Niente più volontari e il Museo Nazionale resta chiuso per “carenza di personale”

Con il Covid non è possibile contare sugli addetti dell’Auser e il sito ravennate è costretto a osservare orari ridotti

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Alberto Angela al museo Nazionale di Ravenna nel 2019

È stato l’ultimo a riaprire dopo il lockdown tra i monumenti e i siti di interesse turistico di Ravenna, lo scorso 3 luglio.

Ma il Museo Nazionale – biglietto da visita per molti visitatori della città, affacciato sul centralissimo parcheggio Giustiniano e adiacente alla basilica di San Vitale – nonostante il ritorno alla normalità per praticamente tutto il resto dell’offerta culturale ravennate, continua a restare aperto solo due giorni alla settimana. Il martedì e il venerdì dalle 8.30 alle 19.30 (oltre alla prima domenica del mese).

Le porte del museo, invece, restano chiuse gli altri cinque giorni della settimana, lasciando ravennati e turisti perplessi all’esterno.

La motivazione è spiegata in poche righe dalla Direzione Musei Emilia-Romagna (che si occupa della gestione del Nazionale, di “proprietà” statale) in un commento su Facebook di risposta a una richiesta di un visitatore: «Carenza di personale».

Chiediamo quindi lumi direttamente al museo, che ci conferma la motivazione “social”. E cosa è cambiato rispetto all’epoca pre Covid? Semplice, per motivi di sicurezza sanitaria, non possono più prestare servizio i volontari dell’Auser. Il Museo Nazionale di Ravenna, praticamente, poteva restare quindi regolarmente aperto grazie ai volontari.

A breve, ci dicono dal Nazionale, è comunque in programma una riunione per cercare di risolvere la questione con la speranza di poter tornare agli orari pre Covid.

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