Mehmeti sfrattato dal ristorante Portico, su Facebook erano in vendita le stoviglie

I mancati pagamenti degli affitti all’origine del provvedimento. Attraverso la società Giglio, il 26enne aveva avviato la gestione solo un anno fa insieme ad altri quattro locali tra Ravenna e Alfonsine: tutti chiusi in fretta (uno solo è rinato con un altro ristoratore). Pignorati alcuni beni per un debito da settemila euro

A distanza di appena un anno dall’avvio della gestione dello storico ristorante-pizzeria Al Portico di Ravenna, da decenni in via Faentina alle porte della città, la società Giglio è stata sfrattata dalla proprietà dell’immobile a causa del mancato pagamento dell’affitto per diversi mesi. Lo sfratto si è concretizzato nei giorni scorsi con la riconsegna delle chiavi. È stata rimossa l’insegna del locale e il cancello di ingresso è chiuso con catena e lucchetto. Di recente inoltre un ufficiale giudiziario è entrato nei locali per pignorare varie attrezzature, una ventina di beni, nell’ambito di un’altra procedura avviata da un’altra società che vanta un credito di settemila euro.

IMG 2165La Giglio è l’azienda fondata a marzo 2018 dal 26enne Lokrez Mehmeti, origini albanesi ma nato a Ravenna: il giovane imprenditore, che afferma di aver maturato una formazione all’estero in finanza applicata dopo il diploma all’alberghiero di Cervia, tra l’estate e l’autunno dell’anno scorso avviò altri quattro ristoranti oltre Al Portico: a Ravenna in centro l’ex Piattoforte, l’ex Melarancio diventato Taberna Boaria e poi Locanda La Vigna, l’ex Labirinto del Gusto diventato Club 23, ad Alfonsine l’albergo-ristorante Stella. Escluso l’ex Piattoforte, che di recente è rinato con una gestione che non ha alcun rapporto con Mehmeti, gli altri sono tutti attualmente chiusi (qui l’articolo di febbraio in cui avevamo ricostruito tutto lo scenario all’epoca).

La vicenda del pignoramento invece è maturata nell’ambito della sponsorizzazione per l’organizzazione di un evento sportivo in città: il galà di pugilato andato in scena al Pala Costa lo scorso dicembre. Doveva essere l’ingresso in grande stile di Mehmeti sulla scena pubblica ravennate. Per l’organizzazione il Giglio si affidò a una società del settore concordando una spesa di 7.300 euro da saldare entro fine 2018. La presentazione dell’evento si tenne in pompa magna ai tavoli del Portico. Con gli organizzatori e con Mehmeti al tavolo c’erano anche le istituzioni: l’assessore allo Sport Roberto Fagnani e la delegata Coni Claudia Subini. L’evento si svolse in una buona cornice di pubblico ma quella fattura non è mai stata saldata. E così l’azienda ha messo in moto un avvocato: contro il decreto ingiuntivo dell’8 marzo 2019 non c’è stata opposizione e il tribunale a luglio ha stabilito il pignoramento. Ora si attende che il giudice nomini il custode dei beni per procedere alla vendita all’asta nel tentativo di capitalizzare più possibile. Non è da escludere che altri creditori possano inserirsi nella procedura.

IMG 2151Da alcune settimane il Portico si presenta in stato di palese abbandono. Nessuno ha cancellato una enorme scritta vandalica sul muro di recinzione. E sul marketplace di Facebook, una sorta di mercatino vendo-compro sul social network, già dall’inizio di settembre sono comparsi diversi annunci per la vendita di attrezzature per la ristorazione pubblicati da Darica Simoncelli, diventata socia di Mehmeti nel Giglio nel 2018. Bicchieri, piatti e tagamini in rame per la pizza, una piastra per la cucina. Prezzi stracciati. Fingendoci interessati all’acquisto, una decina di giorni fa abbiamo contattato la venditrice via chat. Abbiamo incontrato una certa diffidenza nel fornirci dettagli sulla provenienza del materiale ma ci ha assicurato che aveva ampia disponibilità di piatti per pizza che cercavamo. Abbiamo sparato alto chiedendone 36 e ci ha risposto che li aveva dicendoci che era materiale usato da un ristorante di Ravenna. Allora le abbiamo rivolto la domanda diretta: “Per caso è la roba del ristorante al Portico?”. La risposta è stata semplicemente “Sì”. Va precisato che il pignoramento non riguarda tutto il materiale presente nel ristorante: una parte è rimasto al Giglio, una parte è di proprietà di una società che lo aveva concesso in leasing e un’altra minima parte fa capo alla proprietà dell’immobile.

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