La vera sfida? Non aver bisogno di commissari straordinari

La nomina del generale dell’Esercito Francesco Paolo Figliuolo a commissario straordinario per l’alluvione in Romagna mette fine a settimane di polemiche che hanno mostrato il volto di una politica non adeguata alle sfide in atto. Il punto è che quanto successo qui a maggio è un evento sì straordinario, senza precedenti, ma prevedibile e da alcuni previsto (a differenza del terremoto tanto spesso evocato). E questa classe politica si è fatta cogliere comunque impreparata.

La nomina di un esterno, un generale già noto per il suo ruolo di commissario “di ferro” durante il Covid, per certi versi la dice lunga. Ora, poteva davvero essere il presidente Bonaccini il commissario? Era davvero auspicabile? Seguendo un ragionamento logico, forse no. Chi magari non ha visto prima cosa sarebbe stato utile fare, perché dovrebbe essere incaricato di riparare ai danni che (forse in parte) avrebbe potuto limitare?

Dall’altra parte, una nomina così fondamentale per il territorio certo non poteva semplicemente andare a un esponente politico della parte opposta nominato non per le competenze specifiche ma per la sua appartenenza. In tutto questo si sono perse settimane in cui abbiamo invece visto la gente comune e tante imprese del territorio ogni giorno darsi da fare; finito di spalare, hanno iniziato a raccogliere fondi per aiutare luoghi simbolo e non, famiglie, singoli, su iniziativa di cittadini, circoli, negozi, quartieri, mondo della cultura.

Una rete più o meno organizzata, basata innanzitutto sulla fiducia e la buona fede di chi è abituato da sempre a organizzarsi dal basso (del resto siamo pur sempre la patria natia della cooperazione). Abbiamo visto i sindaci del territorio vicini ai cittadini. Ma abbiamo anche sentito la distanza siderale con una politica che cercava più di difendersi attaccando (vedi la Regione) o che sembrava più misurare gli equilibri interni che gli interessi dei romagnoli (quasi che non fossero poi gli interessi del paese intero).

Quelle frasi, “Il governo non è un bancomat” o le accuse di aver “gonfiato” i conti dei danni, forse qui non ce li meritavamo. Di sicuro ci meriteremmo (come e quanto qualsiasi altra zona del paese così duramente colpita) misure concrete, fondi e stanziamenti rapidi per chi è in difficoltà. Ma altrettanto, dovremmo capire che abbiamo bisogno di pianificazione vera, di interventi di lungo periodo e di gestione del territorio fatta da persone qualificate e competenti che non abbiano il problema delle elezioni regionali nel 2025.

L’evento straordinario dovrebbe servire a questo, a far sì che qualora dovesse ripetersi non sia più straordinario, non richieda mesi per trovare un commissario dai superpoteri e super risorse (perché magari le abbiamo investite meglio prima). Questa è la vera sfida, sapremo tutti esserne all’altezza?

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