Vaccini obbligatori per iscriversi ai nidi Pronta la legge: in vigore a settembre?

Presentato il progetto regionale, primo in Italia: riguarda poliomielite, difterite, tetano ed epatite B. Media sotto al 95 percento

Maggiore flessibilità organizzativa dei servizi, un sistema più semplice di accreditamento delle strutture educative, l’obbligatorietà delle vaccinazioni contro poliomielite, difterite, tetano ed epatite B per l’iscrizione. Questi sono i tre assi di intervento del nuovo progetto di legge regionale che riforma il sistema educativo per la fascia di età zero-tre anni in Emilia Romagna. Stamani una conferenza a Bologna per illustrare alla stampa i dettagli del progetto che disegna una legge-cornice per recepire le novità introdotte dalla riforma nazionale (legge 107/2015).

La parte che più ha fatto discutere è quella che riguarda l’obbligo delle vaccinazioni. Sarebbe il primo caso in Italia: la legge dovrebbe essere approvata per settembre ed entrare in vigore già all’inizio del prossimo anno educativo ma dalla Regione fanno sapere che il primo anno sarà una fase di assestamento in cui verrà dato il tempo di adeguarsi. «I bimbi che vivono in comunità dove il tasso di vaccinazione è basso corrono un rischio ancora più elevato di contrarre le malattie, dal momento che vi è una maggiore circolazione dell’agente infettivo – hanno spiegato il presidente regionale Stefano Bonaccini e gli assessori Elisabetta Gualmini e Sergio Venturi –. Alla luce di tutto questo è importante vaccinare per proteggere tutti i bimbi, e a maggior ragione i più deboli (immunodepressi, con gravi patologie croniche, affetti da tumori): per loro l’unica possibilità di frequentare la collettività è che tutti gli altri siano vaccinati, per evitare che le malattie circolino e possano raggiungerli».

La percentuale di vaccinati che garantisce la miglior protezione a tutta la popolazione, secondo le istituzioni sanitarie, deve attestarsi al di sopra del 95 percento.
«In Emilia Romagna – si legge in un comunicato diffuso da Bologna – la copertura per le obbligatorie fino agli inizi degli anni 2000 superava il 98 percento. Fra il 2009 e il 2010 è iniziata una graduale diminuzione, che si è accentuata particolarmente dal 2013 a oggi, passando dal 95,7 del 2013 al 93,4 del 2015, con una perdita di oltre due punti percentuali in soli due anni. In alcune aree della regione poi, in particolare nel riminese, le coperture sono all’87,5 nel 2015». Nell’area ravennate si è passati dal 96,7 del 2011 a scendere fino al 94,3 del 2015 (vedi maggiori dettagli tra gli articoli correlati).

«I vaccini, come ha detto recentemente il presidente dell’Istituto superiore di sanità, sono la tecnologia sanitaria più sicura che l’uomo abbia mai inventato – ha sottolineato Sergio Venturi, assessore regionale alle Politiche per la salute –. Da parte nostra, abbiamo già avuto un incontro con i gestori dei servizi educativi, pubblici e privati: hanno espresso soddisfazione per questo provvedimento, lo considerano una salvaguardia importante per la comunità. La settimana prossima incontriamo i responsabili delle società scientifiche. E’ importante che la copertura vaccinale torni ad essere superiore al 95%, è il segnale che non ci saranno nuovi malati. Sia chiaro, non vogliamo mettere in difficoltà nessuno, né i servizi né tantomeno i genitori: ci sarà tempo tutto l’anno prossimo per adeguarsi. Vogliamo evitare intoppi burocratici, per cui la trasmissione dei documenti che attestano le avvenute vaccinazioni potrà essere gestita direttamente dal Servizio sanitario regionale con i nidi. Sono sicuro che questa sia una battaglia di civiltà e che altre Regioni seguiranno il nostro esempio».

La riforma istituisce anche un sistema di accreditamento per i servizi educativi: chi vorrà ricevere finanziamenti pubblici potrà contare su un percorso più snello, assai diverso da quello vigente nel sistema socio-sanitario. Alle strutture che vogliono accreditarsi sarà infatti richiesto soltanto il progetto pedagogico, la presenza di un coordinatore pedagogico di riferimento e uno strumento di autovalutazione della propria attività.

Il sistema dei servizi educativi per la prima infanzia in Emilia Romagna è rappresentato da nidi d’infanzia che possono accogliere bambini in età 3-36 mesi, sia a tempo pieno che a tempo parziale, organizzati con modalità diversificate in riferimento sia ai tempi di apertura (tempo pieno e part-time) sia alla loro ricettività; dai servizi domiciliari organizzati in piccoli gruppi educativi; da quelli integrativi, come lo Spazio bambini e i Centri per bambini e genitori. Secondo i dati regionali riferiti all’anno educativo 2014-2015 in Emilia Romagna i bambini iscritti nei 1.214 servizi educativi della regione sono 33.140.

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