Finalmente al via i lavori di restauro alla biblioteca di storia Oriani

Trecento giorni di lavori previsti per 750mila euro di risorse comunali. La storia di questa eccellenza ravennate

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Biblioteca Oriani di Ravenna

Partirà la prossima settimana l’intervento di restauro da tempo atteso della biblioteca Oriani, finanziato dal Comune con un investimento complessivo di 750mila euro. I lavori, di durata contrattuale di 300 giorni, prevedono: il restauro e, ove necessario, la sostituzione degli infissi ammalorati, con la dotazione di nuovi vetri di sicurezza per tutte le finestre; il restauro dei portoni in legno su via Corrado Ricci e via da Polenta; la sostituzione delle porte interne e l’installazione di porte tagliafuoco dove necessario; la ristrutturazione dei bagni (a eccezione di quello in corrispondenza dell’atrio, realizzato recentemente) e l’adeguamento dell’impianto idrico sanitario; la creazione di un nuovo bagno accessibile anche ai disabili al primo piano; l’eliminazione del dislivello tra il vano scala principale e l’atrio; l’adeguamento del parapetto della scala principale e della scala secondaria; la revisione della copertura, compreso il trattamento delle strutture in legno con prodotti antimuffa e antitarlo; la demolizione dei controsoffitti al secondo piano e il loro rifacimento in cartongesso; alcune opere di consolidamento strutturale a livello dei solai e del sottotetto, nonché il rinforzo di alcune pareti; la modifica di due aperture interne al primo piano; il completamento delle opere relative all’accessibilità della struttura per i diversamente abili, con la costruzione di un ascensore; la realizzazione di un ambiente denominato luogo sicuro statico con caratteristiche tali da garantire la permanenza di persone con ridotte o impedite capacità motorie in attesa di soccorsi in caso di incendio; l’adeguamento e l’implementazione degli impianti elettrici; il rifacimento di alcune porzioni di intonaco; la  tinteggiatura degli spazi.
Salvo imprevisti, durante i lavori i servizi della biblioteca saranno garantiti sempre e comunque.
La biblioteca Oriani è un’eccellenza di Ravenna che ha negli ultimi anni sofferto di carenze di fondi, come ci raccontava il direttore Alessandro Luparini, e che sorge nel cuore della zona dantesca.

Ecco alcune note storiche inviate dal Comune per chi volesse saperne di più. La realizzazione della Biblioteca Oriani – conclusa nel settembre 1936 dopo ripetute modifiche “riduttive” agli originari progetti (1930-32) di Giulio Ulisse Arata – sull’area già occupata dalla cinquecentesca Casa Rizzetti e dai più modesti fabbricati contigui, costituisce l’episodio forse di maggior spicco della complessa vicenda relativa al riassetto della “Zona Dantesca” di Ravenna che prende avvio negli anni Venti con l’edificazione, sempre su disegno di Arata, del nuovo Palazzo della Provincia e con i successivi incarichi, dapprima a Gustavo Giovannoni (1927) e quindi allo stesso Arata (1929) per la sistemazione del comparto urbano che gravita attorno alla chiesa di San Francesco.
Il più antico assetto planimetrico della cosiddetta “Zona Dantesca” è desumibile da un rilievo (1722) del tessuto urbano prospiciente la Piazza avanti la chiesa di S. Francesco dove l’area su cui sorgerà la Biblioteca Oriani figura occupata, verso l’affaccio lungo via Corrado Ricci, da uno stabile dei conti Vizzani e, in corrispondenza dell’attuale giardino, da una superficie scoperta adibita a cimitero del vicino ospedale.
Questa situazione appare notevolmente modificata nel catasto urbano del 1901: l’area cimiteriale è infatti oramai del tutto scomparsa per fare posto all’ulteriore edificazione dell’isolato lungo il perimetro della piazza, mentre lo stabile già dei conti Vizzani risulta ora denominato casa Rizzetti.
Proprio sulla esigenza di conservare o meno questo edificio di origine cinquecentesca che aveva ospitato Lord Byron ed al cui piano terreno aveva sede un caffè molto noto in città si concentreranno in seguito i dissensi di autorevoli esponenti della cultura ravennate nei riguardi del progetto presentato da Arata nel 1932. A seguito di tali perplessità espresse da membri di spicco della cultura ravennate, primo tra tutti Corrado Ricci, con Regio Decreto nel 1932 viene istituita un’apposita Commissione che immediatamente si adopera per ridurre l’estensione dell’intervento adducendo ragioni economiche e produce come effetto la modifica del progetto di Arata prevedendo il restauro anziché la demolizione della casa Rizzetti.
I lavori, documentati da alcune fotografie dell’epoca, vengono portati avanti velocemente e le ali del nuovo portico erette su due lati del perimetro del giardino vengono impreziosite con il riutilizzo di parte dei capitelli e probabilmente delle colonnine provenienti dal chiostro minore di S. Maria in Porto, demolito nel 1885.
A strutture già quasi ultimate, l’improvvisa visita al cantiere di Mussolini, che giudica inadeguato all’importanza della nuova destinazione il ripristino della casa Rizzetti e ingiunge di sospendere i lavori, richiama inaspettatamente in campo l’autore del progetto originario che riceve l’incarico di elaborare le opportune modifiche al corpo di fabbrica prospicente la piazza. Alla ripresa dei lavori le maestranze della Cooperativa Muratori e Cementisti di Ravenna procedono con l’atterramento di casa Rizzetti, della cui demolizione vengono salvati alcuni elementi architettonici, fra i quali le due lesene cinquecentesche con capitelli corinzi che saranno fatte rimontare da Arata ai lati del portale di accesso al nuovo porticato, sul lato prospiciente l’attuale piazza di San Francesco. Il 13 settembre 1936 il ministro Arrigo Solmi inaugura la riordinata “Zona Dantesca” e la nuova biblioteca.
La biblioteca è intitolata ad Alfredo Oriani (1852-1909) allo scopo di perpetuare la memoria dello scrittore faentino e ospita libri di storia contemporanea. Il fondo più importante, oltre al nucleo orianesco, è rappresentato dai circa 20.000 volumi acquisiti fra il 1927 e il 1943, quando alla biblioteca fu assegnato il compito di raccogliere tutta la produzione relativa al regime fascista. Dal 1970 sono aumentati i finanziamenti da parte dello Stato, permettendo così l’incremento dei volumi annualmente acquistati e degli spazi dedicati alla lettura e alla consultazione.

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