Stupro di gruppo, indagine partita dal pronto soccorso: «In un anno 19 segnalazioni»

10 05 2012 Operativitˆ Nuovo Pronto Soccorso Ravenna

Pronto Soccorso Ravenna

Dal 2003 un protocollo per favorire l’emersione dei casi di violenza sessuale. La dirigente del reparto: «Il personale segue corsi di formazione annuali per migliorare le competenze nella gestione delle situazioni»

L’indagine della polizia sulla presunta violenza sessuale subìta da una 19enne ubriaca è partita da una segnalazione del pronto soccorso di Ravenna. La giovane si è rivolta ai medici e l’esito della visita ha attivato il protocollo previsto per casi come questi: lo scopo è incrementare l’emersione e identificazione della violenza, sostenendo le donne a uscirne. Nel 2016 le strutture sanitarie di prima emergenza di Ravenna, Faenza e Lugo hanno trattato 19 casi di presunte violenze sessuali (in totale in Romagna 47). Se si allarga il ragionamento ai casi di violenza in senso più ampio, includendo maltrattamenti e abusi, il numero provinciale arriva a 430 con la maggior parte dei presunti responsabili indicata nel coniuge o ex convivente.
La dottoressa Maria Pazzaglia è la dirigente dell’unità operativa di pronto soccorso del Santa Maria delle Croci: «Le segnalazioni vengono inoltrate ogni volta che ricorre un possibile reato perseguibile d’ufficio dopo un’attenta visita del paziente in un luogo riservato dove viene subito accompagnata dopo il triage. Il percorso in Ginecologia e Pediatria inizia immediatamente dopo il triage. Le procedure sono comuni e condivise, compresa la modalità di raccolta dei campioni e di fotografie delle lesioni, utile nelle fasi successive». In un secondo momento la vittima viene anche indirizzata alla refertazione psicologica. Il personale segue corsi di formazione annuali per migliorare le competenze nella gestione di questi casi.

Il protocollo è presente come linea guida dal 2003 nell’area ravennate: «Dal 2010 è stato oggetto di costanti revisioni con il coinvolgimento di tutti gli specialisti (ginecologi, pediatri, urologi, chirurghi,  psicologi, medici legali) e delle forze dell’ordine nonché dei centri antiviolenza e dei servizi sociali per costruire una rete adeguata alla tutela delle vittime di maltrattamenti ed abusi».

Nel 2010 è stato anche realizzato un filmato intitolato “Basta poco per cambiare”, in collaborazione con Linea Rosa per migliorare l’accoglienza e la gestione dei casi in pronto soccorso. Nello stesso periodo iniziano i corsi di formazione per gli operatori: «Si tratta di situazioni molto delicate perché non c’è solo la violenza sessuale ma le forme di violenza possono essere molte e altrettanto violente. Ci sono casi in cui la vittima si presenta al bancone e fuori dalla porta c’è il marito o il compagno che le maltratta».

Nel 2013 nell’Ausl di Ravenna viene definita una procedura standard sulla gestione dei pazienti vittime di violenze e nel 2017 viene estesa a tutta la Romagna «ma è prassi in molti pronto soccorsi Italiani avere un percorso dedicato perché si tratta di un fenomeno  diffuso e sommerso, poco riconosciuto e segnalato».

Il consiglio di Pazzaglia per le vittime è quello di non avere paura: «Si rivolgano alla struttura sanitaria per iniziare il percorso dove non saranno mai sole. Non devono provare vergogna e avere fiducia nelle istituzioni».

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