Omicidio Minguzzi: il ministero chiede 100mila euro, la famiglia chiede 3 milioni

Udienza 16 / Nel processo per l’uccisione del 21enne nel 1987 prendono la parola le parti civili. Il Nuovo sindacato carabinieri chiede 30mila euro. Il 22 giugno arringhe difensive e sentenza

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I familiari di Pier Paolo Minguzzi: da sinistra la sorella, la madre e il fratello

Ammontano in totale a 3,13 milioni di euro le richieste di risarcimento avanzate dalle cinque parti civili nel processo per l’omicidio di Pier Paolo Minguzzi, il 21enne rapito a scopo di estorsione nel 1987 a Alfonsine e ritrovato cadavere dopo dieci giorni. Gli avvocati hanno parlato oggi, 8 giugno, nella sedicesima udienza in corte d’assise. In totale tre ore di interventi: la madre (avv. Luca Canella), il fratello (avv. Elisa Fabbri) e la sorella (avv. Paolo Cristofori) chiedono un milione a testa; il ministero della Difesa (avv. Uliana Casali per l’Avvocatura delo Stato) chiede centomila euro e il Nuovo sindacato carabinieri (avv. Maria Grazia Russo) chiede trentamila euro.

Saranno i giudici a decidere se stabilire la cifra o assegnare solo una provvisionale e rinviare la quantificazione esatta del danno in sede civile. La decisione arriverà il 22 giugno con la lettura della sentenza. Si comincerà alle 9.30 con le arringhe difensive (imputati due ex carabinieri di Alfonsine e un idraulico loro amico) per poi passare alle eventuali repliche dell’accusa, controrepliche difensive e infine la camera di consiglio per il verdetto. La procura (pm Marilù Gattelli) ha chiesto tre ergastoli.

Seguirà l’articolo completo.

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