Sponsor, servizi, corsi: tutto finto 1.300 fatture false per 23,5 milioni

Associazione per delinquere per la frode fiscale con 170 utilizzatori Foto taroccate di auto e moto per giustificare le pubblicità

A supporto dei contratti di sponsorizzazione a scuderie da corsa c’erano le foto di auto e moto con il marchio dell’azienda. Ma la foto era sempre la stessa e veniva ritoccata al computer applicando di volta in volta il logo necessario in modo da giustificare le fatture di diverse aziende per sponsorizzazioni che non esistevano. Scoperte dalla guardia di finanza di Ravenna circa 1.300 fatture false per un totale di 23,5 milioni di euro. Le prestazioni fatturate erano disparate: sponsorizzazioni sportive falsificate ma anche pubblicità su cartellonistica stradale mai effettuata e falsamente documentata con creazioni virtuali commissionate a tecnici del settore, corsi di aggiornamento e di formazione per le imprese mai avvenuti; ricerche di mercato non effettuate.

Un’indagine durata quasi due anni ha permesso di portare alla luce un’associazione per delinquere finalizzata all’emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti che ha visto coinvolti undici soggetti promotori del sodalizio e 170 utilizzatori, tutti denunciati; un ruolo di non poca importanza è stato svolto anche da alcuni commercialisti.

Tutto è partito da una verifica fiscale svolta nei confronti di un’azienda del lughese: nel passare sotto la lente d’ingrandimento le fatture d’acquisto, sono balzate all’occhio dei finanzieri alcuni documenti relativi a sponsorizzazioni sportive, supportati da strane fotografie di vetture da corsa. A quel punto, su iniziativa delle Fiamme Gialle della Tenenza di Lugo, sono partite le indagini a tappeto. I finanzieri hanno effettuato perquisizioni nelle abitazioni dei gestori di fatto delle ditte emittenti le fatture false, tra Reggio Emilia e Cervia: in un computer, in uso ad uno dei principali responsabili, sono state rinvenute fatture emesse a nome di circa 25 aziende intestate a prestanome, ma gestite, di fatto, dai promotori del sodalizio criminoso. L’indagine è andata avanti attraverso l’esecuzione di 207 acquisizioni documentali effettuate in 12 regioni e indagini bancarie su 32 conti correnti e varie perizie tecniche nonché intercettazioni telefoniche e ambientali.

Al termine delle indagini, sono state effettuate 15 verifiche fiscali nei confronti delle aziende cartiere a Reggio Emilia, Bologna, Forlì e Rimini; saranno effettuate ulteriori verifiche e controlli nei confronti dei soggetti che hanno utilizzato le fatture false – dislocati prevalentemente in Emilia Romagna, Toscana, Lombardia, Marche, Umbria e Veneto – al fine di recuperare a tassazione i costi indebitamente dedotti.

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