“Campioni”, amarcord Missiroli: «In tv con Ilaria D’Amico, sul campo con Shevchenko»

Quindici anni fa le telecamere di Mediaset tra i dilettanti del calcio per un reality. Il 38enne era l’unico cervese in squadra, oggi è architetto: «Lo rifarei tutta la vita. Il programma è il motivo per cui tanti ricordano la località»

Mattia Missiroli in versione cantante durante l’anno di Campioni

«Non ho dubbi che “Campioni” sia il motivo per cui molti in Italia hanno conosciuto il nome di Cervia e ancora lo ricordano dopo quindici anni». Mattia Missiroli aveva la maglia numero 6 della squadra gialloblù protagonista del primo reality nel mondo del calcio. Le telecamere di Mediaset arrivarono allo stadio Todoli di Milano Marittima nel 2004 in Eccellenza e se ne andarono nel 2006 in Serie D. Missiroli, difensore dai piedi non troppo educati ma con tanto cuore, era l’unico cervese del gruppo. Rimase solo il primo anno: «Lo rifarei tutta la vita. Me la sono proprio goduta. In un anno abbiamo vissuto le cose che andrebbero vissute in una vita intera».

Dopo un inizio stentato il programma decollò e divenne quasi un fenomeno di costume per un paio di anni. La squadra giocava la domenica mattina per esigenze di diretta televisiva e portava due-tremila persone negli stadi, roba mai vista in Eccellenza. Ragazzine urlanti con striscioni. La formazione titolare veniva annunciata da Ciccio Graziani il sabato pomeriggio su Italia Uno con uno show dagli studi tv di Mirabilandia condotto da Ilaria D’Amico. Sì, quella Ilaria D’Amico ora volto di punta del calcio su Sky e compagna di Gianluigi Buffon.

Il Cervia militava in Eccellenza ma viveva a livelli quasi da grande club nazionale. Ogni mercoledì, ad esempio, la squadra si spostava nei ritiri delle squadre di serie A per un’amichevole: «Contro il Milan ho marcato due volte Shevchenko che era Pallone d’Oro e io non sapevo giocare, rendiamoci conto a cosa eravamo arrivati», scherza ancora Missiroli.

Mattia Missiroli con la maglia del Cervia dopo l’esperienza reality

A creare seguito – ma anche a far storcere il naso a qualcuno – c’era tutto il contorno. La giornata dei calciatori era programmata dagli autori dall’inizio alla fine per avere materiale da filmare e mandare in onda: «Dal corso di inglese alla serata organizzata a cena con ragazze bellissime e mai viste prima. Ci davano una Seat fornita dalla produzione, andavamo a mangiare da qualche parte o anche solo a fare shopping e le telecamere ci seguivano». Poi c’erano le serate in discoteca con le ospitate dei giocatori. Tutto questo per un contratto che non superava i mille euro al mese.

Ma quanto ha cambiato le vite dei protagonisti? «Per un po’ abbiamo continuato a fare serate in discoteca. Per sei-sette anni dopo quell’esperienza la gente mi riconosceva per strada, ed era piuttosto assurdo. A Praga un italiano mi fermò e mi disse “Te sei Missiroli del Cervia”. Ma a parte questa notorietà non è successo granché». Il gruppo era stato composto unendo chi aveva più doti da calciatore con chi aveva più doti da spettacolo: «Ma in nessuno dei due casi c’erano dei fenomeni. Chi ha giocato non è arrivato a gran livelli e chi ha fatto tv al massimo è diventato postino dalla De Filippi, tronista a Uomini e Donne o aiuto regista di Cenci».

A Missiroli – che poi tornò a giocare con il Cervia in D quando le telecamere si spensero – gli autori avevano appiccicato l’etichetta di calciatore-poeta: «È nato tutto nel provino. Ho detto che strimpellavo la chitarra e mi piacevano tutti quei cantautori un po’ pesanti, quei pipponi tipo Guccini e De Andrè che ascoltava anche uno della produzione e da lì è nato tutto un discorso. Poi non è che ci dicessero cosa fare davanti alle telecamere, però sapevano come farci arrivare a quello che era utile per il programma». Il 38enne non digeriva le recite di qualche compagno: «Una volta ho spaccato un armadietto perché vedevo gente che faceva la recita solo davanti alle telecamere e poi tornava “normale”».

Missiroli non nasconde che quella notorietà contribuì al risultato elettorale di 3.013 voti raccolti alle elezioni provinciali del 2006 dove si candidò con il Pd: «Sono stato anche segretario comunale a Cervia per un periodo ma quella è un’esperienza chiusa». Oggi l’ex gialloblù è un architetto con un suo studio, ha aperto il labirinto Dedalo a Cervia ed è vicepresidente del Centro ricerche marine di Cesenatico.

Con i compagni di spogliatoio, almeno con alcuni, il legame è ancora vivo: «Una ventina di quelli di quell’anno siamo in una chat di Whatsapp. Ci passa un po’ di tutto, dalle battute sul calcio ad altro, come qualunque chat tra compagni di squadra. Ogni tanto poi con qualcuno capita di incontrarci». E magari c’è spazio per ricordare gli aneddoti: «Come quelle volte che il direttore sportivo Magrini si nascondeva tra le siepi davanti alla residenza per controllare a che ora tornavano alcuni che erano andati a ballare…».

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