«Solo con la laicità si può vivere in pace»

Mentre dalle nostre parti c’è la Lega Nord che sta strumentalizzando la strage parigina arrivando a chiedere a tutte le scuole di attaccare le vignette (naturalmente solo quelle anti-Islam) di Charlie Hebdo in segno di solidarietà, mi pare giusto zittirmi e limitarmi a pubblicare uno stralcio dell’editoriale, tradotto in italiano, del nuovo direttore del settimanale satirico parigino.

[…] Riusciremo finalmente a far sparire dal lessico politico e intellettuale quel brutto epiteto di “laicista integralista”? La finiremo una buona volta di inventare dotte circonlocuzioni semantiche per definire allo stesso modo gli assassini e le loro vittime? In questi anni ci siamo sentiti un po’ soli nel tentativo di respingere a colpi di matita gli insulti e le sottigliezze pseudo-intellettuali scagliate contro di noi e contro i nostri amici che difendevano la laicità: islamofobi, cristianofobi, provocatori, irresponsabili, attizzatori di fiamme, ve-la-siete-cercata… Sì, condanniamo il terrorismo, ma. Sì, minacciare di morte dei vignettisti non va bene, ma. Sì, dare fuoco a un giornale è brutto, ma. Ne abbiamo sentite di tutti i colori. Spesso abbiamo cercato di riderci su,visto che è la cosa che ci riesce meglio. Adesso però ci piacerebbe molto ridere di altro […] Speriamo che, a partire da questo 7 gennaio 2015, la difesa ferma della laicità sia un dato acquisito per tutti, che si smetterà finalmente di legittimare o anche solo di tollerare – per atteggiamento politico, per calcolo elettoralistico o per vigliaccheria – il comunitarismo e il relativismo culturale che aprono la strada a una cosa sola: il totalitarismo religioso. […] È un’ironia, ma questa laicità punto e basta è la sola che consenta ai credenti e agli altri di vivere in pace. Tutti coloro che pretendono di difendere i musulmani accettando il discorso totalitario religioso in realtà difendono i loro stessi carnefici. Le prime vittime del fascismo islamico sono i musulmani. I milioni di persone anonime, tutte le istituzioni, tutti i capi di Stato e di governo, tutte le personalità politiche, intellettuali e mediatiche, tutti i dignitari religiosi che questa settimana hanno proclamato: “Io sono Charlie”, devono sapere che ciò significa anche: “Io sono la laicità”. Siamo convinti che per la maggioranza di chi ci appoggia sia un fatto acquisito. E gli altri si arrangiassero. Un’ultima cosa, importante. Vorremmo inviare un messaggio a Papa Francesco, che anche lui, questa settimana, “è Charlie”: accettiamo che le campane di Notre-Dame rintocchino in nostro onore solo quando saranno le Femen a suonarle».
Gérard Biard

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