Ecco il murales di Sky. E anche il festival di street art invaderà la Gulli

Terminate le riprese per il documentario su Ravenna. L’assessore:
«Il Comune non ha pagato e lo hanno autorizzato i condomini»

La casa dalle finestre che ridono, ha commentato qualcuno. E in effetti il murales di Jim Avignon ha anche qualcosa di inquietante, come il celebre film di Pupi Avati. Potrà piacere o meno, naturalmente, ma di certo ha reso un’anonima palazzina di un quartiere periferico di una città di provincia una vera e propria opera d’arte. E la facciata su cui l’artista tedesco ha lavorato per cinque giorni, seguito dalle telecamere di Sky, è ora irriconoscibile.

Il progetto è quello raccontato in anteprima da Ravenna&Dintorni (vedi articoli correlati): una serie di otto documentari in altrettante città italiane scelte dal canale “Arte” della piattaforma Sky sulla base della loro predisposizione, diciamo così, verso la street art. E anche per merito della prima edizione del festival dedicato a questa forma d’arte, che ha portato l’anno scorso in città alcuni big italiani del settore, Ravenna è stata tra le otto prescelte. Le telecamere, come da progetto, hanno seguito un artista (il tedesco Avignon, appunto, anche durante il suo concerto-installazione al bagno Hana-Bi di domenica) al lavoro sul muro (quello tra via Fiume e via Gulli), chiedendo anche il parere a residenti e addetti ai lavori (si è parlato anche dell’invasione notturna di Invader dello scorso anno, per esempio, e sono state eseguite riprese nello spazio di riferimento in città, quello di Bonobolabo di via Centofanti). In attesa di vedere il documentario (andrà in onda dopo l’estate) Ravenna ora può fregiarsi di un altro muro a firma di un artista di caratura internazionale, considerato tra i precursori della cosiddetta “cheap art”, tra i primi e più noti a dipingere sul muro di Berlino e che, tanto per dire, è reduce da un’importante commessa in Brasile e nei prossimi mesi è stato invitato a esporre il proprio lavoro (dopo una veloce parentesi in Giappone) a Colonia e a Basilea.

Certo, nonostante questo, non sono mancate come prevedibile le polemiche sui social network, dove sono state divulgate anche informazioni palesemente false. Per fare chiarezza abbiamo interpellato anche l’assessore alle Politiche giovanili del Comune, Valentina Morigi, che ha confermato come non si tratti di un intervento finanziato dal Comune bensì, come evidente, dalla stessa Sky che ha scelto gli artisti (il cachet per uno di questo livello, secondo gli addetti ai lavori, potrebbe arrivare sui tremila euro), mentre l’autorizzazione a utilizzare quel muro (di proprietà comunale ma con appartamenti anche di proprietà privata) «viene direttamente dai suoi condomini, che hanno accolto l’idea a larghissima maggioranza», rivela Morigi, che poi aggiunge: «Recandomi sul posto sono stata fermata da cittadini che ci hanno ringraziato e fatto i complimenti per l’opera. E questo è solo l’inizio. Ora lavoriamo perché la Darsena ospiti la seconda edizione del festival di Street Art Subsidenze (verranno in particolare dipinti muri su via Gulli e via Trieste, ndr), che realizzeremo (l’anno scorso sono stati investiti circa 5mila euro per l’intero festival dal Comune, ndr) in collaborazione e grazie al prezioso lavoro dell’associazione Indastria». La stessa associazione che ha collaborato con Sky all’organizzazione dell’evento con Jim Avignon, mettendo a disposizione le vernici (tramite una donazione ricevuta) e il carrello elevatore utilizzati dall’artista tedesco.

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