Blue Whale, terzo caso a Ravenna. Garante per l’infanzia attiva rete dei servizi

Diffusa nota della Procura minorile: «Cogliere i segnali degli adolescenti coinvolti e attivare gli aiuti assieme alle famiglie»

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Il garante Clede Garavini

Mentre nel Ravennate sarebbero saliti a tre i casi di adolescenti finiti nella rete del cosiddetto “gioco del Blue Whale”, a lanciare l’allarme su questa nuova pratica, sbarcata anche in Italia, che fa leva sull’autolesionismo dei teenager è la Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, Clede Maria Garavini.

Si tratta, spiega la Garante, «di una pratica di suggestione esercitata via web nei confronti di giovani e giovanissimi che vengono progressivamente indotti a compiere azioni via via più pericolose fino a mettere a repentaglio la loro vita». Garavini ritiene necessario «richiamare l’attenzione dei ragazzi, delle ragazze, e anche degli adulti e delle istituzioni preposte all’educazione, alla tutela, alla prevenzione e alla cura del disagio in fase adolescenziale al fine di mettere in atto tutte le azioni necessarie per cogliere i segnali degli adolescenti coinvolti nel fenomeno e per predisporre risposte adeguate e tempestive, attivando la rete degli aiuti». A questo proposito, la Garante ha diffuso in giornata alla rete regionale dei servizi una nota di Silvia Marzocchi, Procuratore della Repubblica per i minorenni, che richiama l’attenzione sul fenomeno e fa un appello ai servizi sociali affinché, in caso di coinvolgimento di un minore nel “gioco”, esercitino i loro propri autonomi poteri di vigilanza, di sostegno e intervento, resi peraltro possibili anche dalla collaborazione dei genitori, al fine di attivare programmi di aiuto e di supporto rivolti agli adolescenti e alle loro famiglie.

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