Porto, una manager per la giunta: «Massimo impegno per il progetto hub»

Annagiulia Randi, raccomandataria marittima nel gruppo Setramar, è la nuova assessora con delega allo scalo: «Dialogheremo con l’Autorità portuale che resta la forza tecnica e amministrativa». Cinque anni di cantiere per fondali e banchine: «Faremo di tutto per ridurre i disagi alle attività»

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Annagiulia Randi, 35 anni, è la più giovane nella giunta De Pascale Bis

Nel toto giunta post elezioni il suo nome non era mai spuntato, solo nelle ultime ore prima delle nomine ufficiali si è cominciato a parlare di Annagiulia Randi. A lei sono andate un gruppo di deleghe orientate verso l’economia, come comprensibile viste le sue competenze professionali: Sviluppo Economico, Commer­cio, Artigianato, Industria, Porto, Politiche europee e cooperazione internazionale (in fondo all’articolo un profilo più dettagliato).

Assessora, come è nata la sua nomina?
«La conoscenza con il sindaco è avvenuta nel corso del suo primo mandato perché è sempre stato molto presente nelle occasioni in cui la comunità portuale si incontrava e si confrontava. Si è dimostrato attento al settore. Ed è stato lui a propormi la candidatura nella lista a suo nome che voleva raccogliere professionisti di vari ambiti con competenze specifiche. Ho accettato mettendo in conto la possibilità di entrare in consiglio comunale. Poi dopo il voto mi ha proposto l’assessorato ed è stata una sorpresa ma ho accettato con onore e gratitudine. La mia provenienza è portuale ma mi sono state assegnate tante altre deleghe a cui tengo molto. Sono al lavoro per studiare».

Arriva alla prima esperienza politica con i galloni da tecnica, ma in famiglia la politica è di casa visto che suo padre Paolo è stato a lungo referente del Partito dei Pensionati. Le ha dato consigli?
«Nessuno consiglio e credo di aver stupito anche lui quando ho accettato l’incarico. Sono abituata da molto tempo a fare di testa mia. Ai miei genitori riconosco di avermi dato i mezzi e gli strumenti per muovermi da sola e così faccio».

Giunta Municipio De Pascale 2021Cosa è successo al porto di Raven­na il 18 ottobre e i giorni subito successivi?
«La comunità portuale ravennate ha poco a che fare con le manifestazioni che ci sono state, ci sarà stata forse una ventina di lavoratori tra le centinaia di persone che hanno bloccato la viabilità. Ho visto anche dei bambini sul posto. L’operatività del porto non si è fermata per una decisione degli addetti, ma il lunedì era diventato impossibile l’accesso per i camion per i blocchi in strada che hanno causato ripercussioni su tutta la viabilità. Per questo voglio ringraziare la polizia locale e le forze dell’ordine che hanno gestito la situazione».

Qual è il suo commento?
«Il diritto di manifestare è sacrosanto, ma non può andare a ledere il diritto al lavoro di altre persone o il diritto delle aziende di operare».

Sarà l’assessora con delega al Porto ma va ricordato che il governo dello scalo, per legge, è in mano all’Autorità portuale. Che rapporto immagina fra Piazza del Popolo e via Antico Squero?
«Nelle mie mani ho la delega per conto del Comune ma la forza tecnica e amministrativa nel settore resta in campo all’Ap. È necessario mantenere un dialogo per un confronto costante e ci tengo a ricordare che gli ottimi rapporti fra Comune e Ap di questi ultimi anni hanno agevolate le cose, mentre in passato non è stato così. Abbiamo un’ottica comune: se il porto aumenta competitività, allora aumenta anche l’economia e la visibilità della città».

Ha potuto conoscere l’operato di Ap anche da addetta ai lavori. Che valutazione ne fa?
«Positiva, va dato atto anche alla Regione del grande lavoro fatto, ma credo che il presidente Rossi si sia speso completamente per il bene del porto».

2118 Navi Al PortoIl mondo portuale è prevalentemente maschile. Sarà una difficoltà in più per la nuova assessora?
«Non si può negare che il porto sia un mondo a prevalenza maschile ma non sono un’aman­te delle quote rosa che impongono donne per questioni di genere. Voglio che alle donne siano riconosciuti meriti, quando li hanno. E per questo mi aspetto che non ci siano questioni di genere a ostacolare il mio operato: nei dieci anni di lavoro al porto ho trovato interlocutori attenti alle competenze prima di tutto, spero che sia sempre più così. Allo stesso tempo c’è bisogno di politiche che facilitino il rientro delle donne al lavoro dopo la maternità, in questo serve anche l’intervento delle aziende perché io con due figli ho avuto la fortuna di avere l’aiuto dei nonni, ma non possiamo essere aggrappati ai nonni».

Il suo incarico parte con i lavori per l’hub portuale appena affidati e ci vorranno cinque anni. Ma appena raggiunto un traguardo, è già tempo di guardare allo step successivo? Cosa vede nel futuro del porto?
«Non voglio esprimermi in previsioni future in questo momento. Facciamo un passo alla volta, per completare questo grande progetto e fare di tutto per rendere lo scalo più attrattivo per gli investitori. Un esempio recente è il deposito Gnl».

Hub Porto

Cinque anni di cantieri causeranno disagi agli operatori, soprattutto per il rifacimento delle banchine. Il porto rischia di rallentare?
«Mi auguro proprio di no e faremo tutto il possibile per impedirlo. Ma è chiaro che ci saranno sacrifici da fare, per la cittadinanza e per gli operatori che in alcuni periodi dovranno utilizzare le banchine delle aziende vicine. È un sacrificio per un bene maggiore a vantaggio di tutti».

Si può fare una stima di quanto valgono i fondali a 12,5 metri in termini di aumento di merci movimentate?
«Difficile fare un ragionamento unitario. Og­gi abbiamo un pescaggio di 10,2 metri e ad esempio per le navi porta rinfuse un metro di pescaggio corrisponde a 8mila tonnellate di merci. Ma è un ragionamento che si può applicare ai cereali dal sud America o al ferro dal Far East che sono zone del mondo dove i porti hanno fondali alti. In Turchia, Ucraina e Romania ad esempio queste profondità non saranno mai possibili. E poi c’è il discorso container su cui influisce il tema del gigantismo navale e le variabili in gioco si moltiplicano».

Il progetto hub aumenterà gli spazi di logistica. Ne ha bisogno Ravenna?
«Moltissimo. Il cosiddetto retro porto è una variabile fondamentale per gli investitori, soprattutto in tempi di ripresa post Covid con la necessità di stoccare merci».

Da tempo si dibatte sul destino di Sapir, sulla possibilità di spacchettarla per distinguere l’attività terminalistica dalla proprietà delle aree. Che visione ha lei?
«La delega alle Partecipate è di compe­tenza dell’assessore Costantini. Io penso che Sapir oggi è un player nazionale che sta crescendo molto e sta potenziando il traffico dei container. Credo che debba proseguire con continuità, nel panorama di investimenti che ha davanti può essere più forte e competitiva con l’assetto attuale».

Annagiulia Randi è una delle quattro donne nella giunta De Pascale Bis, con i suoi 35 anni è la più giovane dei nove assessori. Laureata in Giurispru­denza con tesi in lingua inglese in “Law and language of International commercial contra­cts”, il suo profilo professio­nale oggi è raccomandataria marittima e consulente doganale. Con l’incarico nel governo locale è andata in aspettativa non retribuita dal gruppo Setramar. Randi è tutor e componente di comitati tecnici in associazioni ed enti di forma­zione operanti nel settore della logistica. Per ragioni di trasparenza ha annunciato le dimissioni dalle posizioni che, pur potendo conservarle formalmente, potrebbero rappresentare un conflitto di interesse: «Farò l’assessora a tempo pieno». La 35enne ha fatto esperienze di studio all’estero negli Stati Uniti e in Francia e parla inglese, francese e spagnolo. Alle ultime elezioni amministrative comunali era candida­ta nella lista civica De Pascale Sindaco dove ha raccolto 151 preferenze, terza della lista dopo Daniele Perini e Davide Buonocore che sono entrati in consiglio comunale.

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