Fotografie, agricoltura, ispezioni, rilievi: i droni alla conquista del mercato

Crescono i settori di impiego per gli aeromobili guidati da remoto. Fatturato da due milioni di euro per la società Italdron di Ravenna che li produce e addestra piloti in tutta Italia: «Le capacità dell’uomo fanno la differenza». Per l’uso come hobby bastano immatricolazione, un quiz online e un’assicurazione

IMG 1655La differenza alla fine, per dirla in modo gergale, la fa “il manico”. Anche nel mondo dei droni resta valido un principio consolidato in tanti altri settori dove sembra che la macchina possa sostituire l’uomo: il pilota è il fattore determinante per il risultato finale. Di questo è convinto Tommaso Solfrini, uno dei soci di Italdron, un’azienda nata a Ravenna nel 2012 e oggi una realtà consolidata con una ventina di sedi in Italia e un fatturato annuo attorno ai due milioni di euro. La società, che ha sede nella torre accanto al cavalcaferroiva di via Faentina alle porte della città, progetta e costruisce droni, fornisce piloti e istruisce aspiranti tali.

«Il ricorso ai droni per scopi professionali ha visto i primi impieghi nel mondo della riprese video e della fotografia – spiega Solfrini –. Oggi è quasi nel pacchetto base di molti servizi di produzione: la “dronata” prima o poi salta fuori». Ma gli spazi per l’uso di questi apparecchi sono in espansione: «Il mercato è tutt’altro che saturo, aumentano in continuazione le possibilità Per un motivo semplice: in molti casi l’alternativa al drone, cioè il metodo usato finora, non è competitivo per costi e qualità».

DronGli esempi si sprecano: «Pensiamo alle attività di ispezione di edifici, infrastrutture, ponti. Se non va il drone occorre montare un impalcatura e in certi punti occorre spegnere il funzionamento perché altrimenti l’uomo non può avvicinarsi. Pensiamo a un traliccio dell’alta tensione». E poi c’è l’attività di rilievo con la digitalizzazione delle immagini per elaborare modelli di vaste aree ad esempio per la prevenzione dei rischi idrogeologici. Altrettanto richiesti i droni in agricoltura. Con due impieghi: «Si possono utilizzare telecamere speciali capaci di misurare la risposta delle foglie al sole per ricavare un dato sul vigore della pianta e quindi sulla qualità del prodotto, il cosiddetto precision farming. Ma si possono anche usare per certi trattamenti specialistici come il rilascio di insetti utili per contrastare infestazioni nocive. E se il trattamento va fatto subito dopo una pioggia, non si può ricorrere al trattore per il terreno inzuppato».

In tutti i casi conta la capacità del pilota: «Vicino a un traliccio ci sono interferenze elettromagnetiche, in passaggi stretti tra palazzi manca il segnale Gps, in campo aperto c’è vento: sono tutte variabili che possono causare la perdita di controllo e magari un danno, economico se si colpisce qualche immobile ma anche di immagine se si sta lavorando per un cliente». Insomma campare facendo il pilota di drone sembra essere una possibilità percorribile: «Il mercato è in espansione. Può diventare un’abilità in più che vari professionisti possono aggiungere al curriculum: dal geometra all’architetto, dall’agronomo all’ingegnere».

SociA quando il delivery della pizza con un atterraggio sul davanzale? Solfrini ride: «Nonostante ogni tanto esca qualche notizia un po’ fantasiosa, non esiste ancora nulla del genere. Si stanno facendo delle sperimentazioni controllate a cui partecipiamo anche noi. Guidare un drone a 120 km orari fino a distanze di diversi km, quindi solo con il supporto video, richiede abilità molto alte. Al momento però l’impiego può essere preso in considerazione solo per valori elevatissimi: farmaci salvavita, organi espiantati. Non pensiamo alle consegne di Amazon…».

Droni non professionali si trovano in vendita nei più comuni negozi di elettronica e tecnologia a cifre accessibili. I più economici viaggiano attorno al centinaio di euro ma si tratta di poco più che giocattoli con capacità ridotte e autonomie di pochi minuti. Attorno a 500 euro si acquistano modelli dotati di buone funzioni e in grado di stare in volo fra 20-30 minuti (in quanto alla durata oggi i tempi massimi si aggirano sui 60 minuti). Per un termine di paragone, si può dire che Italdron che produce droni professionali, dotati di apparecchiature più sofisticate, propone un pacchetto di circa 1.300 euro che comprende il velivolo e la formazione.

Il settore dei droni, più tecnicamente detti Sapr (sistemi aeromobili a pilotaggio remoto), ha visto l’introduzione di un nuovo quadro di regole dall’1 gennaio scorso per uniformare lo scenario a livello europeo. Tutti i velivoli vanno immatricolati sul sito D-flight perché siano tracciabili. Il loro peso è una discriminante. Se inferiore a 250 grammi (di fatto si tratta di giocattoli) non servono licenze. Se superiore serve almeno una licenza che costa circa 30 euro e si ottiene con un esame online incentrato sulle conoscenze teoriche, ma per i pesi più elevati e utilizzi in scenari di alto rischio occorrono abilitazioni professionali rilasciate con prove pratiche di volo.

DSC00937È importante ricordare che anche chi non ha bisogno di licenze, può comunque incorrere in sanzioni in caso di violazioni: insomma le norme vanno conosciute. Un po’ come andare in bicicletta: non serve la patente ma se si entra in autostrada non si evitano multe salate. Non a caso è richiesta per i droni la sottoscrizione di una polizza assicurativa Rc con un massimale minimo di 800mila euro. La questione più delicata è la zona di volo. Non ovunque si può decollare: ad esempio per Ravenna sono aree sensibili il petrolchimico e il carcere. Ecco perché l’utilizzo in città richiede autorizzazioni particolari dalle autorità. Altrettanto importante è su cosa si sorvola: la presenza di persone è un elemento che determina se è possibile o meno.

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