«Forse cane contagiato da nuovi ingressi ma parvovirosi non è endemica nel canile»

Le spiegazioni dei responsabili della struttura comunale con 67 ospiti dopo il caso di alcuni decessi: «La quarantena esiste»

CanileSono quattro e non cinque i cuccioli morti nel canile comunale di Ravenna nelle ultime settimane per parvovirosi ma la malattia non è endemica e si tratta di un episodio isolato causato dall’ingresso al canile, il 9 luglio, di quattro cuccioli di circa tre mesi, trovati in uno scatolone, privi di microchip, e quindi di dubbia provenienza, che erano già tutti infetti ma asintomatici: tre sono morti, insieme a un altro cane che era già ospitato. È la precisazione dell’ufficio ai Diritti degli animali di Palazzo Merlato a seguito di una interrogazione del consigliere comunale di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi.

Tra i cani deceduti, oltre a tre dei quattro cuccioli recuperati già malati, come detto c’è anche una bestia che già era ospitata. L’ufficio Animali riconosce che «dopo qualche giorno i cuccioli hanno manifestato la sintomatologia e nell’arco di questi giorni è possibile che il virus sia stato veicolato, da mani o stivali, o qualunque altro fomite (fonte di contagio), anche al cucciolo Axel che era custodito, come da prassi, lontano dai quattro cuccioli. Le malattie infettive sono insidiose proprio per questo motivo: alcuni virus sopravvivono nell’ambiente anche ore e giorni, lontano dall’ospite, e possono essere veicolate in svariati modi. Axel era privo di copertura vaccinale in quanto entrato da pochi giorni e sottoposto prima alla terapia contro i vermi. Uno dei cuccioli entrati il 9 luglio è ancora vivo e sta bene, mentre gli altri tre fratelli sono morti nel giro di pochi giorni, insieme al cane Axel».

La causa dei decessi però non sarebbe da attribuire alla mancanza della zona quarantena, come invece sosteneva il decano dell’opposizione: «Nel canile, in grado di ospitare fino a 120 cani e che attualmente ne accoglie 67, è presente una zona di quarantena con più di 20 box, nella quale vengono posti i cani recuperati vaganti, per essere tenuti in osservazione prima di essere inseriti al canile. Il veterinario effettua una visita di ingresso durante la quale i cani vengono identificati e, se necessario, microchippati. È inoltre presente un’area cuccioli».

In questi casi, concludono i responsabili della struttura, non vi è alcuna profilassi (che, per definizione, va fatta prima dell’infezione) che si possa porre in atto, arrivando gli animali già infetti. Si può effettuare solo una terapia sintomatica.

L’ufficio ai Diritti degli animali coglie l’occasione per raccomandare di non adottare cuccioli di dubbia provenienza e di affidarsi invece ai percorsi seri proposti dai canili.

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