Quel campo allagato della scuola, mentre aspettiamo ancora il Pug

I terreni dell’azienda agricola dell’istituto tecnico di agraria Perdisa di Ravenna sono allagati da ottobre. Si tratta di otto ettari che dovrebbero essere utilizzati come laboratori dai 340 studenti della scuola superiore in via dell’Agricoltura. A sollevare il caso è stato il decano dell’opposizione in consiglio comunale: Alvaro Ancisi – candidato sindaco per la quinta volta in carriera con Lega, Popolo della Famiglia e Lista per Ravenna – ha presentato un question time al sindaco, sottolineando che il Comune è al corrente della situazione, ma non si preoccupa di risolverla e nemmeno ha informato l’opinione pubblica.

A sottolineare la gravità della situazione c’è un aspetto che è una novità assoluta da queste parti: nell’incontro con la stampa, accanto a Ancisi c’era il dirigente scolastico del Perdisa. Mai si era visto un preside a metterci la faccia pubblicamente per lamentare un problema e criticare amministrazioni locali. Il rammarico del professore Gennaro Zinno è quella di non poter dare un’offerta formativa completa agli studenti.

A provocare gli allagamenti, secondo Ancisi, sarebbe il mancato funzionamento della rete scolante perimetrale, non di proprietà dell’azienda agraria, perché, a quanto risulta dai sopralluoghi tecnici commissionati dal Comune e dalla Provincia (quest’ultima competente per le scuole superiori), non esistono più collegamenti con la rete scolante principale, apparentemente a causa di lavori di urbanizzazione su 14 ettari di terreno vergine circostante.

La lottizzazione rientra in un progetto più ampio di cementificazione approvato dalla giunta comunale nel dicembre 2019: in aggiunta al Lidl e al Tigotà già in funzione, sono previsti 552 appartamenti per 930 nuovi abitanti.

Il caso Perdisa, con la sua probabile causa, non può che riportare l’attenzione sul tanto atteso piano urbanistico generale, noto come Pug. È uno strumento di dimensione comunale che non esisteva fino alla legge regionale 24 del 2017, la cornice cui devono adeguarsi tutti gli interventi: dalle strade alla mobilità, dalle scuole alla bonifica, dagli insediamenti residenziali agli spazi commerciali. Il Comune ci lavora da sei anni e ancora non è arrivato alla fine del percorso.

Ma forse sarà ora di mettere un ordine all’espansione del cemento. Del resto anche il presidente dell’Autorità portuale, Daniele Rossi, lo ha detto mentre celebrava i lavori di dragaggio del Candiano: sono stati rimossi 8 milioni di metri cubi di fanghi, sparsi un po’ ovunque fosse possibile, «ma non potremo continuare a cementificare il territorio per sistemare i fanghi dei futuri dragaggi».

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