anni fa

Mudal Griglia EsternaL’Opera Santa Teresa del Bambino Gesù di Ravenna ha inaugurato stamani, 1 ottobre, il Mudal, museo dedicato alla vita e alla missione del suo fondatore, don Angelo Lolli.

Il percorso di visita inizia già dall’esterno grazie a una griglia in metallo, dove si trovano collocate le prime opere, che permettono un avvicinamento graduale del visitatore verso l’ingresso del museo vero e proprio. La parte interna è concepita come un susseguirsi di più sezioni.

Il primo ambiente è la cappella dalla quale si accede alle due sezioni successive, sale espositive allestite con pannelli e teche, in cui infine il visitatore può soffermarsi a guardare un video proiettato che racconta le altre opere compiute da Don Lolli. Nell’ultima sezione, invece, si assiste alla ricostruzione dell’alloggio privato del sacerdote, dove sono collocati gli arredi originari della sua abitazione e gli oggetti personali. Concluso il giro, si ritorna all’esterno per ripercorre il “camminamento”, che chiude la mostra e accompagna il visitatore verso l’uscita. Questa coincide con lo spazio da cui l’esperienza è iniziata.

Mudal Percorso Esterno 2Gli ambienti interni sono volutamente scuri e caratterizzati da colori sulle tonalità neutre. Anche l’illuminazione degli elementi espositivi ricopre un ruolo fondamentale, affidata a faretti orientabili su dei binari fissati al contro soffitto. In questo modo e in maniera puntuale, vengono illuminati i singoli oggetti d’interesse per conferire al museo un’atmosfera mistica e spirituale.

«Questa inaugurazione è un grande regalo fatto dall’Opera di Santa Teresa alla sua città – spiega nel discorso inaugurale don Alessandro Andreini della comunità di San Leolino di Panzano, che ha contribuito alla stesura della “positio” (raccolta ragionata dei documenti) per la causa di beatificazione di don Lolli –. Dopo più di 60 anni dalla morte di don Angelo Lolli, si offre così ai più giovani un luogo che ricordi la storia straordinaria di questo prete, tanto amato dalla sua comunità. Nell’ideazione del progetto siamo partiti proprio dalla figura dell’aviatore, spesso presente nei racconti e nelle parole di don Lolli. Come l’aviatore, infatti, che punta a volare in alto, così il fondatore dell’Opera di Santa Teresa lavorò coraggiosamente per perseguire il cambiamento, venendo incontro alle esigenze dei più deboli. Il Mudal vuole così ripercorre la sua vita e quella che fu la sua missione, rappresentata simbolicamente dalle tappe del decollo, volo e infine dall’atterraggio».

Sante Altizio è tra i curatori del museo: «Il mio interesse verso don Angelo Lolli ha origini più lontane. Venti anni vinsi il Premio Guidarello con il mio docudrama “L’angelo della città”, ispirato proprio a lui e che ripercorreva le tappe della sua vita. Poi realizzammo un breve cartone animato sull’Opera di Santa Teresa e le sue iniziative, che ancor oggi portano avanti il messaggio del suo fondatore, rivolgendo un’attenzione particolare alle nuove povertà. Mesi fa, infine, fui contattato per realizzare il percorso museale. Così trovai l’idea-guida, da cui partire, proprio nella metafora dell’aviatore. Una metafora che è di don Lolli, laica e molto forte. Per dedicarsi interamente all’accoglienza degli ultimi “ci vuole lo stesso coraggio dell’aviatore, che sale su un trabiccolo a motore e va dove lo porta più il cuore che la bussola».

Mudal Percorso Esterno 3Per tutto il mese di ottobre, il museo sarà aperto martedì, giovedì e sabato dalle 10 alle 12. In seguito solo su prenotazione.

Prima della cerimonia si è svolta la Messa Solenne alla chiesa di Santa Teresa tenuta dall’arcivescovo di Ravenna-Cervia, Lorenzo Ghizzoni. Presenti al taglio del nastro il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, l’assessore alle politiche per le famiglie e infanzia, Livia Molducci, il consigliere regionale Gianni Bessi, l’arcivescovo Lorenzo Ghizzoni, il direttore dell’Opera di Santa Teresa, don Alberto Graziani, il vice direttore Luciano Di Buò, oltre a Roberto Budassi e Giorgio Sarti della Fondazione “La Cassa” di Ravenna e ai rappresentanti delle Forze dell’Ordine.

Fugge dall’ospedale, 40enne trovato in strada con fratture al volto: aperta indagine

Paziente psichiatrico seguito dal centro di salute mentale, ricoverato dopo episodi aggressivi verso i genitori

Un uomo di 40 anni, paziente psichiatrico con problemi di abuso di alcol e stupefacenti, si è allontanato dall’ospedale di Ravenna dove era stato scortato dalla polizia locale su disposizione del centro di salute mentale e ieri mattina, 30 settembre, è stato trovato in strada nei pressi di una chiesa a poca distanza dal nosocomio in una pozza di sangue con numerose fratture al volto. L’uomo è stato ricoverato a Cesena e sottoposto a un’operazione chirurgica, intanto la procura ha aperto un fascicolo di indagine. La vicenda è riportata dai quotidiani locali, Corriere Romagna e Resto del Carlino.

Visto lo stato di ebbrezza accertato al momento del ricovero, non è da escludere che le fratture siano solo l’esito di una rovinoso caduta accidentale. Ma la gravita del quadro ha portato la procura a voler fare chiarezza, quantomeno per accertare come mai l’uomo si sia allontanato dall’ospedale.

Il 40enne era stato portato al nosocomio dopo episodi aggressivi nei confronti dei genitori. Per l’uomo era prevista la somministrazione di un trattamento sanitario obbligatorio (Tso).

 

Pillola abortiva Ru486 anche nei consultori, in Romagna si parte da Ravenna

Al momento il trattamento farmacologico per l’interruzione volontaria di gravidanza (Ivg) era possibile solo in strutture sanitarie (in day hospital dal 2005 e da fine 2021 anche in regime ambulatoriale). Nel 2021 in regione meno di seimila Ivg, il numero più basso da 40 anni

Maxresdefault 1La pillola abortiva Ru486 in Emilia-Romagna verrà distribuita anche nei consultori. Si comincia dalla prima settimana di ottobre. Lo ha detto Stefano Bonaccini, presidente della Regione, ospite della trasmissione tv “Otto e Mezzo” su La7. La Regione ha fatto poi sapere che si inizierà a Parma, poi nelle settimane e mesi successivi sarà la volta di Modena e Carpi, Romagna (Ravenna la prima città), Bologna e via via tutte le altre province. La Ru486 (diversa dalla cosiddetta “pillola del giorno dopo”) al momento si può prendere solo in strutture sanitarie: in Emilia-Romagna in day hospital dal 2005 e da fine 2021 in ospedale anche in regime ambulatoriale.

Si amplia dunque la possibilità per le donne di ricorrere, per l’interruzione volontaria di gravidanza (Ivg), al trattamento farmacologico: non più solo nei presidi ospedalieri, ma anche nei consultori familiari. Tra le condizioni per poter effettuare in consultorio l’Ivg con trattamento farmacologico ci sono, oltre alla maggiore età, il certificato rilasciato dal medico e firmato dalla donna, il consenso informato e la gravidanza con datazione ecografica inferiore o uguale a 49 giorni. Le Ivg farmacologiche entro il 63esimo giorno di età gestazionale saranno invece eseguite nei presidi ospedalieri.

Il 2021 fa segnare il numero più basso di interruzioni volontarie di gravidanza registrato annualmente in Emilia-Romagna dall’inizio della rilevazione, nel 1980: per la prima volta scendono sotto seimila, esattamente a 5.671, con un calo del 6 percento rispetto al 2020 e del 52 percento rispetto al 2004 (in cui avevano sfiorato quota 12mila). Contemporaneamente, si registra un sempre maggiore ricorso alla pillola Ru486 rispetto all’intervento chirurgico: lo scorso anno 3.505 interruzioni volontarie di gravidanza, ovvero il 62%, sono state effettuate con questo trattamento.

Già a fine 2021 l’Emilia-Romagna aveva recepito, con un atto dell’assessorato regionale, le raccomandazioni nazionali del ministero della Salute: dare alle donne la possibilità di eseguire l’interruzione volontaria di gravidanza con trattamento farmacologico in regime ambulatoriale anche negli spazi dei consultori, che da sempre svolgono un ruolo fondamentale in tutte le fasi della vita riproduttiva femminile.

In questo anno le Aziende sanitarie hanno lavorato per individuare le strutture, riorganizzare e attrezzare dove necessario gli spazi, formare adeguatamente il personale, costituito da equipe multiprofessionali, e costruendo protocolli e accordi con gli ospedali di riferimento, in modo da accogliere e seguire le pazienti nei diversi momenti dell’Ivg farmacologica.

Non tutti i consultori, infatti, possono essere utilizzati  per la somministrazione della pillola Ru486: per garantire alle donne la massima sicurezza nell’assistenza, la Regione ha definito un protocollo sperimentale che sarà utilizzato unicamente dalle strutture che presentano determinate caratteristiche e autocertificate dalle Aziende sanitarie; tra i requisiti che rendono una struttura idonea c’è ad esempio la distanza ravvicinata (entro 30 minuti) da un presidio ospedaliero di riferimento, la presenza di un’equipe adeguatamente formata, la garanzia di un numero adeguato di personale ostetrico e ginecologico non obiettore, la presenza di attrezzature adeguate e rifornimenti farmacologici per gestire l’emergenza e il trattamento di effetti collaterali.

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