«Quando Morricone scelse la mia voce…» La storia del cantante di Ringo

Maurizio Graf ricorda il tempo dello Spaghetti western e la sua collaborazione con il maestro. «A Natale gli ho fatto gli auguri…»

Rivivere le atmosfere dei classici dello “spaghetti western”, immergendosi nei mitici anni sessanta. Con grandi protagonisti un big di ieri e di oggi come Ennio Morricone e un cantante che con lui ha collaborato per un paio d’anni da incorniciare, Maurizio Graf (all’anagrafe Maurizio Attanasio). Tutto questo sarà possibile in una serata speciale, quella di venerdì 26 febbraio (alle 21), organizzata da Arci Ravenna al cinema Gulliver di Alfonsine, intitolata “Maurizio Graf. Io, il cinema e Morricone”. Prima della proiezione del nuovo film di Quentin Tarantino, il western in salsa pulp The Hateful Eight, con la colonna sonora di Morricone – che è valsa al noto compositore italiano la sesta nomination agli Oscar – Graf parlerà con il pubblico e racconterà quel suo periodo d’oro di cinquant’anni fa, in cui indimenticabile resta la sua esecuzione di “Angel Dace” in Una pistola per Ringo di Duccio Tessari. La proiezione del film di Tarantino proseguirà tutte le sere fino a lunedì 29 febbraio.

Graf, tutti saranno curiosi di sapere come ha incontrato Morricone…
«È stato a metà degli anni sessanta, quando ero uno studente universitario. Da Gorizia, mia città natale, mi ero trasferito a Roma (oggi invece Graf vive a Lugo, ndr) e frequentando la spiaggia del Villaggio Tognazzi a Castel Fusano, entrai in contatto con una persona che lo conosceva. Mi fissò un appuntamento con lui, raccomandandomi con un biglietto in cui scrisse semplicemente: “Dicono che canti bene”. La cosa divertì molto Morricone. Io ero alle prime armi, mentre lui non era ancora conosciuto come adesso e il suo Per un pugno di dollari, non aveva ancora avuto un successo planetario».
Come si è sviluppata la vostra collaborazione artistica?
«Sono capitato al momento giusto perché il maestro stava cercando una voce per la colonna sonora di alcuni film con Giuliano Gemma, come Una pistola per Ringo e Il ritorno di Ringo. Sempre nel 1965, ho fatto anche Per qualche dollaro in più e Agente 077 Missione Bloody Mary, mentre l’anno successivo Da uomo a uomo e Il grande silenzio che però non sono usciti nei cinema. In alcuni casi ho anche scritto i testi e ho pubblicato tre dischi».
Com’è Morricone visto da vicino?
«Pur essendo un musicista e quindi un artista, è una persona molto “quadrata”, precisa, puntale e dotata di grande disciplina. Ricordo che si alzava presto, già alle otto di mattina scriveva musica, e gli piaceva giocare a tennis. Di lui ho apprezzato anche l’onestà e la correttezza. Quel periodo trascorse in fretta. Mi spiace di non aver vissuto anche gli anni del suo grande successo. Ma siamo sempre rimasti in contatto. A Natale gli ho fatto gli auguri e sono felice di sapere che si è ripreso e ora sta portando avanti una tournée europea, a 87 anni».
Come ha proseguito la sua carriera, dopo di allora?
«Ho cantato fino ai quarant’anni, collaborando anche alla colonna sonora de I racconti del maresciallo di Mario Soldati, poi ho lavorato nel settore commerciale di varie aziende di abbigliamento. Ora sono un pensionato sempre amante della musica e se capitasse una nuova opportunità non mi tirerei indietro. Nel gennaio 2012 ho avuto l’onore di cantare due pezzi all’Elizabeth Hall di Londra, invitato dalla Spaghetti Western Orchestra, una band australiana ora purtroppo disciolta che girava il mondo eseguendo tutti le colonne sonore di Morricone, rumori compresi. Non potrò mai dimenticare il grande applauso di 2 mila persone!».

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