Protocollo Lega-Sulpl: agenti di polizia locale armati fuori dagli uffici

Il documento propone di rivedere le mansioni che gli amministratori locali andranno a richiedere a municipali e provinciali

Pattuglia Pm Bassa RomagnaIl sindacato unitario di polizia locale (Sulpl) e il gruppo consiliare della Lega in Emilia-Romagna hanno firmato stamani, 3 aprile, un protocollo per una possibile riforma delle mansioni delle polizie municipali e provinciali: “Gli agenti non dovranno più occuparsi di attività che esulano dai compiti propri della sicurezza e del controllo, dovranno essere dotati di armi da sparo, spray urticante, distanziatore estensibile e dissuasore elettrico Taser. Gli obsoleti parchi auto di servizio dovranno essere rinnovati attraverso l’attivazione delle procedure volte all’acquisizione di veicoli derivanti da sequestri finalizzati alla confisca».

Il documento si prefigge l’obiettivo di uniformare i servizi che gli amministratori locali andranno a richiedere (in base alle normative vigenti e alla struttura dei corpi di polizia locale) ai loro agenti, condividendo lo status e le prerogative della polizia di prossimità che contraddistingue le polizie locali nei territori della Regione Emilia-Romagna e nazionale. Il protocollo prevede che i sindaci, il presidente dell’Unione dei Comuni, il presidente della Provincia e il presidente della Città Metropolitana, nell’ambito delle rispettive funzioni e ai fini della realizzazione delle politiche integrate per la sicurezza urbana attiveranno accordi anche intercomunali con la prefettura e/o le questure per ottenere la divisione dei compiti definiti con le altre forze dell’ordine ed avranno a supporto negli incontri l’ausilio delle competenze dei comandanti della polizia locale per il coordinamento delle politiche integrate per la sicurezza nei territori regionali.

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