Un altro anno di ritardi, ma anche di curiose efficienze. Tante questioni aperte e un augurio per il 2025

Torre Hamon Foto Adriano Zanni

Foto di Adriano Zanni

Il 2024 è stato soprattutto un anno di campagna elettorale che ha visto Ravenna perdere il sindaco, volato a guidare la Regione a novembre (dopo le amministrative e le europee di giugno). E di conseguenza, anche il 2025 si apre di nuovo con una campagna elettorale, perché i ravennati saranno chiamati a scegliere il successore di De Pascale, anche se a Natale 2024 siamo ancora in attesa di sapere chi saranno i contendenti o il contendente o la contendente dell’opposizione.

Il 2024 è stato un ennesimo anno di ritardi in tanti cantieri pubblici, ma anche di curiose e bizzarre efficienze, si veda l’abbattimento delle torri Hamon nell’ex area Sarom e tutti i lavori che sta comportando la realizzazione del rigassificatore al largo di Punta Marina, uno degli appuntamenti che ci aspettano nel 2025.

Un anno di stallo su tante questioni aperte, a cominciare da quella annosa delle aste delle spiagge. Un anno che si è aperto con una tragedia, una madre che si lancia con la figlia dal terrazzo, che tutti speravamo portasse anche a una riflessione collettiva sui servizi di salute mentale, sempre più essenziale in una società che anche in provincia mostra sacche di disagio sempre più diffuse.

Nell’ultimo numero del nostro settimanale abbiamo chiuso l’anno parlando di un’emergenza pronta a esplodere, che è quella dell’abitazione. E per queste ultime settimane abbiamo parlato a lungo della ormai certa chiusura dell’ex Farmografica di Cervia.

Il 2024 è stato l’anno del post alluvione 2023, dei ritardi, delle polemiche e di una nuova alluvione, che ha di nuovo mandato sott’acqua territori già allagati e ha travolto la piccola Traversara.

Sono dunque tante le questioni che restano da affrontare per l’anno che verrà e che spesso diventano campi di battaglia e di polemica politica. Di una cosa, forse, possiamo continuare a essere orgogliosi. Il 17 dicembre è arrivata a Ravenna la sedicesima nave di un’Ong che aveva salvato decine di persone, tra cui donne incinte e bambini, in mare. In tutto, da quel primo sbarco del 31 dicembre 2022, sono arrivate quasi 1.700 persone per la scelta di un governo che ha deciso che Ravenna, per quanto lontana da quel Mediterraneo dove avvengono i naufragi, è un porto sicuro. Una scelta che tutti gli operatori volontari e gli avversari politici condannano soprattutto perché costringe le navi a lunghi giorni di navigazione in cui non possono salvare altre vite, ma ciononostante, l’accoglienza che queste persone hanno trovato qui è sempre stata puntuale, efficiente, calorosa, umana. Avevamo chiuso il 2022 augurando buon anno soprattutto a quei sopravvissuti e ai volontari che li salvano e che li accolgono qui. Dopo due anni, non possiamo che ripeterci e augurarci che nel 2025 si possa trovare una soluzione più umana e giusta per chi rischia la vita per raggiungere le nostre coste.

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