La ricetta della nuova gestione del Pineta a Milano Marittima, per il rilancio del locale, pesca dagli ingredienti dei tempi d’oro: rigida selezione all’ingresso per rimbalzare chi non è ritenuto abbastanza elegante e ospitate con vip che oggi si chiamano influencer anziché calciatori. Lo spiega il 26enne Mattia Rizzo, appena diventato direttore artistico del club in viale Romagna: «Non c’è una regola fissa per l’abbigliamento, ma rimbalziamo davvero tante persone. E oggi con i social crediamo che funzioni ancora di più la promozione tramite gli ospiti che si divertono nel locale. Infatti stiamo lavorando per invitare nomi importanti».
La nuova gestione, arrivata dopo vicende giudiziarie di diversi mesi, ha esordito con il party del 2 giugno e fa capo a un’impresa denominata Manta. La società è il punto di incontro fra due gruppi imprenditoriali: da una parte quello che vanta una ventennale esperienza al Just Cavalli di Milano, ora ribattezzato Just Me, e dall’altra quello che attualmente gestisce il ristorante Oceano e il bagno Mambo Beach a Milano Marittima. Alla guida del Mambo, da tre anni, c’è lo stesso Rizzo che cominciò a lavorare nel mondo dei locali notturni facendo il pr alle Indie quando aveva 15 anni.
Rizzo, a che target di clientela si rivolge il nuovo Pineta e come sta andando?
«Finora siamo soddisfatti, anche oltre le aspettative. La storicità del locale non si discute e il nome continua ad avere il suo fascino. E poi forse ci sono anche i risultati delle nostre capacità. Il venerdì sera facciamo una serata per over 20 con music hip-hop e il sabato over 30 con musica house».
Quante persone servono per far funzionare la macchina Pineta?
«Ogni serata un centinaio di persone, contando dalla gestione fino ai buttafuori».
Quali piani avete per il futuro?
«Vogliamo un Pineta super sano e genuino, per dimenticare la cattiva fama della passata gestione. Per funzionare bene bisogna riuscire a capire le mode giuste magari un attimo prima degli altri».
Un tempo era il Pineta che dettava le mode…
«È stato così, adesso non siamo in quelle condizioni dopo il declino degli ultimi anni. Non basta schioccare le dita per riportare il Pineta all’apice, ma l’obiettivo è tornare a quei livelli».
Avete preso in mano il locale dopo un periodo di chiusura. È stato necessario intervenire con un ripristino?
«Abbiamo trovato un locale in cattive condizioni, per aprire prima possibile abbiamo avuto solo due settimane di tempo e abbiamo fatto il minimo indispensabile. Ma nei nostri piani c’è anche una riqualificazione più profonda».
Finora che investimento avete sostenuto?
«Preferisco non parlare di cifre».
Il settore delle discoteche è in crisi. Chi è la vostra concorrenza?
«È cambiato il divertimento. Il Covid ha fatto esplodere il fenomeno delle cene spettacolo con musica e intrattenimento. Per molti giovani è stata una novità che non avevano mai visto in passato ed è piaciuta».
Il Pineta ha contribuito anche a fare l’immagine di Milano Marittima. La località ora può dare una mano al locale?
«Il pubblico di Milano Marittima si è ringiovanito tantissimo e alcune vicende hanno rovinato l’immagine. Il nostro obiettivo è quello di riportare una certa clientela nel corso del paese e magari con la nostra politica attenta alla selezione possiamo anche rendere la località meno attraente per qualcuno che danneggia l’immagine».