Disabile attende 9 mesi per una visita, l’Ausl si scusa: «Ma non era una emergenza»

L’azienda sanitaria pubblica risponde alla lettera aperta di una madre che aveva raccontato l’odissea vissuta con la figlia per avviare un percorso di inserimento lavorativo

ospedale, ausl genericaL’Ausl Romagna risponde a Maura Masotti, la madre che con una lettera aperta alla stampa locale aveva raccontato l’odissea vissuta con la figlia disabile: nove mesi di attesa per una visita necessaria per intraprendere un percorso di inserimento lavorativo. L’azienda sanitaria si scusa per le difficoltà, dovute alla fase di sperimentazione della riorganizzazione ma ricorda che non erano una prestazione in emergenza-urgenza. Ecco il testo della risposta Ausl:

In merito alla lettera aperta a firma Maura Masotti, relativa ai tempi per le pratiche valutative funzionali ad un inserimento lavorativo, l’Azienda Usl intende in primo luogo scusarsi per le difficoltà relative all’accesso ai servizi e assicura che è già in atto il massimo impegno per migliorare la situazione.

Nello specifico, rispetto ai tempi di attesa della presa in carico della utente presso il Programma Disabilità Intellettiva e Autismo Adulti di Ravenna, collocato all’interno dell’Unità Operativa “Riabilitazione Psichiatrica”, va evidenziato che per la corretta formulazione di un Progetto di Vita Individuale e Integrato, è indispensabile una conoscenza del funzionamento adattivo personale, relazionale e sociale dell’utente, che si ottiene con percorsi valutativi scientifici che necessitano di tempi congrui, non trattandosi peraltro d’interventi in emergenza urgenza. Tale spiegazione non vuol certo rappresentare una giustificazione: la considerazione verso tali problematiche ha anzi portato, per questo tipo di pazienti e le loro famiglie, alla formulazione di un Programma Aziendale  specifico con professionisti competenti e formati. La conseguente riorganizzazione, con la costituzione di equipe multidisciplinari finalizzate alla lettura dei bisogni multidimensionali delle persone con disabilità, ha purtroppo in alcuni casi espresso qualche criticità organizzativa nel periodo di sperimentazione.

Si assicura comunque il massimo impegno, da parte dei servizi, nell’ottica della risoluzione di tali problematiche sia relativamente alla paziente specifica – per la quale, terminata la fase di studio e conoscenza, sarà condiviso un Progetto di Vita che possa massimizzarne le competenze – sia per tutti gli utenti che afferiscono al Programma.

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