Passarelli: «Sono il mafioso, non ha paura? Faremo ricorso contro l’interdittiva»

Il sarcasmo dell’ingengere 63enne, titolare dell’omonima azienda napoletana che sta realizzando i cantieri pubblici del polo uffici e del palasport a Ravenna, dopo il provvedimento della prefettura che ferma le attività per il rischio di infiltrazioni criminali

IMG 7356«Sono il mafioso, non ha paura a parlare con me?». Giuseppe Passarelli risponde al telefono e usa il sarcasmo per affrontare di petto la questione dell’interdittiva antimafia ricevuta dalla sua azienda edile, costretta a fermare i cantieri di appalti pubblici tra cui quelli di Ravenna. «Sono rammaricato – commenta l’ingegnere 63enne –, purtroppo sono rischi che corre chi fa questo lavoro e ha rapporti con la pubblica amministrazione. Io sono sereno: tutto nasce da una vecchia vicenda di cui stiamo per chiedere l’archiviazione. Ora faremo ricorso al Tar per sospendere l’interdittiva e vedremo gli sviluppi. Certo che il rischio di perdere qualche mese sui cantieri c’è».

Secondo la prefettura di Napoli esiste un rischio di condizionamento dovuto a un tentativo di infiltrazione mafiosa per l’impresa edile. Il prefetto Marco Valentini il 25 giugno ha firmato una interdittiva antimafia che esclude la Passarelli Spa dalla white list delle aziende che possono avere rapporti con le pubbliche amministrazioni. La conseguenza è stata l’immediato stop dei lavori in cantiere. L’interdittiva è una misura amministrativa preventiva e non penale: la Passarelli farà ricorso al Tar per ottenere prima possibile una sospensiva del provvedimento e quindi la ripresa dell’operatività.

IMG 7370Per arrivare a una definizione delle vicende in un’aula di tribunale potrebbe volerci qualche mese. Un intervallo di tempo che incide relativamente poco per le palazzine di uffici: il ritardo sulla tabella di marcia è già di qualche anno e non sarà qualche mese in più a fare la differenza a questo punto. Discorso diverso per l’impianto sportivo: le ruspe hanno acceso i motori a fine 2019 con l’obiettivo di completare il palazzetto per la primavera 2021, quando in quell’area si terrà Omc, la fiera biennale dei petrolieri. Tempi serrati e il lockdown si è già portato via un paio di mesi: anche una settimana a questo punto è preziosa nell’iter verso il taglio del nastro. C’è un però. Il polo degli uffici (26 milioni di euro, completato al 95 percento) è appaltato direttamente alla Passarelli e quindi è necessario che questa sia in condizioni di operare per finire le opere. Al palasport (15 milioni) invece la società campana lavora come affidataria dal consorzio Research di cui fa parte: il consorzio, formale vincitore del bando, potrebbe sostituire Passarelli con un’altra associata per evitare rallentamenti. E sembra proprio questa la soluzione caldeggiata dalle parti coinvolte.

Passarelli ricostruisce in sintesi la genesi di questo provvedimento emesso dalla prefettura di Napoli: «Tra 2013 e 2016 c’è stata una trattativa tra la nostra azienda e una persona appartenente a un’altra impresa per arrivare all’acquisto di un immobile su cui avremmo lavorato per rivenderlo. Era tutto definito, c’era anche il permesso per costruire ma abbiamo deciso di tirarci indietro e rinunciare alla compravendita perché erano cambiate le condizioni. Quella persona con cui abbiamo trattato è finita sotto indagine e io ho ricevuto un avviso di garanzia. Ma non potevo sapere quali rapporti avesse oltre quelli con noi».

IMG 7347Per l’imprenditore c’è da fare i conti con il fermo imposto: «Abbiamo 500 persone bloccate, tra dipendenti diretti e indotto: non possiamo avere rapporti con le pubbliche amministrazioni. Per il palazzetto di Ravenna probabilmente il consorzio Research di cui facciamo parte affiderà i lavori a un’altra consorziata. Per gli uffici comunali invece ci siamo solo noi».

Una volta presentato il ricorso, la Passarelli intende anche rivolgersi al tribunale di Sorveglianza di Napoli per procedere con la nomina di un commissario previsto dalla normativa: «È una figura di garanzia che entra nell’azienda e trasmette informazioni alla procura per garantire la trasparenza dell’attività».

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