Parco della Pace «in rovina», l’appello dei Mosaicisti per il recupero e la tutela

L’Aimc scrive al sindaco e mette nero su bianco i progetti da mettere in campo per “il museo all’aperto unico al mondo nel suo genere”

Parco Della Pace RavennaL’ Associazione Internazionale Mosaicisti Contemporanei (Aimc) si fa promotrice della valorizzazione, del recupero e della tutela del Parco della Pace, “museo all’aperto unico al mondo nel suo genere” realizzato negli anni ottanta su proposta della stessa Aimc al Comune di Ravenna.

L’iniziativa trovò il consenso dell’Unesca che finanziò una parte del progetto, mentre la parte restante fu a carico del Comune di Ravenna, che si fece patrocinante del progetto considerandolo di particolare interesse. Al Parco venne destinata un’area attrezzata a verde pubblico tra l’ospedale e lo stadio, con l’intento di avvicinare la periferia al centro storico, attraverso opere d’arte cariche di significato simbolico.  Grazie alla volontà della professoressa Isotta Fiorentini Roncuzzi (fondatrice, nel 1980 assieme a Peter Fischer, dell’Associazione Internazionale Mosaicisti Contemporanei), il Parco della Pace – scrive l’attuale presidente di Aimc, Nikos Tolis – «resta il progetto musivo più importante realizzato a Ravenna nel secondo dopoguerra». Le nove opere musive, otto delle quali realizzate da artisti di tutto il mondo (Claude Rahir, Margarett L. Coupe, Jerry W. Carter, Alexander Kornooukhov, Mimmo Paladino, Josette Deru, Edda Mally, Bruno Saetti) e una disegnata dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna e realizzata dal Centro di Formazione Professionale “Albe Steiner” e dallo studio Akomena, sono oggi, denuncia Aimc, «abbandonate a se stesse e l’opera più imponente versa in grave degrado, è semidistrutta».  Due di esse sono state restaurate nel 2006 dalla Scuola per il Restauro del Mosaico della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Province di Ravenna, Ferrara, Forlì – Cesena, Rimini, sotto la direzione di Cetty Muscolino.

«Come già segnalato all’Amministrazione comunale attuale ma anche a quella precedente – continua la lettera di Aimc –, il Parco della Pace oggi versa in stato di quasi totale rovina, con scritte e cartacce ovunque. Ad esempio, il tappeto di Mimmo Paladino, oltre che violentato dalle scritte, è aggredito dall’erba che cerca di farsi spazio fra gli interstizi, rischiando così di distruggerlo».

L’Associazione chiede quindi al Comune «l’avvio di una programmazione di ripristino, valorizzazione e tutela del Parco della Pace», consigliando i seguenti interventi, per cui si mette «a totale disposizione»:
«il ripristino della segnaletica all’ingresso; un cartello con una breve storia del Parco all’ingresso; una planimetria che indichi il percorso e la collocazione delle opere all’ingresso; un cartello con i nomi degli autori, assieme ad una brevissima nota biografica di ognuno, all’ingresso; didascalia con nome e nazionalità dell’artista vicino ad ogni opera; restauro delle opere danneggiate con pulizia di tutte le scritte; ripristino dell’opera di Claude Rahir nella funzione originale (fontana); restauro del “Grande tappeto” di Mimmo Paladino; custodia durante le ore di apertura (ci sono molti volontari disposti a farlo); potatura delle piante che ricoprono alcune opere, provocando gravi danni alle tessere; posizionamento delle bandiere all’ingresso; inserimento del monumento Parco della Pace nel futuro circuito delle visite del Mosaico Contemporaneo a Ravenna».

Sul tema nei giorni scorsi era intervenuta anche l’associazione Dis-Ordine. «Chi oggi visita il Parco trova un degrado inquietante. L’opera di Rahir – scrive l’associazione – fu bonificata dai tubi di eternit, una ventina di anni fa, ma da allora la fontana non è mai più stata rimessa in funzione, abbandonata nel tempo all’incuria e alla devastazione. Incredibile come non si intervenga per salvare un luogo unico come questo, nonostante l’esistenza a Ravenna delle Scuole di Restauro dell’Università e dell’Accademia con le quali si potrebbero attivare corsi di restauro specifici con borse di studio per i ragazzi. Non si può pensare che siano i monumenti Unesco le uniche cose da salvaguardare».

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