Il Pd è avido e bullizza il Pri, l’Edera subisce per non estinguersi? Seguici su Telegram e resta aggiornato Le certezze cui aggrapparsi nella vita erano poche, ma parevano salde: la morte, mai mischiare creme e frutta nel gelato, il posto da vicesindaco a Ravenna spetta al Pri. Le prime due resistono, la terza va rivista: spetta ai Repubblicani fino a quando non conta niente. La poltrona da numero 2 a Palazzo Merlato è dell’Edera da un ventennio, anche se nessuno se n’era accorto. Perché nonostante i clamorosi numeri del Pri alle Comunali (quel 5,2 percento con 3.250 elettori del 2021, per dire, lo possono spiegare solo gli aruspici che sanno interrogare le viscere degli animali), il Pd ha i numeri per governare quasi da solo e così qualche strapuntino remunerato bastava al Pri per farsi passare ogni velleità di protagonismo sulla scena pubblica. Ora, per un allineamento degli astri che ricorre ogni miliardo di anni, al Pri si prospettava uno scenario che solo nei sogni più proibiti: con Michele De Pascale in uscita anticipata per andare in Regione, c’era un semestre da borgomastro per Eugenio Fusignani per prendere la rincorsa verso le elezioni comunali. Invece il Pd pigliatutto è avido. Rimpastino in giunta il 26 novembre: il ruolo di vicesindaco passa al già assessore Fabio Sbaraglia, giovane piddino ortodosso. Pri bullizzato. Il segretario comunale Pd, Lorenzo Margotti, dice che così «sarà garantita una transizione ordinata fino alle elezioni». Dobbiamo intendere che con Fusignani avremmo rischiato un golpe con un esercito in divisa risorgimentale? Erano già schierati i carriarmati a Castiglione con la foglia dell’Edera sulla fiancata? Non fatevi balenare in testa l’idea che da qui a primavera la giunta sarà chiamata a chissà quali decisioni e allora c’è bisogno che il primo partito conservi le redini. No, ci sarà solo da tracheggiare fino al voto (o forse si tracheggia già da agosto, da quando De Pascale si è messo a fare il candidato a tempo pieno in giro per l’Emilia-Romagna?). Alle Regionali di metà novembre Fusignani è entrato nella top ten delle preferenze nel collegio provinciale con 714 voti (di cui 545 nel capoluogo dove ne prese 657 alle Amministrative del 2021). Non è l’esito delle urne ad aver spaventato il Pd: come scritto più volte da più parti, i dem avevano deciso da mesi che non gli avrebbero lasciato le chiavi di casa. Ma adesso il re è nudo: l’esibizione muscolare del partitone ci conferma quale sia sempre stato il reale peso specifico del Pri in giunta (non che sia molto più alto quello degli altri partitini…). Fusignani sta accettando la figuraccia perché ha già in tasca, in caso di vittoria, un accordo per la poltrona da vice per altri cinque anni, comunque andrà all’interno della coalizione? Il rischio della scomparsa nel nulla, rende digeribile anche l’umiliazione politica? Agli elettori andrà sempre bene? Total0 0 0 0 Forse può interessarti... Che spettacolo la democrazia La stampa, i social, la salute mentale e la forza di una comunità La foto di Ugolini sulla sedia vuota e la voglia di strafare dei politici Seguici su Telegram e resta aggiornato leggi gli altri editoriali