Elio e la fine delle Storie Tese: «Siamo al top. Quindi ci sciogliamo»

Il cantante a Ravenna con “Il flauto magico” anche per avvicinare i bambini alla classica. «La cosa di cui vado più fiero? Il film porno con Rocco Siffredi all’apice del nostro successo»

ELIO In TeatroHa fondato nel 1980 quello che secondo molti addetti ai lavori è stato il gruppo italiano più geniale di sempre, con dieci album in studio alle spalle, tutti (stando perlomeno a Wikipedia) certificati disco d’oro. Non ha comunque certo bisogno di presentazioni Stefano Belisari, in arte Elio, in procinto di sciogliere definitivamente le sue Storie Tese dopo l’annuncio arrivato sul finire del 2017 e il concerto d’addio del 19 dicembre al Forum d’Assago. Concerto che poi è diventato un tour, le cui date proseguiranno anche in primavera (con tanto di tappa al palazzetto di Rimini il 23 maggio), con la “scadenza” definitiva fissata in giugno.

Abbiamo parlato di tutto questo con Elio in una chiacchierata al telefono mentre era in auto con Faso e Cesareo, diretti verso Torino per presentare l’ultimo disco (Arrivedorci, un live con due inediti), come un gruppo qualsiasi. Ma ancor prima abbiamo parlato di musica classica, visto che Elio sarà sul palco del teatro Alighieri di Ravenna (il 6 marzo alle 20.30) con una sua rivisitazione de Il flauto magico, nell’ambito della stagione musicale dell’associazione Mariani. Lui che ha una formazione classica e non ha mai del tutto abbandonato l’interesse verso questo ambito musicale. «L’errore, quando si entra nel “classico” – dice – è che ci si irrigidisce tutti, dimenticandosi che i compositori di queste opere le hanno scritte a vent’anni ed erano tutt’altro che rigidi. La musica classica raggiunge livelli di qualità raramente toccati in altri generi musicali, ma soffre moltissimo per la forma e il modo con cui viene presentata. Bisogna tornare invece a invogliare in primis i bambini a “frequentare” la classica».
Quindi inviti anche i bambini a teatro a Ravenna?
«Assolutamente sì, la mia speranza è che tra il pubblico ci siano innanzitutto bimbi, perché da loro si ottengono le reazioni più genuine. E poi sarà che io rido per le stesse battute che fanno ridere loro. Ogni tanto penso ancora alle risate quando vidi per la prima volta apparire in tv Cochi e Renato, davanti alla faccia stupita dei miei genitori: i bambini sono così spontanei, puri, senza influenze».
Come è nata la collaborazione con i musicisti dei Berliner Philharmoniker che saranno sul palco con te?
«Mi è stata offerta questa possibilità e ho accettato, sempre con l’intento di abbattere le barriere. Oltretutto uno potrebbe pensare ai musicisti dei Berliner come a persone ingessate, e invece posso assicurare che è tutto il contrario».
Arrivando allo scioglimento delle Storie Tese, non è che, come scrive qualcuno sui social, si rivelerà essere solo uno scherzo per promuovere il tour?
«I social non capiscono un cazzo, è inutile, nessuno mi farà mai cambiare idea. E il fatto che mettano in dubbio lo scioglimento ne è una prova. Adesso, per esempio, stiamo andando verso Torino per presentare il tour d’addio e l’ultimo disco, ci sentiamo come in marcia contro i miscredenti».
Perché allora non fermarsi al concerto del Forum?
«Perché a Baglioni (il direttore artistico dell’ultimo festival di Sanremo, a cui gli Eelst hanno partecipando arrivando ultimi, ndr) non si può dire di no e poi perché non è stato sufficiente quel concerto, per soddisfare tutti. Così ci abbiamo attaccato un tour che ripeterà a grandi linee quel concerto, con il palco a forma di bara e una lapide virtuale. Suoneremo come se non ci fosse un domani per tre ore, saluteremo tutti quelli che ci hanno voluto bene, i nostri cari. Perché sarà l’ultima volta in cui sarà possibile ascoltare dal vivo questa band».
Contenti di essere arrivati ultimi all’ultimo Sanremo nell’ultimo anno della vostra esistenza, immagino…
«Era quello che volevamo, l’ultimo posto a Sanremo è una medaglia che ci mancava in mezzo a tante altre medaglie che arricchiscono la nostra uniforme».
E ora cosa farete? Dopo lo scioglimento intendo…
«Abbiamo tantissime idee. Per esempio, proprio Sanremo, in mezzo a tanta merda, ha fatto fiorire alcuni fiori come i Neri per caso (con cui hanno duettato all’ultimo Festival, ndr) che abbiamo scoperto essere nostri fan accanitissimi, non lo sospettavamo. Ecco, magari potrebbe nascere una collaborazione con loro. D’altronde uno dei tanti aspetti belli di sciogliersi è la libertà assoluta che poi comporta».
Ma perché sciogliersi, in definitiva?
«I motivi sono più di uno, ma uno molto valido è che siamo probabilmente al massimo delle nostre possibilità creative e tecniche sul palco ed è quindi una scelta perfettamente in linea con la nostra carriera controcorrente: lasciare al top».
Qual è la cosa di cui vai più fiero, con le Storie Tese?
«Sicuramente di aver scelto insieme come prima cosa, all’apice del nostro successo popolare, subito dopo “La terra dei cachi”, di fare il film di Rocco Siffredi (Rocco e le storie tese, film porno del 1997 che vede la partecipazione del gruppo, che ha anche firmato la colonna sonora, ndr)».
E la cosa che non rifaresti?
«Rifarei tutto, come si dice in questi casi (ride, ndr)».
Anche il giudice a X Factor? Che idea ti sei fatto dei talent show televisivi?
«Se reputo una proposta interessante l’accetto e non escludo di poterlo rifare in futuro, ma dovrebbero prima chiedermelo. Grazie ai talent, almeno, la musica è tornata in televisione e al centro delle discussioni. Non nego che ci siano anche aspetti negativi, ma certo non sono i talent i responsabili della crisi del settore. La musica è in crisi da tantissimo tempo: la discografia si può dire che sia in crisi da quando gli imprenditori puri sono stati sostituiti dai cosiddetti esperti…».

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