Acqua da 42 metri di profondità: le terme al mare con i minerali della collina

Il centro benessere sul litorale ravennate ha tre pozzi che pescano da una sacca di argilla che protegge l’oro blu dalle ingressioni marine a una temperatura di 17 gradi. Ogni stagione 35mila presenze, fatturato annuo da 4,2 milioni. Nel 2009 l’apertura del resort in spiaggia che fa novemila pernottamenti all’anno

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La terrazza sulla spiaggia del Terme Beach Resort di Punta Marina

Forse non tutti sanno che a Punta Marina le Terme esistono davvero. Nel senso che non sono solo nel cartello della località e nel nome del celebre stabilimento vicino al Bbk. Ma esiste l’acqua di Punta Marina, che non è quella del mare, bensì quella in arrivo dalle colline, pescata con tre pozzi a ridosso delle Terme a 42 metri di profondità da una sorta di sacca d’argilla che la custodisce, al riparo dalle ingressioni marine. Si tratta di acqua salsobromoiodica calcica magnesiaca – indicata in particolare per l’apparato muscolo-scheletrico e quello respiratorio – pescata a 17 gradi e poi riscaldata a 33 gradi nelle piscine che tanti ravennati frequentano o hanno frequentato almeno una volta (per arrivare poi a 37 gradi nelle vasche più piccole).

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Andrea Accardi, direttore del settore hospitality delle Terme di Punta Marina

A parlarcene è Andrea Accardi, direttore del settore hospitality, da otto anni allo stabilimento di Punta Marina, località che ha una vocazione termale fin dal 1963, nonostante non fosse ancora stata scoperta l’acqua vera e propria utilizzata tuttora, nota ai tempi soprattutto come stazione per la semplice talassoterapia.

Le terme come sono conosciute oggi sono frutto di due grandi interventi di riqualificazione, il primo nel 1994 e l’ultimo nel 2008, che ha portato l’anno seguente all’inaugurazione dell’albergo annesso, il Terme Beach Resort, il tutto di proprietà da decenni di una stessa società, la Terme di Punta Marina srl.

La parte prettamente termale (con un fatturato annuo da 4,2 milioni di euro e circa 80 persone che ci lavorano a regime) può contare su ambulatori per la fisioterapia e per le cure inalatorie, due piscine e la Spa, a cui si aggiungono la parte “hospitality” con ristorante, stabilimento balneare e l’albergo. «Abbiamo 29 camere a servizio delle terme – spiega Accardi –, nel senso che tutti quelli che alloggiano qui usufruiscono di qualche servizio dello stabilimento». Con alcuni valori aggiunti. «Si tratta di una struttura costruita tutta in legno e con camere in grado di dare qualcosa in più, come quelle che si affacciano direttamente sulla spiaggia, che sono le più ricercate. Altre si affacciano invece nel giardino interno, con tanto di palme, mentre al primo piano ci sono camere family che possono ospitare fino a quattro adulti. Senza dimenticare la grande terrazza panoramica a disposizione dei clienti…».

Punta3In media l’hotel registra circa 9mila pernottamenti all’anno, che coinvolgono solo una piccola parte delle 35mila presenze annue registrate invece per le cure termali, il cui mercato principale è quello locale, entro i 40-50 chilometri, di cosiddetti “pendolari”. L’albergo delle terme di Punta Marina riesce però anche a intercettare ospiti del cosiddetto turismo del benessere. «Non sono più gli anni sessanta, anche le stazioni termali più rinomate soffrono – commenta Accardi – e le famiglie che vengono al mare per 15 giorni sono una piccolissima percentuale. La maggior parte in estate resta tra i 3 e i 7 giorni e si intercetta con diverse modalità, dalla promozione a un lavoro mirato con i gruppi che necessitano di cure termali e, in periodi di bassa stagione, verso un target di “singoli” che cercano spa e piscine calde. In generale – commenta Accardi, che elogia comunque il lavoro dell’assessorato regionale al Turismo – tutto il territorio deve cercare di promuoversi su più livelli, perché abbiamo diverse leve da poter muovere. Di certo, sembra una banalità, ma più che il territorio sempre più a fare la differenza sono le strutture: vince chi riesce a offrire servizi e strutture di alto livello a prezzi leggermente più bassi dei concorrenti e non invece chi offre i prezzi più bassi, ma con strutture di altrettanto basso livello…».

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