Tra caro bollette e palazzetto troppo caro: quando la politica non è “preparata”

Ha fatto il classico giro del web lo sfogo del fornaio di Piangipane costretto a chiudere la propria panetteria a causa di una bolletta che in luglio è balzata oltre i 6mila euro contro i 900 dello stesso periodo di un anno fa.

Non certo un caso isolato, per un fenomeno che le associazioni di categoria sono arrivate a denunciare invitando negozi e pubblici esercizi ad affiggere le bollette in vetrina. L’allarme è stato lanciato forte e chiaro, in questi mesi, ma negli ultimi giorni si continua a parlare ugualmente di lavoratori pubblici in smart working, di scuole chiuse nel weekend, di case di riposo che si interrogano su come faranno a riscaldare i propri ospiti, di hotel costretti a chiudere fuori stagione. Nel frattempo “il governo studia gli aiuti”, si legge ogni giorno, con la politica in realtà ancora una volta impreparata, senza risposte per i cittadini, gli imprenditori, i genitori (perché potremmo parlare anche di come la scuola, con il Covid in particolare, dovesse essere al primo posto dell’agenda…), senza aver predisposto per tempo vere alternative.

Lasciando da parte contesti geopolitici internazionali, ipotesi di speculazioni o quant’altro, tornando alle vicende locali, fa perlomeno riflettere anche un altro “piccolo” caso scoppiato poco prima di andare in stampa, ma noto all’Amministrazione da anni. Facendola breve, il Ravenna Basket non giocherà a Ravenna il prossimo campionato nazionale di A2. Il motivo? Il Pala De André costa troppo. Come sempre. Ancor di più in questo periodo di caro energia, ovviamente. Il sindaco aveva promesso di imporre nel nuovo bando di concessione una sorta di clausola salva-basket, per dare modo ai tifosi ravennati di poter seguire la squadra della propria città – insomma – nella propria città. Ma al momento pare si sia scelto piuttosto di aspettare il nuovo palazzetto, quello che avrebbe dovuto essere pronto un anno fa e che invece non è ancora sicuro se lo sarà il prossimo. Nel frattempo, il Ravenna giocherà a Cesena, o Faenza.

Doveva intervenire di tasca propria il Comune – cioè tutti noi – come chiedono i tifosi a gran voce? Difficile dare una risposta secca, ma di certo, anche in questo caso, l’impressione è che la politica sia di nuovo arrivata impreparata di fronte a problemi già noti, senza riuscire a trovare una soluzione immediata.

Forse più che destra e sinistra, flat tax e patrimoniale, in questa campagna elettorale si potrebbe chiedere una cosa sola alla futura classe dirigente: la reattività, quella che si chiede solitamente a chiunque lavori – mi scuserete la sbandata populista – al di fuori, appunto, del mondo della politica…

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