Il vandalismo nazifascista arriva in consiglio comunale. Condanne da più parti

La seduta del 25 febbraio è stata anticipata di un’ora e si svolgerà con i sindaci della provincia per discutere dei due recenti casi. Da molte realtà della società civile arrivano parole di sdegno e solidarietà all’Anpi

DSC 2579La seduta del consiglio comunale di Ravenna in programma per martedì 25 febbraio è stata anticipata dalle 15 alle 14 e si svolgerà congiuntamente con il consiglio provinciale e l’assemblea dei sindaci della provincia di Ravenna per comunicazioni e discussione sui recenti atti vandalici in sfregio al sacrario dei caduti della Brigata Cremona a Camerlona e al monumento in memoria dei caduti al Ponte degli Allocchi in Ravenna.

Intanto numerose sono le condanne che arrivano alle redazioni dalla società civile e da realtà associative di varia natura. Tutti esprimono anche solidarietà per Ivano Artioli, presidente dell’Anpi locale.

«Quello non è un gesto isolato, non chiamiamolo imbrattamento – scrivono Sinistra per Ravenna e Articolo Uno –. È un gesto di deliberata ostilità nei confronti di quello che quel monumento rappresenta, nei confronti della storia. La Resistenza non è stato solo un evento storico e in quanto tale, consegnato per sempre alla Storia, ma è stato e continua a essere un processo storico di proposizione dei valori di libertà, uguaglianza e democrazia. Oggi più che mai serve reagire, in tutte le sedi opportune e con i mezzi necessari, non solo ad atti gravissimi come questo ma anche a tutti quei fenomeni di discriminazione, di odio, contro la libertà e l’uguaglianza che vediamo. È necessario anche e soprattutto ripartire dalle scuole».

La sezione Anpi “Angelo Castagnoli” di Porto Fuori fa appello «affinché sia elevato al massimo grado di allerta la lotta politica e culturale verso questo pensiero eversivo, e l’attenzione verso gli autori di simili comportamenti da parte delle forze dell’ordine e della magistratura».

«I soliti vigliacchi, nascosti nel buio della notte – dice Ombretta Cortesi, presidente di Arci provinciale – hanno profanato le vostre sacre dimore. Perdonateci se non siamo riusciti a proteggere le vostre care immagini. Combattere contro chi non ha il coraggio di mostrare il volto, per nulla cambiato da quando obbligava all’olio di ricino e alle bastonate, non è facile. Sappiate però che la nostra ira e la nostra mobilitazione antifascista sono massime. Ci guida il vostro stesso amore per la libertà, la giustizia, la pace».

Per la consulta provinciale antifascista parla il vicepresidente Riccardo Rosetti: «È giunta l’ora di una mobilitazione civile di tutti i cittadini che sono democratici sia destra che di sinistra politica ed economica perché questo mostruoso rigurgito nero, male assoluto uscito dalle “fogne della storia” vi venga ricacciato. O magari redento con carcere rieducativo nei casi che lo prescrivono».

La Cgil, con le parole del segretario provinciale Costantino Ricci, afferma che «i valori e i luoghi dell’antifascismo sono sotto attacco e si moltiplicano gli sfregi. Il ripetersi a così breve distanza degli episodi e il messaggio di minaccia rivolto al presidente dell’Anpi lasciano purtroppo presagire un’ulteriore escalation della situazione. Occorre innanzitutto non sottovalutare quanto sta avvenendo».

Alessandro Barattoni è il segretario del Pd in provincia: «Sempre maggiore deve essere l’impegno per contrastare, con ogni mezzo democratico le manifestazioni ispirate a fascismo e nazismo con l’impegno della cittadinanza e di tutte le forze politiche e sociali che si riconoscono nella Costituzione».

La Uil di Ravenna, nel riconoscere  la gravità assoluta di tali episodi inqualificabili, che inneggiano al fascismo, al nazismo e all’antisemitismo, è vicina anche a tutta la  comunità ravennate e auspica che i valori della costituzione repubblicana vengano sempre  più rispettati e apprezzati.

Il comitato per la difesa della Costituzione: «Non esistiamo a dire che tutto ciò testimonia rozzezza e ignoranza, che condanniamo con forza. Ieri, durante la bellissima conversazione di Carlo Smuraglia con studentesse e studenti di Ravenna, un giovane ha chiesto: “Come si possono fermare neofascismo e neonazismo, con forza ma senza violenza?”. La risposta di Smuraglia: “ Con l’applicazione rigorosa delle leggi, che ci sono, e con la diffusione della conoscenza, della storia e della nostra Costituzione”».

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