lunedì
25 Agosto 2025

A Londra i vigili urbani di Faenza sfidano Scotland Yard a calcetto

Gemellaggi fra forze dell’ordine: la partita si gioca il 29 luglio nella caserma delle guardie reali e sarà preceduta dall’esibizione di uno sbandieratore del Borgo Durbecco

New Scotland Yard Sign (cropped)Il gruppo sportivo della polizia locale della Romagna faentina scenderà in campo per una partita di calcetto contro una rappresentativa di agenti di Scotland Yard. La partita si disputerà il 29 luglio nel campo del Wellington Barracks di Londra – la caserma delle guardie reali – e sarà preceduta dall’esibizione dello sbandieratore del Borgo Durbecco di Faenza Ivan Samorì, in quanto membro attivo dell’associazione Ipa (International police association).

La visita londinese si inserisce in un programma di gemellaggi tra componenti dell’Ipa, un organismo apolitico presente in ben 65 Stati sparsi nel mondo che si propone di avvicinare gli appartenenti alle diverse forze di polizia, sia in servizio sia in pensione, attraverso manifestazioni di vario genere.

Un precedente gemellaggio Ipa con Londra risale al 1980, quando alcuni membri della polizia municipale di Faenza fecero visita ai colleghi di Scotland Yard, portando in dono un piatto di ceramica faentina.

Ironman, nasce la squadra Cerviaman: raccolta fondi contro la sindrome di Rett

Dal gruppo nato tre anni fa all’ingresso nella Polisportiva Saline Romagna con lo stesso spirito: lo sport come veicolo per amicizia e aiuto del prossimo. Chiunque può sostenere la causa acquistando le magliette o aiutando ad organizzare la tifoseria

Image 50733313In gara alla prossima edizione dell’Ironman a Cervia – il triathlon estremo che si terrà il 17 settembre – ci sarà anche una neonata squadra mossa da un intento benefico. Cerviaman è un gruppo nato tre anni fa – ispirato dai valori dello sport, della solidarietà e dell’amicizia – e si è poi allargato fino a diventare a tutti gli effetti una squadra grazie all’ingresso nella Polisportiva Saline Romagna.

Dei Cerviaman fanno parte non solo i ragazzi cervesi che parteciperanno all’Ironman (quarta edizione in Italia) ma anche tutte le persone che vogliono esprimere il loro sostegno alla causa benefica scelta per il 2022. “Al traguardo con la determinazione di Azzurra” è lo slogan per raccogliere fondi a favore di Azzurra, la ragazza cervese di 21 anni affetta dalla sindrome di Rett, una malattia genetica rara che si manifesta dopo circa 12-24 mesi dalla nascita.

Chi vuole può sostenere la causa benefica acquistando le magliette a una cifra base di 15 euro in questi punti di Cervia: ristorante il Veliero, negozio “60 all’ora”, gelateria Papaya, tabaccheria Casetti, ristorante Touring Milano Marittima, bar dalla Betta, ristorante La Ciurma, negozio “Damn Lab 201”. Il ricavato andrà, oltre ad Azzurra, anche all’associazione Airett per sostenere e aiutare le altre bambine e ragazze affette dalla stessa malattia rara. Per restare aggiornati sulle attività dei Cerviaman e sostenere il progetto è possibile visitare la pagina Facebook “CerviaMan”.

Image 50738177Il 19 luglio la conferenza stampa ufficiale di presentzione della squadra. Roberto Bagnolini e Matteo Tarroni, rappresentanti di Cerviaman, hanno raccontato che «tre anni fa non ci saremmo mai aspettati di arrivare a poter definire i Cerviaman una squadra a tutti gli effetti. Ma chiunque può essere un Cerviaman nello spirito aiutando aiutandoci per l’organizzazione dei gruppi di tifoseria e, soprattutto, partecipando alla raccolta fondi. Per noi lo sport è la gara, l’allenamento, l’aiutare il prossimo e trovare un modo per aiutare chi ha bisogno. Insomma, nell’immaginario è fermarsi durante una gara e dare la mano al rivale che è caduto aiutandolo a rialzarsi».

Alla conferenza era presente Silvia Giambi, madre di Azzurra: «Mia figlia è una persona determinata, caparbia e non si lascia mai scoraggiare. Airett sostiene la ricerca genetica per cercare una cura a questa brutta malattia e oggi mi trovo a ringraziare la squadra dei Cerviaman per il grande contributo che stanno dando per la raccolta fondi che non sarà destinata solo ad Azzurra ma anche all’associazione. Grazie a mia figlia ho imparato ad essere una donna forte e, anche nelle difficoltà, ho scelto di essere forte anche per le mamme e le bimbe come Azzurra che si trovano in difficoltà maggiori».

L’assessora comunale Michela Brunelli ha ringraziato le associazioni di categoria, di volontariato, le imprese e le forze dell’ordine grazie alle quali è possibile realizzare Ironman: «Grazie ai ragazzi che si allenano ogni giorno e sono Cerviaman in ogni momento della giornata perché essere uno sportivo significa incarnare e veicolare i principi sani che restano tutta la vita».

Baraonda sonora a Spiagge Soul con i messicani Los Kamer

Il 26 luglio alle 22, al Finisterre Beach, festa-concerto della band nomade che intreccia diversi ritmi e culture del mondo

Los Kamer

Si annuncia come una travolgente festa musicale multicolore quella di Los Kamer sul palco del Finisterre Beach, in programma martedì 26 luglio (alle 22) per il festival itinerante Spiagge Soul. Il concerto, a ingresso gratuito, è una miscela nomade di ritmi e culture che vanno dalla tradizione latino amerciana e del Messico, paese di origine della band, fino a quella balcanica.

I Los Kamer hanno una storia di 12 anni nella scena musicale. Tutti i membri della band sono nati nei comuni di Ixtapaluca e Chalco dello Stato del Messico. Come gitani sono stati nomadi musicali e così il loro sound ha raggiunto l’Europa, dove hanno fatto quattro tour dal 2015 in poi, uno più lungo dell’altro, toccando fra i tanti Ungheria, Olanda, Germania, Italia, Belgio, Polonia, Francia, Svizzera. Hanno suonato in importanti festival come Fête de la Musique (DE), Boomtown Festival e Glastonbury, uno dei più grandi d’Europa. Nel frattempo hanno pubblicato tre album: Indestructible (2016), The Kamer (2017) e Tlazokamati (2019).
La loro musica è influenzata da Emir Kusturica, Fanfare Ciocarlia, Taraf de Haïdouks, Manu Chao e molti altri. Così il suono dei Los Kamer è una combinazione di jazz, swing, western, balkan, klezmer, gypsy, musica tradizionale messicana e ritmi latini. Il suo carattere festoso, la cultura e la tradizione sono la ragione principale per cui i Los Kamer hanno adottato questo genere multicolore. La loro travolgente energia è capace di unire culture, suoni e contaminazioni provenienti da tutto il mondo. Dal 2021 hanno iniziato a collaborare con il cantante Luca Ferraris con cui hanno pubblicato alcuni nuovi singoli: “Questa Pena”, “Vagabundo” e “Shitty Love”.

Per info e prenotazioni 349 2841775.

Sabato sera con un solo traghetto: caos agli imbarchi, intervengono i carabinieri

Uno dei due mezzi che collegano Porto Corsini e Marina è fermo per un’avaria (la quinta volta dalla fine del 2021) e si sono formate lunghe code di auto e pedoni

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L’ammasso di persone all’imbarco del traghetto nella tarda serata del 23 luglio

È stato un sabato sera di caos e tensione agli imbarchi del traghetto per auto e pedoni sul Candiano tra Marina di Ravenna e Porto Corsini e sul posto sono intervenuti anche i carabinieri con due pattuglie. La causa sono state le lunghe attese per chi doveva salire a bordo, sia in auto che a piedi, in particolare per chi era diretto a Marina.

Dovrebbero essere due i traghetti in funzione nei sabati sera di alta stagione estiva ma ieri, 23 luglio giorno del patrono Sant’Apollinare, solo uno era operativo a causa di un guasto all’altro. Una folla numerosa, soprattutto giovani, diretti a Marina si è accalcata all’imbarco dal lato di Porto Corsini prima di mezzanotte e a quel punto il servizio è andato in difficoltà. La massa di persone a ridosso dell’attracco sul lato nord rendeva difficile anche lo sbarco dei veicoli in arrivo da sud.

Per spiegare le lunghe attese va citata sì la mancanza di un traghetto che avrebbe dimezzato i tempi ma non si può dimenticare che i mezzi percorrono un tragitto più lungo di quello che si potrebbe fare perché da nove anni si attende la riparazione della banchina nel punto in cui dovrebbe accostare il traghetto.

Dalla fine del 2021 è la quinta volta che uno dei mezzi di Start Romagna è in avaria. L’opposizione di centrodestra in consiglio comunale ha chiesto ai vertici di Start e agli assessori competenti di presentarsi in commissione consiliare per parlarne.

Come riportava un articolo de Il Corriere Romagna nei giorni scorsi, da alcune settimane sono cambiate le modalità di imbarco delle automobili: viene lasciata libera la corsia centrale: si riduce la capacità di carico con aumento dei tempi di attesa da parte degli automobilisti. Start Romagna al quotidiano ha spiegato che la modalità di carico con la corsia vuota è il giusto mix per conciliare misure dei mezzi, tipo di domanda più frequente e norme di sicurezza.

Altri 18 laureati nella magistrale internazionale Wacoma dedicata a acqua e coste

Il percorso di studi dell’Unibo è attivo a Ravenna dal 2017 e ha coinvolto 62 studenti da 36 Paesi del mondo

2S4A4228Sono 18 gli studenti internazionali che il 13 luglio hanno concluso a Ravenna il percorso Wacoma (Water and Coastal Management), la laurea magistrale Erasmus Mundus attiva in città dal 2017. La proclamazione dei dottori è avvenuta con una cerimonia a palazzo dei Congressi di fronte al rettore Giovanni Molari. Erano presenti molti genitori o famigliari dagli Stati di origine e altri erano collegati in remoto.

Da quando si aperto il percorso Wacoma, sono stati coinvolti 62 studenti (34 donne e 28 uomini), provenienti da 36 Paesi del mondo, in rappresentanza dei 5 continenti, scelti in ingresso con una selezione durissima tra i migliori studenti internazionali. Alcuni laureati degli anni precedenti stanno svolgendo il dottorato di ricerca in diverse parti del mondo, o sono stati assunti da imprese o enti o lavorano nelle università o ministeri.

In occasione della conclusione del programma internazionale, sono stati organizzati altri eventi in città. Il 14 e 15 luglio si è svolto il Wacoma Symposium: personalità scientifiche di rilevanza internazionale e aziende che hanno partecipato allo svolgimento delle attività in questi anni, ma anche alumni che hanno il loro percorso post-laurea. L’obiettivo principale del simposio, organizzato dall’Università di Bologna in collaborazione con l’Università dell’Algarve e dell’Università di Cadice, è essere un momento di approfondimento sulle scienze marine acquatiche, ambientali e costiere, sui rischi per l’acqua, sulle coste e sulla mitigazione dei rischi, sugli impatti dei cambiamenti climatici sulle aree costiere e sull’economia verde.

Spento anche il secondo incendio nella pineta Ramazzotti. Bruciato circa un ettaro

Due roghi a distanza di poche ore: nella tarda serata del 23 luglio e all’alba del giorno seguente. Vigili del fuoco sul posto con una ventina di uomini. Dieci anni fa distrutti 50 ettari dello stesso bosco

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Sono spenti gli incendi nella pineta Ramazzotti a Lido di Dante. Il secondo rogo, divampato all’alba di oggi 24 luglio, è stato domato nelle prime ore del pomeriggio (il primo incendio si era verificato in un altro punto del bosco nella tarda serata di ieri ed era stato spento poco dopo mezzanotte). Le fiamme hanno interessato circa un ettaro di superficie. Le foto dell’area bruciata.

L’area è tuttora presidiata dai vigili del fuoco e lo rimarrà anche nel pomeriggio, mentre in serata interverranno a presidio i carabinieri forestali e i volontari della protezione civile, fino a quando i vigili del fuoco lo riterranno necessario. Sul posto è intervenuto anche un mezzo di Azimut con il trincio per aprire ulteriori corridoi e per isolare la parte di sottobosco incendiata.

Proprio pochi giorni fa, il 19 luglio, cadeva il decennale del devastante incendio che coinvolse circa 65 ettari della stessa Ramazzotti distruggendone completamente 50 (una superficie molto maggiore di quella interessata oggi). Solamente tre anni fa, dopo un’attenta cura per favorire la riforestazione naturale, quella zona di pineta è stata riaperta al pubblico con accessi limitati.

«Chi è sano non finisce più in ospedale. Meno restrizioni ma con cautela»

Raffaella Angelini di Ausl Romagna, sull’epidemia estiva: «Non ce l’aspettavamo ma non ci sono più polmoniti. Si potrebbe eliminare il tampone di fine isolamento»

Mascherine Anti Covid

Raffaella Angelini dirige il dipartimento di Sanità Pubblica dell’Ausl Romagna, da dove ha “governato” due anni e mezza di pandemia.

Dottoressa Angelini, ve l’aspettavate un’ondata simile, in estate?
«Sinceramente no, nessuno se lo aspettava, non avendo la sfera di cristallo ed essendo reduci da due anni di Covid in cui in estate si era sempre registrato un arretramento. Questa estate invece abbiamo avuto un’ondata analoga a quella di inizio anno».

Il motivo?
«Due: l’abbandono di ogni restrizione, quindi il ritorno degli affollamenti senza obbligo di mascherina, per esempio, e il mancato isolamento dei contatti dei positivi. E poi la presenza di una variante mai così contagiosa come Omicron 5».

I ricoveri però sono rimasti sotto controllo…
«La grande diffusione di persone vaccinate o che hanno contratto il virus fa sì che magari ci si infetti lo stesso, ma con una sintomatologia lieve o nulla. I ricoveri potrebbero aumentare ma non ci aspettiamo in maniera tale da superare la nostra capacità di accoglienza».

Chi sono le persone ricoverate con il Covid in questo momento?
«Sono soprattutto persone che sono entrate in ospedale per altri motivi e risultano positive al Covid, oppure persone con patologie croniche, il cui quadro clinico precipita a causa del Covid. Non vediamo invece praticamente più le polmoniti da Covid dei primi tempi, o persone che dal completo benessere finiscono in terapia intensiva».

È cambiata anche la malattia, quindi?
«È cambiata la resistenza della popolazione, come dicevo, tra vaccini e diffusione della pandemia. Poi va detto che Omicron in generale pare essere caratterizzata da una maggiore contagiosità ma una minor tendenza a colpire le “basse” vie aeree, quelle più pericolose, che possono portare alle polmoniti, mentre sono coinvolte di più le “al- te”, con mal di gola o raffreddore».

I sintomi sono quindi questi ultimi?
«Sì, possono comparire inella fase iniziale, ma se uno ha febbre e raffreddore e risulta negativo è bene ripetere il tampone anche un paio di giorni dopo la comparsa dei sintomi».

Previsioni su nuovi varianti? Si parla della Centaurus…
«Si sta diffondendo ma è ancora presto per capire se sarà in grado di soppiantare Omicron. Di certo quando la circolazione virale è alta, il virus muta, si moltiplica e la mutazione ha vita più facile».

Raffaella Angelini Ausl Romagna
La dottoressa Raffaella Angelini di Ausl Romagn

Ma ci possiamo convivere?
«Sì, lo stiamo vedendo. Ma la gente deve essere consapevole che questo non vuol dire ignorare che il virus c’è. Non c’è più l’obbligo della mascherina ma questo non vuol dire non indossarla se in condizioni di rischio, in particolare al chiuso con altre persone. Io la indosso, per esempio, in determinati luoghi. In generale invece il mancato obbligo è stato come un liberi tutti, mentre dovremmo aver incamerato quelle regole necessarie per ridurre il rischio. Come le raccomandazioni rispetto alle dosi di vaccino. Ora che la malattia è tornata sui giornali la gente sta rispondendo, per la quarta dose, ma quando abbiamo aperto la possibilità per anziani e fragili, la risposta non è stata inizialmente adeguata».

Perché? Il vaccino non è considerato così utile?
«C’è stato un difetto comunicativo, è passato il messaggio che fare il virus adesso voleva dire non fare quello “buono” in autunno. Ma non sappiamo se quello in autunno sarà davvero “buono”, anche perché sarà ancora per il virus di Wuhan più in aggiunta la variante Omicron 1, che non sta già più circolando. Bisogna capire che questi vaccini non vengono messi in commercio per contenere l’infezione, anche se sarebbe bello. Sono molto validi per limitare le forme gravi, ma molto meno efficaci per evitare l’infezione. E hanno durata breve, anche nel prevenire le forme gravi, quindi anziani e fragili dovrebbero fare il vaccino adesso e poi rifarlo anche in autunno».

Da operatrice sanitaria, auspica un ritorno delle restrizioni in vista dell’inverno?
«Dipende da quale sarà l’impatto delle ondate ovviamente, ma ripeto: ci possiamo permettere di avere meno restrizioni. Anzi, forse potremmo permetterci anche di eliminare il tampone di fine isolamento per i positivi. Chiaro che già l’Oms ha avvertito i vari Governi, di non scherzare con il fuoco. Serve maturità tra i cittadini, per poter convivere con il virus».

L’ondata estiva ha messo in crisi il personale sanitario? Si sono riviste le code al Pala De André, siete in emergenza?
«L’azienda non ha più il personale aggiuntivo che aveva a disposizione durante lo stato di emergenza, tutti stiamo rientrando nei ranghi normali. Le code al Pala De André si sono risolte con il cambio di orario, abbiamo anticipato l’apertura alle 7.30, perché alle 9 si creavano code già prima dell’apertura, che poi non si smaltivano. Ma non siamo mai andati fuori orario, quindi significa che il tempo era sufficiente. L’estate è normalmente un periodo in cui si consumano le ferie e non si possono negare di nuovo ai sanitari, che sono stremati. Certo, in contemporanea ce ne sono anche altrettanti a casa con il Covid e quindi di volta in volta ci sono unità operative più stressate rispetto ad altre. Si continua a lavorare in emergenza…».

Non rispetta la distanza da una 18enne e il giudice mette in carcere un 40enne

L’uomo doveva stare almeno a 500 metri dalla giovane conosciuta sul lavoro e di cui si era invaghito arrivando a pedinarla e minacciarla

Doveva restare almeno a mezzo km di distanza dalla ragazza e non doveva comunicare con lei in alcun modo ma non ha rispettato le disposizioni del tribunale e così il giudice ha deciso di metterlo in carcere. Protagonista della vicenda un 40enne di Cervia invaghitosi di una 18enne che studia a Ravenna conosciuta l’anno scorso nell’ambito di una esperienza professionale. Nonostante a inizio anno il giudice gli avesse vietato di contattare la giovane, l’uomo ha continuato a chiamarla, a mandarle messaggi e a cercare informazioni sul suo conto. La notizia è riportata dal sito dell’agenzia Ansa che riprende la stampa locale.

Il 40enne aveva iniziato a manifestare il suo interesse per la giovane  da subito, contattandola di frequente, anche con il cellulare della madre. E pedinandola pure fino alla fermata del bus e alla scuola. Fino ad arrivare alle minacce: «Te vai a finire in mare, come va a finire in mare il tuo moroso; dopo facciamo i conti io e te»

Il 3 gennaio era scattato l’allontanamento ad almeno 500 metri e il divieto di comunicare con la ragazza con qualsiasi mezzo. Ma a maggio l’avvocato della giovane aveva lamentato nuovi avvicinamenti del 40enne che, oltre a chiamare e a scrivere messaggi, si era spinto sull’ex luogo di lavoro di lei per cercare informazioni sulla giovane. Ulteriori accertamenti della squadra mobile della polizia hanno confermato il quadro.

Medici di base: 39 posti da assegnare in provincia, ma arrivano solo 11 domande

Entro fine anno previsto un nuovo bando dell’Ausl aperto anche a chi sta frequentando il corso nel 2022. Intanto si alza il massimo di pazienti assegnati a ogni professionista: da 1.500 a 1.800

Medico Di FamigliaCi sono 39 posti vacanti da medico di base in provincia di Ravenna, ma sono state solo 11 le domande inviate all’ultimo bando dell’Ausl. La notizia è riportata dall’edizione odierna del quotidiano Il Resto del Carlino che fa riferimento alla lista delle assegnazioni. I nuovi medici andranno a Ravenna città (2), Cervia (2), Faenza (2), Fusignano (2), Lugo (1), Voltana (1), Casola-Riolo (1). Le sofferenze maggiori sono per i territori periferici e dei piccoli paesi. Entro la fine dell’anno dovrebbe uscire un nuovo bando che dovrebbe consentire l’inserimento di chi ha iniziato il corso da medico di base quest’anno. La ricerca sarà per un numero minore di posti: un accordo tra Regione e sindacati ha alzato il tetto massimo di assistiti per ogni medico da 1.500 a 1.800.

Il Partito repubblica italiano si dice preoccupato per questo scenario: «Non solo per le contingenze ma soprattutto per le prospettive – commenta Eugenio Fusignani, segretario provinciale del Pri –. Infatti la situazione dei medici di base si somma a quelle delle criticità riscontrabili anche nel nostro ospedale e questo inquieta soprattutto per la pandemia ancora prepotentemente in atto e per quello che potrebbe determinarsi nell’autunno, magari col riproporsi di nuove varianti. Invece ci sarebbe bisogno dei medici di base non solo per integrare il grande carico di lavoro che sopportano gli ospedalieri, ma anche per dare risposte efficaci ai bisogni sanitari del territorio. Le stesse “case della salute”, importanti presidi sanitari territoriali, rischiano la loro presenza o, in caso, la loro nuova istituzione, proprio per la carenza dei medici di base». L’Edera coglie l’occasione per ribadire la valenza dell’Università di Bologna col suo corso in Medicina e chirurgia che, proprio a Ravenna, ha una delle due sedi romagnole.

Con un blog ispirò una serie tv Rai e lavora nel marketing: «Influencer? No, grazie»

Nel 2009 Valentina Santandrea creò “Volevo fare la rockstar” dove raccontava la vita da single con tre bambine (usava il wifi del bar per pubblicare online). Profilo Instagram da 2.700 follower: «I social ti possono convincere di essere ciò che non sei. Non ho mai accettato sponsor nel sito per coerenza»

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Valentina Santandrea

L’antenato dell’influencer è il blogger. Bisogna andare indietro nel tempo fino all’epoca in cui i social network non esistevano o erano agli albori – meno di quindici anni fa, tanto per capirci – e la grande opportunità offerta da internet era quella di creare un sito di semplice struttura in cui pubblicare contenuti personali. Una sorta di diario digitale, senza limiti per gli argomenti da trattare. “Volevo fare la rockstar” è il titolo scelto nel 2009 da una ragazza di 26 anni di Brisighella per il suo blog. Si era separata dal compagno e da neolaureata in Scienze politiche si ritrovava con tre figlie di 4-5 anni da crescere da sola: scrivere, come dirà lei stessa in seguito, per Valentina Santandrea era una via di mezzo tra un passatempo e l’autoterapia.

Quel blog è diventato il soggetto di una serie tv omonima – già due stagioni trasmesse dalla Rai – e per la sua autrice è stato una palestra di gestione contenuti online che le ha permesso di trovare un lavoro nel marketing. Santandrea però ha scelto di non fare l’influencer (il suo profilo Instagram conta 2.700 follower).

Santandrea, cominciamo da qui. Dal successo del blog c’erano tutte le premesse valide per imboccare una carriera da influencer sin dalla nascita dei social. Perché non farlo? Soprattutto visto il lavoro nel marketing…
«I social network all’epoca praticamente non c’erano ma li ho conosciuti presto e molto bene per lavoro. Però ho fatto una scelta di coerenza con me stessa: ho la sensazione che essere influencer finisca per farti confondere te stesso con l’identità che trasmetti. Non voglio buttarla troppo sul filosofico, diciamo che nell’autorappresentarsi secondo le regole dei social, finisci per credere nella parte più bella e più smart di te stesso. Per esempio non ho mai voluto accettare nemmeno sponsorizzazioni sul mio blog che all’epoca erano molto diffuse e io avevo 60-70mila page view al mese che a quei tempi erano bei numeri».

Però la produzione di contenuti su uno spazio digitale, anche se contenuti personali, è stata comunque un modo per ottenere una entrata economica?
«Sì, anche se non ci pensavo minimamente quando ho iniziato. C’è stata la vendita dei diritti per la produzione della serie tv e anche il mio primo lavoro nel marketing è arrivato grazie a quel blog. Mi contattò una addetta della promozione del marchio Barilla a cui era piaciuto il mio modo di scrivere e mi propose di seguire alcuni loro eventi. Il blog è stata una vetrina per dire al mondo che sapevo fare lo story telling che oggi tutti cercano».

279178070 2043010825881677 4455019671097628612 NLa vendita dei diritti le ha cambiato la vita economicamente?
«Non sono una persona che ha grandi ambizioni di spese. Diciamo che li ho messi da parte e sono una garanzia in caso qualcosa vada male».

Com’è stato il lavoro con la casa di produzione per la fiction?
«Mi hanno coinvolto per la stesura del soggetto. È stato bello lavorare con gente che credeva nel progetto, che sapeva fare televisioni e che ha portato avanti il lavoro nonostante inizialmente la Rai non fosse pienamente convinta. Nel frattempo io ho buttato giù anche un’altra idea per un’altra serie che sto proponendo».

Si tiene ai margini dei social, ma ha tre figlie adolescenti: loro ci sono sui social?
«Nel 2016 ci siamo trasferite da Brisighella a Rimini. Fino a quel momento in casa non avevamo tv e internet, io per postare gli articoli sul blog andavo a collegarmi al wifi del bar di Fognano. Oggi ovviamente le mie figlie sono sui social come tutti gli adolescenti. E mi hanno bloccata. Quindi non so esattamente cosa pubblicano. Fino all’arrivo della pandemia avevo un minimo controllo con i filtri sui loro telefoni, poi online è arrivata anche la scuola e ho dovuto arrendermi».

Siccità, stop a due idrovore che portano acqua dal Po al Cer ma il canale resiste

Nell’impianto di Palatone (Ferrara) è ferma la metà dei macchinari e si studiano nuove soluzioni per garantire risorse idriche soprattutto all’agricoltura

Foto CER Pompa PalantoneIl Canale emilia-romagnolo (Cer) continua a portare acqua al settore idropotabile, industriale e al comparto agricolo del Ravennate, uno dei territori serviti dalla grande infrastruttura irrigua. L’attività, a causa della siccità, è a regime ridotto: sono ferme due delle quattro pompe idrovore che, all’impianto di Palatone (Ferrara), prelevano l’acqua dal fiume Po.

«Il livello attuale a Palantone è di 2,33 metri slm – sottolinea la direttrice generale del Cer, Raffaella Zucaro – e dato che già da diverse settimane stiamo operando a circa un terzo della nostra concessione per la derivazione della risorsa idrica e in previsione di probabili nuove richieste di riduzione abbiamo studiato, in concertazione con i nostri uffici tecnici, le possibili modalità per poter continuare a fornire l’acqua anche in condizioni più drastiche come, eventualmente, provare a riaccendere la pompa precedentemente spenta, prima di bloccare l’intero funzionamento dell’impianto di prelievo». Una manovra, questa, che – anche qualora i livelli dovessero ulteriormente abbassarsi di qualche centimetro – potrebbe risultare capillare e salvifica poiché consentirebbe probabilmente di “resistere” ancora quella necessaria settimana per portare a maturazione il secondo picco di prodotti agricoli che necessitano di acqua.

Dalle analisi preliminari elaborate dai ricercatori di Acqua Campus, polo tecno-scientifico del Cer, si rileva come alcune tra le colture-chiave per il territorio regionale siano in sofferenza a causa della scarsità idrica. L’assenza di acqua può causare infatti pesanti stress fisiologici ai raccolti causando ripercussioni a quelle colture che, non potendo contare sulla risalita capillare dalle falde freatiche, né delle acque meteoriche, cadute in maniera insufficiente, vanno inevitabilmente in sofferenza.

«In una situazione critica come questa stiamo continuando a fornire l’acqua al comparto agricolo della Romagna e dell’Emilia orientale che, proprio in questi giorni, vede giungere a maturazione il ciclo colturale di diversi prodotti tipici del territorio e della stagionalità – sottolinea il presidente del Cer, Nicola Dalmonte – . L’intero ente sta profondendo il massimo impegno affinché sia scongiurato ogni rischio di stoppare i prelievi dall’oggi al domani: l’irrigazione di precisione e i sistemi anti-spreco studiati dai nostri ricercatori, sempre all’avanguardia nella ricerca di nuove e più performanti soluzioni, ci aiutano a razionare ogni goccia d’acqua in favore dell’agricoltura che necessita dell’apporto di risorsa».

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