A Cotignola per la prima volta in Italia si opera il cuore con un device innovativo

Si tratta del Triclip, utilizzato al Maria Cecilia Hospital. «Abbiamo in programma di trattare un paziente a settimana»

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Giannini e Colombo al lavoro

L’insufficienza tricuspidale è una patologia caratterizzata da un malfunzionamento dell’omonima valvola cardiaca. Tale condizione è associata ad una scarsa qualità di vita e a un quadro clinico complesso. A Maria Cecilia Hospital di Cotignola, ospedale di Alta Specialità accreditato con il SSN, si opera la tricuspide, per la prima volta in Italia, utilizzando l’innovativa Triclip, una clip che, posizionata in maniera mininvasiva da una vena della gamba, ripara i lembi della valvola. Tale procedura ripristina la normale chiusura della valvola ad ogni battito del cuore, in modo tale da ridurre il grado di insufficienza con notevole beneficio per la salute del paziente.

A condurre il primo intervento il professor Antonio Colombo, coordinatore di Emodinamica e Cardiologia Interventistica di GVM Care & Research – gruppo ospedaliero di cui fa parte Maria Cecilia Hospital – che aveva maturato insieme alla sua équipe una notevole esperienza già durante la fase del trial clinico del device al fine di raccogliere dati sull’efficacia e la sicurezza del nuovo dispositivo e della procedura ad esso legata con l’obiettivo di renderla una pratica diffusa in Europa.

«Il paziente, un uomo di 78 anni, era affetto da una severa insufficienza della valvola tricuspide peggiorata anche a causa della presenza di un cavo del pacemaker, impiantato da anni, che interferiva con il normale funzionamento della valvola – spiega Colombo -. L’intervento chirurgico a cuore aperto risultava ad alto rischio e non era stato preso in considerazione per il fatto che il paziente soffriva di BPCO (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva) di grado severo, una patologia polmonare che aumenta il rischio operatorio».

«Abbiamo avuto la possibilità di essere la prima struttura in Italia ad utilizzare la Triclip, – commenta il dottor Francesco Giannini, coordinatore dell’Unità Operativa di Emodinamica e Cardiologia Interventistica Endovascolare presso Maria Cecilia Hospital – e l’intervento rispondeva alle esigenze di mininvasività necessarie per il tipo di paziente. L’impianto di Triclip non comporta infatti nessun taglio chirurgico, si interviene attraverso la vena femorale grazie ad una piccola incisione, e richiede una anestesia generale solo per tollerare l’ecografia transesofagea, necessaria per visualizzare il cuore e guidare il corretto impianto della clip».

L’intervento, durato un’ora e mezza in totale, ha permesso di ridurre l’insufficienza tricuspidale da un grado severo a un grado lieve, con un risultato considerato più che soddisfacente dall’équipe medica. Dopo una degenza post operatoria di due giorni, il paziente è stato dimesso e ha potuto riprendere la sua quotidianità.

«A Maria Cecilia Hospital abbiamo in programma di trattare un paziente ogni settimana – spiega ancora Colombo –, la procedura funziona e i rischi operatori per il paziente sono davvero bassi. Il rischio maggiore sta nel non ottenere un risultato ottimale e, infatti, non tutti i pazienti possono essere dei candidati idonei: il ventricolo destro deve essere ancora in discrete condizioni; inoltre l’insufficienza della valvola tricuspidale è spesso il risultato di altre patologie che devono essere state corrette in precedenza o correggibili».

A Maria Cecilia Hospital vengono eseguiti ogni anno oltre 900 interventi sulle valvole cardiache e altri interventi maggiori cardiotoracici, e di questi sono quasi 50 i pazienti trattati per patologie cardiache congenite valvolari.

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