L’istruttore di guida: «La patente non è più il sogno dei 18enni»

L’esperienza di Aura, 15 scuole in Romagna: «Servono circa mille euro per partecipare ai corsi; più bocciati su strada che in teoria». In provincia 270mila patenti attive

Scuola Guida

«Non c’è più la smania di prendere la patente dell’auto appena maggiorenni, l’età media dei neopatentati è salita attorno a 22 anni e mezzo. Soprattutto in città i giovani non la vedono come una tappa fondamentale, in campagna invece è ancora un traguardo importante». Nel suo ruolo di presidente di Aura, società che da 25 anni riunisce quindici scuole guida fra Ravenna, Cervia e Cesena, Yuri Gentilini vede come cambia il rapporto delle giovani generazioni con la guida.

Gentilini, quindi non c’è più la corsa per avere la patente il giorno dopo il 18esimo compleanno…
«Spesso sono addirittura i genitori a spingere i ragazzi. E vale anche per le moto. La patente non è più un momento di emancipazione e di autonomia, forse queste necessità vengono soddisfatte in altre cose».

Tra gli under 20 che prendono la patente per auto, com’è il rapporto di genere?
«Ormai la differenza si è annullata rispetto al passato, l’approccio fra maschi e femmine alla scuola guida è il medesimo».

Nel tempo sono cambiate le capacità e le abilità di chi si avvicina a una scuola guida per la prima volta?
«Sì, molto. Quasi nessuno guida più il ciclomotore, quindi chi arriva alla guida non è mai stato sulla strada come conducente, e inoltre mancano anche alcuni concetti base di meccanica. I ragazzi hanno meno manualità e coordinazione. Notiamo che chi ha fatto uno sport è più facilitato nella coordinazione dei movimenti».

La percentuale di bocciature è più alta alla pratica o alla teoria? Queste percentuali sono cambiate o stanno cambiando rispetto al passato?
«Sicuramente più alta alla pratica. Nella teoria c’è una differenza fra chi dà l’esame da privatista con percentuali di bocciatura fino al 70 percento, mentre per chi frequenta la scuola guida, almeno da noi, le bocciature alla teoria arrivano al massimo al 15 percento. Per la pratica, la percentuale si unifica: lo scorso anno da noi è stata circa tre su dieci».

Nei test di teoria e nelle prove su strada quali argomenti o manovre sono più complesse per gli aspiranti patentati?
«Gli argomenti più ostici sono soprattutto quelli legate al motore. Nella pratica, il problema è soprattutto lo stress da esame. Nell’esame di teoria questo problema è relativo: si è in tanti davanti a un computer, come a scuola, quindi i ragazzi sono abituati. Nell’esame di pratica, forse è la prima volta in cui ci si trova da soli con un esaminatore che sta alle spalle, e la tensione incide molto».

Quanto è ancora aggiornato e “bravo” un guidatore che si presenta per il recupero dei punti?
«È gente che si presenta pensando di conoscere bene le regole, poi scopre che molte cose sono cambiate. Ad esempio l’approccio alle rotonde, che una volta erano poche. Ma sono cambiati i veicoli, nonché varie regole del codice della strada. Quindi molti apprezzano questa forma di aggiornamento e addirittura, a volte, quando facciamo i rinnovi, c’è chi chiede anche di fare un po’ di formazione, oltre alla visita medica di legge. Ci sarebbe lo spazio per un piccolo corso di aggiornamento quando si rifà la patente».

Quanto costa prendere la patente per auto? Nel migliore degli scenari, qual è il tempo minimo per farcela?
«La patente non ha un costo al chilo. Ci sono prezzi base, tipo mille euro, ma poi incidono molto le lezioni di guida, che dipendono dalla capacità di apprendimento. Il tempo minimo è di circa tre mesi. L’esame da privatista è possibile ma solo per quanto riguarda la teoria».

Il numero di autoscuole presenti sul territorio ravennate è sufficiente per soddisfare le domande di patenti con tempi accettabili?
«I tempi non dipendono dalle autoscuole, ma dalla motorizzazione. I tempi di attesa riguardano la possibilità della motorizzazione di dare risposte alle richieste di esami. A Ravenna, negli ultimi mesi, sono stati assorbiti tutti i ritardi e la situazione si è rimessa in pari. In provincia ci sono 34 autoscuole, cioè una ogni diecimila abitanti: una media più alta rispetto a quella nazionale, che è di una ogni 13mila».

Come si avvia una scuola guida? Le licenze sono libere?
«L’attività di scuola guida è regolamentata da una serie di norme, fra cui il Codice della Strada e il Decreto Ministeriale 317/95; ed è costituita da una serie di abilità professionali che non sono solo quelle dell’insegnante e dell’istruttore. Avere una scuola guida richiede anche una grande esperienza dal punto di vista gesti nale e amministrativo, e personale specializzato nei diversi ambiti».

Come si diventa istruttori di scuola guida? C’è carenza di personale?
«Bisogna aver conseguito tutte le patenti e aver seguito un corso di formazione, noi ne stiamo attivando una serie specifica a novembre. A livello nazionale c’è carenza di istruttori, così come di autisti; a livello locale, in verità, aver fatto molta formazione al nostro interno ci permette oggi di avere un personale adeguato, a livello sia qualitativo che quantitativo».

Al volante: in provincia, su 390mila residenti, 270mila patenti attive e 380mila veicoli

La provincia di Ravenna conta circa 390mila residenti e a luglio scorso risultavano circa 270mila patenti attive (dato elaborato dall’Osservatorio regionale per l’educazione stradale): 252mila erano di categoria B e 10mila di categoria C. Un patentato su quattro ha più di 65 anni, uno su nove ha meno di 30 anni. È significativo notare che il parco mezzi circolante, tra auto e moto, contava 380mila veicoli.

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